Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: _Miss_    17/12/2010    6 recensioni
Edward e Bella la notte di Natale alle prese con una bufera di neve. Tutti umani.
Come sarà il loro Natale?
Leggere per scoprirlo!
Merry Christmas everybodies! :)
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! Questa OS è nata per partecipare al concorso indetto sul gruppo di Facebook Le fanfiction di Twilight.

E' un pò particolare all'inizio. E vi avviso che sono tutti umani!
Buona lettura!

Due Natali. Mille emozioni.
 

Mi accoccolai sulla mia poltrona, avvolta nella mia vecchia coperta di lana guardando la neve che scendeva indisturbata.
Era la vigilia di Natale.
Avevo passato gli ultimi due giorni a preparare con amore un cenone degno di questo nome. Avevo anche rifiutato l’invito di Charlie e Jacob  nel passare il Natale alla riserva a casa di Sue assieme tutti gli altri.
L’avevo fatto per mio marito.
Erano due settimane che non ci vedevamo.
Era a New York per una causa importante. È un avvocato di successo e non poteva perdere l’occasione di eccellere anche in una città importante come New York.
Avevo detto a mio padre che saremmo passati alla riserva per il pranzo di Natale, il 25.
Ma probabilmente sarei rimasta a casa, da sola, anche l’indomani.
Edward mi aveva chiamato poco prima per dirmi che aveva un altro incontro con il suo cliente e dovevano chiarire alcune cose, inclusa la parcella per aver lavorato anche in questi giorni prefestivi, e che avrebbe preso il primo aereo per Seattle arrivando verso la mezzanotte.
Sconsolata, avevo sparecchiato la tavola imbandita, riponendo in frigorifero tutte le pietanze che avevo preparato solo per lui.
Ormai mi ero abituata a restare a casa da sola. Edward era sempre via e tornava ogni quattro, o cinque, giorni. Ma stare sola in un giorno come il Natale era davvero deprimente.
Le mie uniche compagnie erano il mio respiro e il rumore delle auto che fuori stridevano sul ghiaccio.
Davvero un bellissimo Natale, non c’è che dire.
In fretta presi il sonno e mi svegliai, qualche ora dopo, per via del telefono che squillava e vibrava nelle mie mani.
Risposi, era Edward. Mi disse che era appena arrivato all’aeroporto di New York e che i voli erano bloccati per un’intensa bufera di neve. Mi disse anche di raggiungere mio padre, per non stare sola, ma gli spiegai che non doveva preoccuparsi.
Quando ripresi il mio posto sulla poltrona avevo l’umore sotto le scarpe. E anche qui si stava abbattendo una brutta bufera.
Odiavo stare a casa da sola. Ma, anche volendo, non avrei mai raggiunto la riserva con la mia vecchia utilitaria.
Il malumore mi aveva fatto passare la fame. E anche il sonno.
Allora decisi di accendere la piccola radio posta sulla mensola alla mia destra.
Un canto natalizio si sparse velocemente nella stanza buia illuminata dal piccolo camino acceso. 

[White Christmas]
I'm dreaming of a White Christmas,
Just like the ones I used to know,
Where the treetops glisten and children listen
To hear sleighbells in the snow. 

I'm dreaming of a White Christmas,
With every Christmas card I write.
May your days be merry and bright
And may all your Christmas be white
 

A canzone finita presi il telefono e chiamai Leah, a casa di Sue.
“Pronto?” Mi rispose suo marito, non che mio migliore amico, Jacob Black.
“Jake! Sono Bella! Tanti auguri!” Dissi cercando di mascherare la nota di tristezza dalla mia voce.
“Ehi Bella! Auguri! Dai i miei auguri anche a Edward!” Mi disse con allegria. In sottofondo si sentivano risate e musiche.
“Edward non c’è. Ma appena lo sento riferirò.”
“Come non c’è, Bella?” Potevo immaginare la sua espressione accigliata dinanzi alla mia risposta.
“La bufera ha colpito anche New York e gli aerei non partono.” Gli spiegai senza nascondere più la mia tristezza.
“Bella ma perché non sei venuta, allora?” Chiese dolcemente.
“Perché mi ha chiamato poco fa. E ora non mi azzardo a mettermi in auto con questo tempo.”
“Beh, hai ragione. Però cosa fai tutta sola la sera della Vigilia? Devo passare a prenderti con il mio pick-up?” Chiese speranzoso.
“No. Non preoccuparti.” Ero prossima al pianto.
“Senti, scusa ma non so che hanno combinato al camino. Ti passo Leah! Se ci ripensi chiama! Ti voglio bene!” Mi disse velocemente. Sentivo i rimproveri di Sue fatti a non so chi.
“Ehi Bella! Tantissimi auguri!” La voce della mia quasi sorella giunse alle mie orecchie chiarissima.
“Tanti auguri anche a te, tesoro!”
“Allora, che ha detto Ed di tutte le cose buone che gli hai preparato?” Mi aveva aiutato con le pietanze più particolari e complesse.
“Niente. Non è tornato perché è bloccato a New York.” Spiegai anche a lei.
“Il tempo, vero?” S’informò.
“Già.” Dissi soltanto.
“Ma perché non è partito prima?” Chiese con una punta di nervosismo. Dopo il matrimonio tra lei e il mio migliore amico eravamo diventate grandi amiche, e ci teneva alla mia felicità.
“Lavoro Leah, lavoro. Come al solito!” Sbottai spegnendo del tutto la radio.
Mi dava fastidio la musichetta in sottofondo. E mi dava fastidio l’atmosfera felice dei radiofonici che davano per scontato che tutti passassero il Natale con le proprie famiglie, felici e contenti.
“Per questo Jake ti chiedeva se doveva passarti a prendere. Perché non vieni?”
“Non sarei di compagnia. Resto a fare compagnia al gatto.” Mi sforzai di ridere ma dalla mia bocca uscì un mezzo rantolo.
“D’accordo. Non dirò niente a tuo padre. È capace di passare da te anche con la sua macchina ridotta peggio della tua!”
“Grazie, tesoro. Buona serata. Mangiate i dolcetti anche per me. Ci vediamo domani, se tutto va bene.” E chiusi la chiamata. 

A mezzanotte sentii i fischi dei fuochi d’artificio e sentii il coro della Chiesa che intonava canti natalizi tra le strade di Forks.
Ma Edward non mi aveva chiamata per niente. E ripensandoci, non mi aveva fatto neppure gli auguri.
Qualche minuto dopo però, mi arrivò un messaggio e sperai ardentemente che fosse lui.
“Bambina mia tanti auguri dal tuo vecchio! Ci vediamo domani! Non ti ho chiamata per non rovinarti la serata con Edward. So bene quanto poco tempo passiate assieme.”
Era mio padre. E pensava che stessi trascorrendo la serata con Edward. Magari nella vasca di bagno che avrei preparato poco prima del suo arrivo. Era tutto calcolato nella mia mente.
I petali di rose erano già nella vasca, che andava riempita con acqua calda. E i flute per lo champagne erano appoggiati sulla lavatrice. Avrei dovuto soltanto tirare fuori dal frigorifero la costosa bottiglia.
Avremmo fatto un bel bagno. Magari avremmo fatto l’amore dopo due settimane e dopo avremmo festeggiato il Natale a lume di candele.
Ma era andato tutto diversamente da come avevo previsto. 

Un’ora dopo provai a chiamare Edward. In fondo anche lui era bloccato a New York, senza la sua famiglia.
Non so se fosse in Hotel, o all’aeroporto. Fatto sta che non rispose. Il suo cellulare era irraggiungibile.
Ancora più afflitta di prima salii in camera mia, dove mi spogliai.
Per l’occasione avevo anche comperato della biancheria più sexy: babydoll di pizzo nero e rosso con le autoreggenti. E avevo indossato un tubino nero con spacco laterale.
Avevo anche acquistato un paio di decolleté. So bene quanto Edward ami i tacchi alti.
Mi disfai dell’abito posandolo sulla poltroncina, vicino alla porta del bagno in camera, e mi infilai nel letto.
Erano l’1 e mezza. Edward mi mancava. Faceva tanto freddo e il letto lo era ancora di più senza di lui a scaldarmi. 

Toc. Toc. Toc.
Dei rumori mi fecero sobbalzare.
Venivano dal piano inferiore.
Scesi velocemente dal letto e indossai la vestaglia di lana sulla mia lingerie e cercai le pantofole e non trovandole misi ai piedi le decolleté che avevo lasciato ai piedi del letto.
In fretta raggiunsi il piano inferiore.
Qualcuno stava dando dei pugni contro la mia porta.
‘Il campanello è sparito, per caso?’ Pensai adirata.
“Chi è?” Urlai allungando la mano verso uno dei tanti ombrelli sistemati nel porta ombrelli dietro la porta.
“Bella, amore, sono io!” La voce di mio marito arrivò attutita dalla porta e dal vento che disperdeva le parole.
Aprii la porta e mi trovai Edward. Bagnato, completamente, dalla testa ai piedi. Qualche batuffolo di neve si era incastrato tra i suoi capelli ramati e sulle sue spalle.
“Ma? Cosa? Che ci fai tu, qui?” Mi spostai di lato per farlo entrare e sembrava che la mia casa fosse tornata quella di sempre.
“Oh amore!” Mi prese il viso tra le mani, ghiacciate poiché non indossava i guanti, e mi fisso con i suoi occhi verdi. “Scusa il ritardo. Ho affittato un jet privato pur di passare la notte di Natale con te. Non sai che casino ma ora sono qui! Tanti auguri!” E si avvicinò a baciarmi le labbra.
Un leggero sfiorarsi mentre le mie mani erano tra i suoi capelli a togliervi i residui di neve.
Un leggero morso al mio labbro inferiore e le mie mani, frenetiche, gli sfilavano la giacca bagnata lasciandola cadere a terra.
La sua lingua che lambiva la mia bocca e io che mi stringevo a lui per tentare di scaldarlo.
“Hai freddo, amore mio?” Gli chiesi notando i brividi che gli attraversavano il corpo.
“Un po’. Sono stato troppo tempo sotto la neve per arrivare a casa. Possibile che non esistano Taxi?” Disse sbuffando togliendosi la maglia e avvicinandosi al camino ancora acceso tenendomi per mano.
“Perché non mi hai chiamata?”
“Ho provato a farlo. Ma a quanto pare è andata via la corrente.” E solo allora notai che era tutto spento, fuori e dentro casa. “Avevi il sonno pesante, amore?” Si burlò di me e mi sedetti accanto a lui, a terra.
“Un po’. Ti preparo una cioccolata? Una tazza di latte?” Mi premeva la sua salute. Lo volevo al massimo delle sue forze.
“Non voglio niente. Stai qui.” Mi prese per il polso mentre mi alzavo e ricaddi addosso a lui.
Colsi al volo l’occasione e mi sistemai cavalcioni su di lui.
Le sue mani mi strinsero possessivamente i fianchi baciandomi il collo e risalendo su per il mento.
E all’improvviso mi ritrovai con la vestaglia aperta.
“Bella ma tu lo sai che ora non ho più freddo?” Mi disse quando se ne accorse anche lui e risi.
Il suo sguardo percorreva famelico il mio corpo indugiando sul mio seno un po’ più pieno per un piccolo noi che cresceva nella mia pancia.
Ero incinta. E ancora non ero riuscita a dirglielo.
“Ti amo.” Risposi semplicemente quando si tuffò con la testa tra i miei seni giocandovi con la lingua e regalandomi piccoli fremiti di piacere.
“Anche io piccola, anche io.” E alzò la testa per guardarmi negli occhi. “Sei sempre più bella. Ma come fai? Sono sempre più geloso di te.” Mi confidò con gli occhi scuri per l’eccitazione che riuscivo a sentire distintamente essendo seduta su di lui.
“Amore… sono incinta.” Gli dissi all’improvviso certa della sua reazione. Desideravamo un figlio nostro da sempre.
Mi guardò incredulo e sul suo viso si aprì il sorriso più bello che avessi mai visto.
“Non… non stai scherzando? Ne sei sicura?” Annuii con il capo e le sue labbra furono di nuovo sulle mie.
Le mie mani corsero ai suoi jeans che in men che non si dica erano depositati sul pavimento e la mia vestaglia gli andò a fare compagnia.
A separarci solo i suoi boxer e il mio babydoll mezzo aperto sul davanti.
Le autoreggenti avevano fatto una brutta fine: strappate dalle mani di Edward.
“Un figlio nostro… la notizia più bella del mondo…” Mi parlò guardandomi negli occhi e nello stesso istante entrò in me.
Ci muovemmo in sincrono. Un corpo adattato all’altro. Le mani strette e le mie gambe allacciate al suo bacino.
Il grande tappeto persiano a ripararci dal freddo pavimento.
 

Oggi: Un Anno Dopo 
 

“Bella, sei pronta?” Mi dice Edward dal piano inferiore.
“Si! Sto scendendo.” Rispondo e scendo al piano inferiore.
Gli sorrido. Ha nostra figlia in braccio, Renesmee.
“Piccolina ma come sei bella con questo vestitino!” Dico avvicinandomi alla mia bambina che oggi ha quattro mesi.
“E il papà non lo è?” Edward ride sporgendo in fuori il labbro inferiore.
“Oh ma tu sei bello sempre!” E mi avvicino a baciarlo all’angolo della bocca.
“Grazie mia signora! Ora possiamo andare?”
“No, no. Fa freddo per la piccola!” Mi avvicino al divano e tiro fuori da una busta una sciarpa e un capellino, rossi di lana entrambi. Li ha cuciti Sue per la mia bambina.
Sistemo la sciarpa attorno al collo di Renesmee e le adagio il cappello sul capo.
“Ora andiamo!” Dice sbuffando e ridendo al tempo stesso. 

È il 25 Dicembre e passeremo il Natale alla riserva, proprio come un anno fa.
Dopo la nostra notte di passione abbiamo dormito fino a tardi. Quando ci siamo svegliati abbiamo caricato in auto tutte le cose che avevo preparato e raggiungemmo casa di Sue e demmo loro anche la lieta notizia. A mio padre venne un infarto quasi, tanta era la gioia.
“Amore ma chi ci sarà, oggi?” Mi chiede Edward mentre apre il passeggino.
“Uhm… noi, Sue e Charlie. Leah e Jake. Paul e Billy con le sue figlie. Seth, Embry e Quil. E poi non mi ricordo. Ah si! Anche Sam ed Emily. Poi gli altri li vedremo.” Dico soprappensiero cercando di ricordare chi siano gli altri invitati.
“Tua madre?”
“Ah giusto! Anche Renee accompagnata da Phil.” Gli sorrido e sistemo la piccola nel passeggino coprendola con una coperta spessa.
“Ma hai detto che c’è anche la mia famiglia?” Edward si ferma.
“Certo.”
I rapporti tra Edward e la sua famiglia, che abita a Seattle, erano incrinati fino a qualche tempo fa, ma grazie a me e alla mia caparbietà, ma soprattutto grazie alla nostra bambina, il rapporto è stato risanato e quest’anno passeranno il Natale con noi.
Entrai in casa e ci scambiammo gli auguri e poi tutti dedicarono cure e attenzioni alla nostra piccolina che però si era addormentata.
“Ma perché Nessie non si sveglia?” Piagnucola Jake chiamando mia figlia con un nomignolo coniato da lui. Tutti ridiamo.
“Marito caro, i bimbi non si svegliano a comando. Soprattutto se sono così piccini!” Lo prende in giro Leah.
Siamo arrivati quasi tutti, mancano soltanto Sam, sua moglie e tutti i Cullen.
All’improvviso suonano alla porta.
“Chi è?” Chiede Charlie rivolgendosi a Seth che è andato ad aprire.
“I tuoi consuoceri!” Gli risponde lui rientrando in salotto con Carlisle, Esme, Alice e Jasper al suo seguito.
“Ciao!” Mi alzo e inizio a dare gli auguri ai miei suoceri passando poi ai mie cognati.
“Emmett?” Chiede Edward a Jazz.
“Si è fermato a fare benzina. Sta arrivando assieme a Rose.” 

Mezz’ora dopo ci siamo tutti. E tra poco inizieremo a mangiare anche se ora Sue sta distribuendo i biscotti che ha fatto la scorsa notte. Sono buonissimo, al cioccolato e allo zenzero.
“Che ne dite di una bella canzone natalizia?” Propone Alice.
“Io ci sto! Ho anche la chitarra in auto!” Risponde prontamente Emmett.
“Allora valla a prendere!” Lo incita Jacob.
“Io inizierei con una tradizionale Jingle Bells!” Seth è euforico come anche noi altri.
Quando rientra iniziamo a cantare. 

[Jingle Bells]
Dashing through the snow In a one-horse open sleigh
Through the fields we go Laughing all the way.
Bells on bob-tail ring Making spirits bright
What fun it is to ride and sing A sleighing song tonight. 

Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride In a one-horse open sleigh,
O Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride In a one-horse open sleigh.
 

A day or two ago I thought I'd take a ride
And soon Miss Fanny Bright Was seated by my side;
The horse was lean and lank Misfortune seemed his lot,
We ran into a drifted bank And there we got upsot.
 

A day or two ago The story I must tell
I went out on the snow And on my back I fell;
A gent was riding by In a one-horse open sleigh
He laughed at me as I there sprawling laid But quickly drove away.
 

Now the ground is white, Go it while you're young,
Take the girls along And sing this sleighing song.
Just bet a bob-tailed bay, Two-forty as his speed,
Hitch him to an open sleigh and crack!
You'll take the lead. 

E continuiamo così, a cantare allegramente, sbagliando frasi e strofe, per un’altra mezz’ora fino a che la fame non attanaglia lo stomaco di tutti noi.

 

E con questa piccola OS, che spero vi abbia fatto scappare almeno un sorriso, vi auguro un felice e sereno Natale. E se vi va recensite per via del concorso!

MERRY CHRISTMAS!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Miss_