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Autore: Flaminia_Kennedy    06/12/2010    4 recensioni
Anno Domini 1191.
E' l'epoca delle Crociate, la Terza per essere precisi.
Riccardo ha con sé una giovane donna, che cambierà per lo più il destino del Re inglese e quello di un uomo, le cui ali spezzate riprenderanno a volare in alto, retto dal credo degli Assassini.
"Nihil est reale, licet omnia...o come dici nella tua lingua -Niente è reale, tutto è lecito"
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole alto nel cielo bruciava la poca pelle rimasta scoperta dai lunghi e freschi vestiti degli abitanti che affollavano le strade strette e polverose di Gerusalemme.
Mentre nel distretto povero la vita continuava a fluire tranquilla tra le bancarelle e i versi di animali, in quello più ricco gli Eruditi e i mercanti passavano davanti a uno strano spettacolo che si teneva tutt’attorno alla più grande moschea del luogo.
L’aria che circonda l’enorme edificio dalla cupola dorata è satura di aspettative e contrattazioni: i Crociati di Riccardo I Cuordileone sono immobili sotto la canicola meridionale del paese -sudati nelle loro cotte di maglia- affiancati dai saraceni di Saladino, questi in abiti più consoni alle alte temperature del Paese.
Racchiusa in un dispiegamento di tali forze, la moschea era silenziosa, se si escludeva il debole raschiare di una piuma che scriveva sulla ruvida superficie di una pergamena.
Un atto di pace stava per essere firmato dai due grandi schieramenti, in modo che cristiani e musulmani potessero far visita alla Città Santa senza dover uccidersi a vicenda, perché la Terza Crociata stava per finire.
Proprio quando Re Riccardo stava intingendo la piuma nell’inchiostro, un paio di urli da parte delle guardie al di fuori del palazzo lo fecero fermare dal poggiare la punta della penna sulla pergamena.
Il boato che successe alle grida di allarme fu quello dell’enorme porta di legno, spalancata senza ritegno per far entrare la luce sfolgorante, quasi abbagliante, del sole.
Il Re inglese e quello saraceno si alzarono in sincrono, guardando l’ombra scura che stava correndo all’interno; entrambi avevano la mano sull’elsa della propria spada, ma nessuno dei due l’avrebbe sfoderata se non in caso di vero pericolo.
La persona che entrò indomabile come un cavallo ammattito era la stessa persona che crollò ai piedi di Re Riccardo e ne prese la lunga veste bianca adornata da una croce rossa.
Quella persona ero io, Caterina di Francia, figlia illegittima del Re inglese.

Lasciatemi spiegare perché mi precipitai a interrompere un così importante incontro politico-religioso, il volto e la cotta imbrattati di sangue scuro e ancora fresco.
Lasciatemi spiegare perché, fuori dalle mura della moschea, il mio cavallo si era inginocchiato al suolo con la bava che scendeva dal morso di ferro, spinto ogni oltre limite.
Lasciatemi spiegare perché implorai a gran voce che un medico mi seguisse, che impedisse a Dio di prendersi la vita di un uomo troppo valoroso per finire tra i Santi del Cielo.
Per mettervi a conoscenza della mia angosciosa fretta, racconterò come venni a contatto con l’uomo la cui morte avrebbe sollevato grida di dolore in tutta la Terra Santa.
Prima ancora, sarebbe meglio spiegare quali motivi mi portarono a entrare nelle forze armate dei Crociati, luogo parecchio curioso per una giovane donna il cui dovere era -ai tempi- perlopiù legato a creare progenie fino al giorno della sua naturale sterilità.
Nacqui da Adele di Francia, figlia di Luigi IV, che per volere dell’allora Re padre di Riccardo, doveva diventarne la moglie e per questo tenuta come ospite nella reggia dei regnanti inglesi.
In quel lasso di tempo, Riccardo aveva trovato passione per la donna, la stessa passione consumata in un paio di notti, ma quando si venne a conoscenza che poco a poco stavo crescendo nel grembo di mia madre, Riccardo non volle far sapere a nessuno della mia esistenza -sarebbe stato uno scandalo, una figlia fuori dal matrimonio- e nacqui in totale segreto.
Venni consegnata a un servo fidato che ebbe il compito di recitare una parte molto importante: avrebbe dovuto riferire di aver trovato l’orfanella alle porte della reggia, una bambina abbandonata da un uomo non timorato di Dio.
Riccardo era sempre stato orgoglioso di me, per essere così in salute e con buone possibilità di sopravvivere ai miei primi anni di vita, ogni volta che parlava di me ai nobili della corte, asseriva che se avesse avuto una figlia, l’avrebbe voluta come me.
Così la mia esistenza divenne qualcosa di meno impudico di un’unione fuori dal matrimonio e la mia vita sociale fu tranquilla, attorniata ogni tanto dalla noia che la nobiltà comportava.
Ora vi chiederete perché mai volli partire come Crociato quando tutti all’interno della reggia aveva accettato di buon grado la mia presenza tra loro.
Un motivo abbastanza semplice, in verità: ogni giorno che passava divenivo sempre più simile a mia madre -complice il fatto che anche lei viveva nel maniero dei Cuordileone- e il volto da bambina si trasformava, assumendo le fattezze nobili del lignaggio di Luigi e un lieve accento francese portato attraverso la consanguineità con Adele.
Nessuna scusa mi avrebbe salvato dalle domande che sarebbero sorte, nemmeno Dio avrebbe potuto trovare un pretesto a quella strana somiglianza.
I miei sorrisi divenivano sempre più identici a quelli di Riccardo e gli occhi scuri erano acuti come i suoi.
No, non potevo restarmene a corte, così il Re inglese -chiamato padre solo nei momenti d’intimità genitoriale- affidò il mio addestramento nelle mani di Roberto di Sable, ottimo combattente e fidato soldato del mio regnante genitore.
Solo lui conosceva il segreto che mi portavo nel sangue e grazie ai suoi consigli, riuscii a cambiare di poco e di molto il mio aspetto: gli allenamenti resero il mio corpo meno delicato e nobile, i capelli scuri rozzamente accorciati con un pugnale rendevano il mio volto meno raffinato e più atto alla guerra.
Roberto divenne mio mentore e mio fratello, durante la mia adolescenza passata a imparare come calibrare un colpo di spada o usare un cavallo senza dover ondeggiare sul suo dorso.
Alcuni fabbri furono chiamati al castello per rimpicciolire alcune cotte di maglia, in modo che mi fasciassero il busto senza appesantirmi troppo e una sciarpa ricavata dai resti della cotta stessa che mi avrebbe coperto il volto dal naso vino al collo «i tuoi occhi sono affilati come una spada, non riusciranno a capire di che sesso sei realmente solo attraverso di essi» mi disse una volta Roberto, mentre mi agghindavo per la prima uscita in comitiva.


Angolo dell'Avvocata

Ecco qui, nuova storia xD Questa volta Altair Al-Blabla (non ricordo mai il cognome xD) non sarà proprio l'unico protagonista da come avete potuto leggere. Diciamo che questo è il diario di qualcuno dall'altra parte della trincea.
Spero piaccia, dopotutto Assassin's Creed ha riscosso molto successo -soprattutto per farmi fiondare in negozio a prendere il secondo il giorno dopo aver finito il primo xD- e ho trovato il personaggio di Altair molto affascinante, seppur menomato di un anulare molto importante...ma dopotutto fa vissuto e più shecshi un dito in meno XD
Fatemi sapere!
   
 
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