White Comfits
Una
pioggia di riso cade sui novelli sposi, mista alle lacrime di gioia delle madri
dei giovani.
In
fondo, è tutto un po’ come 34 anni fa, no?
L’uomo
si passa una mano tra i corti capelli ormai argentei e sorride.
Sorride,
di quel sorriso che trent’anni fa le sue persone
amavano.
La
sua riservatezza, quel suo schivare le luci della ribalta, quella tenerezza che
sapeva trasmettere semplicemente sorridendo, facevano di lui uno degli operai più pacati e discreti che la
fucina del Rock avesse mai assunto tra le sue schiere.
-Papà,
vieni! Dobbiamo fare la foto!-
La
voce di suo figlio lo richiama ai suoi doveri di padre, così si dirige verso di
lui e, prima del CLIC! della macchina fotografica, gli bisbiglia all’orecchio:
-Ma si fa anche la foto con tutti i membri maschili del clan Deacon, vero? Siamo o non siamo dei giovani virgulti ancora
in forze?-
Il
primogenito ridacchia e gli risponde: -Ma certo, Luke e Cameron stanno
aspettando solo quello per assumere delle pose assolutamente virili per rimorchiare le damigelle
d’onore!-
Padre
e figlio sghignazzano insieme, prima che il fotografo li richiami al decoro
necessario per la buona riuscita dello scatto.
***
-E un brindisi per gli sposi, hip
hip…-
-HURRÀ!-
Nel giardino di casa Deacon
sta avendo luogo il classico rinfresco che è oramai una consueta tradizione di
famiglia.
-E così ne hai sistemato uno, eh John?-
-A quanto pare… Ma ho ancora parecchio da fare.-
sorride, bevendo dello champagne dal bicchiere.
-Eh già, sei figli sono davvero un bel numero!-
John annuisce, sempre sorridendo, e, dopo aver
alzato il calice per salutarlo, si allontana.
Quell’angolino è un piccolo paradiso: l’ha sempre
adorato, con quel semplice gazebo in legno e i roseti che gli corrono intorno.
È anche la zona del giardino in cui spira sempre
un venticello fresco, di quelli piacevoli, che porta in giro con sé il profumo
delicato dei fiori.
-Evviva gli
sposi!-
Una grandinata di
riso travolse John e Veronica: il bassista cercò con lo sguardo l’autore di
quell’attentato e,
senza alcuno stupore, lo ritrovò in quella vecchia canaglia di Roger, che stava
sghignazzando con la mano ancora alta in posizione d’attacco.
-Congratulazioni,
John!-
John sorrise
grato a Brian, che era incravattato da cima a fondo.
-Hey, Deaks! Ti conviene farci strada, perché io
e le mie donzelle non abbiamo la più pallida idea di dove sia ubicata la tua
umile dimora!- lo apostrofò Freddie, a braccetto con
Mary e un’altra ragazza, che gli si era piazzato davanti e che era avvolto in
un appariscente boa di piume.
Lui rise: -No problem, Freddie: anziché seguire
le briciole ti basterà tener d’occhio le scarpe.- e indicò le calzature
attaccate sul retro della Bentley.
L’amico gli
rivolse un occhiolino e poi scomparve nella sua Limousine assieme alle sue due
accompagnatrici.
John si girò
verso Veronica, ma la sua attenzione venne attirata da uno sguardo rapido ma
carico di complicità che Roger si era appena scambiato con Brian.
Difatti i suoi
sospetti erano fondati: le urla del batterista non si fecero aspettare.
-Avanti, gente!
Caricaaa, yeeeeaaah!-
Il biondo puntò
il dito contro la macchina di Freddie e, in perfetto
stile Armata Brancaleone, corse a perdifiato verso la vettura.
John fissò
sconcertato la scena, immaginandosi come colonna sonora la Cavalcata delle Walchirie di Wagner.
Il risultato fu
che Roger si gettò letteralmente nella Limousine, seguito a ruota libera da Brian
e un numero cospicuo di invitati, e la baraonda fu inevitabile, così come
furono inevitabili le risate di tutti quanti, sposo compreso.
John beve nuovamente dal calice, socchiudendo gli
occhi per godersi meglio la brezza leggera che sta scuotendo lievemente i
cespugli.
-Bei tempi, quelli: non potevamo ancora
permetterci una Limo a testa…- sorride sornione.
-Allora…
Innanzitutto proporrei un applauso per i novelli sposi…-
La richiesta
del ragazzo venne esaudita: in tutto il giardino echeggiarono gli applausi
entusiasti degli invitati.
-E, lo so, fa
freddo, ma vi prego di resistere un altro po’: vorrei cantare qualcosa per
tutti voi.-
Gli applausi
ripresero, sempre con uguale intensità, ma accompagnati anche da qualche
fischio di apprezzamento.
-Anche se prima
ho rischiato di soffocare nel mio boa,- accarezzò le piume della strana
“sciarpa” che portava al collo -e tutto questo per un attentato ad opera di qualcuno che ora sta facendo
finta di niente,- Freddie rivolse un’occhiataccia a
Roger che, giù dal palco, si limitò a fischiettare, ostentando una faccetta da
angioletto innocente e scatenando le risa degli invitati -questo non m’impedirà
di deliziarvi con qualcosa composto da tutti noi, ma specialmente da Brian.-
Poi,
rivolgendosi al diretto interessato: -Che dici, Brian? Mi lasceresti cantare la
tua composizione al piano?-
Il chitarrista
annuì dalla prima fila, scuotendo la chioma di ricci scuri.
-Ottimo!-
sorrise soddisfatto il cantante, per poi continuare: -Ok, questa canzone la
dedico a tutti voi, ma specialmente al mio caro amico Deaks,
il piccolino del gruppo, che però è stato il più precoce, a quanto pare!-
Tutti risero,
specialmente quando Roger precisò: -Ah, Freddie,
dobbiamo darci da fare per farci trovare pronti!- e Freddie
gli rispose: -Parla per te, Rog! Io sono nato pronto!-
Quindi cercò di
ristabilire l’ordine: -Ok, ok, bando alle ciance! Un’ultima cosa: la dedico
quindi a Deaks, ma soprattutto a Veronica, colei che
è riuscita a stregargli il cuore…
Vi auguro tutta
la felicità di questo mondo, amici miei.-
Poi si sedette al
pianoforte e intonò:
I love...
She makes me,
She is my heart,
She is my love,
She is my
love...
A John sfuggì
una lacrima, ma non lo diede a vedere a nessuno.
Quella lacrima
era solo sua.
-Stai pensando al nostro matrimonio, vero?-
La voce di Veronica lo fa sobbalzare.
Non apre bocca. Si limita solamente ad annuire
lentamente con il capo.
-Sono cambiate molte cose in questi 34 anni, questo
è vero ma, credimi, sento che, in un qualche modo, lui sia qui tra noi... Non so se mi spiego…- gli carezza leggermente
la spalla.
John si volta.
-Non ce n’è bisogno… Lo so.-
Le sorride.
-Non se n’è mai andato.-
A John sfugge una lacrima, ma non lo dà a vedere a
nessuno.
Quella lacrima è solo sua.
Sua, e di lui,
che non se n’è mai andato.
Mi dite come posso resistere a non scrivere
qualcosa con il Deaky protagonista? T___T
È così tenero ^^
L’incidente del boa e della Limo è vero e, personalmente, lo ritengo come
uno degli episodi più divertenti in assoluto dei nostri eroi :D
Non so se John sia andato al rinfresco a bordo di
una Bentley, se Freddie abbia cantato She Makes Me (Stormtrooper In Stilettoes) e
addirittura se abbia cantato :D
Però mi piacerebbe che fosse andata veramente così,
perché John se lo meriterebbe (:
È sempre stato il componente che lavorava
nell’ombra, un po’ come John Paul Jones dei Led Zeppelin (dev’essere
il destino dei bassisti delle band che amo: essere calmi, silenziosi e lavorare
nascosti :D), eppure io continuo ad adorarlo per la sua scelta di lasciare il
gruppo.
È stata una scelta coraggiosa, ben ponderata, per
nulla frettolosa, ma maturata con convinzione e sì, anche con sofferenza.
Per questo dedico questo scritto a lui, che è un
filino meno tragico della mia precedente
opera che aveva lui come protagonista :D
Grazie, John. <3
E un grazie anche a tutte le persone che sono arrivate fin qui, a
chi ha letto, a chi ha recensito, a chi ha seguito e a chi ha preferito.
Bacioni,
Dazed;