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Autore: Amerginverdistelle    14/12/2010    0 recensioni
Dire Marauders vuol dire HP, vuol dire fanfic, vuol dire fiumi e fiumi d'inchiostro versati e altrettante lacrime a seguirli.
Difficile cimentarsi con questo lato della saga di J.K. Rowling, ma offre talmente tanti spunti che la fantasia, una volta messa in moto, non si ferma più.
Non c'è solo tenerezza o begli eventi in quel che ho scritto. Anzi. Ma è così che ho percepito la storia dei quattro Malandrini e del loro intreccio con i personaggi di quella Hogwarts, e così ho cercato di raccontarla.
Sperando di condividere con voi il piacere che mi ha lasciato dentro scriverla.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Come poteva esser triste, quell'autunno ad Hogwarts?

Con quei colori incendiari a pitturare il Lago Nero, quell'erba ancora verde eppur già crocchiante di foglie cadute e profumo di torba ad ardere nei camini... perchè si affollavano, di fronte a tanta bellezza, nembi di grevi pensieri nell'animo di Sirius Black?

E soprattutto, pensò il giovane mago alzandosi indolentemente dalla panca di pietra che aveva accolto le sue afflitte peregrinazioni mentali, come si poteva essere giù di morale quando si aveva appuntamento con Lily Evans?

Il sentiero erboso scorreva lento sotto i suoi passi, i suoi occhi guardavano ovunque e da tutto sfuggivano. Sistemò la camicia dentro i pantaloni, evento storico dovuto più alla necessità di non perdere la bacchetta infilata nel retro della cinta che alla volontò di rendersi più presentabile. Alla fine, pensò il reietto della famiglia Black, anche se avese indossato frac e mantello ogni giorno agli occhi della sua famiglia sarebbe sempre stato repellente come un vagabondo Babbano addormentato nello sterco di drago. Da tempo non si doveva neanche più preoccupare di rimproveri o punizioni, c'erano solo silenzi rotti da occasionali ma sterili sfuriate di sua madre o del fantasma di nonna,

Eh, le donne; più gli erano vicino, più lo mettevano a disagio, sospirò sistemandosi l'amata sciarpa Gryffindor al collo e cercando di governare l'anarchia dei suoi capelli, probabilmente sconvolti dal ribollire sotto di loro, da quel cercare, rincorrere la comprensione della natura femminile e del suo incedere malgrado fosse tanto alieno e sfuggente.. ad esempio, si disse accellerando il passo, perchè Lily era nel giardino interno con la bacchetta in mano? Perchè il suo volto era rigato di lacrime e aveva la voce roca come se avesse urlato sino a quel momento, perchè Severus Snape si stava allontanando con bizzarre escrescenze fungiformi sul capo e soprattutto, che ci faceva James Potter dietro un Sortilegio Scudo che stava lentamente abbassando?

Maledizione, pensò Sirius. Maledizione a te, che se non fossi mio amico avrei chiuso in una botte di rovere mezza piena d'aceto e di noci verdi a riflettere in salamoia per un paio di mesi; maledizione a quella tua faccia tosta che ti fa credere di poter sempre fare il comodo tuo senza problemi o cura per chi viene coinvolto nelle tue giullarate, maledizione al tuo sorriso ed ai tuoi modi tanto arroganti quanto eleganti che ti fanno amare oppure odiare, senza compromessi.. e soprattutto maledizione a tutte le volte che mi hai mandato all'aria un appuntamente, si disse sfoderando un sorriso affettuoso e comprensivo, ignorando totalmente James e dirigendosi verso l'amica.

Sapeva già il copione che sarebbe seguito e non fu deluso nelle sue amare aspettative: riuscì a placare l'ira di Lily infuriata per l'ennesima bizzarra fattura scagliata da James contro Severus, ma l'unico tempo che passò con lei quel giorno fu la passeggiata fino all'ingresso dei dormitori femminili in torre Grifa.

- Non me la sento, Sirius. Perdonami, un'altro giorno ok? - Un bacio sulla guancia, affettuoso, nulla più. E il suo profilo che saliva rapido le scale.. no, si disse il giovane Black ritornando verso il giardino, non era quelli il modo in cui aveva immaginato di passare il pomeriggio: s'imponeva un energico chiarimento con James.

Mentre percorreva un corridoio , però, fu proprio la sagoma di quest'ultimo che vide stagliarsi sullo sfondo. A passo veloce, accompagnato da Remus Lupin, l'occhialuto e dinoccolato ragazzo si diresse verso Sirius, lo prese sottobraccio e gli sussurròall'orecchio: - Abbiamo appena aggiunto un nuovo passaggio segreto alle nostre conoscenze. Penso che la Testa di Porco abbia bisogno di una visita urgente, tutta questa attività magica mi ha messo sete. Tu che dici, Felpato? - concluse toccandocon la bacchetta il grugno di un cinghiale di pietra, che si spostò a svelare una fila di scalini che sprofondavano nell'oscurità.

- Ramoso, non fare il furbo. Questo pomeriggio avevo ben altro da fare e se non fosse stato per la tua ostinata ricerca di nuovi tormenti da sperimentare su Mocciosus ora mi starei godendo una compagnia ben migliore - sbottò Sirius seguendo gli amici nell'angusto passaggio che puzzava un pò di chiuso e molto di ratti. Ma a proposito di ratti... - Lunastorta, dov'è il nostro squittente amico? Dove avete lasciato Codaliscia? -

Alla luce della bacchetta il volto di Remus Lupin rimase col solito mezzo sorriso, mentre James fu molto esplicito: - L'assistenza a quella seppia scodinzolante non può essere fatta a tempo pieno, Sirius. E poi molto opportunamente oggi la McGranitt l'ha messo in punizione; comunque sia non saprà mai che si perde oggi - concluse proseguendo lungo il tortuoso budello di gallerie e passaggi.

Ecco, pensò Sirius, quella era una delle peculiarità di James che meno digeriva, quel talento innato a a superare problemi e quesiti con un sorriso e nulla più, ignorandoli sino a quando fossero diventati insormontabili, cosa questa che accadeva assai di rado e coincideva generalmente con le sanzioni che Albus Silente in persona elargiva loro per una delle tante malefatte goliardesche di cui si fregiavano come di medaglie al valore.

Alzando gli occhi, si accorse di aver seguito i suoi pensieri e non il cammino dei suoi compari; di fronte a lui un bivio, due gallerie identiche. Quale scegliere? Quale l'avrebbe riportato alla luce e quale sprofondato nelle tenebre? Decisamente un'azzeccata metafora..pensò sorridendo tra se è fissò il pavimento, cercando tracce del passaggio degli amici nella polvere.

Un paio di scarpe consunte entrarono nella pozza di luce della sua bacchetta, e il profilo aguzzo di Remus gli sussurrò: - Ti affidi al naso, Felpato? Vieni, e non stare troppo a rimuginare, è da un paio di giorni che James è fuori giri. Io gli avevo detto di evitare scherzi idioti oggi ma sai com'è con lui... è il migliore amico del mondo, quando e se si ricorda di te. - concluse avviandosi lungo uno dei tunnel. Un'eco di colpi attutiti diceva loro dove James Potter stava ingegnandosi ad aprire una vecchia botola che celava l'uscita del passaggio.

- Remus, dannazione, io non posso accettare che lui continui a fare cretinate simili per far colpo su Lily. Lei lo detesta e questo lui lo sa perfettamente, me l'ha detto quasi con orgoglio; sai, la politica degli opposti che si attraggono e tutte quelle sue teorie sulla psicologia delle giovani streghe... Ma a prescindere dai suoi delirii, perchè non evita di continuare di mettermi i bastoni tra le ruote? E tu, perchè accidenti non fai niente per fermarlo? - borbottò il giovane Black schivando un pipistrello spaventato dal loro passaggio.

- Calmati, Felpato..siamo all'uscita. - e Remus s'inerpicò per una breve e ripida scalinata che li condusse all'interno di una latrina abbandonata da tempo, a pochi passi dalla Testa di Porco.

All'esterno James rassettava soddisfatto il mantello e quando gli amici lo raggiunsero sollevò il cappuccio e raggiunse l'ingresso della decrepita locanda. Pochi avventori a quell'ora, solo l'oste che li scrutò torvo prima di spillare tre Burrobirre con contorno di Whiskey Incendiario. Con le bevande al seguito raggiunsero la saletta sul retro e s'intrufolarono nel tavolo d'angolo, dove Remus dispiegò il loro ormai completato capolavoro.

- Ecco, direi che con questo abbiamo finito - sussurrò Lupin qualche minuto dopo riponendo piuma ed inchiostro magico: anche l'ultimo passaggio segreto era ora riportato sulla Mappa del Malandrino, un manufatto magico che nella sua unicità li avrebbe potuti rendere famosi, se non fosse stato concepito per scopi fondamentalmente illeciti. Lo sguardo di Sirius si posò sul puntino nel dormitorio femminile della Torre Gryffindor, su quel "Lily Evans" quasi a carezzarlo con gli occhi: poi toccò la pergamena con la bacchetta mormorando - Fatto il misfatto - e quella tornò ad essere una intonsa ed innocente superfice.

James trangugiò d'un fiato mezza birra, si stravaccò quanto possibile e sorrise al suo incupito amico: - Forza, Sirius, sei tra amici, puoi parlare tranquillamente.. il tuo umore è tanto nero che fa pendant con il mantello. La piccola Lily ti ha stregato e non sai come liberartene? Conosco un paio di trucchetti a riguardo che...- La punta della bacchetta di Sirius era dentro al naso dell'amico, cui gli occhiali erano andati di sghimbescio. Una frazione di secondo, Remus non era riuscito a lanciare il Sortilegio Scudo, cosa che doveva fare spesso quando quei due discutevano, ma forse era meglio così, non era il caso di mettersi in mezzo quella volta.

- James, James Potter... ti ho già detto che Lily è una cara amica con cui passo volentieri il mio tempo, e se ci fosse altro e ne fossi certo lo sapresti: ti ho chiesto di evitare di usare Mocciosus come manichino da Crucio almeno quando Lily è nei paraggi, e ti ho anche pregato di piantarla di elargire capolavori d'idiozia con lei solo per ridere alle sue spalle quando s'infuria. Quale di questi tre concetti ti sfugge? - ringhiò Sirius, neanche pienamente consapevole di quanta ira lo stesse attraversando in quell'istante.

Potter rimase totalmente immobile per alcuni lunghi secondi; poi scoppiò a ridere, fragorosamente, e dopo poco sia Remus che Sirius, dopo averlo fissato increduli, finirono con lo sghignazzare insieme a lui.

- "Quale parte del concetto ti sfugge?" Santo cielo, mi sembravi la McGranitt quando non riesci a Trasfigurare lo spazzolino da denti in un millepiedi. Sirius...insomma, per te quella ragazza è tanto importante da minacciare il tuo migliore amico con la bacchetta a un palmo di naso? Allora è un problema serio. Serio serio serio... vado a prendere altre tre Burrobirre e ci riflettiamo. - sentenziò James alzandosi e dirigendosi al bancone.

Remus tirò un sospiro di sollievo, mentre il giovane Black trangugiava d'un sorso quanto restava del suo boccale. Se teneva a Lily? Certo, il problema era sempre lo stesso, riuscire a capire perchè ci teneva tanto. Stava cercando di concentrarsi su quei pensieri che tendevano sempre a sfuggirgli quando fu interrotto da tre boccali schiumanti appoggiati sul tavolo. James passò ad ognuno il suo e poi, assaporato un bel sorso, sussurrò: - Remus, tira fuori la bacchetta. Sto per proporre un patto a Sirius.. un patto che risolverà il problema riguardante la dolce Lily Evans una volta per tutte. Vuoi ascoltare la mia proposta, cocciuto di un Black? - disse poi a Sirius, intento a nettarsi i baffetti dalla spuma densa della Burrobirra.

- Va bene, Ramoso.. fai la tua proposta. - scandì Felpato, la voce intrisa di un misto di diffidenza e curiosità.

- Ottimo. Io mi impegno a limitare i miei peraltro divertenti scherzi a Mocciosus - mentre diceva questo prese la mano di Sirius - e tu ti impegni a non scagliarmi contro maledizioni se per caso eccedo leggermente da questo patto. Lunastorta, la bacchetta. - Remus cominciò a scuotere il capo : - Ragazzi voi non ci siete con la testa, questa è magia potente, non un gioco.. voi siete pazzi. - ma di fronte allo sguardo dei due amici levò gli occhi al cielo ed estrasse la bacchetta.

- Ora, Lunastorta, ripeterai quanto ho detto, e ad entrambi imporrai il giuramento. Giureremo quanto ho appena detto, e giureremo che se uno di noi dovesse innamorarsi di Lily Evans non lo nasconderà, e l'altro appena lo saprà non farà nulla per ostacolare il corso degli eventi. Lo chiederai ad entrambi e suggellerai la promessa. Il Nodo. Il Nodo Infrangibile. Lunastorta, sei pronto a farlo? - sussurrò ancora James.

Sirius sapeva fin troppo bene che quello era un atto sciagurato, inattuabile, pressochè impossibile da mantenere.. e quasi si stupì di sentirsi dire: - Lunastorta, obbedisci. Fallo. Stringerò il Nodo. -

E così parole furono dette, linee di fuoco avvolsero i loro polsi e si fusero in un laccio rovente come il fuoco, rosso come sangue.

Il futuro stava mettendo radici nel presente.. questo pensiero balenò improvviso nella mente dei tre amici, quando si fissarono l'un l'altro scolando quanto restava delle loro Burrobirre. Quella non era una bravata da cui si poteva uscire con qualche giorno di punizione o un bicchiere di Ossofast e una settimana di infermeria... era un patto d'amicizia e di morte.

Remus Lupin si alzò, più pensieroso degli altri due. : - Si è fatto tardi. Il buio incombe. - E sull'ala di quella frase inconsapevolmente profetica i tre uscirono per imboccare a ritroso la strada segreta che li aveva condotti sin lì.

  
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