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Autore: Astrid von Hardenberg    16/12/2010    9 recensioni
-Ti ritroverò. Promesso-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bounjour a tout le monde!!^^ Sì,sono di nuovo io (nn v sbarazzerete d me così presto...hihi...) ecco qui una storiella che avevo fatto in estate,spero vi piaccia...e kiedo 1000 scuse x tuttoi gli errori k troverete...ma mi sfuggono sempre quegli str**zi..vabè..hem..non dico + niente infatti mi sto zippando la bocca xD xD. Grz x ki leggerà e recensirà,se ne avrà voglia -.-..bye.

p.s. spero d non aver combinato casini nel postarla altrimenti AVVISATEMI!!!!!!

§ THE DREAM §

Era una giornata grigia e si vedeva che da un momento all'altro sarebbe venuto a piovere. Sbuffai perchè questo tempo mi impediva di uscire e passeggiare per i giardini del castello, così restai davanti alla grande finestra del salone non potendo far altro che guardare fuori, prendendomela con Madre Natura.

Vicino a me c'erano mio fratello gemello Liam, o Li, come lo chiamavo affettuosamente, Nadine, la mia damigella, e Killian, la mia guardia. Il primo primo leggeva seduto su una morbida poltrona di velluto color prugna, la seconda si guardava in giro, come se cercasse qualcosa, e il terzo giocherellava con un pugnale.

-Mi annoio- dissi quasi sbuffando, Nadine e Killian si voltarono a guardami, mentre mio fratello non mosse un muscolo, forse troppo preso dalla lettura.

-Sai che non posso nemmeno farti uscire in terrazza- disse Nadine, come se mi avesse letto nel pensiero.

-Ma non so che fare, sono stanca di ricamare, di leggere e di annoiarmi- non ero una persona capricciosa, mi adattavo bene a qualsiasi situazione, am pioveva dieci volte sì e una no, ormai avevo finito le idee per tenermi occupata.

Non succede mai niente qui.

Pensai, poi sentii qualcosa, mi sembrava un ululato, ma lì nel regno non c'eran lupi in quel periodo, solo d'estate e noi eravamo a metà primavera.

-Cos'è stato?- chiesi guardando Killian, ma mi andava bene la risposta di chiunque. Poi si sentì ancora l'ululato. Killian e Nadine si alzarono, Liam chiuse il libro.

-Vado a vedere cosa succede- disse Liam, mi avvicinai a Killian e presi per mano Nadine.

Passò un'ora e di Liam nemmeno l'ombra, vedevo il volto preoccupato di Killian e sapevo che avrebbe voluto seguire mio fratello.

-Vuoi andare a vedere che novità ci sono?- gli domandai

-Il mio compito è stare con te, Eirian- Killian, Nadine e Liam erano gli unici che mi chiamavano ancora così, per tutti gli altri ero Ingrid, il nome che mi diedero dopo il battesimo.

-Lo so, ma se vuoi puoi andare e poi con me c'è Nadine- dissi guardandola.

Nadine, come molte altre ragazze del regno, aveva deciso di diventare una Vergine del Sole, ma non una qualunque, bensì una guerriera, pronta a difendere il tempio, la Vergine Madre e le sue sorelle. All'età di dieci anni lasciò il Tempio del Sole per dedicare la sua vita alla mia, non ci fu nemmeno bisogno di metterla sotto esame, tutti sapevano che le Vergini Guerriere del Sole valevano quanto un uomo e quando entrò nella mia vita avevo solo cinque anni. Killian invece mi fu affidato quando aveva quattordici anni e io solo uno. Sia lui che Nadine vegliavano su di me come i miei angeli custodi, anche se c'erte volte Nadine doveva lasciarmi per andare a pregare, quindi con me restava Killian (non era concepibile che la figlia del re fosse lasciata sola nemmeno per un secondo, chiunque avrebbe potuto approfittarne per farmi del male).

Killian tirò un respiro profondo e scosse lentamente la testa. Non che non si fidasse di Nadine, anzi erano entrambi ottimi amici, ma sapersi lì con me lo rassicurava.

-Finchè non chiederanno anche la mia presenza, io resterò qui- appena finì di parlare, le porte si spalancarono e una guardia chiese di Killian.

-Il re vuole parlarvi Sir Killian-

-Vengo- disse guardandomi per alcuni secondi, come se in un certo senso avesse intuito che il motivo per cui era stato mandato a chiamare ero io. -Torno bubito- e uscì insieme alla guardia. Appena la porta si chiuse fui nuovamente assalita dall'ansia di poco fa e mi domandai fin quanto ancora dovevo restare lì.

Dopo mezz'ora arrivò Killian dicendo che il re voleva parlarmi, così smisi di fare avanti e indietro e lo seguii, Nadine dietro di me.

-Posso chiederti dove sei stato?-

-A cercare Liam. Dato che era andato a vedere cosa succedeva e il re voleva vederlo, mi ha fatto chiamare. Quando l'ho trovato, l'ho portato dal re e ora ci porto te-.

Arrivati nella sala delle udienze, Killian e Nadine si congedarono, io avanzai e e presi posto sul trono vicino a Liam, che si trovava di fronte a quelli dei nostri genitori.

-Figli- disse papà con voce sicura. -E' arrivato il momento che sappiate la verità- ci guardammo confusi. -Il giorno della vostra nascita si presentò una strana persona dicendo che era venuta a prendere uno di voi due. "Loro sono come il giorno e la notte" disse. "Uno il bene e l'altro il male". Doveva prendere il male e crescerlo nel bene. Risposi che non avrei lasciato nessuno dei miei figli nelle mani di un estraneo e poi, come primo genita, anche se solo di cinque minuti, sei destinata ad essere regina e a meno che tu non muoia, Liam non può prendere il tuo posto. La strana persona non cedette e disse che mi avrebbe lasciato un giorno per pensarci, poi se ne andò. Ne parlai con Finian, che mi suggerì di avvicinarmi a Dio, in modo da crescervi nel giusto e nella misericordia. Non che la nostra religione fosse sbagliata, ma in questo modo avrei allontanato un po' quella strana persona. Così vi battezzammo, cambiando il tuo nome in Ingrid, cioè amata da Dio. Quando l'indomani si ripresentò la strana persona, ormai eri già stata consacrata a una nuova religione e non lo gradì, disse che qualsiasi cosa avessi fatto non cambiava nulla- non potevo credere alle mie orecchie, ero così confusa che pensai di aver capito male. Poi papà continuò con la storia, dicendo che prima di andare quella persona promise di ritornare. In tutti quei anni non si fece viva e quindi non fu nemmeno il caso di preoccuparsene, ma ora le cose erano cambiate.

-Quella persona è venuta a prendermi?- domandai incredula riguardo la sicurezza che dimostrai. Papà annuì e strinsi i pugni sul mio grembo. -Vuole farmi del male?-

-Quando è venuta a reclamarti, ha solo detto di volerti crescere nel bene, ma non ha accennato al fatto di volerti fare del male, comunque, per sicurezza, decisi di metterti accanti due guardie del corpo invece di una. Killian è senza dubbio all'altezza, ma Nadine era la guerriera migliore della sua accademia, così la misi al tuo fianco in modo da ver avuto i due migliori guerrieri del regno, pronti a proteggerti in qualsiasi momento-

-Perchè quella persona è convinta che io sia il male?-

-Per via della leggenda- capii che non era ancora finita e il racconto di poco fa era solo l'inizio.

-La leggenda dice che in un solo grembo sarebbero cresciuti il giorno e la notte e al momento della loro nascita avrebbero portato l'equilibrio. Ma se la notte non avrebbe seguito la sua strada, cioè quella del male, tutto sarebbe andato perduto- non capivo molto bene il senso di quelle parole, se quella persona diceva di volermi crescere nel bene, perchè la leggenda diceva che dovevo seguire il male?

-Solo dopo scoprii che la strana persona era una Creatura Oscura, cioè significava che lei era la tua strada del male, e che comunque sia ti avrebbe educata nel bene. Ma l'abbiamo fatto anche noi, e finora è andato tutto bene, se non fosse per il fatto che quella Creatura è tornata-

-Forse è meglio che mi lasci andare padre. Sai bene quanto amo il nostro regno e non sopporterei di essere la causa della sua distruzione-

-No! Tu non sarai la causa di niente, ormai sei grande, tra qualche mese avrai l'età per sposarti con Phelan e diventerai regina, governerete con saggezza, giustizia e misericordia, perchè è così che ti abbiamo educata-

-Se la cosa non fosse grave la Creatura non sarebbe ritornata e per di più dopo tutti questi anni. Lasciatemi andare o almeno lasciate che le parli- papà mi fissò per alcuni secondi, poi mi rispose con un secco no.

-Perchè?- chiesi frustrata

-Perchè è pericoloso e poi perchè ho deciso così. E l'argomento è chiuso!-

-Potete andare- disse la mamma con la sua voce vellutata, così mi alzai e andai via a passo deciso, piena di rabbia e confusa come non mai.

-Tu hai visto la Creatura?- chiesi a Liam, che annuì. -Dove si trova ora?-

-Non lo so, penso nelle segrete. Io ho solo collaborato a catturarla, poi Killian mi ha detto che papà mi voleva vedere e così non ne ho saputo più niente, però devo dire che m'incuriosisce-

-Ma non vi diranno niente- intervenì Nadine

-Il re conosce i suoi figli, avrà già dato ordine di non parlare della Creatura in vostra presenza o in quella di qualcun altro a voi molto vicino, come per esempio il conte Phelan- continuò Killian. Questa non ci voleva, avevo bisogno di saperne di più e in un modo o nell'altro ci sarei riuscita.

I giorni che seguirono chiesi a Liam se sapeva di cosa era stata acusata la Creatura, perchè senza un buon motivo non potevano arrestarla, e lui rispose che la sua colpa era di essersi intrufolata di nascosto nel castello, e già questo era un buon motivo per trattenerla, l'intrufolarsi non poteva significare niente di buono. Cercai più di una volta di andare nei sotterranei, dove si trovavano le prigioni, ma tutte le guardie erano state avvisate di non lasciarmi parlare, e figurarsi avvicinare, alla Creatura. Nemmeno a Killian o a Nadine era permesso. Tutta l'intera faccenda era al quanto frustrante, però non mi davo per vinta, dormivo persino poco pur di trovare una soluzione, solo che non arrivava. Avevo addirittura pensato di farmi aiutare dalla persona che le portava da mangiare, ma fallii, tutti coloro che avevano a che fare con la Creatura furono avvisato di non parlarmi. Come potevo fare? Dovevo parlare con la Creatura.

Passarono ancora molti altri giorni e finalmente una mattina capii.

Non avevo chiuso occhio a forza di pensare, ma alla fine ci ero arrivata, come avevo fatto a non pensarci prima. Era il 22 giugno, il giorno del solstizio d'estate e a castello si organizzava una grande festa in maschera, Avrei potuto approfittare dell'euforia per intrufolarmi nei sotterranei e finalmente parlare con la Creatura. Certo, non era roba da poco, ma sentivo di potercela fare.

Verso le sei del pomeriggio il salone era già pieno di invitati, tra cui Phelan... come avrei fatto ad allontanarmi senza creargli dei sospetti? Magari avrei potuto chiedere aiuto a Liam, Killian e Nadine. Sì, avrei fatto così. Prima di incontrarlo ne parlai con i diretti interessati e, anche se non ne furono felici, accettarono di aiutarmi.

Come stabilito, verso le otto di sera, Liam si presentò per scambiare due parole con Phelan e io ne approfittai per confondermi tra tutte quelle persone mascherate. Una volta fuori dal campo visivo di Liam e da quello del mio promesso, uscii senza dare nell'occhio e mi diressi verso i sotterranei, dove, con mia grande sorpresa, vidi che al Creatura non c'era. Sicuramente papà aveva intuito piano, trasferendola da un'altra parte. Accidenti! E ora cosa potevo fare? Ritornai indietro, ma non entrai nel salone, preferii restare fuori nei giardini e lasciarmi prendere dalla rabbiosa frustrazione che vorticava in ogni angolo del mio corpo, come un veleno letale che mi avevano iniettato. Andai fino al labirinto e decisi di entrarvi, sperando che i miei aiutanti trovassero un modo per giustificare la mia assenza. Le siepi erano, come sempre, tagliate perfettamente e le sfiorai con i polpastrelli, poi proseguii e m'innoltrai di più nel labirinto. Ad un certo punto sentii degli scricchiolii e mi voltai per vedere da dove venivano, am non trovai nessuno, poi, passo dopo passo, mi sentii osservata, il che però era impossibile, c'ero solo io lì, tutti gli altri si stavano divertendo dentro nel salone. Così presi un bel respiro profondo e continuai a camminare. La strana sensazione che con me ci fosse qualcuno non sparì, anzi diventò sempre più una certezza. Impaurita, decisi di ritornare indietro, ma nel voltarmi andai a scontrarmi con qualcosa. Quando alzai lo sguardo mi ritrovai davanti una persona, che vestiva tutta di nero, maschera compresa. Cercai di reagire e così mi allontanai di qualche passo. Ripresi lucidità e lo esaminai meglio: era alto come Liam, infatti gli arrivavo alle spalle, portava un cappotto a doppio petto, pantaloni e anfibi neri, compresa la maschera che lo copriva dalle sopracciglia fino al naso. Aveva capelli castano chiari, ma alcune ciocche ramate brillavano accarezzate dai raggi della luna, che già da un po' aveva preso il posto del sole e splendeva alta nel cielo. Rimasi colpita dai occhi blu cobalto, che sembravano volermi fulminare, ma in particolare sal suo sguardo micidiale, così penetrante da farmi sentire debole e indifesa.

-Non vi hanno mai detto che fissare una persona in questo modo è maleduati?- disse nervosa, lui abbozzò un sorriso sfacciato. Poi si avvicinò, non rispettando le regole della buona educazione, che imponevano di mantenere una certa distanza per non invadere lo spazio della persona che si aveva davanti, il gentiluomo doveva aspettare un cenno della dama prima di avvicinarsi e farle il baciamano. Lui ovviamente non conosceva nessuna di queste regole, infatti mi prese la mano e molto delicatamente fece il baciamano, non mi lasciò nemmeno il tempo di battere ciglio. In quel momento ebbi come l'irrefrenabile desiderio di vedere chi si nascondeva dietro quella maschera, ma non mi sembrava opportuno chiedergli di levarla e poi la indossavo anch'io.

Iniziarono a girarmi per la testa molte domande e non appena feci per lasciarmi trasportare dal vortice dei miei pensieri, sentii chiamare il mio nome. Sobbalzai e il ragazzo mi prese per mano, portando l'indice alle labbra e mimando uno shh. La voce che mi chiamava era quella di Phelan e si faceva sempre più vicina, così il ragazzo si fece largo tra il labirinto e in un attimo trovammo l'uscita. Ora che non dava più le spalle alla luna, notai il colorito roseo delle sue guance e la pelle di porcellana, anche se il suo viso era in parte nascosto, lo trovai bellissimo. Mi guardò per alcuni secondi e provai un brivido lungo tutta la spina dorsale, mentre sentivo la voce di Phelan sempre più lontana. Lentamente, il ragazzo mi prese che l'altra mano e le portò entrambe sulla sua maschera, invitandomi a levargliela. Sentii le dita tremare, così deglutii e feci per tirarmi indietro, ma la curiosità era troppo forte.

-Principessa Ingrid!- appena sentii il mio nome, mi voltai di scatto e da dietro una siepe del labirinto spuntò fuori Phelan. -Come mai qui?- andai nel panico, cosa avrei detto per giustificare la presenza del ragazzo?

-E per di più da sola- aveva davvero detto quella parola, sola? Mi voltai e il ragazzo non c'era più, era sparito magicamente.

I giorni successivi continuai a domandarmi come avesse fatto il ragazzo a sparire così e, momentaneamente, dimentica che nei sotterranei c'era la Creatura Oscura.

Phelan notò in me qualcosa di strano, disse che ero molto pensierosa, così cerca di non pensare a tutte quelle domande che si facevano largo nella mia testa e ripresi ad essere quella di sempre, anche se quando mi trovavo da sola nelle mie stanze non potevo fare a meno di pensare a lui.

-Non credo che Phelan sia così fortunato- sbattei le palpebre un paio di volte e guardai Nadine. -Hai quell'aria assente dal giorno del solstizio, posso sapere cos'è successo?-

-Niente- replicai

-Ti conosciamo fin troppo bene- intervenì Killian, mi sentii in trappola, due contro uno, così sputai il rospo e raccontai del mio incontro con il ragazzo misterioso. I miei amici restarono perplessi, io però li rassicurai dicendo che non lo avevo più visto.

-Comunque sia non ti lasceremo più da sola, se il re venisse a saperlo sarebbe la nostra fine e poi c'è il rischio che ti succeda qualcosa. Quindi niente più giochetti- e con ciò Killian chiuse la conversazione. Cercai di mettermi nei loro panni e capii che avevano ragione, avevo chiesto troppo, non potevo rischiare di mettere in gioco il loro futuro per i miei piani, come mi era venuto in mente di coinvolgerli. Andai a sedermi vicino al finestrone del salone, quando vidi entrare a castello Phelan, in sella al suo destriero. Non mi andava molto di vederlo, ma era il mio promesso, presto sarebbe diventato cavaliere, insieme a Liam, poi era un bravo ragazzo e anche se non lo amavo come avrei dovuto, non mi sarebbe pesato sposarlo. Ero più che sicura che il tempo mi avrebbe aiutata e poi lui era uno che sapeva come farsi volere bene. Phelan passò un momento a salutarmi, poi si ritirò con Liam per allenarsi. Ne fui felice, quel giorno non ero di compagnia a nessuno.

Nel cuore della notte fui svegliata da un ululato, così misi la vestaglia e uscii a vedere, ma nel corridoio non c'era nessuno, possibile che l'avessi sentito solo io? Rientrai in camera e sentii un altro ululato, veniva dal terrazzo, allora andai a vedere: colpita dai raggi della luna, vidi una figura.

-Killian?- quando la figura si voltò, notai che non era lui. -Ma cosa ci fate qui?- chiesi preoccupata, il ragazzo misterioso dava le spalle alla luna e non riuscivo a vederlo in viso. -Se vi scoprono siete morto- fece un passo indietro e si voltò per lasciarsi accarezzare dai raggi argentati, mi avvicinai e lo guardai. Wow! Non avevo mai visto nessuno di così bello, nonostante la sua faccia da schiaffi e quell'aria insolente, restai incantata dal suo viso.

-Hai sentito il mio richiamo- la sua voce era melodiosa, vellutata, calda, gentile, soave.

-L'ululato era il vostro?- lui annuì, anche se avrei voluto che parlasse ancora.

-Vuoi passeggiare con me?-

-Potrebbero vederci-

-Non succederà. Te lo prometto- e sorrise

-Mi vesto e torno- così rientrai in camera, mi vestii, e uscii in terrazza. Lui si inchinò, mi fece il baciamano e poi mi passò un braccio intorno alla vita.

-Sarà meglio che ti regga a me- disse, portandomi le braccia intorno al suo collo. Ora che eravamo vicini, sentivo il suo odore, era buonissimo, sapeva di bosco, sentii quasi il sapore di menta.

-Al mio tre- appena finì di parlare sentii una folata d'aria scompigliarmi i capelli e quando mi guardai meglio intorno, vidi che eravamo nei pressi dei giardini.

-Passeggiamo- disse prendendomi per mano e portandomi con sè nel labirinto.

-Perchè siamo qui?-

-Credono che sia la Creatura venuta a prenderti, ma non è così-

-Allora perchè ti sei intrufolato nel castello?-

-Curiosità-

-Riguardo a...?- sembrò arrossire, am poi si voltò a guardarmi.

-Io ero la notte di un giorno e m'incuriosiva vedere come entrambi vivevano insieme. Si raccontano molte storie su di te e tuo fratello- la notte di un giorno, ma certo, era stato separato dalla sua famiglia come doveva succedere a me.

-Come si vive nel posto da dove vieni?-

-Non è la mia vera casa, ma mi hanno insegnato molte cose, tra cui la magia, per fare del bene-

-Magia?- lui annuì. -Hai mai rivisto la tua famiglia?-

-Di rado, ma sì. Era per il bene di tutti. Noi siamo l'equilibrio-

-Però io non ho fatto del male a nessuno, perchè la Creatura mi reclama?- il ragazzo sospirò e mi raccontò ciò che sapeva.

-La Creatura di chiama Kendra e nel giorno della tua nascita ha fatto un sogno, così ha consultato le rune, che le hanno detto della distruzione del tuo reame. Ciò succederà non appena diventerai regina. Per dare l'arrivederci a tuo padre come regnante, deciderai di organizzare una battuta di caccia in suo onore, dato che a lui piace questa attività. Il re verrà ucciso accidentalmente e i presenti crederanno che tra loro ci sia un traditore e la colpa ricadrà su Sir Pedraig, un tempo vostro nemico. Da qui si passerà a chidere vendetta e poi ci sarà la guerra. Tuo fratello, Killian e Nadine moriranno e t'incolperai per ciò che è successo, rimproverando te stessa per non aver seguito Kendra quando dovevi, perchè tu non vorrai seguirla pur di restare a fianco della tua famiglia. Il regno avrà molte perdite e cadrà nel caos; la tua gente diventerà serva o schiava di altre persone e in poco tempo voi tutti sarete dimenticati- la situazione era catastrofica, non mi sembrava vero che potesse realizzarsi ciò che il ragazzo aveva detto. Gli occhi iniziarono a pizzicare.

-So che ti è difficile credermi e non ti biasimo-

-Sai per caso quando verrà a prendermi Kendra?-

-Entro domani, ora sarà in viaggio-

-Dove abiti?-

-E' difficile dirlo con precisione- lo guardai e mi venne da pensare come avesse fatto a vivere una vita senza la sua famiglia, io non ci sarei riuscita.

-Ora sarà meglio che ti riporti in camera tua- mi cinse la vita, io il suo collo e in meno di un respiro arrivai nelle mie stanze. -Fai sogni d'oro notte nella mia notte- si lasciò cadere dal davanzale del terrazzo e quando andai a vedere, soffocando un grido, non trovai niente, era sparito magicamente, per la seconda volta.

Il giorno dopo, verso le dieci del mattino, si presentò al castello una persona tutta coperta da un mantello, chiedeva udienza al re, che accettò. Parlarono per circa un'ora, poi vidi che portarono il ragazzo nella sala delle udienze. Passò un mezz'ora e poi mi fecero chiamare; i miei genitori sedevano sui loro troni e di fronte c'erano una giovane signora e il ragazzo. Mi spiegarono il perchè di quella chiamata e capii che lei doveva essere Kendra.

-Dovete seguirci, principessa- mi disse

-E se non volessi?-

-Credo vi abbiano informato degli avvenimenti- e si voltò verso il ragazzo. Era arrivato il momento di scegliere: o la distruzione oppure la separazione. Amavo il regno, ma ancora di più la mia famiglia. Dovevo comportarmi da egoista pur sapendo le conseguenze della mia scelta? Avrei potuto convivere con i sensi di colpa?

Guardai il ragazzo nella speranza di trovare una qualche risposta, ma non ne ebbi nessuna, così gli occhi si riempirono di lacrime.

-Principessa, vostro padre saoeva bene quali doti avevo e non mi ha punito per questo, anzi mi ha lasciato libero di fare ciò che volevo, a patto che non recassi danno a nessuno, mi ha ospitato nell'ala ovest del castello, trattandomi come un suo ospite. Non mi ha rinchiuso ne sotterranei come forse pensavate e per questo non posso che essergli grato. Ho anche avuto la possibilità di osservarvi e ho imparato a conoscervi. Posso solo dirvi che se foste venuta con noi, mi sarei preso cura di voi e avremo instaurato un legame indistruttibile- poi con mossa fulminea tirò fuori qualcosa dalla manica e lo vidi accasciarsi a terra. Kendra lo sorresse e vidi che le sue mani si colorarono di rosso. Aveva affondato il pugnale nel suo stomaco.

-Che hai fatto?- sentii dire a Kendra, papà ordinò alle guardie di chiamare il medico di corte e nella confusione vidi tutto andare al rallentatore. Mi sentivo stordita e mi mancò la terra sotto i piedi, poi vidi gli occhi del ragazzo fissi nei miei e mi feci forza per reagire, così lo raggiunsi e gli presi la mano.

-Noi ci apparteniamo perchè siamo due notti in una- non capivo il senso delle sue parole e Kendra sembrò capirlo.

-Voi due siete nati la stessa notte e nello stesso momento-

-Ti ritroverò. Promesso- deglutì ed esalò l'ultimo respiro. Sentii un dolore indescrivibile al petto e dove prima batteva il cuore ora non sentivo più niente, solo un vuoto immenso. Gli scostai una ciocca ramata dalla fronte e restai a guardarlo con gli occhi gonfi di lacrime, solo in quel momento capii di appartenergli, non so come o quando fosse successo, ma era così.

-Se fossi venuta con noi, lui sarebbe diventato tuo marito perchè sin dalla nascita i vostri destini erano legati, ma ha voluto sacrificarsi per lasciarti alla tua famiglia. Solo una notte può salvarne un'altra, così dice la leggenda, ma non credevo che parlasse di voi- ci fu un momento di silenzio, poi Kendra riprese a parlare. -Non era la prima volta che veniva qui, lo aveva già fatto in passato, ma non riuscendo più a trattenersi si è fatto catturare, solo per poterti parlare. Sapeva che il tuo animale preferito era il lupo, così per attirare la tua attenzione ululava- solo ora mi accorsi che lui sapeva tutto di me, ma io niente di lui, non conoscevo nemmeno il suo nome. Lui che aveva deciso di compiere quel gesto così grande per rendermi felice.

Quando aprii gli occhi mi guardai in giro e sentii il suo respiro caldo e regolare sfiorarmi la testa, così mi scostai e vidi che lui era lì, accanto a me nel divano. Lo guardai dormire e provai un sollievo e una felicità tali da riempirmi il cuore di una gioia indescrivibile. Lo vidi muoversi e quando non mi sentì tra le sue braccia aprì gli occhi e mi cercò.

-Hey- mi disse con quel suo sorriso sfacciato

-Hey- risposi con gli occhi lucidi

-Che c'è?- e mi accarezzò la guancia, poi mi sfiorò l'angolo della bocca con i polpastrelli, provocandomi un leggero solletico.

-Ho fatto uno strano sogno- e così glielo raccontai.

-Davvero l'ho fatto?- annuii. -Un sogno insolito, ma interessante, soprattuto per il fatto che Killian e Nadine erano più grandi di noi-

-Meno male che era solo un sogno- replicai

-Sai che non ti lascerò- mi disse Alan con quel suo sguardo penetrante, a cui ormai ero abituata, ora, invece di farmi sentire debole e indifesa, mi faceva sentire sicura e protetta.

-Ti amo troppo per vivere senza di te- gli sorrisi e gli accarezzai prima il viso e poi i capelli, che adoravano, come ogni altra cosa di lui, mi piaceva toccarglieli e lui gradiva, diceva che quel gesto lo rilassava. Alan avvicinò piano piano il suo viso al mio e mi sfiorò le labbra, poi le premette contro le mie e ci lasciammo andare a quel bacio intenso e alla sensazione estasiante che ci provocò. Sentii le sue mani muoversi su tutto il mio corpo, come a volerne esplorare ogni singolo angolo, e senza accormene lo ritrovai sopra di me. Mi baciò anche il collo è il petto e ogni suo respiro sulla mia pelle era una boccata di vita. Feci scivolare le mie mani sotto la sua maglietta e premetti le dita sulla sua schiena, poi sentii vibrare qualcosa sulla gamba.

-Amore- dissi tra un bacio e l'altro. -Amore, ti vibra la tasca- Alan non sembrava intenzionato a smettere, ma vedendo l'insistenza rispose al cellulare e ci mettemo a sedere.

-Sì?-

-Alan, sono Killian, volevo solo dirti che faremo un po' tardi-

-Ok, no problem- si salutarono e Alan chiuse la chiamata, poi suonarono il campanello, era mio fratello Li e Nadine, la sua ragazza.

Dopo esserci salutati, Li e Nadine uscirono fuori in giardino per preparare il barbecue.

Di nuovo soli, Alan mi cinse la vita e mi strinse a sè per darmi un altro bacio focoso.

Passata una mezz'ora suonarono il campanello.

-Killian, Kendra, venite- dissi sorridendo. Kendra era una ragazza appena trasferitasi un paio di mesi fa, era davvero deliziosa: lunghi capelli rossi e lisci come la seta, più un sorriso davvero dolce, che metteva di buon umore.

Ci salutammo e dopo andammo fuori in giardino per la grigliata. Poi Alan accese lo stereo e partì la nostra canzone; mi porse la mano, che presi, e iniziammo a ballare, seguiti poi dai nostri amici.

   
 
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