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Autore: LadyMerendina    07/12/2010    3 recensioni
Rivisitazione della 10^ Episodio della Terza Stagione
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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“Come sono andati,oggi,gli allenamenti?”

Artù guardò suo padre e sorrise.

“Molto bene! Mi reputo alquanto  soddisfatto.”

In quel momento gli si affiancò Merlino, che quella sera con Gwen era addetto a servire il tavolo, sebbene ci fossero solamente Artù, Re Uther, e Lady Morgana. Il moro si sporse per riempire il calice del suo Principe, che sorrise facendogli un piccolo occhiolino. A cui Merlino rispose con un largo sorriso.

Dei, non so mai che cosa fare quando è vicino…

“Artù? Artù, ma mi ascolti??”

La voce di suo padre, in particolar modo il suo  tono irritato, lo distolse in maniera quasi brutale dai pensieri in cui era caduto. E preso di sorpresa fece un lieve balzo sulla sedia e rovesciò sbadatamente il suo calice.

“Cosa..?”

 Uther lo guardò preoccupato e perplesso.

“Ti senti bene, figliolo?”

Ovvio! Sto MERAVIGLIOSAMENTE bene!, pensò. “Sì.. Sì, scusate. Sono semplicemente un po’ stanco. Un po’ di riposo, e sarò come nuovo.”

Morgana, rimasta in silenzio per tutto il tempo, aveva notato perfettamente lo scambio di sguardi tra il fratellastro ed il suo fedelissimo e leale servitore; così come aveva già compreso da un po’ che cosa c’era fra i due ragazzi.

“Beh, puoi andare in questo caso.”, disse il Re, “Va pure nelle tue stanze. E riposati.”

 Artù si alzò con un piccolo inchino, salutò Morgana con un sorriso sincero e si recò verso le sue stanze, dove si buttò sulla sua  solita sedia, sospirando. Davanti a lui delle carte che doveva  controllare per il padre, che però fissava senza realmente guardare. Assorto com’era  nei suoi pensieri.

 Ma perché mi sento tanto … incapace?! ,pensò prendendo un respiro profondo, E va bene, Artù. Mantieni  la calma, ok? Basta non  pensarci. : detto, anzi pensato questo prese la piuma, la immerse nella boccetta dell’inchiostro  e si concentrò sui compiti che doveva svolgere; suo padre era parso contrariato  per il suo comportamento. Doveva dimostrargli  che stava bene.

TOC- TOC.

Il suo cuore prese a battere a ritmo frenetico: se conosceva bene le abitudini sue e della persona a cui stava pensando, a quell’ora poteva essere, al 98% delle possibilità, proprio lui…

Ma vinse il restante 2%: dalla porta fece capolino la testa di Morgana. E sorrise.

“Morgana. Entra pure…

La ragazza, con un sorriso più  falso che mai, chiuse la porta e lo guardò.

“Ero preoccupata per te, Artù. Non eri tu a cena…

Come sempre da qualche mese a questa parte… , pensò. “Come ho detto, è solamente  un po’ di stanchezza.”

“Davvero?”

La ragazza restò a fissarlo per qualche istante, dopodiché avanzò verso di lui. Superandolo. E dirigendosi verso il tavolo davanti alla porta, dall’altra parte della stanza, per versarsi dell’acqua.

“Sì..”

“Che strano … Avrei detto che il tuo bizzarro comportamento fosse  dovuto alla presenza di Merlino nella stanza.”

TU-TUM. Il solo sentir nominare il suo nome, faceva schizzare il suo cuore a 3000.  NO. NON PUO’ ESSERE, NON E’ POSSIBILE … NON PUO’ AVERLO CAPITO…,pensò.

“Non ho idea di che cosa tu stia parlando.”

Lei si versò un po’ d’acqua, e scoppiò a ridere.

“Ah no, eh?”, poi si sedette e lo fissò, “Artù, anche un cieco lo vedrebbe  che provi qualcosa per lui.”

Il Principe sentì il cuore fare un balzo, e alzò lo sguardo  su di lei per scrutarla qualche istante negli occhi, poi fece un mezzo sorriso.

“E’… così evidente?”

Lei sorrise: un sorriso di puro e malvagio trionfo che Artù, accecato dall’affetto, non interpretò.

“Beh, è evidente PER ME perché ti conosco bene.”

Lui sospirò.

“Ho … Provo dei sentimenti molto forti e  profondi, per lui. Io non so come… Non so spiegarlo!”

Morgana gli sorrise.

“E sei pienamente ricambiato! Lui prova le stesse cose per te.”

Il cuore di Artù batté, se possibile, ancor più forte.

“Ti ha detto qualcosa?”, le chiese

“Parla di te DI CONTINUO!”, rise lei, “Eviterò comunque di ripetere ciò che mi sento dire. Il tuo Ego è già colmo di suo. Ma ciò che ti posso dire, è… che da qualche mese a questa parte, quando gli sei vicino non sa come comportarsi, o.. cosa dire.”

“Non è il solo…”, sussurrò lui.

Poi guardò davanti a Sé con espressione beata e sorrise. Per qualche secondo i suoi pensieri vagarono, provando ad immaginare che  cosa potesse dire di lui.. se ne parlava sempre male oppure soltanto bene, nonostante tutto. Se… La sua espressione  si rabbuiò. E Morgana aspettandoselo si finse triste.

“Cosa c’è che non va, Artù? Parla con me.”

“Quello che… Che provo mi fa male, Morgana. Mi distrugge e mi… dilania! Perché so che non potrò mai averlo.. Che niente potrà mai esserci tra di noi...”

Morgana fece l’espressione più perplessa e triste che riusciva a fare, ovviamente falsa, e si avvicinò a lui sporgendosi. Posando una mano su quella del fratellastro. E guardandolo negli occhi.

“Se è Merlino che desideri… perché rinnegare te stesso?”

Artù sospirò. Lasciandosi cadere all’indietro poggiandosi allo schienale.

“Mio padre vuole che io mi sposi, lo sai. Per il Bene di Camelot. Sono il futuro Re, Morgana. Devo pensare al mio popolo. Non posso permettermi di pensare a me stesso. E comunque non accetterebbe mai il mio amore per Merlino.”

Lei sbuffò.

“Uther non sa nulla dell’Amore!”, poi gli sorrise, “Perché non passi un po’ di tempo con Lui? Ne sarebbe felice! E anche a te farebbe bene, Artù. Andiamo … AL momento ci pensa Uther a fare il Re..”

Artù la guardò, poi si alzò girando attorno alla sua sedia, incrociando le braccia e riflettendo  fissando il Fuoco. 

Morgana in fondo ha ragione.. E’ tanto che non passo SUL SERIO del tempo con Merlino. E, Dei, mi manca da impazzire tutto il tempo che passavamo a scherzare e prenderci in giro! E per il momento c’è mio padre che governa su Camelot  nel migliore dei modi.

“Hai ragione”, si voltò e le sorrise, “Appena mi sarà possibile, mi prenderò qualche ora di pausa da tutto il resto. Ti ringrazio, Morgana.”

Lei si alzò sorridente, e lo abbracciò baciandolo  sulla guancia.

“Non dirlo neanche! Ti voglio bene. Sei come un fratello , per me. È il minimo che posso fare, per te.”, e uscì.

Dopo nemmeno cinque minuti, Artù era già tornato verso il tavolo, preso una pergamena bianca e aveva preso nuovamente in mano la piuma, scrivendo qualche cosa sulla pergamena stessa. Poi piegò il foglio a metà, e aprì la porta della sua stanza guardandosi attorno. Sapeva che a quell’ora c’era il cambio delle Guardie. E se la memoria non si sbagliava, quella sera c’era la Guardia più fidata.

 “Leon.”

 Un giovane sulla trentina, biondo, con un accenno di barba, si avvicinò e gli sorrise.

“Sì, Sire? Posso fare qualche cosa per voi?”

“Porta questo a Gwen.”, disse porgendogli il foglio “Stanotte fai la guardia nell’Ala Ovest, giusto? È dove si trovano le stanze di Morgana… Dì a Gwen di consegnarlo a Merlino. È importante. Molto.”

Lui annuì serio.

“Vado subito a consegnarlo a Gwen. Non  tradirò la vostra fiducia.”

“Lo so.”, sorrise lui, “Per questo ho affidato  questo compito a te, fra gli altri. Grazie, amico. Sono in debito.”

Leon andò subito, a passo spedito, verso l’Ala Ovest, verso le stanze di Lady Morgana. La ragazza era assente, ma Gwen stava sistemando al meglio le ultime cose prima di andarsene a dormire  a casa sua. Sorrise al ragazzo, che conosceva da quando era bimba.

“Ciao! Cercavi Morgana?”

“No. Te.”, tirò fuori la pergamena, “E’ un messaggio per Merlino. Da parte del Principe. Mi ha detto che è estremamente importante. Di consegnarlo a te, che devi darlo subito a lui.”

Gwen osservò il foglio, e tra i baffi sorrise: forse, finalmente, era giunto il momento che il suo migliore amico attendeva da ormai tanto tempo..

“Grazie. Mi affretto a  consegnarglielo.”

Leon uscì dalla stanza con un  piccolo inchino, a cui lei sorrise. Dopodiché la giovane sistemò bene il letto della sua Signora, e uscì dalla stanza. Prese il corridoio più illuminato  del Castello, e uscì dal portone secondario. Quella era la strada più veloce  per la casa del suo migliore amico. E di Gaius. Difatti arrivò in meno di cinque minuti: visto la tarda ora, bussò piano anche se  sapeva che stavano svegli sino a tardi.

“Chi è a quest’ora?”

Gaius sbuffò.

“Come faccio a saperlo! Apri e lo scopriremo, pigrone.”

Merlino si alzò dalla sedia ridendo, e andò ad aprire la porta. Sorridendo affettuosamente  alla persona che si trovò davanti.

“Gwen!! Ciao! Entra pure.”

“Grazie.. Ciao Gaius. Scusate per l’ora tarda.”, disse entrando.

“Puoi venire a che ora vuoi.”le sorrise Gaius, “Possiamo fare qualcosa per te, Ginevra?”

Lei scosse la testa sorridendo.

“No. Sono qui per consegnare un biglietto a Merlino.”, glielo porse sorridente, “E’ da parte del Principe Artù.”

TU-TUM.

Artù… Artù mi ha scritto un biglietto..? , lo aprì di fretta e lo lesse sentendo il cuore esplodere di gioia, Ditemi che è un sogno… Questo non può essere vero.. Non ci posso..

“Merlino! Allora??”

Il ragazzo guardò il suo mentore, che lo guardava preoccupato. E Gwen che sorrideva. E rise di gioia.

“Artù... Il Principe vuole passare del tempo con me.”

I due si guardarono: Gwen più sorridente che mai, Gaius meravigliato. Ma sorrideva.

Intendi…?”

“Beh, immagino di sì..” si sedette, “I..Io non so…

Gaius sorrise.

“Il mondo è uno strano posto, Merlino. Te ne accorgerai, ragazzo mio! Tutto può accadere.”

“Ma..”

 Gwen si avvicinò al suo migliore amico.

“Vuoi che gli riferisca che non vuoi..?”

“NO! Cioè…”, sospirò.

E lei rise.

“Merlino. Lui ti piace?”, il ragazzo annuì, “E tu piaci a lui?”, di nuovo annuì, “E.. Non è questa l’unica cosa che conta davvero?”

E’ l’unica cosa che conta davvero… Gwen ha ragione. La dovrei smettere di farmi tutti questi problemi. Scommetto che quel Lucertolone Millenario di Kilgharrah sarebbe estremamente contento di tutto ciò..

“Sì. D’accordo, allora…

“Bene! Hai preso la decisione più giusta, Merlino. Ah.”, lo guardò seria, “Se vedi che è una situazione, come dire… ‘sciolta’ abbastanza… Parlagli. Anche di  Quella cosa.”

Gaius sospirò.

“Ginevra ha ragione, Merlino. È una cosa che devi dirgli quanto prima. Più tempo sprechi, più possibilità ci sono che si infuri come una belva..”

Lui sospirò.

“Avete ragione anche per questo. E va bene. Se siamo abbastanza rilassati, gli parlerò del mio Dono.”

Gwen uscì dando la buonanotte ai due, e prima di andare a dormire, tornò dentro al Castello rintracciando la Guardia che le aveva  consegnato il biglietto poco tempo prima. E gli sorrise trovandolo davanti alle stanze della Lady che lei  serviva,

“Si vedranno? Dimmi di sì.”

Lei rise.

“Sì. Domani mattina. Finalmente! Temevo che avrebbero perso la loro occasione.”, rispose lei.

“Già!”, esclamò lui, “Quando ho visto quel biglietto ho pensato ‘ei.. magari è la  volta buona.’. Perfetto. Allora tu vallo a riferire ad Artù, poi vieni da me tanto ripassi da qui. Io informerò Merlino.”

La ragazza sorridendo bussò alla porta di Artù, che l’accolse con  un largo sorriso.

“Oh. Gwen. Ti aspettavo. Allora..?”

“Missione compiuta, Sire.”, rispose inchinandosi, “Il vostro servitore manda a dire che non vede l’ora che sia domattina. Dove lo incontrerete? Vi consiglio fuori dalla città. Nel bosco. Lontano da occhi indiscreti.”

Lui sorrise e annuì.

“Manda a dire a Merlino che lo aspetto al ruscello. Sai.. quello..”

“Ho capito.”, rispose lei “Riferirò. E… Sire, se posso permettermi di darvi un consiglio. Non usate solamente l’arroganza, con Merlino. Alternate arroganza con dolcezza. Lo conquisterete.”

Lui le sorrise.

“Ti ringrazio, Ginevra. Per tutto.”

“Dovere, Sire. Se volete scusarmi..”, s’inchinò. E uscì.

Bene.. Posso farlo. Ne ho avuti tanti di appuntamenti. Coraggio, Artù. Lo puoi fare …

“Al ruscello. Domani mattina.”

Leon sorridendo le diede  la buonanotte definitivamente, e a passo svelto si diresse verso la casa dell’anziano cerusico: riferì il messaggio a Merlino che gli aprì la porta, salutò lui e Gaius, e tornò alla sua  postazione di guardia.

“E così… Domani mattina, eh?”

Merlino sospirò, guardando fuori dalla finestra perso nei suoi pensieri. Ma con l’orecchio teso in attesa che Gaius, appunto, dicesse, qualche cosa.

“Credi che sia giusto? Voglio dire..”

“Merlino.”, lo interruppe lui col sorriso, “Se Artù prova qualcosa per te.. e tu provi qualcosa per lui.. perché andare avanti nella menzogna? Non è esattamente una scelta furba.”

Il ragazzo sorrise guardandolo.

“Però Artù dovrà sposarsi. Per il bene di Camelot.”, sospirò nuovamente, “Il mio Destino è aiutarlo a diventare il Re che è nato per essere, Gaius. Essergli amico. Consigliere. Ma non so se è mio Destino essere anche suo..”

“Amante..?”

“Esatto.”, fece lui sconsolato.

“Merlino! Dei, un po’ di allegria!”, gli si avvicinò, “Fra poche ore, hai appuntamento col ragazzo che ti piace, e forse più, in riva al ruscello. Dovresti  esserne felice! Solo felice. E non pensare al resto.”

Il moro sorridendo  lo abbracciò.

“Grazie.”

E sospirando, col sorriso sulle labbra e il cuore già a 2000 e più, se ne andò a dormire.

 Aspettando l’indomani mattina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rivisitazione del 10^ Chappy! ^^

Fatemi  sapere se vi piace!!! *____________*

 

  
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