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Autore: _Atlas    07/12/2010    8 recensioni
 “Hei, guardate questa specie di pulsante! Chissà che succede se lo premo...”
“No!!”
Malik e Kadar sgranarono gli occhi e fecero per fermarlo... troppo tardi.
Click
E furono avvolti da fasci di luce bianca ed argentata.

[...]
E se Altaїr avesse combinato un guaio? E se questo guaio avesse portato i tre Assassini in luogo ed epoca diversi? E più precisamente a Padova, nel 2010?
E se i poveretti finissero in casa di due ragazze (studentesse universitarie di matematica e medicina) di ventun anni?
Scopritelo! ^-^
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Kadar Al-Sayf , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



Per le strade di Padova era un tranquillo pomeriggio primaverile quando due studentesse universitarie di ventun anni stavano per fare rientro alla loro casa, di cui condividevano l’affitto.
Percorrevano il lungo viale alberato che conduceva alla via dove era situata la casupola, quando una delle due disse, un po’ alterata:
“Lo sai che Gianluca è da una settimana che mi fa gli occhi dolci, e poi scopro che è fidanzato? Ma non si vergogna?!”
Era alta, con i capelli castani e ondulati lasciati lunghi, con una frangia un po’ spettinata e un bel paio di grandi occhi azzurri. Vestiva con un paio di jeans, scarpe da ginnastica e una felpa verde.
“Alessia, ma non porti neanche il problema. Tanto Gianluca, sempre se ho capito chi è esattamente, è brutto come il peccato! Perciò, non vedo il motivo di preoccuparsi.”
Rispose l’altra con calma. Era alta come l’amica, ma con i capelli biondo-castani di media lunghezza raccolti nel classico chignon, sempre con la frangia, e gli occhi nocciola dalla forma un po’ orientale. Portava anche lei un paio di comodi jeans chiari, scarponcini da montagna e, sopra la felpa bianca, una leggera giacca che usava solitamente per andare a cavallo.
“Ah, Bea, sai sempre calmarmi! In effetti, Gianluca è proprio brutto.”
E si misero entrambe a ridere come due pazze.
“Ma, ridendo e scherzando, che ore sono?”
Chiese la mora. La bionda guardò l’orologio che portava rigorosamente da anni al polso destro.
“E’ l’una e mezza, e io ho una fame da lupi.”
L’altra concordò: “Pure io. Chi cucina oggi?”
Beatrice ci pensò un po’ su.
“Bah, visto che ieri ho cucinato io e dato che ho un bel po’ da studiare... ti lascio l’onore!”
“Affare fatto. Cosa preparo?”
Rispose Alessia.
“Ma tutto io ti devo dire?” Scherzò l’altra. “Mmh, fai pure una pasta.”
L’altra alzò il mento a mo’ di nobilotta.
“Di certo non mi mettevo a preparare un banchetto reale con tanto di faraona ripiena e patate lesse!”
“Non nutrivo dubbi al riguardo. Cosa vuoi farci, da te non si può pretendere granché...”
Alessia fece la sua classica faccia da cagnolino bastonato, e poi scoppiarono come sempre a ridere.
Alla fine, giunsero all’agognata meta.
“Ce le hai tu le chiavi?”
Domandò la bionda.
“Credevo le avessi tu!”
Rispose la mora spalancando gli occhi.
“Oddio. L’ho sempre detto che siamo in buone mani!”
Disse Beatrice, piantandosi il palmo della mano sulla faccia con fare drammatico.
“Aspetta che ‘observo’ in cartella...”
Alessia si mise a frugare nello zaino blu, dove regnava il disordine più totale.
“Di questo passo non entreremo mai...”
Commentò sarcasticamente l’altra.
“Beh, potevi portarti le chiavi!”
Rispose acidamente la mora, a cui non sfuggiva mai nessun commento.
Finalmente, dopo lunghe ed estenuanti ricerche, ritrovarono le fatidiche chiavi e riuscirono ad aprire il cancelletto del giardino. Attraversarono il piccolo vialetto e si fiondarono dentro casa.
 
Finito di mangiare la pasta, Beatrice si rifiondò in soggiorno a ripassare tra i libri di medicina, mentre Alessia si concesse una sana e meritata pausa, accomodata sul divano accanto all’amica.
Prima di mettersi a leggere il suo libro di narrativa preferito, la mora buttò uno sguardo sui libri dell’altra e sbuffò, vedendo polmoni, reni e apparati di vario genere.
“Ah, questa roba non fa per me!”
La bionda alzò un momento gli occhi dai suoi amati e polverosi libri di medicina, con la fidata matita HB tra le labbra.
“Guarda, tu e la tua algebra! Ci vai d’accordo meglio che con una persona.”
L’altra ridacchiò.
“Da che pulpito!”
Beatrice le diede una gomitata scherzosa e ritornò tra i tomi.
“Ma sentila! Fannullona, dovresti ripassare un po’, piuttosto.”
Alessia, di tutta risposta, ficcò la testa nel libro che stava leggendo e la ignorò bellamente.
Dopo qualche ora di sacrosanto silenzio la mora, stanca di leggere, posò il libro sul tavolino di legno e si rivolse alla bionda.
“Hei, ci sei? C’è ancora qualche traccia di vita lì dentro?”
Nessuna risposta.
Allora Alessia, presi i lati del tomo di medicina, li richiuse di colpo provocando un rumore pari allo scoppio di una bomba atomica su una città Giapponese.
Beatrice per poco non fu colpita da un infarto e, brandendo la micidiale matita, urlò:
“Porco- Ma sei matta?! Figlia di... brava donna!”
La mora scoppiò a ridere come una pazza, piegandosi in due. Quando si rimise dritta, con gli occhi che lacrimavano e gli addominali che le dolevano, spostò lo sguardo sulla bionda, che la guardava in modo truce arroccata sull’angolo estremo del divano.
“Dai, stacca un po’! Rilassati, fai qualcosa di... diverso...”
Disse Alessia facendo gesti vaghi con le mani. Beatrice la guardò sospettosa.
“So dove vuoi andare a parare.”
L’altra sogghignò furbamente.
“Allora che aspettiamo? Accendiamo la TV e prepariamo la play!”
E senza aspettare repliche, balzò in piedi e si mise all’opera. Prese in mano due custodie e chiese all’amica:
“Assassin’s Creed uno o due?”
La bionda ci pensò su un momento, ormai rassegnata dalla decisione della controparte, poi rispose:
“Mah, torniamo alle origini! Metti su l’uno. So che preferisci Altaїr a Ezio, cosa credi!”
La mora sogghignò e annuì soddisfatta, eseguendo prontamente.
Dopo aver aspettato caricamenti vari, loghi e video di presentazione, poterono continuare la partita.
 
“Mavaffanbrodo, ancora in acqua!”
Urlò Alessia per l’ennesima volta.
“Almeno Ezio sapeva nuotare... Dovresti saperlo che Altaїr è un incapace!”
Rispose Beatrice sbuffando. Era ormai la milionesima volta che l’amica annegava il povero Assassino nel tentativo di uccidere Sibrando, e si stava esasperando.
“Beh, allora fallo tu, se sei tanto brava!”
Disse Alessia mettendo il gioco in pausa.
“Ma per carità, lo sai che Alty mi sta antipatico ad una maniera palingenetica!”
“Mmh... Trovato! Trasforma Altaїr nel tuo caro Malik e fammi sta missione!”
Ridacchiò maliziosamente la mora. La bionda sbuffò.
“E va bene, passami quel coso.”
Alessia le passò il joystick e afferrò un cuscino come d’abitudine.
“Prima di tutto non credo che con questo stratagemma ti dispiaccia poi tanto fare la missione. Secondo... grazie.”
Beatrice sorrise e riprese la partita, riuscendo nell’agognata impresa al primo colpo.
“Ma uffi, tu ci riesci sempre subito!”
Si lamentò l’amica.
“Beh, così impari a dire che Altaїr è migliore. Forza, chiudiamo che ormai sono le sei.”
 
---- Altro luogo, altra epoca ... 
 

“Altaїr, piccolo bimbo viziato, togliti da quell’affare che se ci becca Al Mualim siamo nei guai!”
Disse Malik strattonando Altaїr per un braccio.
“Dai, solo un’altra occhiatina! Ormai credo di aver capito come aprirla...”
Malik spalancò gli occhi.
“Eh no! I patti erano guardare ma non toccare!”
Altaїr sbuffò e ritornò a studiare con noncuranza la Mela.
“Uffi, proprio adesso che quel vecchio muffoso si è schiodato di qui per un po’...”
L’amico scosse ripetutamente la testa e riprese a strattonarlo.
“No, i patti erano chiari. Forza, andiamocene prima che combini qualche guaio!”
“Hei, ragazzi! Che state facendo qui nello studio del Maestro?”
Fece una vocina squillante e gioviale.
Malik girò la testa in tempo per vedere suo fratello Kadar arrivargli vicino e abbracciarlo, mentre Altaïr approfittò di quell’attimo di distrazione dell’amico per rituffarsi a studiare l’oggetto tondo e  luminescente, per poi esclamare:
“Hei, guardate questa specie di pulsante! Chissà che succede se lo premo...”
“No!!”
Malik e Kadar sgranarono gli occhi e fecero per fermarlo... troppo tardi.
Click
E furono avvolti da fasci di luce bianca ed argentata.







L'angolo delle autrici

Heilà gente! Dunque, ci presentiamo:

Beatrice (la vostra cara Ama)
&
Alessia (bozzista XD eccetera eccetera)

Si, capito bene, siamo in due (le due della storia XD)! In verità questo sarebbe il mio regalo di natale per la qui presente Alessia ^-^ E già che ci siamo, perchè non mettere la storia su EFP? XD
Come primo chap non abbiamo da dire molto, perciò lasciamo a voi

Bacioni <3 Ama&Ushy





 

   
 
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