Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: eleanor89    07/12/2010    7 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia è il seguito di Cedric's friends and the Goblet of Fire
Alla fine ci sono gli appunti sui personaggi per rinfrescarvi un po' la memoria.



Cedric's friends and the Order of the Phoenix.





«BASTA! TI PREGO! BASTA!»
«Questo è ciò che i sanguesporco come te dovrebbero fare: implorare, urlare, MORIRE! CRUCIO
«NO! BASTA! PIETÀ! PIETÀ!»
«TU NON HAI AVUTO PIETÀ DI MIO PADRE O DI ME! SCHIFOSA BABBANA! CRUCIO! SPORCA LADRA DI MAGIA! CRUCIO
«NO! MI DISPIACE! AIUTO! QUALCUNO...! AIUTATEMI!»
«Mamma!»
«Oh, senti la piccola che ti chiama... Tranquilla, bestiola, tra poco verrai al posto della mamma insieme al tuo paparino sanguesporco.»
«Ti prego, no! Lasciali stare... È colpa mia, lasciali stare... Uccidi soltanto me... La mia bambina...»
«CRUCIO!»

Megan spalancò gli occhi, frastornata. L'auto si era fermata e suo padre stava togliendo la cintura; la voce di Rookwood Jr. gli rimbombava ancora nelle orecchie.
«Sei sveglia? Dobbiamo andare.»
Lei annuì e scese dall'auto, portando con sé la gabbia con la sua civetta, Mela. Presi i bagagli e messi su un carrello lei e suo padre attraversarono la barriera e si ritrovarono nell'affollatissimo binario nove e tre quarti.
«Bene, allora... Buon anno.» disse il padre, e lei lo salutò distrattamente, guardandosi attorno. Cercò qualche faccia conosciuta e la trovò: Walter era ben visibile, di una testa più alto del resto della folla, vicino alle scalette per salire sul treno. Era diventato più muscoloso e Megan sapeva dalle lettere di Wayne che aveva passato l'estate ad allenarsi come per prepararsi a uno scontro fisico. Wayne era lì, accanto al fratello, con i capelli neri un po' troppo lunghi che gli ricadevano sugli occhi, le braccia incrociate e la solita, confortante, espressione indecifrabile. Era leggermente abbronzato e più alto, oltre che dimagrito come tutti loro, ma non sembrava cambiato in quelle settimane di distanza.
Walter la vide per primo e spalancò gli occhi, saltando di nuovo a terra.
«Megan? Ti sei tinta i capelli!»
Wayne la cercò subito con lo sguardo, inarcando le sopracciglia: «Ecco, il rosso scuro ti si addice. È sanguigno.»
Poi Megan li abbracciò, lasciandoli sorpresi e un po' imbarazzati. Forse si aspettavano che fosse tornata la solita scontrosa ragazza che non mostrava affetto per nessuno che non fosse Cedric, ma quella ragazza se n'era andata insieme a lui. Questa aveva bisogno di sentirli vicini.
«E Georgia?» domandò, guardandosi attorno.
«La stiamo aspettando. Indovina un po'...» Walter le mostrò il distintivo da Prefetto.
«Congratulazioni.» disse lei, sforzandosi di sorridere. Walter apprezzò il gesto e sorrise di rimando, ma anche la sua sembrava più una smorfia, falsa quanto la sua allegria. Il Prefetto, o forse Caposcuola, sarebbe dovuto essere Cedric.
«Chi... Megan
Georgia era arrivata e l'aveva riconosciuta solo quando si era voltata a guardarla, «I tuoi capelli... Sono molto belli.» si complimentò, stralunata. «Ciao a tutti!» poi si guardò attorno interrogativamente. Dietro di lei c'era la bambina che Megan aveva visto soltanto tre mesi prima al momento dei saluti sul binario: appariva seccata.
«Lui non c'è. Potrebbe essere già salito.» la informò Wayne senza che lei chiedesse nulla e Georgia gemette.
Michael non aveva dato notizie di sé, sicuramente troppo distrutto, il più colpito di tutti dalla morte del suo migliore amico e fratello, e potevano solo sperare che tornasse a Hogwarts, mantenendo la promessa di prendersi cura delle due amiche più piccole.
«Saliamo anche noi, lo cercheremo dopo.» propose Walter e tutti ubbidirono. «Io devo andare prima al vagone dei Prefetti, ci vediamo dopo.»
«A dopo.» salutarono Wayne e Georgia. Megan lo guardò andare e poi sospirò, seguendo gli altri.
«Cerchiamo uno scompartimento bello grande.» disse Georgia, «Potremmo avere molta compagnia. Ciao, Ernie, Hannah!» salutò, incontrandoli nel corridoio che venivano in direzione opposta alla loro.
«Ciao ragazzi!» salutò Hannah, squadrandoli con attenzione. Il suo sguardo indugiò su Megan.
«È un piacere rivedervi dopo tanto tempo.» disse Ernie, un po' pomposo, ma i suoi occhi si intristirono subito, «E Michael e Walter?»
«Walter è Prefetto.» rispose Wayne, «Michael non si è visto.»
«Anche voi ora siete Prefetti, vedo.» notò Georgia, e Ernie annuì.
«Dobbiamo andare al nostro vagone, se non vi spiace. Ci vedremo dopo.» disse lui, ma non si mosse. Improvvisamente lui e Hannah sembravano molto a disagio. «E non ho mai avuto occasione di dirvi... Ecco...»
«Grazie.» rispose Wayne per tutti, e Megan strinse gli occhi, che già le bruciavano, e li riaprì dopo qualche secondo con la vista offuscata di lacrime.
Non c'era riuscita, continuava a piangere per ogni cosa. Hannah se ne accorse e si morse le labbra.
«Andiamo.» disse all'altro, «A dopo!»
Georgia le strinse discretamente una mano e ripresero a cercare un vagone spazioso.
Alla fine ne trovarono uno che sembrava sufficiente per tutti e si sedettero. Non passò molto che si fecero vivi Stephen, Susan e Quill.
Quill era dimagrito in modo impressionante e Megan sobbalzò nel guardarlo. Era pallido e tirato e i suoi occhi scattavano da un posto all'altro come in cerca di un punto di fuga. Anche Stephen era un po' dimagrito sebbene in modo meno visibile, e stranamente non aveva alcun libro o scacchiera sottobraccio.
«Andiamo a cercare un altro scompartimento. Tanto qui verranno gli altri, no?» mormorò Susan.
«Quali altri?» domandò malinconicamente Megan e così i tre si accomodarono con loro.
«E tu?» domandò Susan, rivolta alla più piccola.
«Lei è Charlotte, mia sorella. Comincia quest'anno.» la presentò Georgia. La ragazzina alzò una mano in segno di saluto, guardandoli nervosamente. Probabilmente si chiedeva se fossero normali, dato che non erano esattamente l'immagine della felicità e della salute.
Megan si chiese cosa le avesse raccontato Georgia e quanto sapesse di loro.
«Jack e Rent torneranno quest'anno?» domandò cautamente Susan, rivolta a Wayne.
«Walter dice di sì.»
«Notizie di Michael?» chiese Stephen, che era stato informato per lettera della sua sparizione.
«Per nulla. Dopo andremo a cercarlo per il treno, appena torna Walter.» disse Wayne. Megan poggiò la testa contro il finestrino e chiuse gli occhi.
Qualche minuto dopo li sentì sussurrare.
«Come sta?» era Susan.
«Depressa. Non vedi com'è pallida?» e questa Georgia.
«Quello lo siamo tutti.» e Stephen.
«Ma lei è peggio, piange ancora per ogni cosa.» di nuovo Georgia.
«Tornerà normale?» domandò Quill con voce un po' troppo acuta.
«È mai stata normale?» Wayne suonava beffardo ed era confortante, «Non lo so. Spero di sì.»
«Basta. Stephen, dimmi che hai gli scacchi con te. Voglio vedere te e Wayne giocare come ai vecchi tempi.» lo pregò Georgia.
Megan sentì il rumore di Stephen che frugava alla ricerca della scacchiera e si lasciò cullare dal silenzio che seguì, escluso il rumore per lei soporifero del treno.

«BASTA! TI PREGO! BASTA!»
Di nuovo la voce di sua madre, in lacrime.
«Questo è ciò che i sanguesporco come te dovrebbero fare: implorare, urlare, MORIRE! CRUCIO
Lui sembrava, era, impazzito.
«NO! BASTA! PIETÀ! PIETÀ!»
«TU NON HAI AVUTO PIETÀ DI MIO PADRE O DI ME! SCHIFOSA BABBANA! CRUCIO! SPORCA LADRA DI MAGIA! CRUCIO
«NO! MI DISPIACE! AIUTO! QUALCUNO...! AIUTATEMI!»
«Mamma!»
La voce di una bambina molto piccola, la sua voce terrorizzata, quando aveva finalmente cominciato a capire. Gli occhi di suo padre, nella penombra, spalancati dall'orrore, pietrificati come il resto del suo corpo.
«Oh, senti la piccola che ti chiama... Tranquilla, bestiola, tra poco verrai al posto della mamma insieme al tuo paparino sanguesporco.»
«Ti prego, no! Lasciali stare... È colpa mia, lasciali stare... Uccidi soltanto me... La mia bambina...»
«Crucio!»
«NO! NO!»
«Guardala bene la tua bambina, guardala, e ricordati che sei stata tu a volere tutto questo, che sei stata tu a condannarla... Sai che fine hanno fatto i Longbottom, non è vero? Lo sanno tutti che quando Bellatrix ci prende gusto... Ma sì, lo sai, anche tu fai parte del Ministero, lì a giudicare, a fingere che voi sanguesporco siate come noi... Sai cosa farò? Farò in modo che la tua bambina diventi esattamente come loro
«No, la mia bambina no, ti prego... ti supplico... qualunque cosa...»
«La tua bambina è già pazza quanto tu sei già morta. Avada Kedavra!»

Megan si risvegliò di colpo, passando automaticamente le mani sulle guance perchè sicura di piangere come sempre. Gli altri non la guardarono, concentrati su Walter che stava alla porta.
«Non c'è. Ho guardato... ovunque.» stava dicendo, costernato.
«No.» gemette Georgia, coprendosi gli occhi. La sorella la guardò con preoccupazione.
«Di che state parlando?» domandò lei con voce impastata.
Wayne e Stephen la guardarono, e il primo rispose: «Michael. Non c'è.»
Stephen intanto stava frugando nelle tasche e le porse un fazzoletto.
«Grazie.» mormorò, asciugandosi le guance.
«Secondo me verrà.» disse Wayne.
«Come fai a dirlo?» domandò Georgia, abbattuta, mentre Susan le batteva una mano sulla schiena.
«Lo sento.» rispose semplicemente lui.
«Io faccio un altro giro per sicurezza.» annunciò Walter e Charlotte lo guardò supplice.
«Posso venire con te?»
«D'accordo.»
Quando fu andata via Susan disse: «Sai, non credo che per tua sorella sarà un buon inizio... stare con noi, intendo. Dovrebbe essere in una compagnia più spensierata...»
«Ormai è fatta.» mormorò Georgia, «Spero la smistino altrove a questo punto.»
«Ciao, ragazzi.» salutò Rent, comparendo alla porta. «Come andiamo qui?»
«Si sopravvive.» rispose Stephen, per poi mordersi la lingua. Rent si adombrò un momento ma poi sorrise.
«Hai cambiato colore di capelli, Megan? Molto carini.»
«Grazie. Dov'è Jack?»
«Non lo so, non l'ho ancora visto.»
Tutti lo guardarono stupefatti: era la prima volta che li vedevano divisi dal loro primo giorno al primo anno.
Quei due si conoscevano sin dall'infanzia, la madre babbana di Rent era stata una compagna di scuola di quella di Jack, che aveva sposato un mago purosangue. Era stata una gradita coincidenza che anche la madre di Rent desse alla luce un bambino dotato di poteri magici nonostante il marito altrettanto babbano, e i due piccoli non si erano più separati dalla prima magia di Rent.
«Ma non siete arrivati assieme?»
«Sì, però poi lui è andato a parlare con Cho e io non avevo voglia...»
«Che ha detto la Chang?» chiese bruscamente Georgia.
«Non lo so, è che Jack era un po' preoccupato per li... Sapete com'è fatto, deve sempre pensare a tutti. E Walter e Michael?»
«Walter è a fare la ronda di nuovo per cercarlo, forse non è salito sul treno.» rispose tristemente lei.
«Arriverà. È Michael.» ribatté Rent con sicurezza, «Vado a salutare gli altri. A dopo.»
Non fu l'unico a passare: più d'uno volle porgere loro i saluti e chiedere come andava. La domanda più stupida dell'anno. Passò anche Rowan, un amico di Michael che stava cominciando il quarto anno e che l'aveva eletto praticamente a suo maestro. Restò sconcertato e contrariato all'idea che lui non fosse sul treno e Megan pensò che somigliasse terribilmente al loro amico, ugualmente schietto e impulsivo.
Poi passò anche Malfoy, nuovo Prefetto Slytherin, che non disse loro una parola.
«Bene, perfetto, la scuola è caduta in mano al male.» commentò Megan.
«Mentre dormivi sono passati anche Weasley e la Granger. Sono loro i Prefetti Gryffindor.» le disse Susan.
«Non Potter?» si stupì lei.
«Immagino che i docenti non abbiano voluto metterlo ancora di più sotto pressione...» considerò Stephen.
«Che significa?»
«Lei non può leggere la Gazzetta dai suoi nonni babbani.» gli ricordò Wayne.
«Ah. Giusto.»
«Qualcuno vuole spiegarmi?» domandò stancamente Megan.
«Ti arrabbierai.» la anticipò Stephen, «Ma...»
E le raccontarono della campagna di diffamazione da parte dei giornali, che trattavano Harry Potter come un pazzo e Dumbledore come un demente, senza far cenno a Cedric.
«I miei genitori per fortuna credono alla Gazzetta del Profeta o non mi avrebbero lasciato tornare in pace a scuola. Non ho potuto neppure dir loro di Cedric proprio per questo.» terminò Stephen.
«Mio fratello crede al preside e a Potter, dice che se lo aspettava, e mi vuole a Hogwarts proprio per questo.» disse Georgia.
«I miei genitori parlano come quelli di Stephen perchè sono terrorizzati, abbiamo già perso troppe persone... E mi vogliono a Hogwarts perchè è il posto più sicuro.» raccontò Susan, malinconica forse al ricordo degli zii.
«Mio padre pensa che Potter inventi le cose.» disse Wayne, guardando fuori dal finestrino, «Mia madre è spaventata invece e voleva portarmi con lei via dall'Inghilterra. Per fortuna l'ho convinta a lasciarmi stare.»
«Il preside l'aveva detto... che il Ministero non avrebbe voluto farci sapere di Tu-Sai-Chi.» ricordò loro Stephen.
«Che bastardi.» disse finalmente Megan, «Io credo in tutto e per tutto a Dumbledore. Come potrei far finta che non sia così quando mancano due persone in questo scompartimento?»
Tutti ammutolirono, pensando a Cedric e Michael.
«L'ho sognato stanotte, Potter.» disse infine Stephen.
Tutti lo guardarono.
«Ma era roba assurda. L'unica cosa su cui ho preso è che aveva un cane nero anche nel sogno.»
«Ha un cane?» domandò Georgia.
«L'ho visto oggi alla stazione. Ho sognato che lui e il cane correvano per Hogwarts e a un certo punto arrivava Snape e catturava il cane con un telo e Potter continuava a correre fino alla foresta. Noi lo seguivamo e c'era all'improvviso una luna piena e sentivamo un lupo mannaro ululare.»
«Il professor Lupin.» disse Susan con un mezzo sorriso.
«Non penso... La Luna poi era piccola e vicinissima, sembrava una piccola palla bianca, e Potter e Malfoy cercavano di prenderla.»
«Ah, non ti fai mancare nessuno.» considerò Wayne.
«Già... poi Megan e Sally-Anne sparivano per la foresta.»
«Probabilmente prese dal lupo, se si dà retta a quello che viene sempre fuori a divinazione.» disse Megan con voce roca.
«Probabile. Io mi fermavo a guardare e poi la terra cominciava a tremare e si sentiva un rumore di passi giganteschi. E alla fine passava un gruppo di centauri di corsa, si sentiva un'esplosione, io mi voltavo per guardarli e vedevo la torre di Astronomia precipitare. Che senso gli darebbe, la Trelawney?»
«Che qualcuno cadrà dalla torre e il cane di Potter verrà mangiato da un telo con il supporto del professor Snape.» suggerì Georgia.
«Beh, sul cane nero ci hai preso. Hai sangue di veggente, Stephen?» domandò Wayne, sbadigliando.
«Tecnicamente sì, ma dubito che tutte le flebili doti di preveggenza che posso aver ereditato si siano svegliate giusto ora. Non credo tanto nelle previsioni.» borbottò lui, «Sopratutto se riguardano cose senza senso.»
«Chissà... Di sicuro, di questi tempi, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile, fosse anche quello dei veggenti.» disse Wayne, cupo. Megan annuì, voltando il viso verso il finestrino.

Scesi dal treno furono guidati dalla voce della professoressa Grubbly-Plank.
«E se Hagrid si fosse licenziato per colpa della Skeeter?» ipotizzò Rent, preoccupato, mentre Georgia scrutava ansiosamente in direzione del lago dove gli studenti del primo anno facevano la tradizionale traversata.
«E se fosse perchè è mezzogigante e avesse a che fare con Tu-Sai-Chi?» fece Walter a bassa voce. Megan lo sentì e chiuse gli occhi, incapace di sgridarlo; a protestare ci pensò Rent stesso. Spostò lo sguardo su Wayne, che ora fissava la strada oltre la carrozza.
Poteva vederne il viso di profilo, si era fatto più adulto, in qualche modo. Era strano ma si accorse soltanto in quel momento che Wayne era un bel ragazzo e che passava inosservato grazie ai suoi modi silenziosi, discreti, alla sua indifferenza che non lo faceva partecipare quasi mai alle discussioni; però era comunque bello, con gli occhi grigi profondi e le labbra che si piegavano spesso in quel sorriso ironico che aveva sempre odiato ma che ora le mancava. Aveva un eleganza nei modi che lei non avrebbe avuto mai, una voce calda e rassicurante e uno sguardo che comunicava tutto ciò che voleva dire.
«Cosa c'è?» le domandò, senza neanche voltarsi a guardarla.
«Sei un bel ragazzo, Wayne.» sospirò lei, come se fosse qualcosa di triste. Lui inclinò la testa per vederla e inarcò le sopracciglia, scettico.
«E te ne accorgi ora?»
«Forse prima non lo eri.» ribatté lei, tentando un debole sorriso.
«Forse eri tu cieca.» replicò lui, tornando a guardare il lago con le labbra leggermente piegate all'insù.
Quando più tardi arrivarono al castello si bloccarono di scatto all'entrata, urtati dalla folla alle loro spalle che protestò vivacemente. A Georgia era caduta di mano la gabbia con la civetta e Charlotte aveva strillato mentre la sua gatta bianca le saltava in braccio.
Davanti a loro c'era Michael, che li guardava con un'espressione così strafottente che Megan, per la prima volta dopo mesi, sentì accendersi una scintilla di rabbia.
«Mike!» strillò Georgia, saltando giù dalla carrozza e poi addosso a lui.
«Ciao, Georgia.» la salutò lui, con una sfumatura ironica nella voce.
«Ma da dove...» cominciò Walter, stupefatto.
«Mi sono smaterializzato a Hogsmeade e ho incontrato il professor Dumbledore fuori dai Tre Manici.» rispose lui, scostando Georgia, «La tua civetta.»
«Oh, Ernald!» esclamò lei, precipitandosi alla gabbia.
«Forza, forza...» li chiamò la professoressa McGonagall.
Attraversarono il corridoio che li avrebbe portati alla Sala Grande, cicalando intorno a Michael e cercando di sapere cosa avesse fatto durante l'estate. Lui non rispose a nessuno, mantenendo una smorfia dura sul viso e restando in testa alla fila con Megan.
«Hai i capelli rossi.» fu l'unica cosa che disse, e lei annuì senza sapere cosa rispondere.
Alle luci della Sala era impossibile non notare il livido viola che gli sfiorava un sopracciglio, il taglio sulla sua guancia e i capelli più spettinati che mai, che sembravano sempre corti ma dietro erano legati in un codino basso.
Cominciarono a disporsi nei primi posti liberi e poco dopo entrò Potter.
«Guarda, eccolo!» sussurrò Justin e anche loro si voltarono a guardarlo. Megan vide che gli occhi di Michael si assottigliavano, pieni di sospetto.
«Cosa stai per fare?» domandò velocemente.
«Voglio sapere... voglio sapere di più...» ringhiò lui, ma in quel momento Rowan si precipitò da lui, euforico.
«Credevo non fossi tornato!»
Michael lo guardò dall'alto e probabilmente neanche con tutta la sua volontà Rowan avrebbe potuto giudicare la sua espressione amichevole, perchè si affrettò a fare un passo indietro.
«Perché non dovrei? È la mia scuola.» disse gelidamente.
«Perché non eri sul treno, magari?» ipotizzò Sally-Anne, sbucata da chissà dove.
«E tu che ne sai?» sbottò lui.
«Gliel'ho detto io mentre ti cercavo in ogni scompartimento.» rispose Walter, perplesso, «Che c'è che non va?»
«Niente.» rispose lui con un'alzata di spalle, tornando a non degnarli di alcuna attenzione e accomodandosi.
Rowan si allontanò piuttosto avvilito e lei e Wayne si scambiarono un'occhiata inquieta.
«Ehi, Jones!» strillò Marietta, «Bei capelli!»
«Questa è la sua idea di discrezione?» borbottò un altro Ravenclaw accanto a loro, ben udibile. Megan rispose con uno scatto secco, cominciando a sentirsi a disagio per tutte quelle attenzioni.
«Hagrid non è neanche al tavolo degli insegnanti.» disse Ernie, «Mi domando che fine abbia fatto.»
«Forse è scappato per la storia che è un mezzogigante, giustamente.» disse Zacharias Smith. Michael sbatté un pugno sul tavolo, facendoli sobbalzare.
«Giustamente?» ripeté, lento e spaventoso.
«Beh...» cominciò Zacharias, allibito, «Nel senso... con tutte le chiacchiere...»
«Lo giuro.» lo interruppe Michael, «Se sento qualcuno parlar male di Hagrid perchè è un mezzogigante, lo schianto e lo getto nel lago perché affoghi. Lo giuro
Gli altri ammutolirono e Megan vide che Rowan si sporgeva per vederlo meglio, seduto accanto agli amici del suo anno. Georgia era impallidita.
Megan non sapeva chi fosse questo ragazzo che aveva l'aspetto di Michael, ma di sicuro non era lo Stebbins che conoscevano loro.
«Chi... ehm... è la tizia che sembra un confetto seduta al tavolo dei professori?» riprese Justin, guardandosi attorno in cerca di aiuto.
«Ecco quelli del primo anno!» annunciò Jack, «Qual'è tua sorella?»
«Charlotte Runcorn, la vedrai quando la chiameranno. È bionda, ha i capelli chiari quanto Loony Lovegood.» rispose Georgia, guardandosi attorno.
Poco dopo il Cappello Parlante cominciò la sua filastrocca, più lunga del solito, e terminò con un “consiglio”.

Perché è per questo che fui creato,
Ma quest’anno di più voglio fare,
Ascoltate attentamente quello che dico:
Pur condannato a separare
Che questo è un male io vi predico,
Sebbene io darò al mio dover compimento
E divisi in quattro come sempre saremo,
Mi chiedo adesso se lo Smistamento
Non porterà alla fine che temo.
Oh, vediate il rischio, leggiate il segno,
della storia l’avvertimento antico
Dice che Hogwarts è in pericolo estremo
Per un esterno, mortale nemico
E per evitar di crollar su noi stessi
Noi dobbiamo unirci in sodalizio
Io ve l’ho detto, io in guardia vi ho messi
Che lo Smistamento abbia inizio.”

Tutti applaudirono ma cominciarono anche a parlare tra loro, sconcertati.
«E meno male che Harry dovrebbe essere un bugiardo, pure il Cappello è preoccupato!» esclamò Hannah.
«Io non credo che sia un bugiardo.» commentò Ernie, tenendo d'occhio i primini.
«Beh, io sì.» disse un altro ragazzino e cominciarono tutti a discutere tra loro.
Michael si voltò a guardare Wayne, furioso, e lui sembrò capire.
«Noi siamo tutti d'accordo sul fatto che ovviamente gli crediamo. A lui e al preside.» disse.
L'altro annuì seccamente e Megan notò che Quill si muoveva a disagio sulla sedia.
«Tu non ci credi?» domandò, innervosendosi. C'era qualcosa nella costante paura di Quill che la spingeva a colpirlo. Il ragazzo infatti si raddrizzò come se l'avesse punto e la guardò spaventato. Michael lo fissava immobile.
«Abercrombie, Euan.»
«Sta cominciando, ascoltiamo.» si intromise pacatamente Stephen, e Megan tornò a guardare i bambini.
«Gryffindor!»
Quando arrivò alla lettera “R” i ragazzi fecero tutti molta più attenzione e anche Michael si voltò a controllare, seppur di malavoglia.
«Runcorn Charlotte.» chiamò la professoressa McGonagall, e la videro procedere fieramente verso il Cappello Parlante.
«Mi ricorda Megan.» borbottò Walter.
Il Cappello Parlante la trattenne a lungo, poi urlò: «Gryffindor!»
«Merda.» sbottò Georgia, ma poi sorrise alla sorella.
«Peccato.» commentò Jack, «Avrei voluto conoscerla.»
«Beh, non è che non la vedremo mai! Anche le sorelle Patil sono in case diverse ma sono sempre assieme.» li tranquillizzò Susan.
«Avevi ragione allora, mi somiglia.» commentò invece Megan. Walter la guardò sorpreso.
«Dovevi andare a Gryffindor?»
«Era molto indeciso. Non ho né la pazienza degli Hufflepuff né la cavalleria dei Gryffindor, in compenso pare che io sia leale e coraggiosa, di buon cuore e lavoratrice.» spiegò, ironica.
«E come ha fatto a decidere?»
«Gli ho detto di mandarmi dove non avrei finito col farmi espellere.»
Tutti risero sommessamente, escluso Michael che disse: «Siamo in due.»
«Davvero? E da te come ha deciso?» domandò Rent, curioso. Evidentemente Michael non ne aveva mai parlato con nessuno.
«L'ho supplicato di non mandarmi a Gryffindor, non volevo essere ucciso dalla mia famiglia, e lui ha detto che anche Hufflepuff sarebbe stata adatta. Io l'ho anche pregato di spedirmi a Slytherin, per la cronaca, ma visto che lui non lo riteneva per nulla adatto ha accettato l'unica opzione valida. Tanto più che...» tacque, i suoi pensieri rivolti al ricordo del suo primo giorno.
«Che?» incalzò Walter.
Michael si riscosse, «Niente.» rispose brusco.
Lo smistamento finì e dopo qualche breve, come al solito buffa, parola, poterono finalmente mangiare.
«E comunque io potevo essere Ravenclaw.» li informò Stephen.
«Davvero? Con me non ha avuto dubbi.» disse Jack e Rent annuì.
«Neanche con me.»
«Né con me.» disse quietamente Sally-Anne.
«Anche io sarei potuto andare a Ravenclaw.» disse Wayne.
«Con me ha pensato anche a Gryffindor. Dopotutto sono entrambe case per leali e puri di cuore.» affermò Walter.
«Tipo Sirius Black?» domandò Michael, ironico. Gli altri rabbrividirono come se avesse pronunciato il nome di Tu-Sai-Chi.
«Me lo sogno ancora.» ammise Susan.
Megan notò che Quill si era ben tenuto fuori dal discorso.
«Mike, come ti sei fatto quel livido?» domandò in quel momento Georgia debolmente. Lei la sentì soltanto perchè si trovava tra Michael e Wayne.
«Non è niente.» tagliò corto lui, riempendosi il piatto tanto da far strabuzzare gli occhi a Rent e Jack, seduti all'altro capo del tavolo.
In effetti Michael era molto magro, a guardarlo bene. Doveva aver patito la fame ovunque fosse.
«Come mai hai deciso di cambiare look?» le domandò Susan che aveva sicuramente avvertito l'atmosfera tesa.
«Al mio fidanzato piacciono le rosse.»
Tutti gli occhi dei vicini furono per lei, compreso Michael. Megan fu lieta di aver riscosso la sua attenzione.
«Scherzavo. È perchè mi andava di cambiare.» la sua voce suonò più atona di quanto non volesse, ma sul viso di Jack e Rent si disegnarono due identici ghigni.
«Sei assurda.» disse Wayne, ma il suo tono di voce suonava appena più allegro.
Megan tornò a mangiare, cercando di nascondere gli occhi che le erano tornati lucidi a quello sfoggio di normalità.
Quando la Umbridge interruppe il discorso di Dumbledore non ebbe più il problema di doversi nascondere, tutti gli occhi erano rivolti alla donnetta che sinceramente le ricordava un rospo e che parlava con loro come se fossero bambini.
«Chi è quello scherzo della natura?» sussurrò Michael alle sue spalle, e quando si voltò a guardarlo vide che aveva un sorriso degno di Malfoy.
Quella notte fu splendido potersi tuffare di nuovo nei comodi letti di Hogwarts e ascoltare il chiacchiericcio sommesso di Hannah e Susan, mentre Sally-Anne si spazzolava i capelli e Georgia scriveva la prima lettera al fratello per raccontargli di Charlotte. La piccola l'aveva a malapena salutata, presa dall'eccitazione com'era.
Si rese conto solo in quel momento che Stephen non aveva fatto cenno di voler giocherellare col cibo come al solito, mangiando tutto come gli veniva dato in silenzio.

«Crucio!»
«NO! BASTA! PIETÀ, PIETÀ!» supplicava sua madre, contorcendosi e urlando dal dolore. La mano che le puntava contro la bacchetta tremava come in preda alle convulsioni. Lei non vedeva il viso dell'uomo, guardava soltanto sua madre.
«Meg.» chiamò un'altra voce, una voce che apparteneva a Cedric. Lui era lì, accanto a lei, con la sua maglietta gialla e nera e il viso sporco di terra, «Cosa stai guardando? Devi correre via!»
«Ma mia madre...» tentò di dire lei, indicandola.
«Va' via di qui!» la supplicò Cedric e poi lei vide Harry Potter alle sue spalle. Solo che non aveva la cicatrice e le sue vesti erano nere.
«È lui! Scappa, è Voldemort!»
«Non pronunciare il suo nome.» l'ammonì severamente Cedric.
«Avada Kedavra!» gridò Harry Potter, e Cedric gridò e cadde a terra, con le braccia aperte e gli occhi vitrei rivolti al cielo.
Megan si svegliò di soprassalto, trattenendo un urlo. Tremava come una foglia e si guardò attorno, spaventata dal buio e da ciò che poteva esserci. Si morse le labbra, per trattenere i singhiozzi, e affondò di nuovo la faccia sul cuscino.
«Cedric...» gemette qualcuno.
Lei sollevò lentamente il viso, guardandosi attorno. Era Georgia, che si lamentava piano e si agitava sul suo letto. Aveva sempre parlato nel sonno, ora che ci pensava, e infatti si svegliava sempre prima di tutte per evitare momenti imbarazzanti. Glielo aveva raccontato un anno prima, una delle volte in cui erano andate a trovare Mirtilla Malcontenta.
«Ced...»
Megan sospirò, infilando la testa sotto il cuscino e premendoci le mani sopra.










Non vi faccio aspettare troppo almeno per questo primo capitolo, contenti, eh? *sarcasmo*
Per chi legge 70' students, vi rinfresco la memoria: Augustus Jr. Rockwood: migliore amico di Dedalus, in camera con lui, rivede Cordelia un'ultima volta alla festa per il nuovo appartamento di Sirius. L'ho reso uno dei Mangiamorte sfuggiti di cui non si conosce il nome ufficiale.
E vi assicuro che non ci saranno momenti alla “cambiamo il futuro” solo per qualche sogno di Stephen. Oltretutto Harry fa sogni simili dal primo libro, come quando appena arrivato a Hogwarts ha sognato il turbante di professor Quirrel/Raptor cercare di convincerlo a essere uno Slytherin, Malfoy e Snape contro di lui eccetera. I sogni di Harry hanno sempre avuto un riscontro nella realtà, evidentemente è una cosa da maghi, peccato che sia impossibile arrivarci da prima. Poi, nel caso di Stephen, c'è anche un lontanissimo parente veggente, certo. Ma nulla che salterà fuori in modo particolare se non per voi lettori.
Rowan appartiene sempre ad Akami, ovvio. Voletegli bene.


Appunti sui Personaggi:


Megan Jones: genitori entrambi nati-babbani, mezzosangue. Capelli neri lunghi sino a metà schiena, occhi grigi. Aveva una cotta per Cedric da secoli, era aggressiva e sempre litigiosa con Wayne per via del suo modo di fare “britannico”. Molto amica di Cedric come tutti, tifa le Holyhead Arpies. Scozzesissima. Ha vissuto con i nonni materni. Dopo la morte di Cedric è depressa e ha incubi sui mangiamorte e sua madre.
Wayne Hopkins: molto distinto, britannico, calmo. Uno dei migliori amici di Cedric e per questo faceva da tramite tra lui e quelli del quarto anno. Si conoscono quasi tutti grazie a lui, che fa da tramite tra quelli dell'anno prima e dell'anno dopo. Capelli neri e occhi grigi. Soffre di insonnia e la notte gioca a scacchi con Stephen e vince. Tifa Caerphilly Catapults. Fratello di Walter Hopkins, compagno di stanza di Cedric insieme a Rent Summers, Jack Summerby e Michael Stebbins. Purosangue.
Hannah Abbott: capelli biondi in due code, molto amica di Ernie MacMillan, colleziona carte di cioccorane, diventa prefetto e si unisce all'esercito di Dumbledore. Ha un crollo per via dei G.U.F.O. al quinto anno, credeva che Harry fosse l'erede di Slytherin, usava le spille per supportare Cedric. Al suo sesto anno i suoi genitori vengono uccisi e va via dalla scuola, tornerà all'ultima battaglia. Mezzosangue.
Susan Bones: mezzosangue, capelli in una lunga treccia, i Mangiamorte fuggono da Hogwarts al suo quinto anno, gennaio, e hanno ucciso suo zio e la sua famiglia.
Ernie Macmillan: purosangue, pomposo, prefetto, aiuta moltissimo Harry al quinto anno. Si unisce all'esercito di Dumbledore. Salva Harry anche coi patronus nell'ultima battaglia. Biondo. Tifa The Pride of Portree.
Justin Finch-Fletchley, nato-babbano, vittima del basilisco, fa parte dell'esercito di Dumbledore, ricco. Molto amico di Hannah, Ernie, Susan e dei ragazzi più piccoli.
Stephen Cornfoot: di Edinburgo, occhi grigi, capelli scuri, alto. Purosangue. Ossessivo. Legge e ricorda tutto quasi a memoria. Soffre di insonnia. Gli piacciono gli scacchi ma perde spesso. Quill è la sua ombra, Wayne e Susan sono i migliori amici. Tifa Montrose Magpie.
Sally-Anne Perks: bella quanto oca, molto distinta e di classe, snob. Tifa Tutshill Tornados. Bionda, occhi azzurri e carnagione molto chiara, sembra straniera. Mezzosangue per via di un bisnonno babbano da parte di padre. Incredibilmente ricca.
Georgia Runcorn (13/04/80), capelli castano-biondo, occhi castano scuro, indipendente, diplomatica, se la cava sempre, è acuta. Viene da Liverpool. Mezzosangue. Ha una sorella e un fratello, Robert (12/04/70). I loro zii non li hanno adottati perchè fortunatamente Robert era appena diventato maggiorenne quando i loro genitori sono scomparsi nel giugno del '87 [zio Runcorn è dalla parte di Voldemort].
Charlotte Runcorn (11/03/84): primo anno, nuvola di capelli biondo chiarissimo e occhi castani.
Quill Rivers: spaventato da tutto, purosangue. Sempre appiccicato a Stephen.
Michael Stebbins: amico di Cedric (come Sirius di James) era fidanzato con Sandy Fawcett dei Ravenclaw. Padre purosangue madre purosangue. Ancora migliore amico di Georgia e quasi fratello maggiore per Rowan, ragazzo al quarto anno che lo chiama “maestro”.
Walter Hopkins: fratello maggiore di Wayne, sfortunato con le ragazze, massiccio fisicamente, compagno di stanza di Cedric. Prefetto. Ama i draghi.


   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89