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Autore: _Pandora    13/12/2010    3 recensioni
-Elizabeth, ho una notizia favolosa da darti.-. Mia madre è in fibrillazione. La guardo con sospetto.
-Sapevi che i Johnson hanno venduto la loro casa, quella che si trova poco distante dalla nostra?-. Il suo sorriso è a trentadue denti. Mia madre sa essere inquietante.
-Sì madre, me lo avevate detto. E con questo?-. Mia madre prende un grosso respiro, è pronta ad una raffica di parole. Ho paura.
-Al loro posto sono arrivati gli Smith, e presto andremo a trovarli per accoglierli nel migliore dei modi. Ma non è tutto! Hanno un figlio di vent'anni, si chiama Daniel, e dicono sia davvero un bel giovanotto!-. Oh no, no no no. Ho capito già tutto, ma prima che io riesca ad aprire bocca, mia madre mi interrompe nuovamente. -Spero che tu sarai gentile e carina, signorinella! Le stagioni passano e occasioni come queste non si possono lasciar scappare. Sono anche molto ricchi!-. Ditemi che è un incubo, vi prego. La guardo sconsolata. Gentile e carina con un uomo? Io?
AVVISO: TORNERò AL PIù PRESTO, NON HO INTENZIONE DI ABBANDONARE QUESTA STORIA! VI RINGRAZIO PER L'AFFETTO, PROMETTO CHE VI SPIEGHERò TUTTO. NON STO MOLTO BENE DA PARECCHIO TEMPO, PERDONATEMI. UN BACIO, PANDORA
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiori di pesco
Un saluto a tutti voi che leggerete questa mia nuova storia. Ho deciso di mettere per iscritto alcune idee che da tempo frullavano nella mia testa, e spero che questo racconto vi possa piacere. Ho già in mente la linea di base che seguirò, ma non so quanti capitoli vi saranno. Non vi anticipo niente, vi lascio alla lettura di questa mia nuova avventura.
Pandora


1. Profumo di primavera




Sono sempre rimasta affascinata dallo sbocciare dei fiori di pesco in primavera. Forse perchè sono legati alla mia nascita, ma credo soprattutto perchè in questo periodo dell'anno la natura ricominci il suo ciclo vitale.
Camminando nei campi di mio padre, sento la terra umida del mattino solleticarmi i sensi. L'erbetta fresca e giovane è spuntata da poco, sento il suo profumo arrivarmi alle narici. La inspiro a pieni polmoni, è questo il profumo che voglio sentire. Muovendo la testa intorno a me, posso scorgere i diversi alberi in fiore. Mi sembra di trovarmi in un quadro, dipinto da un artista sapiente che è riuscito cogliere le diverse sfumature dei colori. Giallo, arancione, porpora. Il verde brillante delle chiome che mi sovrastano, facendo filtrare i raggi del sole fra le loro fronde. Posso udire il canto degli uccelli in amore, che omaggiano la rinascita della natura. E' stato un inverno difficile, i raccolti sono stati scarni e la mia famiglia è stata una delle poche a non cadere in rovina. Mia madre ringrazia Dio ogni giorno per averci aiutati, per esserci stato vicino. Io non so cosa pensare, non ho mai avuto una fede ferrea come la sua. Mi sono spesso ritrovata a riflettere su questo tema, ma non sono ancora riuscita a darmi una risposta.
Sono sdraiata sul prato, godendomi il calore del sole che mi bacia le guance. I miei capelli castani sono sciolti attorno al mio viso, e il leggero abito che indosso viene mosso dalla tenue brezza che proviene da Est. Alzo una gamba e la tengo tesa, perpendicolare al suolo. E' magra e bianca, troppo bianca. Come le mie braccia e il resto del mio corpo. Sono però molto sana, e questo è dato dal fatto che passo le giornate nei campi, correndo e stando all'aria aperta. Le mie guancie sono rosee e i miei occhi castani vivaci. Brillano, come afferma sempre mio padre quando mi vede tornare a casa.

Credo che abbia ragione mio fratello George, che ha vent'anni. Dice che se non metto su un pò di carne sulle cosce nessun uomo sarà attratto da me. Ma a me cosa importa? Non ho bisogno della compagnia di un uomo, sto bene così. Ho diciassette anni e non intendo certo sposarmi, come invece vorrebbe mia madre. Mi ripete sempre che a quest'età dovrei trovarmi un uomo, e che se non lo farò mi ritroverò sola per il resto della vita. Cosa che non mi spaventa. Insomma, a che cosa servono gli uomini? L'estate scorsa c'era un ragazzo, Henry, che mi faceva la corte. Mi veniva a trovare ogni giorno, sempre con dei fiori. Era davvero gentile, all'inizio, ma poi si è mostrato davvero per quello che era. Sento il sangue ribollirmi nelle vene se ci penso ancora, ma anche il riso salire verso le mie labbra. Eravamo distesi fra i campi di grano dietro la tenuta della mia famiglia, e stavamo ridendo come bambini. Ad un certo punto mi sono ritrovata le labbra di Henry sulle mie. Ero sorpresa, non sapevo cosa fare, ma quella sensazione non mi dispiaceva. Erano calde, invitanti. Mi lasciai baciare a lungo, mentre ad un certo punto sentii anche il corpo di Henry salire su di me. Era un ragazzo di diciannove anni, forte e muscoloso. Molto attraente, devo ammettere. Sentivo qualcosa di duro premere fra le mie cosce, e realizzai cosa fosse in poco tempo. Mi spaventai e cercai di sottrarmi a quella situazione, ma il suo peso me lo impediva. Intanto la sua bocca era passata sul mio seno e sentivo la sua lingua sulla mia pelle. Gli urlai di smettere, di lasciarmi andare, ma sembrava non sentire. Lo insultai, ma non demordeva. Ad un tratto riuscii a liberare una gamba e con tutta la forza che avevo, gli diedi una ginocchiata in mezzo alle gambe. Lo sentii urlare di dolore e accasciarsi al suolo. Mi sfuggì una risata, la situazione era alquanto divertente. Scappai subito dopo verso casa e mi chiusi nella mia camera, passando sotto gli occhi investigatori dei miei genitori. Da quel giorno non vidi più Henry, fortunatamente. E' per questo che non mi piacciono gli uomini. Vogliono solo arrivare alla virtù di una donna, per impadronirsene. Vivo benissimo senza di loro, ecco.

Mentre sono ancora qui a far vagare libera la mia mente, ritorno alla realtà perchè sento la lingua ruvida del mio cane sulla mia guancia. E' Argo, un pastore tedesco stupendo. Ha quattro anni ed è il mio migliore amico, mi accompagna ovunque. Gli accarezzo il pelo dolcemente, soffermandomi dietro alle morbide orecchie. So quanto gli piaccia, conosco tutto di lui. Spinge il muso contro il mio fianco e capisco che devo alzarmi per tornare a casa. E' ora di pranzare e anche il mio stomaco me lo fa capire. Mi tiro in piedi e mi avvio con Argo di fianco a me. Adoro sentire l'erba tenera sotto i miei piedi, mi sento in comunione con la terra. Volto lo sguardo un' ultima volta verso gli alberi di pesco, ammirandone i fiori. Fra qualche tempo i frutti matureranno e con loro arriverà l'estate.

Finito il pranzo, mio padre si avvia verso le camere per riposarsi dopo una giornata di lavoro. E' dovuto stare fuori tutta la mattina per seguire il lavoro dei suoi dipendenti. Mentre Marie, la domestica, si appresta a rimettere in ordine la cucina, mia madre mi fa cenno con un sorriso di seguirla nel salotto. Chissà cosa avrà da dirmi.

-Elizabeth, ho una notizia favolosa da darti.-. Mia madre è in fibrillazione. La guardo con sospetto.
-Sapevi che i Johnson hanno venduto la loro casa, quella che si trova poco distante dalla nostra?-. Il suo sorriso è a trentadue denti. Mia madre sa essere inquietante.
-Sì madre, me lo avevate detto. E con questo?-. Mia madre prende un grosso respiro, è pronta ad una raffica di parole. Ho paura.
-Al loro posto sono arrivati gli Smith, e presto andremo a trovarli per accoglierli nel migliore dei modi. Ma non è tutto! Hanno un figlio di vent'anni, si chiama Daniel, e dicono sia davvero un bel giovanotto!-. Oh no, no no no. Ho capito già tutto, ma prima che io riesca ad aprire bocca, mia madre mi interrompe nuovamente. -Spero che tu sarai gentile e carina, signorinella! Le stagioni passano e occasioni come queste non si possono lasciar scappare. Sono anche molto ricchi!-. Ditemi che è un incubo, vi prego. La guardo sconsolata. Gentile e carina con un uomo? Io?

Non conosco questo Daniel, ma so già che non mi piacerà. Io odio gli uomini. Tranne mio padre e mio fratello, sono tutti dei bambocci senza sostanza. Dopo aver promesso a mia madre di fare del mio meglio, cosa che invece non farò, mi ritiro nella mia stanza. Mi lascio cadere sul grande letto a baldacchino. Le lenzuola profumano di pulito, sono invitanti.  Ai piedi del letto sento Argo che rosicchia le gambe di legno del mio scendiletto. Se mia madre lo scopre, andrà su tutte le furie. Con un sorriso sulle labbra mi abbandono nelle braccia di Morfeo. Domani sarà un altro giorno, e credo che lo passerò nuovamente nei campi. Fuori, il sole è alto nel cielo e illumina tutto ciò che incontra nel suo cammino. La brezza si insinua fra gli alberi e spande il profumo dei loro fiori dappertutto. Adoro la primavera, mi fa sentire viva.






***





Spero che questa storia cominci a piacervi e che mi possiate far sapere che cosa ne pensate :) A presto,
Pandora
  
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