Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Isotta    09/12/2010    10 recensioni
Una storia senza pretese. Visto che non so bene come riassumerla vi lascio un pezzetto della storia (che poi sarebbe il prologo)
Come aveva potuto il ragazzo più desiderato dell’università, arrivare a manomettere MSN a una ragazzina per leggere le sue conversazioni? Come aveva potuto quella ragazzina a legare a sé quel ragazzo con qualche spiegazione data a quella sfaticata di Rosalie?
Mistero totale.
E quando Alice, la sorella diciottenne, scoprì tutto presentò al fratello la sua migliore amica, Tanya.
La ragazza perfetta per lui. Carina, simpatica, intelligente, senza troppe pretese.
Peccato che Alice non aveva calcolato un piccolissimo, insignificante dettaglio: Tanya era la sorella di Bella.

Spero vi piaccia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Probabilmente più che arrabbiata, Bella si sentiva tradita, e molto.

Quello che aveva sempre considerato il suo fratellone aveva fatto qualcosa che non si sarebbe mai aspettata, ma la cosa che più la infastidiva era il non riuscire a capire il motivo per cui Edward l’aveva spiata.  

Si buttò sul letto gettando tutti i cuscini per terra con una forza tale che non aveva mai utilizzato fino ad allora, più che altro per sfogarsi.
Sbuffò sonoramente e tre pensieri presero forma nella sua mente:

evitare Edward come un appestato, ucciderlo e… Oh porca pupattola!

Bella sgranò gli occhi e si tirò su a sedere talmente forte che sbatté la testa contro l’armadio.

Solo ora si accorgeva di un piccolissimo dettaglio: lei aveva l’abitudine di mettersi il pigiama e di vestirsi in camera.

‘Fantastico’ pensò. ‘Può anche avermi visto nuda.’

Quante altre cose Edward aveva violato, quanti segreti che lei pensava al sicuro nella sua cameretta?

Ora l’idea di ucciderlo, in modo lento e doloroso magari buttandolo da una scogliera, la allettava sul serio.

Oppure l’avrebbe potuto dire a Charlie.

‘Naaaaaaah.’

L’avrebbe potuto dire a Tanya, ma se avessero litigato? Non voleva essere la causa del crollo di una coppietta, all’apparenza, così felice.

Ma come diamine avrebbe fatto a far finta di niente?

Sbuffò e, guardando in modo diffidente la webcam, prese il pigiama e andò in bagno a cambiarsi, stando attenta a non inciampare in Oscar che ora sembrava più a una palla di pelo e ciccia ambulante che a un gatto.

Sospirando e arruffandosi i capelli, si sdraiò sotto le coperte, cercando di snebbiarsi il cervello.

Probabilmente avrebbe impiegato tutta la notte a fissare il soffitto chiedendosi cosa fare se un rumore, una specie di ronzio metallico, non avesse attirato la sua attenzione.

Un’inquietante lucetta rossa brillava dalla web, quasi a prendersi gioco di lei.

Sorrise in modo sinistro, anche se al buio lui non poteva vederla, e con rabbia prese quel congegno diabolico per poi buttarlo con violenza in un cassetto della scrivania.

Prese il giubbotto più pesante che aveva e lo indossò sopra il pigiama.

Era arrivato il momento di mettere finalmente le cose in chiaro.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Edward guardava con un che di disperato il monitor del suo computer, nero, per qualcosa tipo quaranta secondi prima che il suo cervellino, poverino si era evidentemente rimpicciolito negli ultimi tempi per ritrovarsi in una situazione del genere, realizzasse pienamente l’accaduto.

Allora Alice gliel’aveva detto veramente.

Rimase allibito ed ebbe l’istinto, insensato, di chiamare la sorella per urlarle contro.

Non aveva la più pallida idea di cosa sarebbe successo.

Anche con Tanya, un punto oscuro.

Oddio.

Se Bella avesse raccontato tutto a Tanya, lei ovviamente l’avrebbe lasciato.

La cosa sconvolgente era proprio che non gli faceva né caldo né freddo.
Altra cosa sconvolgente: se Tanya l’avrebbe lasciato non avrebbe più saputo niente di Bella.

Oddio.

Si alzò di scatto dalla sedia e iniziò a girare in tondo, come se avesse troppa energia in corpo e dovesse scaricarla.

Il che, più o meno, era vero.

Era talmente agitato che sussultò in modo esagerato quando sentì un bussare delicato, ma anche terribilmente e spaventosamente determinato, alla porta di casa.

Edward corse svogliatamente alla porta, talmente preoccupato da non rendersi conto dell’orario insolito per una visita.

“Avanti.” Disse bruscamente aprendo la porta senza neanche guardare il nuovo arrivato.

“Ti vado a chiamare mamma.” Disse, ricordandosi nel momento istante in cui pronunciò la frase che i suoi genitori erano fuori a cena e che Rosalie era a dormire da Jessica.

“Sarebbe carino se tu fossi un tantino più gentile, sai com’è penso di meritarmelo.”

La voce che aveva parlato era tanto irritata da essere quasi stridula. “E comunque non sono qui per Esme.” Aggiunse addolcendo la voce nel dire quel nome, che suonò con una nota di affetto tangibile.

Edward deglutì. “Rosalie non c’è.” Azzardò mentre Bella si levava il cappotto e si sedeva sul divano con tutta l’aria di voler piantar radici lì.
La ragazzina prese un respiro per trattenersi dall’urlare. Urlare era incivile, incendiava solamente gli animi e portava a conseguenze più serie.
L’unica volta in vita sua che aveva urlato era stato durante il litigio con Tanya e l’esperienza le era bastata.
E poi non sarebbe stata la stessa picchiarsi con Edward.
Quindi si limitò a gettarli un’occhiata sarcastica. “Lo so.”
“Allora cosa…” iniziò Edward, facendo la parte del finto tondo.
“Risparmia il fiato, Cullen”
Edward batté le palpebre. Cullen?
Scese un silenzio piuttosto pesante, anche perché entrambi erano impegnati in due battaglie interiori estenuanti: Edward cercava una via d’uscita in quella situazione, Bella cercava di trovare qualcosa da dire visto che ora, improvvisamente, aveva perso l’ispirazione.
Visto che continuava a non trovare le parole, e visto anche che si sentiva una stupida a non parlare, si decise a guardare Edward e a dire, tanto per metterlo in difficoltà, “Beh?”.
  Il suo sguardo parlò per lui e lei sbuffò. “Ti facevo più intelligente, a quanto pare studiare non aumenta la capacità di ragionamento di alcuni individui particolarmente arretrati nella scala evolutiva.” Fece un gesto vago con la mano, soddisfatta di essere riuscita a cambiare la situazione in modo così spontaneo. “Lasciando da parte però i tuoi problemi intellettivi, non pensi di dovermi qualche spiegazione?”
Edward non rispose.
Un po’ perché in quel preciso istante si stava sentendo per la prima volta in colpa, forse perché per la prima volta aveva realmente realizzato cosa aveva fatto, un po’ per come gli appariva Bella, magari alla sua Bella sarebbe riuscito a parlare, Edward non trovava assolutamente niente da dire, né per incolparsi né per scagionarsi.
Bella sbuffò. “Andiamo dritti al dunque: mi hai spiata?”

Edward annuì, lentamente.

Perché?” chiese facendosi quasi supplichevole, per poi tornare a essere dura come il marmo.

“Cosa speravi di ottenere?”

Dopo un attimo di silenzio, Edward disse, senza quasi neanche accorgersene, “Ti è piaciuto Piccole donne?” ma non suonava come una domanda.

Piccole donne glielo aveva regalato per Natale. Aveva sempre immaginato Bella che leggeva un libro della Alcott.
Erano a casa Swan e, dopo averlo scartato guardato e rimirato più volte, Bella gli aveva buttato le braccia al collo. “Grazie!” e, per ringraziarlo davvero, si era avvicinata per scoccargli un bacio sulla guancia.
Ma lui, che stava parlando con Charlie, si era girato e ci era mancato davvero poco che quel piccolo segno d’affetto diventasse un VERO bacio.

Bella strinse le palpebre, sospettosa. “E questo cosa c’entra?”
Edward distolse lo sguardo. “Sorridevi di continuo mentre lo leggevi.”

Il silenzio tornò indesiderato. Quanti segreti Edward aveva violato, segreti che lei pensava al sicuro nella sua cameretta?

“Aly mi ha esposto una sua teoria.” Disse a un certo punto Bella in tono dolce.

“Aly? Ora è diventata Aly?

Bella lo fissò. “Lei mi ha detto la verità.”

Ansioso di portare la conversazione su terreni meno accidentati, Edward domandò “Quale teoria?”

Bella non lo guardava mentre rispose. “Una sciocchezza, quella ragazza vede troppi film. Sostiene perfino che non sei un maniaco deficiente, pensa un po’. Lei dice che tu mi ami. Assurdo, vero?”

“Già, proprio assurdo.” Sussurrò in risposta con un filo di voce.

“E dimmi un po’,” Bella prese a guardarlo in faccia, “perché mi hai spiata allora?”

“Non lo so.”

“Ma come non lo sai?”

“Volevo averti sempre sotto controllo.”

“Perché?”

Bella sospirò e si passò una mano fra i capelli. “Alice, per amor di precisione, ha detto che il tuo non è amore, ma un interesse morboso.”

“Io voglio averti sempre accanto, se è questo che intendi. Ma non voglio nient’altro, niente di… fisico o altro. E io non ti amo” Edward alzò gli occhi al cielo. “Semplicemente, Alice e Evy si fanno i filmini mentali. Io ti voglio solo tanto bene.”

Bella lo guardò arrabbiata. “Le persone non si spiano perché si vuole loro bene.”

“Neanche le persone amate vengono spiate.” Rispose quieto Edward.

Lei scosse la testa e i capelli le nascosero il viso.
“Zitto.” Sibilò Bella.
“Io ti sto solo rispondendo.”

Bella grugnì qualcosa e prese a trarre respiri profondi per calmarsi. “Tu dici che mi vuoi bene. Ma non ti vergogni?”

“Vergognarmi?”
“Visto?! Ti comporti come se non sapessi che cosa hai fatto! Non ti rendi conto che mi hai violata? Sarebbe stata la stessa identica cosa se mi avresti stuprata!”
“Non esagerare, ora..”

“Non esagerare? Ma lo sai che potresti davvero avermi stuprata, anche se indirettamente? Lo sai, vero, che io spesso sto nuda in camera? E tu mi dici di non esagerare!”
“Io non avrei mai..”

“L’hai fatto invece!” Bella si fermò per riprendere fiato. Le mancava l’aria come se avesse urlato, invece aveva mantenuto il suo proposito.
Stava parlando con il tono di una persona civile.

“Ma no, io..”

“E il bello lo sia qual è? Ogni giorno mi incontravi per strada, a casa, a scuola da qualche parte e mi parlavi come se non stessi facendo niente!
Come facevi a guardarmi in faccia sapendo che appena ti giravo le spalle facevi quel che facevi?”

Edward la lasciò sfogare, senza sprecare più il fiato. “E anche ora, non sembri minimamente in colpa. Ma che razza di persona sei?!”

Edward ricordò quello che gli aveva detto Alice. Saprà dimenticare.

Aggrappandosi a queste parole, Edward mormorò. “Spero che mi perdonerai.”

“Io invece spero solo di dimenticarti, cancellarti, annientarti. E questo fatto sarà molto facilitato dalla mia partenza. Fra un mese parto e non ci rivedremo più.”

Si mise il giubbotto. “Addio Edward.”

E filò via, lasciando Edward piantato nel soggiorno come un giunco. “Addio.” Mormorò prima di lasciarsi cadere sul divano con aria molto stanca.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Era arrivato il momento.
Bella si sentiva tutto un fremito, e non faceva altro che svolazzare di qua e di là, cercando di calmarsi.

Stava per andarsene. Fra tre ore partiva un aereo dall’aeroporto di Port Angeles, avrebbe fatto scalo a New York, Madrid, Parigi e poi a Firenze, dove sarebbe stata dai suoi zii fino agli ultimi giorni di Agosto.
Poi avrebbe preso un treno per andare a Milano, dove c’era la scuola e il collegio.
A metà Settembre sarebbe iniziata la scuola, ma loro dovevano essere lì il primo.

E sarebbe iniziata una nuova vita.
Bella era spaventata ed eccitata allo stesso momento.

Non vedeva l’ora di misurarsi con quella nuova prova, ma dall’altra parte… aveva paura.

Si sarebbe trovata bene in quel mondo estraneo? Lontana da famiglia e amici?

Bella scosse amabilmente la testa. “Bella, ti vuoi muovere? Non vorrai perdere l’aereo!” urlò Tanya mentre passava davanti alla porta aperta della cameretta di Bella, con uno scatolone fra le braccia.

Bella, tanto per sottolineare che non sarebbe tornata prima di un paio d’anni, non stava lasciando niente e aveva messo tutto in alcuni scatoloni: i suoi amati libri, i suoi vestiti, il suo PC, i suoi film, perfino i suoi peluche.
E poco importava se per quelli l’avrebbero presa in giro a vita.
L’unica cosa che non poteva portare con sé era Oscar, la palla di pelo che si stava amorevolmente strusciando sulle sue gambe facendo le fusa.

Con un sospiro, Bella si chinò a prendere la bestiola in braccio.

Oscar sarebbe stata una delle cose che le sarebbero mancate di più.

Era esattamente al terzo posto, dopo Tanya e Rosalie.

Iniziò a scendere lentamente le scale, presa all’improvviso da una sorta di riluttanza ad andarsene.
Aveva portato il conto alla rovescia per mesi, e ora non voleva andarsene.

Concentrò il suo pensiero su Laila.

Avrebbe ritrovato la cugina, per il momento. Il grande sconvolgimento sarebbe arrivato solo dopo mesi.

Diede un’ultima grattatina dietro le orecchie ad Oscar, lo posò e salì in macchina.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

 

Si erano salutati con un abbraccio. Anche Edward.
Ma con lui non era stato un gesto sincero, ma un modo per metter a tacere gli altri.
E ora Tanya ed Edward erano rimasti a guardare il punto dove l’aereo era scomparso.
Non si tenevano la mano e sembrava che quel distaccamento fisico si proiettasse sulle loro menti: si sentivano distanti come mai prima d’ora.
Ma in fondo erano anche molto vicini, visto che entrambi stavano cercando parole gentili per dire all’altro la stessa identica cosa.

Fu Tanya la prima a parlare.

“Edward.” Teneva gli occhi fissi al cielo. “Edward, mi sa che dobbiamo darci un taglio.”

Edward fece un sorrisino, ma per il resto restò imperscrutabile.

“A noi, intendo.” Tanya stava diventando sempre più imbarazzata. “Sai com’è, è da tempo che..” si fermò. “Insomma..”

Edward decise di venirle in aiuto. “Tanya, calmati. E’ evidente che fra noi è finita.”

Si guardarono e sorrisero. “In modo spettacolare, direi” aggiunse Tanya.

Edward ridacchiò, mentre l’attirò a sé in un abbraccio delicato.

“Amici?”

“Amici.”

 

 

 Come promesso... ECCOLO!!!! Se finalmente vedete questo post (Alleluja!) dovete ringraziare l'associazione trasporti c*******a (non voglio fare cattiva pubblicità)!
Ci ha fatto tornare da Napoli con i finestrini chiusi (ma perché nei bus non si possono mai aprire?) e con i riscaldamenti accesi!! Faceva un caldo dell'anima!!! E ovviamente ci siamo spogliati il più possibile (con i ragazzi chi in canottiera chi innudi xD). Quando siamo scesi faceva il freddo del polo nord e zac!
Mi son beccata l'influenza =(=(.

Quindi, non andando a scuola, ho avuto il tempo di scrivere.

Adesso però sono molto triste... il mio micio è scomparso da due ore!!!!

DOVE SEI OSCAR???????? ç___ç ç____ç ç____ç

E non posso neanche uscire a cercarlo....

Ora però passando alla storia: è finita, Osanna!

Visto che il voto umanime ha votato SI al sequel, ebbene ci sarà. Ma non so dirvi quando. Mi voglio anticiparmi prima i capitoli, per non ricascare nella situazione di questi ultimi due.

Facendo un paio di conti non direi di riuscire a postarlo prima dell'anno nuovo, ad esser proprio ottimisti xDxD

Ora, bando alle ciance: sbizzarritevi, giudicate il capitolo e la storia in generale (ora voglio soprattutto critiche).

Il mio voto personale per la storia? Seguendo lo schema di anobii dove 1 è schifoso e 5 bellissimo?

Mah, 3 (così così).

Questa è l'ultima volta che seguo trame che non stanno né in cielo né in terra U.U

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Isotta