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Autore: pensiera    06/12/2010    3 recensioni
3 amiche che partono per una vacanza, la loro ultima vacanza prima di un matrimonio, prima di una laurea e dopo la fine di un amore... cosa troveranno in una terra straniera tra sole e mare?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima originale... spero vi piaccia!


Capitolo 1°
 
ARRIVO A BARCELLONA

 

 

Ancora non potevo credere che ero seduta su quell’aereo.

Guardai dal finestrino ma non vidi nulla, erano le dieci di sera e senza le luci della città era impossibile vedere qualcosa. Era agosto e quell’estate avrei passato 3 settimane con le due mie più grandi amiche, Patrizia e Romina.

Mi avevano praticamente costretto ad andare con loro, quella sarebbe stata la nostra estate. Almeno così l’avevano definita.

 

Io mi sarei dovuta laureare ad ottobre ed ero in piena crisi “tesi”, proprio per quello non volevo partire. Ma come sempre, quando si impuntavano tutte e due era difficile resistere….

Volevo un mondo di bene a tutte e due, ci conoscevamo dall’asilo, eravamo andate a scuola insieme fino a quando ci era stato possibile. Patrizia dopo essersi diplomata in ragioneria aveva aperto una profumeria, che fortunatamente andava bene e lavoro non gli mancava. Romina aveva optato per il liceo classico per poi iscriversi a legge ed io, dopo il liceo scientifico avevo deciso di iscrivermi a sociologia.

E quell’anno finalmente mi sarei laureata. Ancora non potevo crederci, se pensavo che per 3 settimane non avrei potuto occuparmi della mia tesi mi veniva il magone! Sospirai…

" Ma la smetti di sentirti in colpa per la tesi? Perché tanto lo so che stai pensando a quello! Nella tua mente bacata e contorta come un’ellissi ti stai sentendo in colpa!"

Mi girai verso Romina, odiavo quando riusciva a leggermi nel pensiero!

"E’ che vorrei fosse perfetta!"

"Santi numi Ele! La tesi sarà perfetta! Cosa dovrei fare io? Strapparmi i capelli? Mi sposo tra poco più di un mese, eppure stò qui con voi e sicuramente mi divertirò!"

"Tu sei un caso patologico!" Risposi, Romina era incredibile! Riusciva a fare le cose sempre all’ultimo minuto, sempre di corsa, mai una volta che si organizzasse per tempo!

"Ma la smettete di fare casino? Siete peggio di due comari!" Patrizia si era appisolata, evidentemente le nostre chiacchiere l’avevano svegliata.

"Stavo cercando di fare riflettere Eleonora, continua a tormentarsi sulla tesi!"

Patrizia per tutta risposta sbadigliò, mi lanciò un’occhiata e disse.

"Basta tesi, basta matrimonio, tra un po’ arriviamo, quindi solo sole, mare, divertimento e possibilmente bei ragazzi!" Discorso chiuso.

Tra noi tre era quella che all’apparenza dava l’idea della dura, invece, quando voleva era più morbida di un budino!

 

Mi allacciai la cintura e pensai che forse le mie amiche avevano ragione, una vacanza non avrebbe fatto male a nessuno!

 

Certo Patrizia parlava facile, aveva un’attività ma il mese di agosto era chiusa per ferie, per lei era più semplice! Anche se non stava affrontando un bel momento, aveva da poco rotto con il suo ragazzo storico, anzi con il suo ragazzo di sempre visto che il primo bacio fu dato quando avevano 12 anni! Si erano conosciuti alle medie e da allora non si erano più separati, stavano progettando una convivenza insieme, quando lei scoprì un suo tradimento.

 

Fu Romina a pensare alla vacanza insieme dopo quello che era successo alla nostra amica. Da brava mamma del trio, pensò che 3 settimane tra amiche avrebbe fatto bene a tutte! Io sospettavo che avesse usato la scusa “Patrizia” per non rilevarci che di quella vacanza ne aveva un bisogno enorme anche lei!

 

Si sarebbe sposata i primi di ottobre con un compagno di università. Lui era istruito, di buona famiglia, bello, ma terribilmente freddo! Non capivo come Romina, così dolce e romantica, potesse

stare insieme al sig. Iceberg, come lo chiamavo io.

 

"Ele ritorna tra noi, siamo arrivate"

Patrizia mi passava una mano davanti la faccia, ero “partita con i miei pensieri”.

Slacciai la cintura e mi avviai verso l’uscita.

La vacanza incominciava.

 

Appena presi i nostri bagagli uscimmo dall’aeroporto di Girona in cerca di un autobus che ci avrebbe portato a Barcellona. La stazione era vicina, salimmo sull’autobus ed aspettammo la partenza. Alle 23,00 eravamo alla stazione di Barcellona e venti minuti dopo finalmente in albergo!

Romina che già aveva visto la città tempo fa, decise di prendere un albergo nel Barrio Gotico, un quartiere della città.

Eravamo indecise sul da farsi, eravamo stanche per il viaggio, ma non volevamo perderci neanche un minuto di vacanza. Optammo per un giro in zona, magari trovavamo un pub per gustare della sangria!

 

Dopo mezz’ora eravamo pronte tutte e tre. Patrizia portava una gonna leggera che arrivava alle ginocchia con un top viola, aveva lasciato i capelli sciolti, le arrivavano sulle spalle, lisci come degli spaghetti, neri come la pece. Si era truccata solo i grandi occhi neri. Romina indossò un vestito azzurro, anche lei aveva lasciato sciolti i capelli, erano leggermente più corti di quelli di Patrizia, però erano ondulati e come Patrizia anche lei li tingeva, solo che di rosso, diceva che si intonava ai suoi occhi color cioccolato. Io indossavo i miei soliti jeans e canottiera, ero l’unica che aveva legato i capelli con una coda.

"Ti prego, dimmi che dentro la tua valigia c’è qualcosa di meglio di un paio di jeans!"  Mi disse in tono disperato Romina.

"Non incominciate a rompere!"

Sandali ai piedi per le mie amiche, scarpe da ginnastica per me, e partimmo.

 

C’era movimento nella città, la gente era allegra, felice, non solo perché era venerdì, ma anche perché era agosto, il sole, l’estate, portavano sempre profumi nuovi che non poteva non far piacere a chi li assaporava. Trovammo un pub stra pieno di gente, dopo venti minuti in piedi riuscimmo a trovare tre sedie libere. Intorno a me sentivo parlare una lingua che conoscevo poco, mi sentivo un po’ spaesata, confusa. Il primo impatto non era dei migliori!

Sembrava che solo io era infastidita da tutta quella confusione, capì che proporre di ritornare in albergo sarebbe stato vano.

Dopo un tempo, per me, interminabile ritornammo nella nostra camera.

Ero stanca e volevo riposare, poi domani c’era da girare la città, se ero venuta fin lì, bè almeno dovevo vedere i monumenti!

 

La mattina dopo la mia sveglia suonò alle 9,00 suscitando varie imprecazioni da parte delle mie amiche. Ci preparammo per la prima visita nella città.

Come primo giorno, facemmo un giro sommario, comprammo il biglietto per l’autobus turistico che ci avrebbe fatto fare il tour della città.

Incominciavo ad abituarmi alla lingua straniera che sentivo intorno a me, avevo studiato un po’ di spagnolo e lo trovavo una lingua molto musicale.

 

Nel tardo pomeriggio ritornammo in albergo e mentre Romina si faceva una doccia, Patrizia decideva cosa mettersi, io ero seduta sul letto con la cartina della città davanti a me.

" Stavo pensando che domani potevamo visitare la Pereira, Paseis de Gracia e la ramblas, poi se non siamo troppo stanche in questa zona c'è il palazzo di musica catalana e... "

" Ele, ti prego non incominciare! Piuttosto dimmi, meglio questo vestito o questa gonna con questo top?"

La guardai torva, l'idea di girare la città attirava solo a me...

" Perchè quello è un vestito? Avrei detto che fosse una maglietta!"

" Chi non mostra non vende mia casa!"

Detto questo infilò la gonna e il top nell'armadio, lasciò fuori l'abito nero, aveva deciso. Romina uscì dalla doccia.

" Allora dove si và stà sera? Cerchiamo qualche locale dove fanno della musica dal vivo?"

" Il bagno è mio! Vada per la musica dal vivo! Ah Romy, ti prego cerca di non far indossare dei jeans ad Eleonora..."

Patrizia si rinchiuse anche lei al bagno, stava iniziando il suo restauro!

Romina aprì la sua parte di armadio ed incominciò a tirare fuori una marea di vestiti. 

" Ele cosa metti tu stà sera?"

" Non lo sò, non ho ancora deciso, ma è proprio vietato indossare dei jeans? "

La guardai con uno sguardo supplichevole, alla mia richiesta Romina sospirò.

" Non cambi mai! Ma quand'è che ti deciderai di vestirti con abiti un pò più femminili? "

Sorrisi e ritornai alla mia cartina. Loro avevano ragione, non prestavo molta attenzione a quello che indossavo, ma non sentivo l'esigenza di mostrarmi femminile, non per tutti almeno. Non avevo avuto molte storie nella mia vita, avevo sempre pensato che l'amore era uno,bisognava solo aspettare l'altra metà della mela!

 

Quando anche Patrizia uscì dal bagno e Romina aveva deciso cosa indossare, andai a rinfrescarmi anch'io. Sicuramente ci avrei messo meno di loro due nel prepararsi!

 

Dopo un'ora, io ero già pronta da una mezz'ora, finalmente le mie compagne erano pronte.

Patrizia indossava un vestito nero, che per me sembrava più una maglietta per quant'era corto. I bordi viola richiamavano la borsa e le scarpe in tinta. Anche questa sera aveva tenuto i capelli sciolti ed il trucco risaltava gli occhi.

Romina pantaloncini jeans e canottiera rossa semi trasparente, molto sexy. Aveva tirato su i capelli per risaltare le spalle e la schiena che la maglietta lasciavano scoperte. Lei aveva optato per un trucco leggero sugli occhi puntando sulle labbra, rossetto rosso fuoco per lei!

" Allora tu esci così? " lo sguardo di Patrizia la diceva lunga su quanto non gli piaceva quello che indossavo.

Mi guardai allo specchio, avevo un paio di jeans e una maglietta nera a mezze maniche.

" Cosa c'è che non và? Vesto sportiva! Poi io stò sicuramente più comoda di voi... "

Indicai le mie scarpe da ginnastica e i loro sandali dal tacco vertiginoso.

Sorridemmo tutte e tre ed uscimmo dall'albergo.

 

Le via della città erano piene di gente, la città era affollata non solo di spagnoli, ma anche di turisti che avevano deciso di passare le vacanze lì.

Patrizia notò un locale dove c'era musica dal vivo ed entrammo tutte e tre. Il pub della sera precedente era vuoto in confronto a questo. Naturalmente saremmo dovute stare in piedi!

 

Iniziò a suonare un gruppo locale, le mie amiche si lasciarono coinvolgere dalla musica. Io mi sentivo un pò a disagio in mezzo a tutta quella gente, senza contare che io al contrario di loro due, non sapevo mettere due passi di ballo insieme.

Mi rintanai in un angolo del locale, dove speravo non essere disturbata da spinte e gente troppo calorosa per via dell'alcol.

 

Ero appoggiata in un angolo, osservavo la gente intorno a me, quando ad un certo punto qualcuno mi venne addosso facendomi cadere metà del succo d'ananas che avevo in mano.

" Ehi! "

" Ops, sorry! "

La maglietta e i jeans si erano bagnati.

" Maledizione! " Esclamai.

" Mi dispiace, scusa. "

" De nada "

Poi notai che aveva parlato italiano, alzai lo sguardo verso la persona che mi aveva fatto fare il bagno al succo d'ananas.

Rimasi un' attimo disorientata, aveva la carnagione scura e capelli neri, i lineamenti erano perfetti, ma quello che più mi stupirono furono gli occhi. Non solo per il colore, un verde intenso molto caldo, ma sopratutto per la luce che emanavano, erano vispi, allegri, furbi, erano vivi! 

" Parli italiano? "

Mi resi conto che ero stata a fissarlo per qualche secondo, lui se ne accorse e mi sorrise facendomi diventare rossa in volto.

" Si signorina, parlo italiano, ed altre lingue... Ora scusami. "

Detto questo si girò e andò a confondersi tra la folla. Rimasi stupita, com'era arrivato se n'era andato, non si era neanche degnato di chiedermi se mi ero fatta male, se poteva offrirmi da bere, niente! Un sorriso smaliziato e via... 

Mi infuriai, pensava che due occhi verdi ed un sorriso bastavano? Qua si trattava di educazione! 

Raggiunsi le mie amiche, Patrizia appena mi vide, notò che avevo jeans e maglietta bagnati.

" Che è successo? "

" Niente un cretino! Vado a cercare un bagno, non vorrei rimanessero macchiati! "

 

Mi addentrai nella folla alla ricerca di una porta che indicava una toilette. Ne vidi una ma non c'era scritto niente, provai ad entrare, al massimo avrei chiesto. C'era un piccolo corridoio poco illuminato, non c'era nessuno. Ero indecisa se continuare  alla cieca oppure bussare in una delle porte che si affacciavano, qualcuno avrei incontrato!

Optai per la seconda opzione, bussai alla prima porta sulla destra, non mi rispose nessuno ed era chiusa a chiave. Ne saltai due e bussai ad un'altra porta.

" Come on " Qualcuno all'interno mi rispose, in inglese notai, bene almeno avrei chiesto informazioni.

 

Aprì la porta e tutti mi aspettavo tranne lui!

Lo stesso ragazzo che mi era venuto addosso poco fà era dentro quella stanza, che a prima vista doveva essere un camerino.

Rimasi stupita, indossava un paio di jeans che sicuramente avevano passato tempi migliori ed aveva tolto la maglietta, era a dorso nudo. Ero rimasta ferma sulla porta senza dire una parola.

Lui si girò e mi guardò, rimase stupito anche lui, ma si riprese più velocemente di me.

" Che fai mi segui? "

Sorrideva mentre pronunciava quelle parole, i suoi occhi erano maliziosi. Che faccia da schiaffi!

" No, veramente cercavo un bagno per pulirmi quello che mi hai versato addosso! "

Risposi acida, forse più del dovuto.

" Tranquilla il succo d'ananas non macchia, comunque se vuoi approfittare del mio bagno fà pure. "

Si era avvicinato e continuava a tenere quel sorriso sulla faccia che mi mandava tanto sui nervi!

" Come fai a sapere che era succo d'ananas? "

" Bè l'ho riconosciuto dall'odore, si è versato anche sulla mia maglietta."

Fece un gesto per indicare la maglietta sul divano. Il mio sguardo andò un' attimo sull'indumento che si era tolto per poi ritornare sui suoi occhi.

" Cos'è hai perso la parola? "

" No, no, vado "

Feci per voltarmi ed andare via, ma mi trattenne per un braccio.

" Ed il bagno? Non ti serve più? "

Avevo dimenticato del motivo per cui ero lì.

" Grazie, cercherò fuori "

" Con tutto quel casino? Vai, stai tranquilla non ti spierò dal buco della serratura! "

Che arrogante! Decisi comunque di seguire il suo consiglio e mi avviai alla porta interna alla stanza che mi indicava.

Il bagno era spartano, aveva il minimo indispensabile, ma almeno a prima vista sembrava pulito. Incominciai a pulire i jeans e la maglietta.

Quando avevo finito i jeans erano bagnati fino al ginocchio per tutta la gamba destra e la maglietta sembrava uscita dalla lavatrice. Fortunatamente era estate! Uscì dal bagno, lui era seduto sul divano e fumava una sigaretta, non si era ancora rivestito, che insolente!

L'arredamento del camerino era sui toni del rosso, pochi mobili, un tavolo due sedie ed il divano, erano marroni, le pareti rosse con le luci creavano un'atmosfera rilassante.

" Grazie, ora vado. "

" Hai la maglietta completamente bagnata, cos'è vuoi far colpo questa sera? "

Mi girai a guardarlo, inizialmente non capì quello che aveva detto, poi mi resi conto che la maglietta aderiva al corpo evidenziando il seno. Arrossì, quel ragazzo era di un'arroganza unica!

" No, ecco io, non volevo " Mi sentivo un'idiota!

Lo sentì sorridere. " Non dirmi che sei timida? "

Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi.

" Forse sei tu un pò troppo sfacciato!"

Mi stava provocando ed io ci ero cascata con tutte le scarpe. Se pensava di poter fare il cascamorto con me si sbagliava! Ma chi si credeva di essere?

" Io torno di là, mi stanno aspettando, grazie per avermi fatto usare il bagno".

 

Raggiunsi Patrizia e Romina, che stavano ancora ballando, non mi chiesero niente per fortuna. Cercai di distrarmi ascoltando la musica.  
   
 
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