Crossover
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Autore: Etie    09/12/2010    1 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 8 - Scontro sul tetto

Capitolo 8

Scontro sul tetto




"Tu...lavori alla ShinRa?" L'espressione sorpresa e al tempo stesso poco convinta sul volto di Cloud fece sorridere Yuna d'istinto, intrecciando le dita dietro la schiena mentre continuava a scrutare il ragazzo che camminava al suo fianco. Non riusciva proprio a credere di essere sveglia: aveva di nuovo incontrato Cloud e lo stava accompagnando in centro, dove lui stava andando. Parlavano (e la cosa era davvero sorprendente, considerando che si trattava di uno come lui): lei era in divisa, così aveva dovuto spiegargli di essere un soldier, anche se aveva omesso di dire quanta importanza avesse all'interno dell'azienda. Stranamente, lui non si era voltato e se ne era andato, come lei si sarebbe aspettata. Anzi, aveva notato che era piuttosto di compagnia per il suo carattere...
Yuna annuì per l'ennesima volta, tornando a guardare la strada davanti a lei. Midgar era una città orribile, ma si potevano fare davvero dei belli incontri...
Per un po' camminarono in silenzio, lei quasi saltellando per la gioia, lui con il capo chino a riflettere.
"Senti" la ragazza tornò con i piedi per terra, quando lo sentì di nuovo parlare "sai niente dei mostri in città, ieri?"
I loro sguardi si incrociarono, mentre entrambi si fermavano contemporaneamente. Yuna scosse il capo, chinando la testa per un attimo soltanto.
"No" rispose poi, tornando a rialzare lo sguardo mentre riprendeva a camminare lentamente "ma ho una mia teoria..."
Cloud rimase in silenzio, ma l'espressione sul suo volto faceva capire chiaramente che era interessato a sentirla. Yuna, però, non sembrava avere intenzione di continuare. "Quale?" le chiese allora lui, dopo un po' che aspettava inutilmente.
Lei gli lanciò una breve occhiata e si portò una ciocca di capelli particolarmente ribelli dietro un orecchio, rivolgendo lo sguardo al cielo, prima di decidersi a rispondere. "Credo che i mostri siano stati solo un diversivo per arrivare al presidente, a cui nessuno aveva fatto caso, in tutta quella confusione. I mostri erano troppi per essere riusciti ad entrare da soli in città, perciò sono stati sicuramente evocati."
Cloud annuì una volta: beh, aveva una certa logica...
Quando si voltò a cercare di nuovo la ragazza, lei era sparita. Si guardò meglio intorno e la vide ferma davanti a un negozio di elettronica, con i televisori accesi che trasmettevano l'edizione straordinaria di un tg. A Midgar la cosa non era affatto insolita, grazie alle continue vicende della ShinRa: conferenze stampa, decisioni di carattere politico o avvenimenti interni venivano sempre trasmessi appena possibile.
Il volume era talmente alto che si riusciva a sentire cosa stessero dicendo. Ancora una volta, quasi inevitabilmente, stavano parlando della ShinRa.
"Sembra che, dopo l'omicidio dell'ormai ex-presidente Kaim Sharley, anche suo figlio, il vicepresidente in carica Alexander Sharley e il neo comandante generale dei soldier siano stati attaccati, probabilmente dalla stessa persona o organizzazione che si è occupata di Sharley senior."
"La stampa deve sempre rigirare a modo suo quello che gli addetti riferiscono. Come diavolo fanno a sapere degli altri due attacchi? L'ultimo è successo solo stamattina!" Yuna piazzò di scatto le mani sui fianchi, irritata nel capire che ormai notizie che dovevano essere riservate erano invece diventate di dominio pubblico.
Prima che il servizio finisse, Cloud vide Yuffie passare di lì e salutò con un gesto della mano il soldier accanto a lui, allontanandosi per seguire l'amica ninja. Yuna socchiuse gli occhi, dispiaciuta nel doversi separare da lui. Non aveva neppure il suo numero...
"E a che ti servirebbe?"  le chiese una vocina nella sua testa
"Sai benissimo che non risponde mai!"  Yuna sorrise, ricordando quel piccolo particolare. Di nuovo, la ragazza posò gli occhi sullo schermo al di là del vetro, sorpresa per il tema che i giornalisti erano arrivati a trattare. Non fece neppure caso alla sua espressione paralizzata che si rifletteva davanti a lei.
"...A quattro anni esatti dalla scomparsa di Tidus, l'AS degli Zanarkand Abes, il mondo del blitzball perde un altra stella: Jake Neal, campione dei Duggles e grande amico di..."
Nessuna parola riuscì più ad arrivarle al cervello. Tidus...quel Tidus: lo stesso Tidus che le aveva fatto battere il cuore nello scontro con Sin, lo stesso Tidus che aveva visto danzare quell'invocatrice che tanto le somigliava, a Kilika, lo stesso Tidus che tanto l'aveva fatta ridere con la sua leggerezza e la sua allegria, quel Tidus che era riuscito a commuoverla quando aveva pianto, dopo aver lottato contro il padre che aveva sempre odiato...Quel Tidus...era reale? Anche la sua storia era reale? Zanarkand...Zanarkand esisteva davvero? Non era solo un sogno, allora! Tidus...il giornalista aveva detto che era scomparso da quattro anni...
A un tratto, l'espressione sbiadita dallo stupore sul volto della ragazza si fece ancora più sconvolta, capendo cosa quella notizia rappresentasse per lei: aveva sperato di sbagliarsi, aveva creduto che lui fosse ancora nel futuro, accanto ai suoi amici, non che...che...
"Che cosa ti hanno fatto?"  Riscuotendosi d'improvviso da quello stato di shock, Yuna si mise a correre verso la ShinRa, tentando di non pensare a cosa la promessa fatta ad un amico l'avrebbe indotta a fare.

***

Non si fermò davanti a nulla: superò la reception, dove Heather l'aveva chiamata con un misto di preoccupazione e sorpresa, superò Squall e il suo gruppo, superò persino alcuni soldier che avevano il compito di fermarla e di chiederle l'autorizzazione per accedere ai sotterranei, finendo loro addosso nella fretta di entrare nell'ascensore che portava ai laboratori ShinRa. Solo allora si fermò, riprendendo fiato dopo la lunga corsa. Quando fu arrivata al piano, le porte si aprirono lentamente davanti a lei, che si infilò di fianco nel passaggio ancora stretto. Osservò appena ciò che aveva intorno, impegnata piuttosto in altri affari: dovevano esserci dei dati riguardanti ciò che lei stava cercando, c'erano senz'altro! Mentre cominciava a cercare tra le carte sparse sui lunghi banconi argentati pieni di provette, la luce verdina delle lampade al neon si abbassò per un momento, donando un'ombra ancora più tetra all'enorme stanzone pieno di esperimenti. Alcuni mostri riposavano nelle vasche piene di mako, fiale e provette riempivano ogni superficie piana, mentre l'enorme computer che controllava tutto il laboratorio ronzava in un angolo, con lo schermo luminoso pieno di lettere e numeri senza un apparente senso logico. Mentre tentava di trovare informazioni che le potessero essere utili a rintracciare Chris o gli altri due demoni di cui non conosceva l'identità, l'occhio le cadde involontariamente su una cartellina nera sulla quale era incisa una sola parola.
"Deepground..." sussurrò Yuna, sgranando improvvisamente gli occhi chiari. Stavano già lavorando al progetto Deepground? Hojo...quel pazzo era ancora alla ShinRa?
"Non dovresti ficcare il naso in affari che non ti riguardano..." una voce alle sue spalle la fece voltare, con lo sguardo carico di odio nel riconoscere a chi apparteneva. A pochi passi da lei, Alexander Sharley sorrideva con aria inquietante. Yuna strinse i pugni sul bancone dietro di lei, sapendo che quel nuovo incontro con lui, in un luogo in cui neppure le telecamere riuscivano ad arrivare, significava soltanto una cosa: si sarebbero battuti. L'elettricità nei loro sguardi si poteva avvertire sulla pelle e l'aria era carica di tensione. Nessuno li avrebbe interrotti, lì sotto. Eppure, anche se l'idea di lottare e soprattutto di sconfiggere il demone che aveva di fronte era davvero allettante, Yuna non se la sentiva di battersi lì, in quel luogo in cui qualunque cosa poteva essere accaduta, dove decine e decine di persone erano state torturate ed usate come cavie, dove i mostri venivano modificati geneticamente e venivano resi ancora più terribili e dove tutto, persino l'aria, sapeva di mako. Deglutì un secondo, prima di scattare con una rapidità incredibile e di superare il ragazzo che prima aveva di fronte, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano alle sue spalle, appena in tempo perché lui non la raggiungesse. Sola contro la parete, tentò di riprendere a respirare regolarmente, portandosi una mano sul cuore che pulsava velocemente. Chiuse gli occhi per un attimo, rivolgendo il viso verso il soffitto. Poi l'ascensore si fermò e le porte si aprirono ancora, permettendole di fuggire attraverso le stanze che conducevano all'atrio.
"Yuna!"
La ragazza si fermò per un momento, bloccandosi sul posto quando si sentì chiamare. Squall era in un angolo insieme ai suoi amici, che al sentirlo parlare si erano voltati in direzione del suo sguardo.

"Scusa, Squall: ho da fare al momento! Ci...ci vediamo a pranzo, ok?" Senza neanche attendere la reazione di lui, Yuna riprese a correre, salendo a due a due i gradini della grande scalinata che portava al primo piano, dove premette con agitazione il pulsante per chiamare l'ennesimo ascensore. La macchina impiegò qualche secondo per arrivare al piano e la ragazza ebbe il tempo di vedere Sharley camminare con studiata lentezza attraverso l'ingresso, senza distogliere per un solo istante lo sguardo da lei. Indietreggiò fin quando batté la schiena contro il muro alle sue spalle e le porte meccanizzate le si chiusero davanti, quando schiacciò il pulsante per arrivare sul tetto. Di nuovo, aveva il cuore in gola: non per l'affanno della corsa o per la paura che neppure avvertiva, ma per la consapevolezza che, nella hall, quel demone si trovava a tanto così da Squall...bastava un attimo, una sola mossa falsa perché lui...No, non voleva pensarci, non doveva pensarci! Non sarebbe accaduto nulla: nessuno sapeva quanto tenessero l'uno all'altra, non c'era motivo perché Sharley gli facesse del male...
Yuna rivolse a un tratto lo sguardo verso il vetro che affacciava sull'esterno, su Midgar, preparandosi psicologicamente alla battaglia imminente. Mentre la distanza tra lei e il suolo continuava ad aumentare, dalla tasca estrasse una piccola fiaschetta di legno scuro, decorata da bordi argentati, e ne svitò il tappo, per poi berne un lungo sorso. Sulle prime disgustata come tutte le volte dal sapore forte e deciso di quel liquido tiepido, la ragazza arricciò le labbra, richiudendo la boccetta e rimettendosela in tasca. Mentalmente fece un breve inventario delle sue risorse, toccando con mano ogni oggetto che nominava per assicurarsi che ci fosse. 
"Death's Chaos, pistola uno e pistola due, munizioni, oggetti di recupero..."  sorrise debolmente "Bene, ho tutto. E adesso..."
Fissò un momento la telecamera in un angolo in alto, prima di sparire e di apparire qualche piano più in alto, sul tetto spoglio ed enorme del palazzo ShinRa.
La figura lontana e slanciata di un ragazzo interrompeva il piatto orizzonte del tetto. Sharley era voltato di spalle, con le braccia incrociate e il sorriso stampato sulle labbra chiare e malvagie.
"Allora, adesso sei pronta per morire?"
"Ah, taci!" gridò Yuna, afferrando velocemente l'elsa nera della Death's Chaos e risvegliandone l'enorme potere sopito. L'ombra della spada si prolungò oltre l'elsa stretta tra le sue mani, mentre lei correva contro il suo avversario, presa dall'improvviso desiderio di metterlo a tacere una volta per tutte. Lui non si voltò neppure, sparendo direttamente dalla traiettoria che la lama brillante della spada della ragazza aveva tracciato nell'aria. Un pugno ben piazzato tra le scapole la fece chinare in avanti, riuscendo con fatica a non farle perdere l'equilibrio. Si voltò, infuriata per quel colpo basso, e strisciò la spada in terra, mentre le scintille volavano ad illuminarla di un'inquietante luce azzurrina. Sharley parò il colpo con la mano, sorridendo nonostante il sangue sgorgasse copioso dalla sua ferita. Yuna ne rimase pietrificata, osservando sconcertata la mossa avversaria. In un attimo si riprese, stringendo la presa sulla sua arma e mostrando un'espressione terribile sul volto. Le rune sulla Death's Chaos si illuminarono per un istante, prima che la lama della spada tornasse ad essere solo fumo in una nube rossastra. Spiazzato, Alexander non riuscì a reagire in tempo, quando lei gli lanciò contro la furia di un flare, per poi piombargli addosso con la spada di nuovo tagliente, in un urlo di battaglia che risuonò con un eco in tutto il piano. Il colpo non riuscì a scalfirlo, perché lui aveva evocato dal nulla una spada che aveva usato per parare il suo attacco. Le due lame cozzarono con un fragore stridulo e assordante, portando i volti dei due avversari a pochi centimetri l'uno dall'altro: da una parte, il sorriso maligno e inquietante di un demone, dall'altro i denti stretti e il viso teso di una ragazza che voleva solo vendetta. Contemporaneamente, i due scattarono indietro, interrompendo bruscamente quel contatto.
"Firag..." Yuna non fece in tempo a finire di pronunciare il nome della magia, che Sharley l'aveva preceduta.
"Thundaga!"
Nell'evitare l'enorme fulmine, Yuna non si rese conto di essere saltata contro il basso muretto che fungeva da parapetto. Le gambe le si piegarono all'indietro e l'equilibrio venne a mancare, mentre la prospettiva davanti a lei cambiava come in slow motion. Qualcosa l'afferrò d'improvviso per il collo, salvandola dall'incubo della caduta. L'aria iniziò a mancarle velocemente, quando la presa sul suo collo si fece più salda, fino ad arrivare a stringerla in una morsa soffocante. Debolmente, tentò un disperato fendente con la Death's Chaos, ma il colpo arrivò così lentamente che per Sharley fu un giochetto da niente riuscire a toglierle l'arma di mano e puntargliela alla gola. Rise, quando si accorse che lei si stava sforzando per riuscire a parlare.
"V...via!" riuscì a sussurrare lei, dopo svariati secondi che ci provava. La lama della spada scomparve, lasciando solo l'elsa dietro di sé.
"Non lo vedi?" disse lui, sorridendo lievemente al tentativo di Yuna di evitare l'inevitabile "Sei distrutta! Cosa credevi, che in questi mille anni saremmo rimasti con le mani in mano ad aspettare che tornassi? Ci siamo allenati, ragazzina, e ora tu sei più debole di chiunque di noi!"
Scagliò la ragazza lontana, finalmente libera di tornare a respirare.
Accovacciata in terra con le mani strette intorno al collo, Yuna tentò di riprendere a respirare regolarmente, ma l'ansia della battaglia le fece riportare lo sguardo in alto, a cercare il suo avversario.
"È sparito!"  si disse, battendo un pugno a terra per la rabbia. Si rialzò in piedi a fatica, guardandosi intorno alla ricerca di lui. "Dove sei?...Dove?!"
"Qui."  

Il dolore di un contatto telepatico e poi solo il tempo per rendersi conto di una presenza alle sue spalle, che qualcosa di estremamente duro e doloroso la colpì lungo la schiena, ributtandola a terra in un attimo. Davanti a sé poteva vedere l'ombra di Sharley che si chinava sopra di lei.
"Per te è finita!"
E poi, il tempo parve rallentare la sua corsa inarrestabile, mentre la lama del demone cadeva su di lei con una lentezza irreale e continue vampate alla schiena le impedivano di sottrarsi a quel colpo mortale che ormai sembrava inevitabile. Yuna chiuse gli occhi d'istinto, quando all'ennesimo tentativo di alzarsi le forze parvero abbandonarla. Ma, quando la spada di lui si fermò contro qualcosa, il fragore dell'impatto sembrò quello di due spade che si incontrano, non quello della carne che viene trafitta. Sorpresa e spaesata, Yuna riaprì gli occhi e guardò l'ombra davanti a sé: ora c'erano due sagome sopra di lei. Con un incredibile sforzo e parecchia tenacia, la ragazza riuscì a mettersi seduta, ignorando il dolore lancinante che sentiva, e fissò lo sguardo sui due ragazzi che combattevano. Era stata la Lionheart a salvarle la vita, cozzando contro l'arma del nemico in un istante soltanto. Ora, le due lame erano ancora unite, in una gara di forza che sembrava favorire Squall. Con un'ultima spinta decisa, il SeeD allontanò l'altro da sé, mandandolo a qualche passo di distanza.
"L'area di esercitazione è al quarantanovesimo piano." lo liquidò Squall, col tono calmo e impersonale di sempre, voltando appena lo sguardo a controllare come stesse Yuna. Rinoa, intanto, l'aveva raggiunta e si era inginocchiata accanto a lei per controllare la sua ferita. La ragazza si lasciò sfuggire appena un gemito, alla vista di tutto quel sangue. Poi, il sangue freddo tornò a prendere il sopravvento di lei, facendole immediatamente sollevare le mani verso la schiena del soldier per curarla, ma Yuna non sembrava voler collaborare. Il vicepresidente ShinRa stava per attaccare di nuovo Squall, correndo verso di lui con una maschera di puro odio in volto.
"Maledetto ficcanaso!" ringhiò il demone a denti stretti, quando la Lionheart fermò la furia della sua spada.
"Squall, scappa!" gridò Yuna alle sue spalle e nella sua voce si sentiva tutto il terrore che la ragazza provava al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se i due si fossero affrontati. Il SeeD voltò appena lo sguardo verso di lei, con un'espressione confusa stampata in faccia e la fronte corrugata per le mille domande che gli affollavano la mente. "Va' via, ti prego!"
Rinoa cercava di tenerla ferma nel tentativo di curarla, ma lei continuava a dimenarsi e a dirle di andarsene anche lei, prima che fosse stato troppo tardi. Gli occhi imploranti della giovane soldier erano pieni di supplica nell'incontrare quelli gelidi dell'amico, che proprio non riusciva a capire il motivo delle sue parole. Scappare? Andarsene? Yuna sapeva perfettamente con chi aveva a che fare e sapeva anche che lui non l'avrebbe mai abbandonata così, sola contro un avversario che probabilmente era anche più forte di lei.
Sharley sparì di colpo, facendo quasi perdere l'equilibrio al ragazzo per la sorpresa.
"Ma che diavolo...?"
Squall si voltò ovunque alla ricerca di lui, sobbalzando quando lo vide comparire in ginocchio accanto a Yuna. Sorrideva, sfiorandole i capelli con la mano e accompagnandoli gentilmente dietro un suo orecchio.
"Tieni davvero molto a lui, eh?" la voce del vicepresidente si era fatta pericolosamente bassa e soddisfatta, mentre con lo sguardo chiaro continuava a scrutare gli occhi terrorizzati della ragazza. Le si avvicinò ancora, fino a sussurrarle in un orecchio: "Voglio il piacere di portartelo via...proprio come allora...quel...come si chiamava?"
Si rialzò piano, lasciando la ragazza pietrificata in terra a fissare Squall, davanti a lei. Anche Rinoa, al suo fianco, aveva sentito ogni parola.
"Lee, se non sbaglio..."
Yuna strinse i pugni a terra e i capelli le ricaddero sul volto, quando lo chinò in basso. Nessuno poteva immaginare il dolore che provava, in quel momento. Solo le braccia si muovevano ancora, tremando per la rabbia della verità che le era stata sbattuta in faccia.
Un potente flare sbalzò Squall indietro, gettandolo a terra a parecchi metri di distanza. Dopo appena un attimo di esitazione, il ragazzo tentò di rialzarsi, ma Sharley gli si parò davanti, con lo stesso sorriso maligno che aveva riservato a Yuna sulle labbra. Squall alzò la Lionheart, tentando un fendente basso per distrarre l'avversario, ma Sharley non ci cascò e, dopo aver evitato il colpo, anticipò la mossa dell'altro e lo sorprese prima che lui avesse il tempo di allontanarsi rotolando su un fianco. A quel punto, Sharley gli fu di nuovo sopra.
"Squall!" in quel momento, gli altri quattro amici SeeD arrivarono sul tetto, bloccandosi simultaneamente quando videro in che condizioni lui si trovasse.
Senza ancora smettere di sorridere, Sharley lo disarmò della Lionheart con un calcio, mandando il gunblade a pochi passi di distanza dal parapetto.
Squall strinse i denti, fissando con odio l'uomo che aveva davanti. Un urlo lancinante squarciò a un tratto il silenzio, quando il vicepresidente ShinRa calò con forza un piede a schiacciare un braccio a Squall e un tremendo suono di qualcosa che si spezza lasciò capire a tutti cosa fosse successo. Il dolore di Squall sembrò piacere all'altro ragazzo, che si chinò su di lui con un nuovo sorriso sulle labbra e con una vena di sadismo che riuscì ad inquietare persino l'imperturbabile comandante dei SeeD.
"Povero ragazzo..." sussurrò Alexander "l'ennesima vittima innocente di questo macabro spettacolo...e tutto perché lei non ha voluto arrendersi al suo destino..."
All'improvviso, Squall parve capire cosa stesse succedendo, perché Yuna e il vicepresidente ShinRa avessero combattuto con tanta ferocia. Il lampo d'ira che attraversò gli occhi di ghiaccio del giovane comandante rispecchiò l'antico trauma che la consapevolezza di quel momento aveva riportato a galla nella sua memoria. Solo un'immagine si realizzò davanti a lui, quando chiuse gli occhi d'istinto, un unico flash che non era sfuggito al suo tentativo di dimenticare il passato, come aveva fatto per tutta una vita: l'immagine di una bambina, piangente, raggomitolata in un angolo buio di quel posto sfocato e lontano. Lee che tentava di avvicinarsi a lei, lei che, terrorizzata, gli lanciava contro una magia senza neppure sapere come...E poi, solo quel ricordo di dolore, le espressioni affrante dei due ragazzi al fissarla, a guardare come quei mostri l'avevano ridotta, come erano riusciti a cambiarla.
Tanti anni insieme non erano bastati per riuscire a parlare di quel giorno, per tirare fuori tutto quel dolore...
"Tu...sei uno di loro!" mormorò Squall, riuscendo a fatica ad inginocchiarsi, senza mai smettere di tenere premuto il braccio rotto. "Io...io..." L'insolita incertezza del ragazzo sorprese tutti i suoi amici, trasmettendo loro la consapevolezza del suo dolore. Mai nessuno aveva visto Squall così...umano.
"Sei morto!" l'ira repressa per tanti anni sfociò in un urlo di battaglia terribile, dando al SeeD la forza di rialzarsi e combattere.
Ancora.
Ma stavolta non era come le altre.
Stavolta non lo faceva per sfida, o perché gli era stato ordinato, o perché c'era qualcuno da difendere.
Stavolta combatteva per sé stesso.
Solo per lui.
"Bahamut!"
L'attacco devastante del guardian force diede il tempo al ragazzo di correre a recuperare il suo gunblade. Ma la presa sull'elsa non era molto salda e l'agilità nel movimento era scarsa, costretto a combattere con la sola mano destra. Squall si prese un momento per fissare Yuna, ancora a terra con il capo chino e i pugni serrati all'inverosimile. Poi, un'occhiata a Rinoa, un cenno e un debole sorriso per tranquillizzarla, prima di gettarsi correndo contro Sharley, ancora scosso per l'attacco di Bahamut, ma comunque troppo vivo per uno che ha incontrato di persona quel G.F..
Il rapido affondo di Squall riuscì a ferire il suo avversario, che rimase a fissarlo con uno sguardo sconvolto, prima di liberare una risata sguaiata. Con una sola mano e il perenne sorriso stampato sulle labbra, Sharley estrasse la lama della Lionheart dal suo stesso corpo, senza lasciarla neppure quando Squall cominciò a dimenarsi per riuscire a liberare l'arma dalla presa ferrea dell'altro. Delle scintille illuminarono il volto sadico del demone, per poi attraversare in un attimo la lama adamantina del gunblade, arrivando a colpire Squall, che cadde a terra in un tonfo secco, quando la magia fu finita. Di nuovo, Sharley si sbarazzò della Lionheart, scagliandola lontano da loro, a pochi passi da Rinoa e da Yuna.
Squall era distrutto, allo stremo delle forze. Non era neppure in grado di trovare la forza per lanciare una magia di recupero e gli oggetti...dove diamine aveva lasciato gli oggetti?
Era finita.
Per una volta che affrontava una sua battaglia, Squall Leonhart, l'eroe che aveva salvato il mondo dalla follia della strega Artemisia, non era riuscito a sconfiggere qualcuno per sé stesso.
Per orgoglio.
Per giustizia.
Per vendetta.
E ora? Che sarebbe successo? Qualcuno lo avrebbe salvato? I suoi amici avrebbero rischiato la vita per lui e si sarebbero immischiati in quella nuova battaglia, cadendo uno dopo l'altro nel tentativo di proteggere lui?
"Perché, perché?"
Squall sapeva esattamente che quegli scemi si sarebbero fatti ammazzare tutti pur di non vederlo morire.
"...Non voglio..."
Lo sguardo guizzò d'istinto ai suoi amici e poi a Rinoa, mentre un unico pensiero riusciva a farsi strada tra tanti altri: "Andate via! Presto!"
La lama gelida della spada di Sharley gli sfiorò il collo e un caldo rivolo di sangue accarezzò i suoi lineamenti forti, quando deglutì.
"Andatevene."
Squall chiuse gli occhi, espirando piano l'aria che aveva a fatica catturato solo un attimo prima.
Per la prima volta in vita sua, era certo che qualcuno avrebbe sofferto, se lui non ci fosse più stato.
Non era più solo...e la cosa non gli piaceva per niente.
Sharley alzò la spada, preparandosi all'affondo che avrebbe ucciso il SeeD, ma qualcosa di inaspettato lo fermò.
"No!"
Tutto avvenne nell'attimo in cui Squall riaprì gli occhi: il grido di rabbia di Yuna, alle spalle del demone; l'espressione di lui che si pietrificava in un istante; la lama della Lionheart, attraverso il suo corpo.
Yuna estrasse di nuovo il gunblade, allontanando con un calcio il corpo martoriato di Sharley.
"Mai più mi porterete via qualcuno che amo! Mai più! Ho già sofferto troppo a causa vostra...è arrivato il momento di chiudere questa storia!"
Le parole incerte di Yuna scossero tutti i presenti, perché cariche di tutto il dolore che la ragazza serbava nel cuore.
Con un gesto secco, il soldier conficcò la Lionheart a terra, congiungendo le mani e chiudendo gli occhi per qualche momento per raggiungere la concentrazione necessaria per poter sconfiggere il demone.
A un tratto si sentì pronta e riaprì gli occhi sullo scontro: Squall era ancora a terra, Sharley correva verso di lui. Yuna si parò davanti all'amico,
con l'espressione truce di chi non ha più voglia di perdere tempo.
"Ora basta!"  pensò, stendendo il braccio destro verso il demone, che si avvicinava sempre di più. "Assimila!"
Fu un attimo: Sharley cadde a terra privo di sensi, mentre un'invisibile aura malefica lasciava il suo corpo per raggiungere quello della ragazza, che cadde in ginocchio per lo sforzo che quell'unico gesto le aveva chiesto. Aveva i palmi aperti al suolo e il fiato grosso per la fatica di quello scontro. Il sudore le imperlava la fronte e la coscienza andava e veniva, del tutto inconsapevole di quello che stava succedendo attorno a lei. Non sentiva il frenetismo degli amici di Squall che si precipitavano da lui per capire come stava, non vedeva le lacrime di Rinoa nello stringersi a lui, quando il ragazzo era riuscito faticosamente a rimettersi seduto, non si rendeva neppure conto delle sue ferite. In quel momento, tutto ciò che poteva fare era lottare. Ancora. Lottare per la sua salvezza, per imporre la sua superiorità sull'anima del demone che aveva catturato, perché lui non prendesse il controllo del suo corpo e finisse il lavoro che aveva incominciato.

Non poteva permettergli di portare altro dolore, dopo tutto quello che aveva già sopportato.
Non poteva permettere che vincesse lui.
"Sta' indietro."  gli disse, neppure certa che lui la sentisse "Va' a fare compagnia al compagno che ti ha preceduto, infame! E lasciami in pace, finalmente..."
Pian piano tutta la fatica, il sudore, il dolore di quello scontro invisibile scomparvero, riportando Yuna alla realtà. Squall le stava davanti e la scuoteva per le spalle, tentando di riportarla indietro.
"Squall..."
Le sue ferite erano state curate, anche se il braccio gli faceva evidentemente ancora male.
"Sei un idiota!" gridò lei, colpendolo in pieno viso con un sonoro schiaffo.
"Non avresti dovuto farlo!"
L'espressione di Squall di quando chiedeva silenziosamente spiegazioni si dipinse sul suo viso, mentre si portava una mano sulla guancia colpita, confuso.
"Ti ha quasi ammazzato, Squall! Capisci? C'è mancato tanto così...tanto così perché tu...perché io..." Yuna si interruppe, non riuscendo più a trovare le parole "Non posso perdere anche te, Squall, non posso permettermelo...non lo sopporterei..."
Il ragazzo voltò un momento lo sguardo a cercare i suoi amici, sperando di incrociare quello di Rinoa. Lei lo fissava, sorridendo debolmente mentre annuiva lievemente. Squall ricambiò, senza neppure immaginare cosa quel piccolo, storto sorriso potesse rappresentare per lei.
"Yuna" Squall tornò a guardarla, sollevandole il volto con le dita per poter incontrare i suoi occhi chiari. "questo non succederà. Ricordi? Ti ho promesso che ci sarei sempre stato, se avessi avuto bisogno. E questo vuol dire che non morirò, perché non posso lasciarti. Sei la mia famiglia, Yu...come io sono la tua..."
"Oh, Squall!" Yuna gli si gettò addosso, stringendolo con quanta più forza aveva. Lui chiuse gli occhi, ricambiando con affetto quell'abbraccio, così caldo, così dolce, eppure così diverso da quello di Rinoa, solo qualche minuto prima. Era così bello il calore di qualcuno che lo stringeva e, ora che lo aveva provato, Squall sapeva di non poterselo più negare. "Grazie..." gli disse Yuna, in un sussurro appena percettibile contro il suo petto "...grazie..."






Mi state intristendo...basta, non posto più se non arrivo ad almeno tre recensioni su un capitolo. Ciao, a presto (spero)
   
 
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