A/N: Grazie di cuore a Robigna88 <3
-Chapter 1-
Losing her
«Bella giornata, vero?»
Castiel si girò a guardare nella direzione dalla quale era venuta la domanda.
Una giovane donna si era seduta accanto a lui, sulla panchina di quel parco poco
frequentato dove lui era andato a raccogliere le idee.
«Sì, se per bella intendi una temperatura di circa sei gradi centigradi» replicò
guardando il cielo.
La donna lo fissò perplessa, poi scoppiò a ridere.
«Oh beh, anche a me piacerebbe essere sempre in primavera, ma l'inverno è
importante per l'umanità. Ne deduco che tu odi l'inverno.»
L'angelo scosse il capo e la guardò, osservandola meglio.
Lunghi capelli mossi di un castano caldo le ricadevano sulle spalle, creando un
contrasto incantevole col cappotto bianco che l'avvolgeva fino al mento.
Gli occhi di un verde scuro lo guardavano curiosi, mentre le labbra erano
piegate in un leggero sorriso che aveva fatto nascere due piccole fossette sulle
guance.
Castiel sentì lo stomaco contorcersi e non seppe spiegarsi il perchè.
«Io non odio nessuna stagione, sono tutte...belle, suppongo» affermò guardandola
come incantato.
Il sorriso di lei divenne più grande, aumentando la sensazione di costrizione
allo stomaco dell'altro.
«Hai ragione» convenne la giovane guardandosi intorno «tutte le stagioni sono
belle, ognuna a modo suo. Io sono Elena...» si presentò tendendogli la mano.
Cass guardò quella mano affusolata che gli veniva tesa e desiderò stringerla tra
le proprie.
«Castiel...il mio nome è Castiel» rispose prendendo la sua mano e stringendola
un po'.
Era fredda e istintivamente la coprì anche con l'altra, stringendola più forte.
Elena sembrò sorpresa da quel gesto, ma non spaventata.
Forse aveva sentito le vibrazioni che Cass emanava quando toccava un umano.
«Castiel» ripetè lei con un sorriso «è un nome particolare, ma molto bello.»
Per la prima volta nella sua vita, l'angelo Castiel sorrise.
«Non sono di queste parti» le spiegò vago. «Anche il tuo nome è molto
bello...come te» aggiunse senza pensarci.
La donna seduta accanto a lui arrossì, togliendo la mano dalle sue.
«G...grazie, sei gentile...» farfugliò, in imbarazzo.
«E' solo la verità, sei una delle creature umane più belle che io abbia mai
visto» continuò Castiel, fin troppo sincero ed estasiato dalla donna.
Elena, imbarazzata ma lusingata, rispose con un sorriso e si alzò dalla
panchina.
«Beh, devo dire che tu sei uno dei più.. gentili e...intraprendenti uomini che
io abbia mai incontrato. Ora devo andare...»
Cass si alzò di scatto. «Mi dispiace» le disse in tono triste.
Lei piegò un po' la testa e sorrise ancora, mostrandogli di nuovo le sue
fossette.
«Se è destino, ci incontreremo di nuovo» disse Elena sistemandosi meglio il
bavero del cappotto intorno al collo.
Castiel annuì serio. «Sì, farò in modo che lo sia» promise sicuro, facendola
ridacchiare.
Lo salutò e se ne andò, lasciandolo da solo a guardarla finchè non sparì dal suo
campo visivo.
Iniziò tutto così, un pomeriggio d'inverno di oltre un anno prima.
La incontrò per caso Elena, come se fosse piovuta dal cielo, come un regalo per
lui.
Si rividero il giorno dopo, o meglio Cass aveva fatto in modo di rivederla il
giorno dopo.
E quello dopo, e quello dopo ancora.
Lui rimase molto vago sulla sua vita, si inventò un cognome e disse di essere un
insegnante di letteratura.
Beh in realtà il cognome gliel'aveva trovato Dean mentre la professione era
un'idea di Sam.
Elena Fox aveva ventiquattro anni, un lavoro instabile come centralinista in un
call-center e un gatto di nome Bill.
Ed era bella, dolce e divertente.
Fecero l'amore dieci giorni dopo essersi conosciuti.
Lei non lo sapeva che per Castiel era la prima volta in tutti i suoi cinquemila
anni, e lui era terrorizzato di sbagliare, di fare una pessima figura o peggio,
di farle del male.
Ma non successe niente di tutto ciò.
L'amò con passione, perdendosi nel profumo della sua pelle, nella morbidezza
della sua carne, nel piacere che diedero a vicenda, diventando un unico corpo
caldo e fremente.
Mentre si univano anima e corpo, tra gemiti sommessi e caldi sospiri, si
dichiararono reciproco amore, raggiungendo insieme l'apice della felicità.
E dopo l'intenso, sconvolgente piacere provato, Castiel si addormentò tra le
braccia di Elena.
Sì, sentì il bisogno di dormire, era come se il loro sublime atto d'amore avesse
momentaneamente disattivato tutti i suoi poteri, le sue capacità, la sua
immortalità, facendolo diventare solo un uomo bisognoso di recuperare le forze
dopo aver amato come un disperato la propria donna.
Lei lo tenne stretto al seno per tutta la notte, addormentandosi poco dopo il
suo uomo mentre gli accarezzava i capelli, sorridendo del lieve solletico che il
suo respiro le faceva sulla pelle.
Era stato stupendo abbandonarsi alla passione umana e non era riuscito a
sentirsi in colpa.
Perchè amava quella donna e nell'amore non vedeva nulla di sbagliato o
peccaminoso.
La loro relazione proseguì tra giorni idilliaci e notti di fuoco.
Elena arrivò addirittura a licenziarsi dal lavoro, già di per sé insicuro, pur
di passare più tempo col suo fidanzato, come lo chiamò lei fin dai primi istanti
del loro amore.
Lunghe passeggiate in città o teneri pomeriggi al caldo, in casa di lei, visto
che proprio nella loro prima notte, era scesa la neve. Sotto lo sguardo geloso
del gatto Bill, naturalmente.
Forse era il troppo amore, sbocciato così violento, o forse il non voler
scoprire qualcosa che avrebbe potuto non piacerle, ma Elena non si chiese come
mai quel professore di letteratura non tenesse mai una lezione, né lo chiese mai
a lui.
Ma Castiel non si preoccupava di questo, ciò che lo tormentava era il suo vero,
grande segreto.
Era un angelo, prima o poi Elena l'avrebbe saputo e le sue reazioni non erano
prevedibili.
Ma fu il destino a mettersi in mezzo, decidendo come mettere le carte in tavola.
Un giorno Elena si ritrovò in grave pericolo, presa in mezzo ad uno scontro tra
demoni e cacciatori, e Castiel si vide costretto ad intervenire svelando la sua
vera natura.
Come?
Volando ovviamente.
La prese tra le braccia e la portò via in un soffio di vento.
E quando atterrarono, si vide costretto a dirle la verità.
«Sono un angelo» le disse, sperando di risultare abbastanza convincente.
Lei lo guardò in silenzio per diversi minuti, pallida e incredula.
«Sapevo che eri speciale» rispose dopo almeno dieci minuti di silenzio «ma non
pensavo fino a questo punto. Andrò all'inferno per aver fatto l'amore con te?»
Castiel le sorrise scuotendo il capo.
«No, non andrai all'inferno» le assicurò spostandole una ciocca di capelli dalla
fronte «ma se dovesse succedere, verrei a prenderti immediatamente.»
La giovane spalancò gli occhi.
«Potresti?»
«Sì, l'ho già fatto» rispose l'angelo «ho salvato un amico... vuoi che non mi
brucerei per te?»
Lo avrebbe fatto sul serio, si sarebbe buttato tra le fiamme dell'inferno con
tutto il proprio tramite, pur di salvarla, se mai per qualche ragione fosse
finita in quel posto orribile.
Inaspettatamente Elena prese piuttosto bene quella sconvolgente rivelazione,
perdonando le sue bugie dette a fin di bene e chiedendogli di parlarle della sua
vita, la sua vera vita, fin nei minimi particolari.
E lui lo fece, liberandosi finalmente dal peso di quella finzione che oscurava
il loro sentimento.
L'unico problema fu che lei, per un po', si vergognò di fare l'amore con
Castiel.
Ma il disagio durò non più di qualche giorno, per lasciare il posto alla loro
passione che poteva finalmente essere vissuta appieno, senza bugie o mezze
verità.
E dopo qualche mese, successe ciò
che avrebbero dovuto prevedere ma che nessuno dei due aveva messo in conto,
accecata dall'amore e dalla passione nemmeno lei si pose il problema.
Elena rimase incinta.
Quando glielo disse, Castiel la fissò a bocca aperta...e poi l'abbracciò
semplicemente.
Lei gli confidò di aver avuto paura della sua reazione, non sapeva come avrebbe
reagito un angelo alla notizia di stare per diventare padre.
Cass piegò il capo di lato, con quell'espressione seria e profonda che lei amava
tanto.
«Come avrei dovuto reagire? Angelo vuol dire messaggero, non idiota. Se sono
uomo per dormire con te, lo sono anche per prendermi cura di nostro figlio» le
disse, senza nascondere un certo orgoglio.
In realtà l'onda d'urto della notizia lo investì un po' più tardi, quando
realizzando che avrebbe messo al mondo una creatura unica nel suo genere, sentì
il bisogno di volarsene un po' per conto proprio.
Ebbe anche paura, a dire il vero.
Ma Castiel aveva coraggio da vendere e amore smisurato per la sua Elena e la
creatura che portava in grembo, dunque tornò da lei con l'intenzione di
prendersi cura della sua famiglia.
Quando lo disse ai Winchester, non avrebbe saputo dire se erano più scioccati o
più euforici e i ragazzi vollero a tutti i costi conoscere la futura mammina.
Cass in realtà non voleva farlo, oltre all'amore aveva scoperto la gelosia –
infatti Elena a volte lo chiamava Bill, come il suo gatto geloso – ma alla fine
la portò da loro e i ragazzi ne rimasero incantati.
Perchè Elena era stupenda, bella e dolce come nessuna delle donne che avevano
incontrato fino a quel momento.
L'angelo si sentì orgoglioso della sua donna ed immensamente felice all'idea di
avere un figlio da lei.
Anche in questo non riusciva a vedere il peccato, nonostante lui non fosse un
umano ma una creatura soprannaturale che occupava un corpo umano.
E avrebbe continuato ad esserlo.
Avrebbe potuto abbandonare la sua natura angelica per diventare umano e vivere e
invecchiare con Elena, ma decise di restare angelo, almeno finchè non fosse nato
il loro bambino. E aveva, o meglio avevano, deciso così perchè il figlio di
un'umana e di un angelo poteva far gola a qualcuno di non proprio amichevole, e
Castiel da umano avrebbe potuto fare ben poco.
Dunque rimase angelo, rimandando la sua decisione definitiva.
E la gravidanza proseguì senza grandi problemi, a parte i piccoli e ovvi fastidi
come nausea, sbalzi d'umore e fame improvvisa con voglie improbabili annesse.
Anche se questa era la parte più divertente, perchè non ci fu niente che Castiel
non poteva farle avere.
Un giorno la sua molto incinta compagna, dopo aver visto un programma in Tv,
ebbe voglia di un particolare dolce finlandese.
Senza scomporsi più di tanto, Cass prese semplicemente il cappotto di Elena e
glielo fece indossare, dopodichè le passò un braccio intorno alle spalle, le
poggiò una mano sul pancione e volarono in Finlandia per mangiare quel dolce che
tanto l'aveva colpita.
E di voglie così particolari, ne ebbe parecchie, tutte soddisfatte in pochi
minuti.
Perchè Castiel l'amava da impazzire e sentire l'energia proveniente dalla
creatura che stava crescendo nel suo grembo, gliela faceva amare ancora di più.
La loro bambina.
Sì perchè era una femminuccia, che si sarebbe chiamata Fiona.
Castiel nel sentirlo aggrottò la fronte, gli sembrava un nome... assurdo, ma ad
Elena piaceva dunque doveva farselo piacere anche lui.
«Amore... non per offenderti, ma non è che Castiel sia così strepitoso...» fece
notare ironica, mangiando del gelato alla fragola.
Lui si finse leggermente offeso, ma non gli riuscì granchè bene e finirono col
mangiare il gelato insieme.
Cass non aveva bisogno di mangiare, ma adorava farlo insieme a lei.
Tutto procedeva bene, la gravidanza avanzava senza problemi e loro erano felici.
Poi un giorno Castiel dovette assentarsi per gravi problemi ai piani alti, come
li definiva lui e Elena andò da sua madre per non restare da sola.
Restò via per una settimana, e quando tornò trovò Elena in ospedale.
Il terrore lo invase ma lei stessa lo rassicurò immediatamente.
«Sta tranquillo amore mio» gli disse amorevole, stringendogli le mani « va tutto
bene. Ho solo avuto un lieve malore ma niente di grave, stiamo tutte e due bene.
La senti?» e poggiò le mani di lui sul suo ventre rotondo.
Castiel ascoltò il cuore di sua figlia, batteva forte e regolare e si
tranquillizzò.
Si sdraiò accanto alla sua donna e l'abbracciò, chiedendole scusa per averla
lasciata sola.
Elena si rifugiò tra le sue braccia e pianse sommessamente, addormentandosi poco
dopo.
Due settimane dopo, una mattina di Ottobre, Elena iniziò ad avere le doglie.
Ma non era normale, poiché era ancora all'ottavo mese di gravidanza.
«Sì che è normale Cass» ribattè lei davanti alle perplessità del suo uomo «molti
bambini nascono prima del termine, non devi preoccuparti.»
Ma l'angelo era preoccupato eccome, perchè Elena stava male.
Dopo ore di sofferenze, fece avvicinare Cass e stringendogli forte le mani, gli
disse qualcosa di orribile.
«Promettimi... promettimi che non interverrai... che mi lascerai andare...»
mormorò a denti stretti.
Castiel la guardò senza capire.
«Che vuoi dire? Che significa?»
Elena stringe più forte le sue mani.
«Che morirò amore... morirò dopo aver dato alla luce la nostra bambina... e tu
non devi riportarmi indietro.. giuramelo!»
Lui sgranò gli occhi e scosse il capo.
«Non dire sciocchezze, non morirai affatto, perchè pensi una cosa del genere?»
le domandò scioccato.
Ma Elena era più che convinta di ciò che gli stava dicendo. Gli poggiò una mano
sul viso e si protese per baciarlo sulla bocca.
«Perdonami mio dolce angelo... ho dovuto fare...» disse tra le lacrime.
«Fare cosa? Per favore Elena, dimmi cosa sta succedendo!» urlò Castiel
prendendole
il viso tra le mani.
«Stavo male» iniziò lei guardandolo negli occhi «mi avevano detto che avrei
perso nostra figlia... è arrivato quest'uomo distinto che mi assicurò che
sarebbe stata bene...»
L'orrore di quanto gli stava dicendo lo investì, togliendogli il respiro.
«Hai fatto un patto? Elena, hai fatto un patto?» le chiese con veemenza,
scuotendola per le braccia.
«Sì!» ammise singhiozzando «ho fatto un patto con un demone per salvare la
nostra bambina! Perdonami Castiel... avevo paura di perderla... e l'ho fatto...
perdonami. Ma devi lasciarmi andare o il patto verrà spezzato...la nostra
piccola morirà... ti supplico Cass, non tentare di salvarmi!»
Castiel sentì la rabbia montargli fin dentro l'anima, come aveva potuto Elena
vendersi ad un demone? Perchè fare una cosa così stupida?
«Non dovevi...» sibilò con voce roca «non dovevi farlo... ora finirai
all'inferno... e non potrò salvarti... non dovevi farlo, dovevi aspettare me!»
«Non potevo aspettare!» si difese lei accorata, il viso ricoperto di sudore e
lacrime «potevo perderla da un momento all'altro, non avevo scelta!»
«Sì che avevi un'altra scelta, quella di vivere!»
«E nostra figlia, Cass? Che ne sarebbe stato di lei?»
Castiel scosse il capo, aveva gli occhi umidi di lacrime e il viso pallido e
contratto.
«Ne avremmo avuti altri... o non ne avremmo avuti mai... non mi importa... ma tu
dovevi restare con me...» le disse mentre alcune lacrime scorrevano veloci sulle
sue guance.
«No, non potevo farlo amore mio» rispose lei, piangendo «è nostra figlia,
capisci? Mia e tua... siamo noi due... il nostro amore, non potevo... preferisco
morire io piuttosto che saperla morta...»
«E a me non pensi? Che ne sarà di me? Sei l'unica donna che io abbia mai
amato... come farò senza di te? Non dovevi farlo...non puoi lasciami da solo...»
Cass poggiò la fronte sulle morbide mani del suo amore e si lasciò andare ad un
pianto disperato.
«Non posso salvarti... non posso sciogliere il tuo patto... perchè devo
perderti?» sussurrò bagnando le sue mani di calde lacrime di dolore.
Elena piangeva con lui, sentendosi in colpa, avendo paura... ma convinta di
quello che aveva fatto.
«Lo so... non fa niente amore mio. Prenditi cura della nostra bambina, dille che
la sua mamma... l'ha amata tanto e continuerò a farlo...» ma si fermò, perchè
all'inferno si dimentica cos'è l'amore.
Cass alzò la testa e la guardò negli occhi.
«Troverò un modo...»
«No Cass!»
«Sì invece!» continuò lui sicuro «ti riporterò indietro... fosse l'ultima cosa
che faccio! Ti giuro che ti riporterò indietro!»
«Ti prego, no! Nostra figlia...» lo pregò Elena.
«Non le accadrà nulla, te lo giuro... ma ti salverò amore mio... devo
salvarti...» le promise sicuro, baciandole le mani bagnate dalle sue stesse
lacrime.
Lei gli sorrise ma non disse nient'altro, sperando forse nelle sue promesse di
salvarla dalla dannazione eterna.
Ma sopratutto che proteggesse e amasse la creatura per la quale stava dando la
vita.
Un'ora dopo, Elena morì dando alla luce la piccola, stupenda Fiona, lasciando
Castiel nella più nera e profonda disperazione.
Cosa avrebbe fatto adesso, senza la sua Elena?