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Autore: Cinderella In Love    10/12/2010    3 recensioni
Tutto al contrario. Il fattore scatenante è una mutazione minima dalla versione originale:
Quello di Stefania non è un falso allarme: nascono le gemelle e...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV

 

 

E’ questione di sguardi.

 

 

Sette e mezza di mattina e… un maledetto telefono di troppo.

«Pronto…» balbettò Monica, afferrando con gli occhi semi chiusi il telefono, poggiato sul comodino.

«Monica, stavi dormendo, suvvia che disastro?! A quest’ora ancora dormi?!» la bacchettò pungente la voce di Lea dall’altra parte del cavo.

«Mmm… Lea, hai la faccia tosta di farmi la paternale anche alle sette e mezzo del mattino e, per giunta, al telefono!?» continuò ancora addormentata Monica, tirandosi su dal cuscino.

«No, ti dovrei dire una cosa, se solo avessi la cortesia di non interrompermi continuamente, certo…» continuò austera la voce di Lea.

«Ma non ne possiamo parlare tra un’oretta davanti a un bel cappuccino fumante e mezza dozzina di brioches?!»- borbottò con apparente enfasi Monica, accorgendosi poco dopo di essere ricaduta in un senso di nausea inimmaginabile- «Oddio, ho detto brioches!»

«No, comunque, nonostante le tue nausee,… ti ricordi del lavoro a Londra di cui ti avevo parlato?» cambiò rapidamente discorso l’altra.

«Certo, sì, sì, certo che mi ricordo!» rispose, facendo mente locale.

«Bene, mi hanno chiamata ieri per la conferma e… ho accettato.» concluse secca.

«No, ma come?!» si stupì Monica, presa alla sprovvista.

«Lo sai, Monica. Te l’ho già detto la scorsa volta, sono convinta, nonostante tutto.» ribadì fredda.

«Sai quanto mi dispiaccia non averti più, ma non posso tarparti le ali, quindi…» si arrese una Monica comprensiva.

«Quindi?» domandò per invogliarla a terminare la frase.

«Quindi… Non posso che essere felice per te… Però ne parliamo ancora bene in redazione!» la minacciò scherzosamente Monica, ridendo a seguito.

«Sì, certo! Però, vorrei che alle ragazze lo dicessi tu… Non saprei da come cominciare.» cercò di risultare distaccata la bionda.

«Paura di commuoverti, eh?!» intervenne l’altra con cinismo.

«Ma figurati! Non sono di certo la tipa da sentimentalismi io!!» si mise sulla difensiva, rivendicando la sua freddezza.

«Mmm… sì! Donna senza sentimentalismi, ti lascio perché mi è venuta una voglia irrefrenabile di cioccolato e… la Nutella dalla cucina mi sta proprio chiamando: scappo!» attaccò.

 

~

 

«Su, entra: che aspetti!!» lo spronò Michele, entrando in casa.

«Sì, ma tu sei sicuro che non ti disturbo, poi tu hai anche…» farfugliò l’uccellaro impacciato.

«Convivo con una donna, mica con una femmina di tigre…!»- iniziò, cogliendo lo sguardo di dissenso del povero Paolo, si corresse- «Se, va beh… Insomma, il concetto era quello!»

«Ecco!» continuò Paolo, fingendosi serio.

«E poi, ho anche la vaga impressione di non andare così a genio a Monica…» confidò Adriano.

«Ma figurati! E’ normale: Monica è così con tutti!» rispose Michele.

«Sì… fidati! Con lui agli inizi è stato anche peggio: ti ha già raccontato di quando gli ha distrutto il ristorante a mani nude? Ancora rido…» esordì Paolo, scoppiando a ridere.

«Ah-ah-ah, divertentissimo proprio, eh?!»- fece una smorfia all’amico-«Va beh… comunque è normale!»- continuò poco convinto.

«Senti, non è che posso chiederti una cosa?» chiese impacciato, fissando la sua camera ancora vuota.

«Spara!» lo esortò Michele.

«Posso appendere al muro i miei poster sulla campagna per la salvaguardia dell’aquila reale? Non riesco a dormire senza…»

«Perché?! Conti le piume per prendere sonno?» si mise a ridere Paolo, pensando di fare ironia.

«Ma no, per i sensi di colpa: lo sanno tutti che lo sterminio delle aquile è uno degli eventi che stanno lacerando il pianeta negli ultimi anni, no?» si pose retoricamente, scorgendo gli sguardi accigliati degli altri.

 

~

 

«Cristina, vieni subito qui!» ordinò  un guardingo, ma pur sempre improbabile, Emanuele.

«E che palle, però! Che è?! Devo mettermi ad annà come ‘na lumaca per nun fa’ sfigurà te, ‘on lo so!» sbuffò Cristina, arrestando il passo.

«Tranquilla, neanche io ci tengo ad essere associato ripetutamente a una scaricatrice di porto che non è in grado di dividere il piano dialettale da quello dell’italiano corrente, però…» tentò di giustificarsi,  temporeggiando.

«Però ti ho capito a te: va bene che mi ritieni ‘na capra, ma io in  ‘ste cose ci prendo, ‘o sai!» annunciò entusiasta.

«E qual è la tua teoria, su illuminami!» la sfidò lui, diffidente.

«Ma è ovvio, no?! Ti sei preso ‘na randellata tra capo e collo pe’ quell’altra psicopatetica della sapientona che viene in classe nostra, no?!» disse tutto d’un fiato, con un sorrisone finale.

«Ma che scemenze vai dicendo?! Non hai alcuna argomentazione per confutare questa tesi, per Giove!» si infervorò lui.

«Che è ti sei messo a esse pure politetistico? E, poi, vuoi mette?! Io de prove ne ho una sola, ma imbattibile proprio!»  lo puntò col dito lui.

«E quale sarebbe?» la interrogò lui, con fare sbruffone.

«Ma quella faccia da trota lessa che te ritrovi tutte le volte che entri ‘en classe, ‘a no?» disse con stampato in volto un sorrisetto malizioso.

«Non è vero, non è vero, non è vero!» strepitò lui, battendo i piedi a terra con foga.

«Ma perché te scaldi tanto? Se non è vero che hai d’arrabbiatte? Statte bono che io mica voglio esse quella che te fa venì n’infarto a diciassett’anni!» tentò di calmarlo Cristina.

«Ecco, vedi: se no mi prende un infarto! Non provare mai più a dire che mi piace quell’essere!» sbottò, chinandosi a prendere lo zaino che era caduto poco prima.

«Oh signore! Ma vi disdegnate fra de voi strambi e, poi, pretendete d’esse accettati dagl’altri: siete fuori come un terrazzo proprio!» lo lasciò impalato lei, continuando spedita verso l’entrata.

 

~

 

«Buongiorno a tutte!» esclamò con poco entusiasmo dalla sua parte Monica, entrando in redazione, trascinando i piedi.

«Oh, buongiorno! Come stai? Tutto bene?» domandò Rosa con una grossa pila di scartoffie in mano.

«Mi sembra di essere passata sotto un tram in ritardo!» annunciò l’altra, lasciandosi cadere sulla sedia della scrivania di Maya, che non era ancora arrivata.

«E in ritardo non è solo quello, no?» sottolineò Lea, con sorrisetto malizioso.

«Scherza pure, non sei mai stata incinta te! Io sì, che la capisco!» la difese Rosa, gettando con un tonfo la pila di carta sulla propria scrivania.

«Ho vomitato anche l’anima da stamattina!» si lamentò Monica, tenendo il viso sulle mani.

«Comunque, ieri sera ho controllato il telefono: in segreteria, c’era una chiamata dalla direzione di Milano…» osservò Lea, cambiando discorso.

«Ossì, ci mancava solo questa!»- sbuffò irritata Monica, alzandosi senza voglia alcuna-«Vado a chiamare, vediamo cos’hanno da sbatacchiarci  le palle ‘sta volta!»

«Nervosa la tipa!» esordì Maya, appena entrata in redazione ed in preda a posare la giacca di jeans sullo schienale della poltroncina.

«Omoni, ormoni, ormoni a palla… Come la capisco!» continuò Rosa, immergendosi nuovamente tra le scartoffie.

Monica salì nel suo ufficietto, afferrò stancamente la cornetta e compose distrattamente il numero.

Dopo aver sbagliato almeno tre volte il numero, confuso con quello di un’erboristeria, di una vecchina novantenne interrotta nella visione dell’ennesima replica di Beautiful (che tra l’altro è sempre uguale ù__ù) e un’impresa di pompe funebri, il destino sembrò giocare a suo favore: il numero era finalmente quello giusto!

«Buongiorno, sì, sì, sì: sono io Monica Liverani. Mi hanno detto le mie colleghe che avete chiamato la redazione ieri e che avete chiesto di parlare con me, ci sono problemi?» disse tutto d’un fiato con tono vagamente infastidito.

«Signorina Liverani! Beh… sì, sì, lo sa: la signora De Angelis si trasferirà a Londra a breve e credo che sia giusto che qualcuno la sostituisca almeno fino al suo ritorno, non trova?» domandò la voce maschile profonda dall’altra parte del ricevitore.

«Ho forse alternative? Credo di no… Comunque di chi si tratterebbe?»  domandò Monica, dondolandosi sulla sedia.

«Beh… Intendiamo intraprendere una collaborazione con la rivista di Londra in cui trasferirà la sua collega… Per questo, occorre una persona competente che ho già individuato: arriverà in giornata! E spero vivamente che sarete capaci di accogliere questa new entry nel migliore dei modi…» esplicò esaurientemente.

«Eh beh… dipende! Non sarà mica un uomo!?»-si alterò al solo pensiero di quella spiacevole evenienza Monica - «Pronto, pronto…» attaccò con foga Monica, capendo che l’interlocutore, per paura di una sua crisi di femminismo acuto, aveva riattaccato.

 

~

 

Adriano vagava per le strade di Roma, come al solito, portando gli occhi al cielo, persi a scrutare ciò che ad altri sarebbe senza dubbio sfuggito.

Non badava minimamente ai suoi passi… Guardare il cielo consentiva di cogliere meraviglie più ammalianti, senza dubbio… Forse.

Rimase per dieci minuti buoni totalmente assorto nella voragine di pensieri che scandiva il ritmo del suo passare distratto. Attraversò un paio di viottoli, non sapendo dove si stava dirigendo precisamente, ma non gli importava neanche quello. D’altronde, non era abituato per una città tanto bramosa come Roma, non lo sarebbe mai stato.

Giusto un istante, il tempo necessario per voltare il capo e i suoi passi per svoltare e inondarsi in un altro vicolo che si svicolava sinuosamente davanti ai suoi occhi distratti e…

Boom!

 

Scontrò contro qualcosa, qualcuno… non capì esattamente cosa fosse, ma lo travolse con la forza di cui solo un uragano sarebbe stato capace.

«Scusami…»

Sentì pronunciare appena da una cadenza particolare, poi una mano fine gli porse gli occhiali.

Neanche il tempo di inforcarli nuovamente che il possessore di quella voce sembrò essersi dissolto in qualche mondo fantastico, altrove sicuramente.

 

Si rialzò, rimanendo sorpreso e un po’ attonito.

Ricordava solo una lunga chioma di capelli biondo cenere…

Tutto troppo confuso, come lui del resto…

Si guardò intorno per un po’, non scorgendo nulla che potesse riportare la sua memoria a quell’attimo così intenso…

Scosse le spalle e continuò il suo cammino disordinato, lasciando stare il cielo.

 

~

 

«Certo che anche tu però…! Perché non ci hai detto che andavi via nel giro di così poco tempo?» domandò Rosa, guardando sommessa l’amica in piedi, appoggiata alla scaletta di legno.

«Ma, in realtà,… non lo sapevo per certo neanche io fino a ieri… Solo che non sapevo come dirvelo ed è per questo che ho chiesto a Monica di…» lasciò in sospeso Lea.

«Sì, che poi adesso chissà chi arriverà al tuo posto!» sbuffò Maya, seduta cavalcioni alla scrivania di Rosa.

«Una ex professoressa di inglese, a quanto mi dice questa mail…» si infilò Monica, scendendo dal suo ufficio con un foglio di carta stampato in mano.

«Ma non c’è scritto nient’altro?» domandò curiosa e sorpresa nel contempo Rosa.

«Dev’essere davvero terribile, se non scrivono nulla…» suppose Maya con una smorfia.

«Solo un numero di telefono…» continuò Monica, scorrendo la mail.

«Bah… Io sono sempre stata ostile alle prof di inglese. Non so perché, ma me le sono sempre immaginate vecchie, brutte e inevitabilmente…» venne interrotta Rosa.

«Acide!» aggiunse Laura, fino ad allora silente nella sua postazione.

«Quindi… zitelle!!» si infilò Rosa.

«E magari  bigotte!» concluse l’accusa Maya, alzandosi in piedi di scatto.

«Della serie non tutti i mali vengono per nuocere! Brave, ottimismo a palla, vedo!» commentò Monica, inarcando il sopracciglio destro e facendo comparire sul suo volto chiaro un sorriso furbo.

«Vabbè, in quanto direttrice, mi tolgo questo sfizio: invitiamo questa mummia a venire allo scoperto!!»- annunciò trionfalmente, afferrando il cellulare e componendo il numero segnalato dalla mail il più rapidamente possibile.

 

~

Nel frattempo, una ragazza con un’indomata chioma di ricci rossi aspettava chissà cosa, seduta sotto un vecchio platano.

Si alzò di scatto, appena intravisto l’arrivo di Paolo a piedi.

«Oh, Giorgi: finalmente!» gli venne incontro lei, aggressiva.

«Sempre polemica vedo…» denotò Paolo, con fare serioso e vagamente indispettito.

«Sì beh ma fai pure… Io aspetto la pratica da giorni e tu non rispondi!» lo aggredì lei.

«Ho avuto problemi a casa!» motivò lui scocciato.

«Ah beh, chi non ne ha?» lo sfidò lei, sfrontatamente.

«La pratica è già avviata, direi che ho fatto il mio lavoro… no?» controbatté lui.

«Ah… scusa, pensavo che te ne fossi stato con le mani in mano, invece…» rispose con voce pacata, mostrando il suo profondo disagio.

«Invece no, come uno stupido mi sono mobilitato per te e questo è il risultato!» rispose amareggiato.

«Scusami, io sono fatta così… Stento a fidarmi degli altri.» si giustificò lei, abbassando gli occhi.

«Non me ne ero accorto, forse è per questo che vai d’accordo con la natura, no? Quella non parla!» continuò impassibile lui.

«Per me questo posto è tutto, lo vedi?» chiese, alzando gli occhi blu elettrici al cielo.

«In effetti, è molto bello!» confermò lui, guardandosi intorno.

«Già, mi ci dedico totalmente: tutto il mio tempo, tutte le mie energie… tutta me stessa.» lo guardò, sorridendo.

«Ci lavori sola?» domandò.

«Beh… per adesso, sì! Ma, sinceramente, spero di trovare presto un socio… Le cifre per mantenere un vivaio del genere sono insormontabili per me sola…» spiegò rassegnata.

«Immagino…»-cambiò discorso lui- «Ora, devo andare! Ti telefonerò non appena la pratica sarà conclusa per la firma del contratto, me ne occupo io…»

«Grazie Giorgi…» abbozzò un sorriso.

«E’ il mio lavoro…» concluse, andandosene di schiena, lasciandola inerte, intenta a scrutare la cadenza dei suoi passi decisi che lo riportavano sulla strada.

 

~

 

«Mmm… ma che ora ti ha detto per telefono? Io sto diventando curiosa!» sbuffò Maya, annoiata, rimanendo con le gambe accavallate che mettevano in mostra le calze a rete rosse sotto i pantaloncini bianchi.

«Eh… si fa desiderare: dovrebbe essere qui da almeno un quarto d’ora!» constatò Monica, guardando di sfuggita l’orologio sul suo polso.

«Sì, va beh… Ora, non siamo fiscali! Se fosse state così prevenute anche nei miei riguardi, cosa avrei dovuto fare?! Poverina… in fondo, mica la conosciamo e, poi- se non bastasse- un libro non si giudica mai dalla copertina!» intervenì in difesa Laura.

«Ma tu sei una di noi, che c’entra?!» concluse con tono d’ovvietà Maya, con un sorrisetto furbo.

 

Il campanello.

 

«Avanti…» disse, non scomponendosi affatto, Monica.

 

Allora, come in niente, sul parquet della redazione, scricchiolava una lieve camminata, di cui si facevano portavoce due paperine scarlatte, a terra.

Da quelle due caviglie sottili, cinte dalle scarpette rosse, sembravano disegnarsi due gambe sinuose, lunghe- nonostante l’assenza dei tacchi- fasciate da un paio di leggings neri lucidi, sotto una maglia rosa stile anni ‘80 che arrivava a coprire, a stento, metà coscia.

Sulle spalle, cadevano lunghi capelli biondi, tirati.

Il viso a cuore, vagamente abbronzato, si affinava con una passata di blush e una goccia di mascara per allungare gli occhi verso le sopracciglia chiare dipinte all’insù.

 

Quando si affacciò alla scala, sfoderando un sorriso radioso, esclamò un sonoro: «Buongiorno!»

Monica, Rosa, Maya e Laura rimasero pressoché immobili.

«Buongiorno, desidera?» domandò, stringendo la mano verso quella della donna che sembrava aver portato con sé, nel solo tempo della sua entrata in punta di piedi, un uragano.

«Ma come? Ci siamo parlate prima al telefono, non ricorda?»- domandò con un sorriso, porgendole a sua volta la mano.

«No!... Non può essere, lei è la ex professoressa d’inglese?» scosse la testa Monica per convincersi che quello che stava intuendo non poteva essere…

No! Non poteva affatto essere!...

«Yes, I’am. Nice to meet you.»- rispose radiosa lei, porgendo la mano alle altre, ancora allibite-«A parte gli scherzi, piacere: Antonella.»

 

 

 ***

 N/A

Credits:

-Ad A e L *.*  <3

Spazio autrice:

Oh, quanto ho sognato questo momento! 

Finalmenteee!!!! <3

Allora, spiego la mia euforia con l'entrata di questo personaggio (il primo di due) nuovo... adottato da me, dico 'adottato' perchè, ahimè, questa donna, proprio come quella che arriverà nei prossimi capitoli, esiste sul serio: in carne ed ossa!  xD

Le ho sotto gli occhi da un bel po' di tempo, ma... solo ora, ho capito che dovevano essere le mie muse ispiratrici, perchè le adoro troppo *.*

Due donne troppo fantasticose!! 

Comunque, mi scuso anticipatamente, per eventuali errorucci... nella foga di pubblicare non ho ricontrollato tutto...

Prometto che domani la correggo!! (:

In ogni caso, oltre a ringraziarvi infinitamente del supporto e delle varie critiche/ complimenti, vi mando un bacione: vi adoro!!

Nella speranza che continui a piacervi! 

Hìkì <3

   
 
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