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Autore: Dhialya    07/12/2010    2 recensioni
One-shot spin off di "Narnia's Spirits", distaccata dalla trama principale. Incentrata su Edmund ed Evelyn, con la comparsa di Susan, Lucy e Peter. Un giorno comune, che in poco tempo può diventare speciale più degli altri.
-Edmund, tu che gusti prendi?- domandò, rivolta al fratello che camminava da parte a lei.
-Io?- Quello sembrò pensarci su, mentre Eve lo guardava in attesa di risposta. Non ci aveva effettivamente pensato.
-Latte e menta- esordì, poco dopo. -Tu invece?-.
-Giusto, io… io fragola e limone!- proferì poco dopo, con gli occhi che brillavano.

[Pairing: Edmund/Evelyn - Incest!] [Altri Generi: Sentimentale (Accennato)]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'The Spirits Within - The Just and the Sly special moments.'
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Narnia's Spirits
[Spin off]

Fragola e Limone













I Pevensie erano tutti riuniti in cucina, ognuno perso a fare gli affari propri. Peter stava studiando storia, Susan leggeva una rivista, Evelyn ripassava delle formule di fisica, Lucy scribacchiava degli esercizi di matematica ed Edmund era immerso nella lettura di un libro nuovo.


Nessun rumore aleggiava nella stanza, se non i loro respiri regolari, o le pagine del giornale che delicatamente venivano girate da Susan, che attendeva che i biscotti infornati poco prima cuocessero.

Un rumore secco di un libro che veniva chiuso di scatto fece sussultare tutti i Pevensie, nessuno escluso. Peter, Susan, Edmund e Lucy smisero di fare ciò che li teneva impegnati, e alzarono lo sguardo su Eve. Questa se ne stava a braccia incrociate, appoggiata comodamente allo schienale della sedia, guardando astiosa il grande tomo di fisica chiuso e abbandonato malamente sul tavolo.

Susan guardò uno per uno i suoi fratelli poi, visto che questi continuavano a osservare Evelyn senza fare nulla, decise di prendere parola.

-Eve, c'è qualcosa che non va?- le domandò calma e curiosa, attirando l'attenzione della sorella su di sé.

-Non stavi studiando fisica?- si unì Peter, lasciando perdere per il momento storia.
Quella sembrò fulminare il libro nel sentire nominare fisica, dopodiché prese parola.

-Hai detto giusto Peter,
stavo- calcò l'ultima parola, facendo capire la differenza tra qualche minuto prima e ora

-E perchè
stavi?- le domandò di nuovo la sorella maggiore, non capendo il problema, ottenendo in risposta uno sbuffo.

-A parte che le formule le so già tutte, quindi non mi diverto a leggere cose che so già…- iniziò, facendo capire quanto fosse veloce ad apprendere le formule in una sola lezione.

-Ma…?- chiese Edmund, attendendo di sapere dove la Pevensie volesse andare a parare e capendo che c'era dell'altro.

-Ma è sbagliata!- sbottò quella, con enfasi, allargando le braccia e indicando il libro.
I fratelli sussultarono, allontanandosi da Evelyn che sembrava tutto tranne che tranquilla, aspettando qualche minuto prima di parlare.

-Cosa è sbagliata?- chiese Lucy curiosa, la prima che ebbe il coraggio di continuare quell'argomento tanto scottante per la Pevensie.

-La formula! E' sbagliata!- chiarì la Pevensie, rivolgendosi a Lucy in tono non arrabbiato, ma sconcertato.
Come quando si scopre qualcosa che non può essere vero.

-Tutto qui?- domandò Edmund, alzando un sopracciglio e guardandola non capendo: tutto quel casino per una formula sbagliata?
Eve lo fulminò con un'occhiataccia che quello fece finta di non vedere, tornando poi a dedicarsi alla lettura.

-Sei sicura?- domandò Peter, realmente interessato all'argomento. Era strano pensare che i libri di scuola avessero degli errori.

-Certo- rispose Eve, aprendo di nuovo il libro e indicando al fratello maggiore la formula interessata.

-Guarda- iniziò, puntando il dito a fine pagina -c'è in entrambi i composti un elettrone di troppo- disse sicura.
Peter esaminò il punto indicatogli, poi sorrise leggermente.

-Vero, hanno sbagliato in entrambi i casi- constatò, trattenendo l'orgoglio che provava nei confronti di Eve che si era accorta degli sbagli.
La sorella richiuse il libro, poggiandoci poi il mento sopra e osservando con occhio critico gli altri fratelli.

-Come pretendono che impariamo le cose, se queste sono sbagliate?- domandò, apparentemente al vuoto.
Susan però le rispose, calma e ragionevole come solo lei sapeva essere.

-A volte tutti sbagliamo. Anche i libri- finì, prima che Evelyn potesse interromperla.


-Si, ma tre volte nel giro di quattro paragrafi non ti pare un po' troppo?- domandò Eve, non arrendendosi. -Poi i professori se la prendono con noi studenti perche impariamo le cose sbagliate- finì, appoggiandosi di nuovo allo schienale della sedia con fare annoiato.

A quella frase Edmund, che solo apparentemente stava leggendo, sorrise, fissandola di sottecchi aiutandosi con il libro per non farsi notare.

-Quindi, in pratica, non hai più nulla da fare?- la voce di Lucy che porgeva quella domanda ad Eve riportò Edmund alla conversazione che stava avvenendo tra i fratelli mentre lui era perso in tutt'altri pensieri.

-No, nulla- proferì Evelyn lanciando un'occhiata al libro, il tono di voce leggermente annoiato.

-Perché?- chiese poi, curiosa, facendo ciondolare la testa da un lato e studiando Lucy, come se avesse intuito che c'era sotto qualcosa.


-Allora potresti andare dalla zia!- saltò fuori la sorellina, allegra ed euforica senza un apparente motivo.
Evelyn la guardò, non capendo l'entusiasmo di Lucy.

-Dalla zia?- La piccola Pevensie annuì più volte, mentre un sorriso spuntava sul suo volto, ed Eve la studiò alzando il mento e guardandola con aria critica, arricciando il naso.

-Perché?- chiese lentamente, scandendo bene la parola e incrociando le braccia al petto.


Lucy lanciò uno sguardo a Susan, che capendo il tacito messaggio della sorella annuì e si alzò dalla sedia, avvicinandosi alla credenza.

-Oggi la mamma mi ha dato un pacco da consegnare alla zia- spiegò la sorella maggiore, mentre si alzava in punta di piedi per prendere qualcosa in un armadio del mobile.
Esultò quando arrivò a prendere un oggetto incartato in una stoffa blu, e lo poggiò al centro del tavolo in modo che fosse visibile a tutti i fratelli.

-Che cos'è?- domandò curiosa Evelyn, osservando la forma squadrata che assomigliava molto ad un barattolo esagonale. Di quelli che si usano per il miele o le confetture di frutta fatte in casa.

-Dovrebbe essere del cibo straniero che mamma e papà hanno comprato quando sono andati in America, mentre noi eravamo a casa del professore in vacanza- spiegò Peter, rabbuiandosi al ricordo dell'armadio-guardaroba, seguito subito dai fratelli.

Quanti ricordi, legati a quel posto. Legati a Narnia. Ricordi legati alla loro vita. Quell'attesa era snervante.

Evelyn fu la prima che si riprese, perché quella spiegazione non le faceva intuire nulla di buono e per scacciare il silenzio pesante che si era infiltrato tra di loro.

-Quindi questo va consegnato alla zia?- chiese, osservando uno per uno i fratelli, per vedere le loro reazioni: quelli annuirono.


E visto che lei non aveva nulla da fare…

-F
atemi indovinare: devo andare io?- più che una domanda quella suonò come un affermazione.

-Esatto- esalò Edmund, lasciando perdere il libro.
Evelyn boccheggiò, indignata che tutti si fossero messi d'accordo per farle fare quella consegna.

-Da sola?- chiese, sconcertata.

-Io devo controllare i biscotti- disse Susan, indicando con un cenno il forno dal quale iniziava a provenire un buon profumo invitante e mimando un piccolo sorriso di scuse.

-Io devo studiare storia per un esame importante- spiegò Peter, indicando il libro sul quale stava da almeno due ore. Si mise le mani nei capelli, facendo capire quanto gli pesasse dover restare attaccato alla sedia.

-Io... devo finire i compiti- s'unì una realmente dispiaciuta Lucy, mostrando ad Eve un'espressione di tentennamento. Avrebbe volentieri accantonato algebra per fare compagnia alla sorella.

Le sarebbe realmente piaciuto andare a fare un giro, come quando a Narnia lei ed Eve facevano infinite camminate nel bosco dell'Ovest ridendo con le driadi, e ricordando i pomeriggi passati a giocare nel mare dell'Est, insieme a Tumnus, alla signora Castoro e un reticente signor Castoro non molto incline agli spruzzi d'acqua salata.

E dire che viveva su una diga, prima del loro arrivo.

Ma si comportava con loro due come un nonno burbero ma affettuoso si comporta con i nipoti, e perdeva serate intere a raccontargli le leggende che Narnia stessa narrava, seduti comodamente davanti al camino.

Lucy sospirò, affranta a quei ricordi, poi spostò la sua attenzione su Eve, che per tutto il tempo aveva continuato a guardarla; la sorella maggiore sembrò leggerle nella mente, perchè le sorrise rassicurante, come poche volte faceva. La piccola Pevensie ricambiò il sorriso, gli occhi azzurri che sprizzavano la gioia di aver potuto vivere quegli anni fantastici, dopodiché entrambe spostarono la loro attenzione su Edmund: questi le guardò, sollevando un sopracciglio e lasciando perdere il libro.

-Tu non hai nulla da fare, Ed?- lo canzonò la maggiore, accennando all'oggetto che il Pevensie reggeva in mano, e aspettando la risposta del fratello unirsi a quelle degli altri tre.

-Devo leggere- le disse, alzando leggermente il libro per indicare l'oggetto tenuto ancora come nuovo.

-E va bene- concesse, sospirando, alzandosi dalla sedia per infilarsi il cappotto, riposto su una poltrona del salotto insieme a quelli dei fratelli. Quando se lo fu messa, tornò in cucina per prendere il pacchetto, che nel frattempo Susan aveva accuratamente riposto in una busta. Evelyn la prese, sorridendo leggermente in direzione dei fratelli.

-Grazie Eve- le sussurrò Susan, baciandole la fronte con fare materno.

-Ma figurati- le disse di rimando la Pevensie, sorridendole di più.
Lucy si alzò dalla sedia, andando ad abbracciare Evelyn stretta stretta come se questa stesse partendo per una missione da cui non sarebbe uscita viva.

-Ehi, Lu, guarda che torno- le fece notare Evelyn, staccandosi leggermente da lei.

-Non si sa mai- le disse la sorellina, ed Eve corrugò la fronte aprendo la bocca ad O, senza parole.

-Andrai a casa di zia Alberta, e con tutta probabilità vedrai Eustachio- le espose Peter, che le aveva raggiunte con Edmund, in tono calmo. Prese Lucy per le spalle, avvicinandola a se per lasciare spazio ad Eve.
La Pevensie sbarrò gli occhi a quell'affermazione.

-Cosa?!-
esplose, stringendo la mano sulla busta di plastica con fare irritato.

-Ma si… non l'avevi capito?- le domandò Edmund, non capendo.

-Si ma, cioè… no! Vedrò Scrubb!- esalò poi, gli occhi persi nel vuoto. Ora capiva perchè nessuno voleva andarci ed era toccato a lei!

-Solo per pochi minuti- tentò di rincuorarla Susan, ed Eve le rispose con un'occhiata fulminante.

-Ecco perchè tutti avete qualcosa da fare!- sbottò, guardandoli uno per uno, non soffermandosi però su nessuno in particolare. Peter sorrise.

-Eddai Eve, sei l'unica a cui Eustachio non da fastidio e che ha un minimo di dialogo con lui- le fece notare.
Evelyn si ritrovò d'accordo con lui nonostante tutto, e insieme a lei gli altri Pevensie che annuirono.

-Si ma… mi farà vedere i suoi scarafaggi- notò inorridita e un po' in pena per quelle povere bestiole che avevano avuto la sfortuna di incontrare suo cugino mentre vagavano tranquillamente per la loro strada.

-Serve una persona scaltra per questa missione e…- iniziò Edmund, facendo vagare lo sguardo sui fratelli che lo guardavano curiosi di quel discorso.

-… oh! Ne trovo una proprio davanti a me- fece con un sorriso tra l'ironico e il ghignante, rivolto alla sorella. Non fu chiaro se fosse un tentativo di rincuorarla e quella rispose con una smorfia.


-Devo solo consegnare un pacchetto- fece notare, alzando un sopracciglio.
Il minore dei Pevensie parve offeso da quell'affermazione.

-Uffa però…- iniziò a borbottare qualcosa d'incomprensibile, che però fece sorridere i fratelli.

-Edmund, vuoi accompagnarmi?- gli chiese Evelyn, a quel punto, realmente interessata.
Quello fermò il fiume di parole apparentemente incomprensibili che stava dicendo, e si bloccò a fissarla.

-Immagino di non avere scelta- fece, rivolgendosi anche a Peter, che in risposta annuì. -Fuori potrebbe far buio presto- fece notare il maggiore. E la notte spesso portava solo una cosa in quel periodo: i bombardamenti.

-Ma se siamo a Maggio!- lo rimbeccò Lucy, indicandogli il cielo sereno al di fuori di casa e il sole che splendeva ancora alto.
Susan sorrise, mentre si scambiava uno sguardo con Eve ed Edmund.

-Difatti fa caldo, e avrei voglia di un bel gelato- fece notare la più grande tra le Pevensie, poi un'idea balenò nella sua mente.

-Eve! Ed!- li richiamò, e questi sobbalzarono presi alla sprovvista -perchè dopo al ritorno non vi fermate a prendere un gelato per tutti?-

-Volentieri, ma non ho soldi- disse Edmund, indicando il vuoto con le mani.

-Si, gelato!- fu la risposta di Lucy, che aveva iniziato a fantasticare entusiasta.

-Se il problema sono i soldi…- iniziò Peter, lasciando andare la sorella più piccola che corse incontro ad Evelyn per dirle che gusti desiderava -li ho io- disse, andando in camera a prendere il portafoglio.
Tornò con qualche banconota, che consegnò ad Edmund.

-Voi che gusti volete?- chiese Evelyn, rivolta a Susan e Peter.

-Se ci fosse la crema andrebbe meglio- disse la prima.

-Per me invece è indifferente- proferì Peter, sorridendo in direzione dei due fratelli che erano sulla soglia di casa.

-Va bene. A dopo allora!- salutò Evelyn, mentre Edmund si limitò ad un gesto con la mano.




***



“Dunque: Lucy mi ha detto che vorrebbe vaniglia e nocciola, per Peter farei un semplice cioccolato e panna, mentre per Susan crema”

-Edmund, tu che gusti prendi?- chiese, rivolta al fratello che camminava da parte a lei.

-Io?- chiese quello, poi sembrò pensarci su, mentre Eve lo guardava in attesa di risposta. Non ci aveva effettivamente pensato.

-Latte e menta- esordì, poco dopo.

-Tu invece?- chiese poi, rivolto ad una Evelyn che non aveva ancora pensato per se.

-Giusto, io… io fragola e limone!- proferì poco dopo, con gli occhi che brillavano.


-Sai che spesso non si trovano- le fece notare Edmund.

-Lo so- notò Eve, tristemente. Non sapeva perchè alcune gelaterie non sempre avevano i gusti che desiderava. Soprattutto la fragola, dicevano dipendeva dalla stagione.

-Ma se non ci sono vorrà dire che per me non è giornata di gelato- disse, alzando le spalle mimando un'indifferenza che in realtà non provava: il gelato le andava, e molto.
Era da tantissimo che lei e i fratelli non lo mangiavano.



***



-Siamo arrivati- la voce di Edmund la riportò alla realtà, ed Evelyn vide che erano arrivati dalla zia. Suonò il campanello, e in poco tempo zia Alberta arrivò ad aprire. Appena li vide li guardò un attimo sbigottita, dopodiché gli fece gesto di entrare. Prima di mettere piede in casa però, Eve si sentì di fare quella domanda che l'assillava.

-C'è Eustachio per caso?- domandò con un filo di voce, come per non farsi sentire; zia Alberta sembrò sorridere.

-Si, è di sopra in camera sua- spiegò -ma entrate dai, non state lì impalati- li invitò poi, e Edmund ed Evelyn furono costretti ad obbedirle mentre speravano entrambi che il loro cugino fosse impegnato con dei molto più interessanti insetti per scendere al piano di sotto.
La zia li condusse in cucina, dove stava pulendo dei soprammobili.

-Cosa ci fate qui?- domandò, guardando i due nipoti.

-Ti dobbiamo consegnare un pacco da parte di mamma e papà- spiegò Eve, posando la busta sul tavolo.
La donna lo prese, e scartò in fretta la carta blu, osservando poi il contenuto.

-Quella confettura che le aveva chiesto- mormorò tra il sorpreso e il soddisfatto.

-Ringraziatela da parte mia- disse poi, rivolta ai due ragazzi.

-Certo- iniziò Edmund -noi ora dobbiamo andare- disse poi, per andare via il prima possibile da lì. Sperò di non essere sembrato troppo sbrigativo o sgarbato.

-Non vi fermate un po'? Siete appena arrivati, dopotutto- disse la zia, avvicinandosi ai due e indicando la sala.

-A dire la verità dobbiamo andare, dobbiamo anche fermarci in un altro posto- spiegò Evelyn, cercando di non far notare l'impazienza.

-Ho capito. Allora vi auguro buona giornata ragazzi, e salutatemi i vostri fratelli- disse Alberta, accompagnandoli alla porta e aprendola.
Eve ed Edmund uscirono di casa e involontariamente si sentirono più tranquilli.

-Certo, sarà fatto- promise la Pevensie, con un sorriso stampato sul volto.
Dopo altri convenevoli, i due erano già sulla via di ritorno, ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo.

-Fortuna che non abbiamo incontrato Scrubb- fece Eve, sollevata.

-Probabilmente era impegnato a sezionare qualche povero scarafaggio- notò Edmund, senza il minimo tatto.
Evelyn lo riprese per il tono usato, tirandogli un lieve pugno sulla spalla.



***



Fermarono il loro bisticcio quando giunsero davanti ad una gelateria, ed Edmund tirò fuori i soldi, pratico, vedendo quanto Peter gli aveva lasciato.

-Che gusti devi prendere?- chiese poi alla sorella, mentre iniziavano ad entrare, e quella iniziò ad elencare.


-Dunque, tu vuoi latte e menta, Susan la crema, Lucy nocciola e vaniglia e per Peter farei cioccolato e panna, tu che dici?- chiese, rivolta al fratello in cerca di appoggio.

-Si direi che per Peter va bene. E tu fragola e limone, no?- rammendò il Pevensie, mentre osservava un uomo davanti a loro dire i gusti per un cono.

-Giusto- sussurrò Evelyn, iniziando a sbirciare in anteprima i gusti.

-Edmund...- proferì poi -non c'è la fragola, come tu avevi detto- fece notare, guardando il bancone con i gusti esposti. Si sentì colpita dalla sfortuna per l'ennesima volta - anche se si trattava di una cavolata.

-Eve, ma io scherzavo un po'! Non pensavo che veramente, anche questa volta…- iniziò il Pevensie, realmente dispiaciuto, ma Eve lo bloccò.

-Tranquillo- gli disse, sorridendogli. -Evidentemente non era destino. E poi, non è che mi vada molto il gelato alle cinque di pomeriggio-.


Edmund si fermò a fissarla, mentre vedeva invece il dispiacere negli occhi della sorella - e la conosceva troppo bene, che poteva ingannare tutti ma non lui. Stava per dirle qualcosa ma venne interrotto.


-Desiderate?- la voce della commessa lo riportò alla realtà, ed in silenzio osservò Evelyn fare le ordinazioni per tutti.



***



-Edmund, reggeresti tu la vaschetta?- gli chiese Eve, mostrandogli il rossore che iniziava a diffondersi sulla sua mano.

-Sicura che non vuoi il gelato? Potevi scegliere altri gusti- le fece notare, prendendosi carico del sacchetto.
Quella rise, ma Ed non si sentì sollevato per quella risata.

-Certo! Tranquillo Ed, sarà per un'altra volta-.


Quando arrivarono a casa, un'impaziente Lucy corse ad aprire la porta, per poi saltare al collo di Eve, rischiando di soffocarla.
Fu poi tenuta a bada da Peter, che la prese nuovamente per le spalle.

-Avete trovato tutto?- domandò Susan, spuntando dalla cucina.
I due Pevensie fecero per rispondere, ma la loro attenzione fu attirata dal buon profumo che la maggiore tra le sorella Pevensie si era portata dietro.

-Hai sfornato i biscotti?- domandò Evelyn, annusando l'aria.

-Qualche minuto fa- spiegò Susan, soddisfatta del suo operato.

-Si, abbiamo trovato il gelato- fece Edmund, rispondendo alla domanda.


-Peter, per te abbiamo preso cioccolato e panna, va bene?- domandò Eve, guardando il fratello maggiore lasciare andare Lucy che seguì Susan in cucina. Quello sorrise, seguendo le due sorelle in cucina.

-Certamente-.



***



-Ma
Eve, e tu?- domandò preoccupata Lucy, vedendo che la sorella non aveva davanti una coppa di gelato. Quella le sorrise dolcemente, rassicurandola e mettendo una mano sotto al mento.

-Tranquilla Lu, i gusti che volevo io li avevano finiti e altri non mi andavano- spiegò calma. -Gustati il gelato anche per me- cercò di risollevarle il morale.

Quella sorrise poco convinta, iniziando poi a mangiare il gelato.

-Che buono- sospirò Susan, pulendosi la bocca.

-Eve, a te bastano quei biscotti?- domandò, osservando la sorella sgranocchiare i biscotti ancora caldi con poco interesse.
Quella si riprese, togliendosi dalle proprie riflessioni.

-Certo!- disse, contenta. Guardò poi fuori dalla finestra, e la sua attenzione fu attirata dall'albero in giardino dove era solita sedersi con Edmund

-Vado un po' fuori-.



***



I suoi passi erano attutiti dall'erba, e la brezza primaverile stava lasciando posto per quella più torrida e calda dell'estate. Fortunatamente quella sera c'era ancora quel venticello fresco che porta fresco dalla calura estiva.

Evelyn si sedette sull'erba, appoggiando la schiena all'albero e lasciandosi cullare dalla musica del vento che le scompigliava i capelli raccolti in una crocchia poche ore prima.
Faceva caldo, ma era un caldo sopportabile. C'era l'aria, ma era aria che danzava nell'aria. C'era il sole che splendeva ancora, senza però dare fastidio.

Perfetto.

Se pensava bene, Eve poteva sentire gli odori dei fiori di Narnia, e il mare dell'Est contro gli scogli. E pensare di essere seduta su una distesa immensa di erba verde smeraldo.

Che bella sensazione di pace.


Si svegliò di soprassalto sentendo il rombo di un auto provenire dalla strada.


-Cavoli, mi sono addormentata!- constatò, stropicciandosi gli occhi e facendo mente locale. Il rumore l'aveva spaventata talmente tanto che si era ritrovata seduta.

-Per quanto tempo avrò dormito?- si chiese, guardandosi intorno: osservò il cielo iniziare a diventare azzurro scuro, mentre il rosato e l'arancione iniziavano a scomparire.


“Sicuramente per un tempo non indifferente” constatò.

Un rumore di passi che si avvicinava velocemente la fece distogliere da quei pensieri, e si voltò verso la fonte di quei suoni.


Edmund, trafelato, arrivò davanti alla sorella e le porse un pacchetto, sedendosi poi al suo fianco senza una parola.
Eve studiò la busta, e visto che il fratello non dava spiegazioni e cercava di riprendere fiato l'aprì, rivelando ciò che stava all'interno.

-Gelato?- domandò, non capendo, guardando poi Edmund interrogativa.


-Non è vero che del gelato non t'importava nulla- le spiegò lui, dopo aver annuito e sorridendole.


-Sono fragola e limone?- chiese, intenerita dalla premura del fratello e guardando i gusti. Sentì un piacevole calore alle guance e uno sfarfallio al cuore per quel pensiero inaspettato. Edmund sapeva leggerla forse meglio di se stessa. Non provò neppure a sgridarlo per aver perso tempo in una cosa che non gli era stata chiesta di fare.

-Si, e per trovarli mi sono girato cinque quartieri mentre tu dormivi- Evelyn a quelle parole sgranò gli occhi, non sapendo cosa dire, ma ci pensò il fratello a riempire il silenzio.

-Quindi ora, per favore, sorridi veramente-. Era da tempo che non sorrideva con gusto, per vera gioia. Aver lasciato Narnia l'aveva distrutta internamente ed Edmund aveva notato quella tristezza rendersi parte del suo umore sempre più spesso.


La sorella osservò prima lui e poi la coppetta, che aveva preso in mano, trattendosi a stento dal far diventare gli occhi lucidi per la felicità.

-Grazie...-

Ed Evelyn Pevensie sorrise.


















































































































Questa è la prima shot spinoff che pubblicai quando ancora sul sito avevo in corso la prima versione di Narnia's Spirits, per questo è precedente come data di pubblicazione. Ho provveduto ovviamente a sistemarla e riscriverla meglio, perchè la prima versione faceva effettivamente pena, ma fondamentalmente non è cambiato nulla e l'ho lasciata. E' un po' come testimoniare che Edmund ed Evelyn c'erano già da molto tempo.
Per la storia del gusto alla fragola che non sempre c'è, prendetela alla larga: fondamentalmente Eve è una sfigat- ehm... diciamo che essendo negli anni '40, in più della guerra, magari non c'erano tutti i modi moderni per conservare e far crescere frutta e verdura anche fuori stagione, e che quindi "scarseggiava".

Ringrazierò chiunque leggerà questa shot
Un bacio
D.


   
 
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