Film > Sister Act
Ricorda la storia  |      
Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    16/12/2010    6 recensioni
«Sai, dalle mie parti si usa dire che la strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni.» (...)
«Significa che mi perdoni?»

{Deloris/Maria Roberta ♥ friendship, soft femslash}
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Deloris Van Cartier/Suor Maria Claretta, Suor Maria Roberta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Evasione per la buonanotte ~

prompt: #003, path of sin

 

 

 

«Non volevo far nulla di male, lo giuro.»

Quante volte le ha sentito ripetere quelle parole, da che la Madre Superiora se n’è andata? Infinite. Ha perso il conto. Mai ha visto uno sguardo più pentito, mai; e mai le è capitato neppure di sentire una giovane donna ripetersi così di continuo – e lei è vissuta a Reno, intendiamoci: dove certe giovani donne non fanno altro che ripetersi.

Ma, beh, d’accordo, Maria Roberta non è esattamente una ‘donna’. Semmai una ragazzina.

«Sai, dalle mie parti si usa dire che la strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni.»

Sorride, colpevole, tormentandosi le manine in grembo e arrossendo sulle guance. Sì, una ragazzina. Col velo nero da novizia, ma – Dio santo – pur sempre una ragazzina.

«Oh, quanto a questo, si usa dire anche qui.»

Deloris la fissa. Là seduta sul suo lettuccio, tutta compunta, le ginocchia strette, gli occhi bassi e quel rossore – uh, così pudico. E la cosa strana è che questa visione d’innocenza e purezza non le dà neppure fastidio. Forse perché sa che è sincera, che non avrebbe mai voluto metterla nei guai con Sua Acidità.

«Non volevo.» Ancora. Vergognosa, ma cocciuta. «Te l’ho detto, pensavo che volessi uscire ad aiutare i bisognosi del quartiere e ti ho seguita. E poi...»

S’interrompe. Deloris resta in piedi a sovrastarla, seviziando la tonaca che le prude atrocemente.

«E poi?» la incalza, irritata dal suo indugio. Non è tipo da silenzi, Deloris Van Cartier – e d’altro canto pensa che Maria Roberta abbia una voce troppo bella per tenerla sempre a tacere.

«E poi...» La ragazza avvampa, chiudendosi a riccio più che mai, ed esalando fuori le parole con la stessa fatica di chi annega assiderato, come nel Titanic. «E poi sì, mi sono un po’ preoccupata. Ecco. L’ho detto. Ero preoccupata per te.»

Resta in silenzio. Va bene; forse in realtà Maria Roberta è molto più donna di quanto non sembri. Di certo più di quanto non lo fossero le sue ‘amicizie’ a Reno: Tina e Michelle non avrebbero mai detto nulla di simile.

Lei solleva il viso a ricambiare per un istante il suo sguardo, e vedersi così esaminata la imbarazza ancora di più; si concentra allora sul pavimento nudo, mentre un dito nervoso sale a sfiorare la frangia infantile di capelli rossi, in un bisogno di conforto materiale che – così tipico delle ragazzine – per un attimo nasconde alla vista l’abito che indossa. Deloris quasi sorride – quasi: dopotutto è ancora arrabbiata con lei.

«Stupida piccola suora. Non lo capisci che, quando hai varcato quella porta, io mi sono preoccupata da morire per te

Maria Roberta sbarra gli occhi e socchiude la bocca, meravigliata da quell’ammissione che Deloris non avrebbe mai pensato – mai, neppure sotto tortura – di poter fare a una qualsiasi persona residente in quel posto da incubo che chiamano Santa Caterina.

Poi, quando alla sorpresa si accompagna la lusinga, sorride timida.

«Significa che mi perdoni?»

Deloris sospira. «Ma sì, sì che ti perdono. E ora fila. Non dovresti neppure essere qui. Andrai dritta all’Inferno, che la Madre Superiora scopra la tua evasione o meno.»

Terrorizzata, Maria Roberta si morde il labbro. E lei non può fare altro che alzare le mani per rassicurare quel cucciolo spaurito.

«Sto scherzando! Santo cielo, non si può proprio parlare con te. Cammina, dai.»

L’aiuta ad alzarsi, trattenendo un istante più del necessario la sua piccola mano fredda nel palmo, più grande e scuro. Maria Roberta, ora così vicina al suo viso, sorride sollevata. Si fida ciecamente delle sue parole.

[Sarà quella che soffrirà di più, quando lei se ne andrà.]

«Buonanotte, Maria Claretta.»

Deloris non si ritrae quando avverte le sue labbra posarlesi all’angolo della bocca. Si chiede soltanto se Maria Roberta non si stia giocando l’anima, affezionandosi tanto ad una come lei. Una sbagliata per la persona che lei è. Una sbagliata e basta.

Solo un istante, l’attimo che una buona intenzione impiega a lastricare la strada per l’Inferno.

Mentre la porta della cella si chiude dietro quelle spalle esili, si accorge che la mano rimasta vuota ora sente freddo.

Chissà se se lo ricorda, quella monachella, che anche i capelli della Maddalena erano rossi.

 

 

 

[ 693 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: Storia ambientata subito dopo che Deloris ‘evade’ dal monastero per affacciarsi nella vita notturna del vicolo, seguita da Maria Roberta e da Maria Patrizia. La Madre Superiora scopre la loro uscita e le punisce; ma mi sono chiesta: e se Maria Roberta avesse voluto chiedere scusa all’amica?

Il rapporto che in Sister Act si delinea tra queste due donne così diverse l’una dall’altra non mi ha mai lasciata indifferente; ho cercato di mantenere un tono molto soft poiché questa è la mia primissima FemSlash e, tra l’altro, uno dei due personaggi coinvolti è pur sempre una vera suora – dunque ligia a certune cose che interdicono tanto il pensiero impuro quanto il lesbismo – ma desideravo moltissimo scriverci su, e la recente visione del film alla fine mi ha convinta. Spero di non urtare la sensibilità di alcuno con questo pezzo che non vuole assolutamente dissacrare nessun ordine religioso in quanto tale.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sister Act / Vai alla pagina dell'autore: Aya Lawliet ___backupFGI