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Autore: PrincesMonica    11/12/2010    12 recensioni
Sfogo post concerto nata da una canzone e da una depressione.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Stairway to Heaven

Autrice: PrincesMonica

Rating: per tutti

Disclaimer: Tutto quello che scrivo è di mia proprietà, tranne i 30 seconds to mars e Jared Leto che non conosco e mai conoscerò veramente. Non scrivo a scopo di lucro.


Note: FF nata dalla mia depressione post concerto e ascoltando l'incredibile canzone dei Led Zeppelin da cui prende il nome.




Yes, there are two paths you can go by, but in the long run
There's still time to change the road you're on.



Da quasi un anno mi ero ripromessa che avrei fatto almeno una data di concerto marziano da sola. Di norma giro sempre con le mie amiche, le migliori Echelon che avrei mai potuto trovare, ma ci sono alcuni momenti che sento la necessità di passare il tempo del concerto  in solitudine totale.

Sono nuovamente in Scozia, dove avevo deciso di non tornare dopo il freddo che avevo preso ad Aberdeen lo scorso dicembre, ma ho capitolato. Era l'unica meta dove non avrei trovato nessuno del mio gruppo e soprattutto facilmente raggiungibile. Avevo anche pensato a Stoccolma, ma i prezzi erano esorbitanti.

E' aprile: in Italia già giriamo con le magliette a maniche corte, qui, invece, fa ancora un freddo mica male.


Scrollo le spalle, come a volermi togliere di dosso questo gelo e l'immobilità che ho mantenuto per una buona mezz'ora, intenta a scrivere il resoconto della serata appena trascorsa. Un ottimo bottino: transenna, numero 2 sulla mano e parecchie soddisfazioni grazie a Shannon e Tim, dato che ero posizionata proprio sotto di loro. Anche Jared mi ha indicata un paio di volte: più facilmente avrà riconosciuto la bandiera che mi porto sempre appresso, quella della mia Divisione Friulana. Avrà gli incubi mi sa.

Guardo per l'ennesima volta lo schermo del mio cellulare: sono quasi le due di notte e l'unico che manca all'appello è ovviamente la nostra Divah.


Jared è sempre l'ultimo ad uscire, spera sempre che ci sia pochissima gente all'uscita e oggi sarà decisamente accontentato: siamo solo 7 persone. Tutte le altre Echelon sono andate a rintanarsi nella loro camera d'hotel, soddisfatte dalla gentilezza di Tomo che si è fermato con noi una mezz'ora a ricevere complimenti e regali. Anche Shannon è passato, ma è rimasto di meno rispetto al chitarrista. Il mio Badge firmato, però, è la prova che sono venuti tra noi e trovo che questo basti. Magari se mi fanno sapere se i cioccolatini che ho preparato per loro gli sono piaciuti, sarebbe ancora meglio, ma non chiediamo troppo.


Invece Jared ultimamente ama poco stare quifuori con noi. O forse è veramente troppo sotto pressione. E' il leader carismatico della Band, è quello sempre sotto i riflettori, l'idolo delle ragazzine arrapate e non. Insomma, è colui che catalizza tutto, nel bene e nel male. Quando le cose non funzionano, tutti se la prendono con lui, quando vanno bene lo esaltano. Credo che per un qualsiasi comune mortale debba essere una cosa veramente estenuante e considerando che il poveretto è in giro da quasi due anni senza mai fermarsi, la cosa deve essere ancora più difficile da gestire.

L'ho visto distrutto a fine Show: ero sul palco per K&Q, sventolando la bandiera italiana sotto lo sguardo divertito di Tomo e di alcuni addetti alla security, dato che ero una delle uniche a fregarsene altamente di far foto, ma mi limitavo a saltellare come una scema, e l'ho visto proprio prima che andasse nel backstage. Sul suo volto la stanchezza e la scintilla nel suo sguardo, quella che illumina i suoi occhi, spenta, morta, nascosta sotto la cenere di decine di date interminabili.

Mi ha fatto male.


È per questo motivo che sono qui, per vederlo da vicino, per capire se il “mio” Jared è ancora con noi.


Due e sette minuti: finalmente ecco gli urletti semi isterici un po' ibernati di alcune ragazze vicino alla porta.

È lui, non può essere altrimenti.


Con lentezza quasi esasperante metto in borsetta il quadernino e la penna che mi hanno tenuto compagnia per queste 3 ore post concerto e poi cerco di muovermi. Ho le gambe anchilosate, il culo piatto, la schiena mezza rotta, eppure sono felice di poterlo vedere, mi mancava.


Lo osservo da qui, ancora seduta con le gambe al petto, la sciarpa tirata su fino al naso e il cappello sulla testa.

Anche lui si è coperto il più possibile: il cappello di lana pesante gli copre i capelli tornati scuri e corti e le orecchie da Spock. La sciarpa nera si inabissa nel lungo cappotto grigio. I guanti colorati entrano nelle tasche: sta autografando! Sorrido emozionata e continuo a guardarlo da lontano. Voglio essere l'ultima.

Sorride alle ragazze che gli parlano e lo ringraziano per lo show, parla di qualcosa che non riesco a sentire, ma mi sembra rilassato. Gli occhi sono quasi dolci, eppure la maschera della stanchezza non lo abbandona proprio.

Fa qualche foto, ma si capisce che sono più di cortesia che per reale voglia di farle. Credo che non veda l'ora di salire su quel pullman e andarsene a dormire, o almeno a riposare visto la sua notoria insonnia.


Quando termina di passare in rassegna tutte le Echelon che sono lì e che continuano a fotografarlo e filmarlo, si volta verso di me: mi guarda sorpreso, come se non si aspettasse di vedere una ragazza accucciata a terra che lo fissa con interesse. Inclina la testa e io decido che è il momento di andare da lui, prima che se ne vada.

Pochi passi mi separano da Jared e quando sono lì a pochi centimetri dal suo corpo, gli passo il badge e il pennarello nero.

Ciao.", ho la voce che trema.

Ciao. Freddo?", mi fa tornandomi indietro il Badge firmato.

Parecchio, ma quando si tratta di voi è abbastanza naturale.", il mio inglese non è troppo fluente, ma lui mi capisce lo stesso e mi sorride. “Tieni, questi sono per te", Do anche a lui un sacchettino di cioccolatini fatti a mano da me. “Li ho fatti io.” gli dico per completezza di informazione.

Oh My Lord*, che buoni.” e rivedo per un piccolo, glorioso attimo, quella scintilla che da troppo mancava nel suo sguardo. E questo mi commuove come un'idiota. “Grazie",l'accento è pesantemente americano, ma sentirlo usare la mia lingua mi fa piacere, mi fa piacere che riconosca la fatica che ho fatto per venire a vederli fin quassù.

Fammi sapere se ti piacciono, o su Twitter o in Italia quando venite per il concerto.”

Ah, l'Italia... ci aspettiamo molto da voi. L'ultimo show a Bologna è stato eccezionale.”

E lo avrete. Gli italiani hanno parecchi difetti, ma di certo sono molto più calorosi di altri popoli. Spiace dirlo, ma il casino che facciamo noi non lo fa nessuno.", e ridiamo assieme.

È una sensazione stranissima, stare qui al freddo a parlare di sciocchezze. È come se ci si conoscesse da una vita, come se fossimo due amici.

E' vero e noi non possiamo che ringraziarvi per le emozioni che ci date ogni volta.”

Ho un'ultima cosa da chiedergli, poi potrò andarmene:;Posso chiederti una foto assieme o sei troppo stanco?”

Sono distrutto, ma una foto la possiamo fare.”

Mi guardo attorno e chiedo ad una ragazza se può immortalarmi il momento, poi torno da Jared che apre le braccia e mi accoglie vicino a sè, esattamente come la prima volta a Milano, davanti al suo hotel. I suoi occhi sono enormi, grigi ed insondabili, eppure mi guardano rilassati, come se sapesse che da me non arriva nessuna minaccia. Niente baci rubati, niente isteria adolescenziale, è una fiducia che quasi mi tocca il cuore, la stessa che mi dimostra quando si issa in transenna su The Kill ogni volta davanti a me, come se mi cercasse. Fantasie da pazzoidi lo so.

La sua mano mi stringe il fianco e mi attira ancora più vicino a lui. Senza esitare faccio lo stesso. Sono talmente appiccicata a lui che riesco a sentire il suo profumo da sotto la sciarpa e sa di uomo, niente di chimico, ma proprio di lui, della sua pelle con un semplice velo di bagnoschiuma. E il fatto che mi gira la testa è preoccupante. Le sue dita affusolate quasi mi artigliano il fianco e io vorrei veramente potergli dare quello che cerca, ma ho paura che non sarei la persona giusta. L'unica cosa che posso fare è fargli capire l'affetto che provo per lui come cantante del mio gruppo preferito e anche come uomo.

Mi appoggio su di lui completamente e vorrei che questo momento non finisse mai, ma il flash della mia digitale fa capire chiaramente che il momento magico è finito.

Ringrazio la ragazza e ringrazio Jared che sta rimettendosi i guanti, dato che ha capito che con noi ha terminato questa sera.

Grazie della foto.”

Grazie a te. È stato un vero piacere, sul serio.”

Credo di essere diventata rossa come un peperone e mi sono pure messa a balbettare qualcosa di incomprensibile.

Lui ride e il mondo si ferma.


E' una risata gioiosa, piena di brio, sembra quella di un bambino la mattina di Natale. È un qualcosa che non ho mai sentito se non in qualche intervista molto vecchia. Sembra tornato per un istante il Jared dei primi tempi, quando non doveva combattere con case discografiche o contro Echelon inviperiti e bimbeminkia esaltate. Vorrei piangere per la perfezione del momento, ma rovinerei il tutto.


Lo vedo salire sul pullman con al seguito la fedele Emma che ci lancia un'ultima occhiata poco simpatica, e io inizio a far mente locale che posso andare a dormire.

La stanchezza la sento addosso, è li che incombe su di me.


Torno vicino al muro dove mi ero accampata per vedere se non ho dimenticato niente. Chiudo gli occhi e sorrido: sono felice come raramente mi è capitato.


Poi sento un urletto isterico ibernato.


Apro gli occhi e sono lìseduta sul marciapiede, il blocco aperto e la penna caduta sull'asfalto.

Vedo Jared che esce portandosi dietro il trolley con fare stanco. Il volto tirato e pallido, i capelli scuri brillano sotto il lampione vicino al tourbus. Ci guarda quasi infastidito, o semplicemente triste di non reggersi quasi in piedi. E' ancora più magro visto da qui. Ragazzi è tardi.”

Lo sappiamo” risponde uno scozzese dai capelli rossi che sembra Ron di Harry Potter.

Siete stati stupendi, ma è tempo di andare a letto. I love you all**.", e se ne sale su.


Deglutisco a malapena: tutto un sogno.

Guardo il Badge e ci sono solo le firme di Shannon, Tomo e Tim. Idem per le fotografie.

Mi alzo dolorante e prendo il sacchetto dei cioccolatini che avevo fatto per lui. Guardo dentro il lunotto del Bus e lo vedo che sta sistemando il giubbotto e poi si volta. Mi guarda, capisce la mia delusione, ma scuote la testa. Mi avvicino senza paura e quando uno della Crew mi ferma alzo il sacchetto in modo che lo veda e lo lascio davanti alla ruota anteriore del pullman.

Non gli dico niente, ma quando il ragazzo fa per prenderli lo fermo.

Sono per Jared. Sono il regalo di una Echelon per lui. Se li vuole, se li venga a prendere. Diglielo, per piacere.”

E me ne vado senza controllare nulla.


Il mattino dopo il sacchetto è ancora sul marciapiede.


*E' la stessa frase che mi ha detto a Vienna quando gli portai la Torta al cioccolato

** ha detto più o meno la stessa cosa ad Aberdeen, in Scozia, quando una decina di echelon lo stavano aspettando a -20 gradi.

   
 
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