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Autore: sara_g    19/12/2010    16 recensioni
Bella è la migliore amica di Jasper e viene invitata a conoscere la sua fidanzata Alice. Questo incontro le permetterà di conoscere il fratello di Alice, Edward e grazie alla magica atmosfera natalizia vedrà nascere anche un rapporto speciale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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La magia del Natale Salve a tutte ragazze!!! Forse non vi aspettavate una nuova storia e onestamente neanche io ma vi vado subito a spiegare tutto!
Questa è una one-shot ed è stata creata per partecipare ad un concorso a cui mi ha gentilemente invitata un ragazza stupenda che magari qualcuno di voi conosce, Graziana Arena.
La ringrazio di cuore per avermi voluto nel concorso e spero che gradirete questa storia nata un po' all'improvviso e spero di avere da voi qualche bella recensione!!!

Buona lettura, Sara!!!

LA MAGIA DEL NATALE

BELLA

Jasper Withlock era il mio miglior amico fin dall'infanzia. Avevo condiviso con lui gli anni dall'asilo al liceo. Lui sapeva tutto di me come io sapevo tutto di lui. Era stato Jasper che mi aveva consolata e dato coraggio quando i miei si erano separati e quando poi mia madre si era trasferita in Florida per sposarsi con un giocatore di baseball.
Eravamo stati inseparabili a tal punto che tutta Forks aveva sempre pensato che fossimo fidanzati. Mio padre nonchè capo della polizia di quel piccolo buco sperduto tra le montagne nello stato di Washington, ogni tanto se ne tornava a casa e esordiva con storie del tipo «La signora Newton mi ha chiesto quando vi deciderete a fidanzarvi seriamente» oppure «Il signor Weber dice che vuole essere lui a celebrare la vostra unione».
Mio padre sapeva bene che tra me e Jasper non c'era niente di più di una profondissima amicizia ma si divertiva a riportarmi queste voci.
Mai una volta ci era venuto in mente di baciarci o di provare a stare insieme come coppia. L'affetto che provavamo l'uno nei confronti dell'altra era profondo e non avevamo nessun dubbio sul fatto di poter sopravvivere come findanzati ma tra di noi non c'era nulla di più. Non c'era amore, non c'era mai stato. Non ci amavamo e non ci saremmo mai amati.
Avevamo due caratteri molto diversi, io ero testarda e indisciplinata mentre Jasper era molto più calmo e una persona diplomatica. Lui pensava che tutto si potesse risolvere con le parole mentre io preferivo direttamente andare ai fatti.
Eravamo rimasti uniti fino all'ultimo anno di liceo. Ci eravamo aiutati ed incoraggiati fino ad ottenere entrambi il diploma e avevamo passato delle bellissime vacanze estive preparandoci per l'università.
Restammo sempre insieme fino al giorno del mio compleanno, quella sera, tenendoci per mano passeggiando a La Push Beach ci eravamo salutati.
Sapevamo che prima o poi ci saremmo divisi ma l'inizio dell'università ci era sempre sembrato un giorno così lontano invece ora era arrivato ed io non ero per niente preparata a rinunciare al mio migliore amico.
Jasper sarebbe volato a New York per frequentare la Columbia University invece io sarei rimasta vicina a casa frequentando il corso di veterinaria all'università di Seattle.
Come avrei fatto senza di lui? Chi mi avrebbe fatta ragionare quando in preda alla collera avrei detto parole senza senso ferendo le persone a me care? Chi mi avrebbe spronata a studiare fino alle quattro del mattino per poi abbuffarci di gelato al cioccolato fino ad avere mal di pancia? Chi mi avrebbe mosso delle critiche per il mio modo libertino di vivere le relazioni per poi tenermi tra le sue braccia quando l'ennesimo stronzo mi avrebbe spezzato il cuore?
Nonostante i chilometri di distanza la nostra amicizia non aveva subito danni, non passava giorno che non ci sentissimo per telefono o tramite una videochiamata da pc. Ci tenevamo costantemente aggiornati sulle nostre vite e io non avevo potuto evitare di raccontargli i diversi guai in cui mi ero cacciata in sua assenza. Gli confessai di essere andata a letto con il professore di medicina veterinaria, Jacob Black. Il più sexy e passionale professore che avessi mai conosciuto e il fatto che avesse solo trentadue anni, due occhi neri da togliere il fiato ed un fisico da urlo certo non guastava. Mi ero sorbita le sue ramanzine come se fosse mio padre e mi ero impegnata a non ripetere quell'errore, errore che si era ripetuto invece per tutto il semestre.
Io dal mio canto avevo vissuto interamete il nascere della sua storia d'amore con Alice Cullen, la più perfetta, bellissima e incredibile ragazza che avesse mai conosciuto. Me ne aveva parlato talmente tanto che mi sembrava di conoscerla. L'ultima volta che ci eravamo sentiti per telefono Jasper aveva insistito tanto perchè ci parlassi e dal tono della voce e dalla sua parlantina mi era sembrava una ragazza sveglia, intelligente e simpatica. Quando poi Jasper era tornato al telefono mi aveva spiegato perchè aveva insistito perchè parlassi con lei.
Restai leggermente shoccata quando mi rivelò che lui e Alice si sarebbero fidanzati ufficialmente ad anno nuovo e ancora di più mi lasciò senza parole quando mi disse che ero stata invitata a passare il Natale insieme a loro in modo che avrei potuto conoscere la famosa Alice.
Ci misi un po' prima di accettare l'invito di Jasper, non che avessi chissà quali progetti per Natale ma forse conoscere di persona Alice l'avrebbe resa assolutamente reale e non sapevo quanto fossi pronta a quella cosa. Non ero mai stata gelosa delle varie ragazze con le quali Japer era uscito ma temevo che questa Alice avrebbe potuto allontanarmi per sempre dal mio miglior amico.
Misi da parte quei pensieri e pensando solo alla felicità di Jasper accettai il loro invito.
Ora mentre mi trovavo sull'aereo che mi avrebbe portata a Jackson Hole per passare il giorno di Natale con Jasper e la sua Alice credevo di aver fatto un tremendo errore nell'accettare quell'invito. Ero di malumore per aver litigato con Jacob che non aveva preso bene questa mia partenza nonostane avessi chiarito più di una volta con lui che tra noi non c'era nessun tipo di rapporto tranne il sesso, e temevo che questo malumore sarebbe persistito e avrebbe potutto rovinare le feste a tutti quanti.
Quando la voce dell'hostess ci avvisò che stavamo atterrando cercai di scacciare il pensiero del mio professore possessivo e di farmi tornare un po' di buon umore e mi bastò incrociare gli occhi del mio miglior amico all'uscita dal gate che subito tutto il mio malessere sparì.
-Bella.
Jasper mi corse incontro e mi abbracciò forte, io ricambiai la sua stretta felice di ritrovare il mio migliore amico dopo un'anno di lontananza.
-Oddio Bella, non posso crederci che sei davvero qui.
-E io non posso credere che ti stia per fidanzare.
Baciai Jasper sulle guance continuando a tenermi stretta tra le sue braccia.
-E' così bello rivederti.
Ci separammo senza però lasciarci le mani, io fissai il mio migliore amico negli occhi e non lo trovai cambiato ed ero certa che nonostante la nostra lunga separazione e il suo imminente fidanzamento, anche il nostro rapporto non sarebbe cambiato. Alla fine lui sarebbe stato sempre il mio Jasper.
Parlando animatamente recuperammo le mie valigie e poi raggiungemmo l'uscita. Non appena misi un piede fuori dall'aereoporto una ventata di aria gelida ci avvolse. Erano le quattro del pomeriggio e nevicava copiosamente, Jasper mi accompagnò alla sua auto e durante il tragitto rischiai più di una volta di scivolare sull'asfalto gelato.
Caricammo le valigie e entrammo nell'abitacolo, Jasper mise subito in moto il motore e accese il riscaldamento.
-Fa un freddo assurdo quassù.
-Perchè ha Forks ci sono trenta gradi vero?
Jasper mi guardò di sottecchi e io scoppiai a ridere.
-Parliamo di cose serie. Ti sposi allora.
Jasper abbozzò e non parlò mentre faceva manovra tra le tantissime auto che erano parcheggiate all'aereoporto. Io gli concessi il suo tempo per prepararsi ad affrontare quella discussione con me poi quando imboccammo la super strada che ci avrebbe portati a Jackson Hole finalmente Jasper mi rispose.
-La amo.
-Questo non lo metto in dubbio. Ma è sufficiente?
-Sei sempre la solita Bella. Certo che è sufficiente. E' l'unica cosa che conta in un rapporto.
Emisi uno sbuffo attirandomi una brutta occhiataccia.
-Guarda la strada, non ho intenzione di passare il Natale in ospedale.
-Neanche io se è per questo. Bella, sai che ho sempre creduto al vero amore e non aspettavo altro. L'ho capito appena l'ho vista. E' Alice il mio vero amore.
-Beato te.
Incrociai le braccia al petto ma immediatamente rilassai la mia postura rigida, non volevo rovinare quel momento a Jasper però volevo solo essere sicura che non stesse correndo troppo. Non volevo vedere il mio migliore amico divorziato a soli venticinque anni.
-Tu piuttosto, come va con il tuo sexy professore?
Questa volta toccò a me guardarlo male.
-Va. Non c'è nulla tra di noi, solo sesso e forse tra poco più nemmeno quello.
-Perchè, che fa?
-Si sta dimostrando troppo geloso e lo sai che è una cosa che non mi piace.
-Bella, dovresti cominciare anche tu a credere nel vero amore.
-Ma perfavore.
Detto questo mi sporsi in avanti per accendere la radio, non mi andava di parlare di Jacob, non ero lì per quello.
-Messaggio recepito. In questi giorni non parleremo del tuo professore. Parliamo di altro. Non vedo l'ora di farti conoscere Alice, ti piacerà subito, è una ragazza stupenda.
Jasper prese a parlare a macchinetta elencando le mille qualità della sua futura moglie, disse qualcosa anche riguardo dei fratelli ma non gli stavo prestando abbastanza attenzione per capire il significato delle sue parole.
Dopo quasi un'ora di strada sotto la neve finalmente entrammo a Jackson Hole. Il posto era stupendo, a parte la neve che ricopriva tutto conferendo al panorama un'aspetto da cartolina, c'erano delle bellissime luminarie natalizie che illuninavano la cittadina. C'erano molte persone a passeggio e le vetrine dei negozi erano addobbate per le feste.
L'auto di Jasper si fermò davanti ad un'imponente hotel, io uscii dall'auto e alzai gli occhi al cielo per poter osservare l'edificio scintillante di luci che si ergeva davanti a me. Appena sopra l'entrata campeggiva un'immensa insegna con scritto «Four Season». Mi voltai verso il mio amico che stava scaricando i miei bagagli e con passo spedito ma non troppo per non rischiare di scivolare mi avvicinai a lui.
-Jazz, spiegami come fai a permetterti di pagarmi una camera al Four Season. Costerà più di quanto io e te messi insieme abbiamo visto in tutta la nostra vita.
Lui si voltò verso di me con faccia evidentemente imbarazzate.
-E' stata un'idea di Alice prenotare in questo hotel. Sai Bella la sua famiglia è parecchio agiata ed ha talmente insistito affinchè fosse lei a pagare anche per te...
Corrugai la fronte a quelle parole e mi stavo preparando a scagliarmi verbalmente contro il mio miglior amico quando lui riprese a parlare.
-Ma io mi sono imposto. Le ho detto o si fa a metà o niente.
-Mi sarebbe andata bene anche una camera in un ostello.
-Ma a me no. Bella devi capire una cosa, Alice mi sta introducendo in un mondo fatto di persone molto potenti, ho già un buonissimo posto in cui fare tirocinio e mi pagano pure e bene. Non ti devi preoccupare di niente, voglio che in questi giorni tu non ti preoccupi di niente, ok?
Jasper mi fece gli occhi dolci ai quali non riuscii a dire di no.
-Ok.
-Bene andiamo.
Entrammo nell'albergo e Jasper mi presentò alla receptionist facendosi rilasciare il badge per la mia camera, mi accompagnò al piano e quando fummo arrivati alla mia porta mi baciò su una guancia e mi disse che mi avrebbe aspettato nell hall non appena fossi stata pronta.
Io entrai nella camera e rimasi a bocca aperta. Il lusso trasudava da ogni parete, anche se non era una suite ma una «modesta» camera singola era due volte più grande della mia cameretta a Forks, il letto era immenso coperto da una morbidissima coperta. Mi abbandonai sul letto e mi scoprii stanchissima ma prima che finissi con l'addormentarmi mi alzai, mi spogliai abbandonando i miei vestiti in fondo al letto e mi diressi verso il bagno. Anche lì resta completamente sbigottita, un'immensa vasca era posizionata al centro della stanza mentre i sanitari rimanevano coperti da una bassa parete rivestita di piastrelle color sabbia.
Riempii la vasca e rimasi a mollo per una buona mezz'ora poi uscii dall'acqua e dopo essermi avvolta in un morbidissimo asciugamano tornai in camera. Aprii la valigia e cominciai a sistemare alcuni capi nell'armadio.
Quando ebbi finito questa mansione richiusi la valigia e la posizionai in un angolo della stanza, mi guardai ancora alcuni attimi attorno poi decisi che era ora di vestirmi e di scendere a conoscere la futura moglie di Jasper.
Lasciai l'asciugamano scivolarmi lungo il corpo e finire a terra, aprii il cassetto dove avevo sistemato l'intimo e tirai fuori un completo di raso color corallo e lo appoggiai sul letto, infilai le mutandine e reggiseno, asciugai i capelli stando seduta sul morbido letto e in fine mi vestii, indossai un paio di jeans e un morbido maglione di lana blu, infilai i miei scarponcini da neve e finalmente scesi nella hall per conoscere l'allegra famiglia.
Quando l'ascensore si aprii una strana sensazione mi attangliò lo stomaco.
Tranquilla Bella. Prima o poi sarebbe dovuto accadere, non puoi pretendere che Jasper resti solo per fare piacere a te.
Mentre pensavo queste cose vagavo con lo sguardo nella hall fino a che il mio sguardo non si posò su un felice quadretto seduto ad un tavolino al bar.
-Eccola, Bella.
Jasper mi venne incontro e mi prese per mano.
-Sono così agitato.
Io gli sorrisi cercando di rassicurarlo, lo seguii al tavolo dove una ragazza bassa e molto magra, dai corti capelli neri e gli occhi azzurri si alzò dalla sedia e mi porse la mano.
-Tu sei Bella. E' un piacere conoscerti. Io sono Alice.
-Piacere mio.
Le afferrai la mano e la strinsi nella mia ma lei mi prese alla sprovvista e mi strinse in un forte abbraccio per una ragazza così minuta.
-Alice è molto espansiva.
Si giustificò Jasper.
-Ehi sorella, non fare la maleducata, a noi non ci presenti.
Al tavolo con loro erano sedute altre due persone, un bel ragazzo dai capelli neri e ricci e una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi.
-Certo, non stare sempre a lamentarti. Bella lui è mio fratello Emmett e la sua fidanzata Rosalie.
-Piacere.
Strinsi la mano ad entrambi e entrambi mi sorrisero calorosamente. Forse mi ero fatta un'idea sbagliata di Alice e la sua famiglia. Da una prima occhiata mi piacevano.
-Sarebbe dovuto esserci anche l'altro nostro fratello, Edward. Ma il suo aereo ha avuto un ritardo e non sarà quì prima dell'ora di cena.
Passammo il resto del pomeriggio seduti al bar a bere cioccolata calda e a chiacchierare. Io riuscii a mettere Jasper abbastanza in imbarazzo raccontando ad Alice e gli altri alcune nostre bravate compiute in giovane età. Alice a sua volta mi diede filo da torcere con le esilaranti esperienze di suo fratello Emmett.
-Ora non è più così, da quando sta con Rose ha messo la testa a posto.
Emmett baciò la fidanzata con occhi amorevoli e io in mezzo a quelle due coppiette innamorate mi sentii improvvisamente in imbarazzo. Avrei voluto ci fosse anche l'altro fratello almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare ma poi mi venne in mente che anche Edward sarebbe potuto essere fidanzato allora si che mi sarei divertita da morire in mezzo a tre coppiette felici.
Mentre facevo questi pensieri un cameriere ci avvisò che la cena era pronta e ci spostammo nella sala ristorante. Il tavolino era apparecchiato come se avesse dovuto accogliere un pranzo regale. Mi sedetti tra Jasper ed Emmett e Alice prese subito a parlare della cena del giorno dopo che sarebbe stata la vigilia di Natale. Mentre fingevo di ascoltare i suoi discorsi l'occhio mi cadde su un ragazzo che era appena entrato in sala. Un gran bel ragazzo, ma che dico gran bel ragazzo, era il ragazzo più bello e dannatamente sexy sul quale avessi posato lo sguardo. Batteva di gran lunga anche Jacob.
Aveva dei bellissimi capelli castano rossicci sparati in aria, due stupendi occhi azzurro/verdi, un viso perfetto, il naso dritto, la mascella squadrata. Il mio sguardo proseguii lungo il collo  e mi si mozzò il fiato quando lui si portò una mano tra i capelli e fece un sorriso storto nella mia direzione. Io mi sentii avvampare.
-Bella tutto ok?
Mi chiese Jasper.
-Si certo.
Mi versai un bicchiere d'acqua e lo sorseggiai mentre il misterioso ragazzo si avvicinava sempre di più al nostro tavolo. Non lo persi d'occhio neanche un istante, quando lo vidi chinarsi alle spalle di Alice e portargli le mani sugli occhi mi sentii sprofondare.
-Chi ha la sorella più bella del mondo che tra poco si sposa?
-Edward.
Alice si alzò dalla sedia e cominciò a saltellare, abbracciò suo fratello, ormai avevo capito che fosse il famoso Edward, e gli baciò il viso.
-Che bello rivederti. Come è andato il viaggio?
-Un'inferno. E poi quà ci saranno venti gradi in meno che a Los Angeles. Ma fammi abbracciare il mio futuro cognato.
Jasper si alzò dal suo posto e abbracciò Edward. Anche Emmett si era alzato e quando Jasper tornò a sedersi abbracciò il fratello.
-E' bello averti con noi. Come va?
-Va.
Gli rispose lui senza dare altri dettagli al riguardo.
Lo vidi poi salutare Rosalie e alla fine posare lo sguardo su di me, cambiò immediatamente espressione e fissò sua sorella.
-Alice?
Lei sorrise al fratello e facendogli gli occhi dolci gli spiegò chi fossi.
-La migliore amica di Jasper? Quindi non è una che hai fatto venire per farmi accoppiare.
-Certo che no però se tu...
-Alice, non cominciare. Quante volte te lo devo dire.
Mi sembrava che Edward si stesse arrabbiando con Alice e visto che io mi ero trattenuta e non poco per non rovinare quell'evento a Jasper non avrei permesso a Edward di farlo.
-Non mi sembra carino il tono con cui ti rivolgi a tua sorella. E se poi sono di troppo posso anche andarmene.
Edward mi fulminò con lo sguardo mentre Jasper mi posava una mano sulla gamba.
-Non ti intromettere. Non sai a cosa mi riferisco mentre Alice lo sa bene.
-Ed, perfavore non fare così. Te l'ho detto è solo la migliore amica di Jasper e ci tenevo a conoscerla. Ora possiamo mangiare?
Edward si chiuse in uno strano mutismo mentre Alice invece riprese vivacemente a chiacchierare sulla cena della vigilia.
Non sapevo cosa ci fosse dietro le parole di Edward ma mi sembrava davvero esagerata la sua reazione. In fin dei conti non è che ci saremmo dovuti sposare io e lui.
Cercai di seguire la discussione che si stava tenendo ma continuavo a sentirmi addosso lo sguardo di Edward ma ogni volta che spostavo il mio sguardo su di lui lo trovavo sempre con gli occhi ben piantati sul piatto.
Quando la cena finì ci spostammo di nuovo al bar per bere il caffè e un digestivo.
-Io esco a fumare.
Questa volta lo sopresi scoccarmi una brutta occhiataccia. Finsi indifferenza e bevvi il mio caffè poi con la scusa del bagno uscii sul piazzale. Trovai Edward appoggiato ad un muro, stava fumando una sigaretta e cavolo, era dannatamente sexy.
-Mi fai fare un tiro?
Gli dissi quando mi fui avvicinata. Lui senza aprir bocca mi porse la sigaretta dalla quale feci un tiro e poi gliela restituii.
-Hai ragione, non so cosa c'è dietro ma non è stato ugualmente carino quello che hai fatto. Non mi sembra giusto rovinare questo momento importante per Alice e Jasper.
-Senti io e te non ci conosciamo, tu non sai niente di me come io non so niente di te e onestamente non mi interessa. Se avessi potuto evitare di venire fin quà lo avrei fatto ma visto che Alice è la mia sorellina non me la sono sentita ma almeno risparmiatevi questa pagliacciata.
-Non capisco davvero a cosa ti riferisci.
Forse mi stava sfuggendo qualcosa, sicuramente ciò che Edward continuava a sostenere che io non sapessi c'entrava qualcosa con quel suo modo di fare.
-Lasciamo perdere. Tanto non dobbiamo mica sposarci, no?
Scoccandomi un ultimo sguardo minaccioso buttò la sigaretta e rientò in hotel lasciandomi sola al freddo. Stava ancora nevicando e l'aria era calma e serena, un'improvvisa voglia di tornarmene a casa e lasciare Jasper a divertirsi con la sua nuova famiglia si impossessò di me.
-Bella, che fai qua al freddo? Ti stiamo aspettando.
Jasper si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio.
-Non te la prendere per Edward. Ha i suoi buoni motivi per comportarsi un po' da stronzo. Non sta a me raccontarti i fatti ma sappi che non c'è l'ha con te.
-E come potrebbe. Ci conosciamo appena.
Sorrisi a Jasper e ricordandomi di non voler rovinare quel momento importantissimo della sua vita rientrai con lui in albergo e tornai a sedermi al tavolo del bar. Questa volta partecipai attivamente alle conversazioni ignorando del tutto Edward che se ne stava seduto in silenzio fissando il suo bicchiere di liquore.
A mezzanotte passata decidemmo che fosse arrivata l'ora di andare a riposare se il mattino successivo eravamo intenzionati a salire sulle piste per sciare.
-Buonanotte a tutti.
Salutai quando uscii dall'ascensore, gli altri mi salutarono con calore mi incamminai verso la mia stanza. Solo quando mi trovai a metà corridoio mi resi conto che qualcuno mi stava seguendo, rallentai il passo e mi voltai lentamente a guardarmi le spalle.
-Non ti preoccupare, non ti sto seguendo. La mia camera è su questo piano.
Disse Edward camminando dietro di me con le mani in tasca e ostentando un disinteresse nei miei confronti.
Io ignorai la sua voce e continuai a camminare, mi fermai di fronte alla porta della mia stanza e inserii il badge. Con la coda dell'occhio continuai a tenere sotto controllo Edward, lo vidi fermarsi nella porta prima della mia, velocemente infilò il badge e sparì nella sua stanza.
-Stronzo.
Sussurrai e entrai nella mia camera.
Mi spogliai, indossai uno dei miei pigiami più caldi e mi infilai sotto le coperte. Accesi la tv divertendomi a fare zapping tra un programma e l'altro, non trovai nulla di interessante e alla fine decisi di lasciare su un programma di viaggi, mi sistemai su un fianco e mi appisolai.
Fui svegliata da un rumore sordo, non riuscivo a capire cosa fosse, mi stroppicciai gli occhi e accesi la lampada che si trovava sul mio comodino. Ci impiegai qualche secondo per rendermi conto di dove mi trovavo poi piano piano mi ricordai di essere in un albergo per festeggiare il fidanzamento di Jasper.
Un attimo dopo aver realizzato dove mi trovassi sentii ancora quel rumore, finalmente capii che proveniva dalla porta. Con non poca cautela mi avvicinai alla porta e accostai l'orecchio sul legno. Qualcuno stava bussando alla mia porta.
-Chi è?
Chiesi con voce decisa.
-Edward.
No. Non poteva essere lui. Che poteva volere da me?
Aprii la porta e me lo trovai davanti bello come il sole. Durante quelle poche ore di sonno mi ero completamente dimenticata di dove mi trovassi e mi ero dimenticata di Edward, ma ora ritrovarmelo lì davanti, con un sorriso da mozzare il fiato mi destabilizzò.
-Sono qui per scusarmi. Sono stato un maleducato. Pace?
Dicendo quell'ultima parola alzò una mano nella quale teneva due bottiglie di birra. Restai a fissarlo per alcuni secondi poi non riuscii a dirgli di no.
-Pace.
Mi spostai e lo lasciai entrare in camera, appoggiò le birre sulla scrivania che si trovava nell'angolo e tirando fuori un'apribottiglie dalla tasca dei jeans stappò le bottiglie.
Mi porse una bottiglia e io l'afferrai per poi sedermi a gambe incrociate sul letto, lui restò a guardarmi e poi mi imitò.
-Ad Alice e Jasper. Che possano essere felici.
Edward avvicinò il collo della sua bottiglia alla mia e fece tintinnare il vetro per poi fare un lungo sorso di birra.
-Quante ne hai già scolate?
Gli chiesi.
Mi ero resa conto che la sua voce appariva leggermente alterata, i suoi occhi erano arrossati e il suo alito odorava fortemente di birra.
-Tre, quattro... cinque, sei... non lo so. Ma poi mi sono rotto di bere da solo ed ho pensato di condividerne una con te e chiederti scusa per il mio pessimo exploit. Sono stato un stramaledetto stronzo.
-Avrai avuto le tue buone ragioni.
Feci anche io un lungo sorso di birra che risultò lungo la mia gola fresca e dissetante.
-Può anche essere ma questo non significa che possa fare lo stronzo con una persona che non conosco e soprattutto con mia sorella. Ci è rimasta male.
-Si, lo immaginavo.
Restammo per alcuni attimi in silenzio continuando a bere le nostre birre, non riuscivo a non guardarlo. Aveva un'aria stanca, sembrava triste e mi sembrava che fosse tormentato da qualcosa. Ma da cosa?
-Ti va una sigaretta in due?
Disse quando entrambi finimmo le nostre birre.
-Certo. Non sono una fumatrice accanita ma una ogni tanto non la disdegno.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta finestra, l'aprii e l'aria fredda della notte contribuì a farmi schiarire le idee. Mi appoggiai sul parapetto del balcone e poco dopo Edward mi raggiunse. Accese la sigaretta, ne fece un tiro e me la porse.
-C'è un motivo a tutto questo. Voglio dire, a questo mio comportamento.
-Sono cose tue - gli ripassai la sigaretta e mi voltai appoggiando la schiena al parapetto - non devi giustificarti con me. Ti conosco appena.
-Ma non mi va di passare per lo stronzo perchè fondamentalmente non lo sono.
-Se lo dici tu ci credo e anche Jasper me lo ha detto. Ma non mi ha detto nient'altro.
Restammo altri lunghi secondi in silenzio fino a che Edward non parlò di nuovo.
-Solo qualche mese fa non mi sarei mai immaginato di passare il Natale solo, solo nel senso di single. Stavo con una ragazza, Tanya, da tre anni e io ero convinto che fosse la donna della mia vita. Invece lei un bel giorno torna a casa e mi dice che se ne sarebbe andata.
Io l'ascoltavo in silenzio, quasi temevo di respirare per la paura di interrompere quel momento. Non sapevo perchè Edward mi stesse raccontando quelle cose però sapevo che alle volte è più facile parlare con degli estranei che con chi ti conosce da una vita.
Attesi pazientemente che riprendesse a parlare.
-Io le dissi che se era per via del mio lavoro che mi teneva troppo tempo fuori di casa avrei fatto in modo di avere turni più flessibili in modo da esser più presente ma lei mi rispose che avrei potuto anche lavorare 24 ore su 24 per quel che le riguardava.
Restai impressionata da quella cosa. Quale pazza donna poteva lasciare un uomo così bello? Sicuramente anche lui avrà avuto i suoi difetti ma sicuramente qualcosa di trascurabile rispetto a tanta perfezione.
-Vuoi sapere che mi ha detto quando le ho chiesto ulteriori spiegazioni?
Mi passò di nuovo la sigaretta ma io gli feci cenno di no e gliela feci finire, aveva sicuramente più bisogno lui di me di fumare.
-Mi ha detto che si era innamorata di un'altro.
Scoppiò a ridere.
La situazione era davvero surreale, dopo essere scoppiato a ridere Edward si portò le mani sul viso scuotendo la testa con aria disperata.
-Scusami... ti starai chiedendo che cavolo voglia da te. Avevo solo bisogno di sfogarmi. Forse non eri la persona più giusta ma...
-No, non è un problema. Mi fa piacere sapere che non ti sei comportato male solo perchè sei uno stronzo.
Riuscii a strappargli un sorriso.
-Mi sono incazzato con Alice perchè credevo che mi avesse combinato qualcosa con te. Sai, due coppie e io da solo e poi trovo te...
-Ahhh, ora capisco tutto.
Entrambi scoppiammo a ridere.
-Anche se lo avesse fatto era solo per il tuo bene.
-Non ho mai creduto negli appuntamenti combinati.
Avvicinò il suo viso al mio e potei specchiarmi nei suoi occhi meravigliosi. Restai senza fiato per alcuni secondi fino a che Edward non si allontanò da me.
-Scusa, ti ho rubato troppo tempo. Ti lascio dormire, domani si scia.
Lo seguii con lo sguardo rientrare in camera e avvicinarsi alla porta. In pochi passi gli fui accanto.
-Buonanotte.
Mi disse accarezzandomi una guancia.
-Buonanotte.
Aprii la porta ma gli impedì di uscire, ci tenevo a dirgli ancora una cosa.
-Sono felice che tu sia venuto qui stanotte. Almeno ora so che non sei uno stronzo.
Gli posai un bacio sulla guancia e poi lo lasciai uscire. Mi rischiusi immediatamente la porta alle spalle, chiusi la porta finestra e mi misi a letto. In pochissimi secondi mi addormentai.
Il mattino seguente la sveglia suonò alle sette. Sarei voluta rimanere sotto le coperte ma mi ricordai che lo dovevo a Jasper e poi onestamente non vedevo l'ora di rivedere Edward.
Mi vestii pesante e indossai una tuta da sci poi scesi per la colazione. Trovai già tutto seduti a chiacchierare amabilmente e a differenza della sera prima il posto che mi era stato lasciato era accanto ad Edward.
Salutai tutti e mi sedetti rivolgendo un sorriso particolare al mio vicino di posto. Lui mi fece l'occhiolino per poi tornare a chiacchierare con Jasper.
Dopo un'ora stavamo salendo verso l'impianto. Affittammo degli sci e dividendoci a coppie attendemmo l'arrivo dello skilift che ci avrebbe portato sulle piste.
Naturalmente io mi trovai in coppia con Edward, per nessun motivo le altre coppie si sarebbero sciolte per noi ma questo mi andava bene, anzi più che bene.
-Pronta per la neve?
-Ti ammetto che anche vivendo in montagna non sono una grande sciatrice. Tendo a franare a terra come metto piede in pista.
-Vedremo che possiamo fare per farti stare in piedi.
Mentre l'impianto di risalita ci portava verso le piste conversammo molto tranquillamente come se l'incomprensione del giorno prima non fosse mai avvenuta.
-Tu sei di Forks vero?
-Si.
Gli risposi sorpresa.
-Come Jasper.
-Ah, già si. Come lui.
-Vi conoscete da tanto?
-Da quando ero più o meno una poppante.
Edward rise e si passò una mano tra i capelli. Aveva indossato un paio di occhiali da sole che lo rendevano ancora più bello. Ancora stentavo a credere che la sua fidanzata lo avesse lasciato. Era davvero una cosa assurda.
Finalmente arrivammo in cima e seguendo Edward raggiunsi la pista. Per mia fortuna Edward ne scelse una di media difficoltà anche se io avrei preferito la pista dei bambini.
Edward si portò al mio fianco e con molta attenzione mi sistemò il casco allacciandomelo ben saldo sotto il mento.
-Grazie papà.
Gli dissi prendendomi gioco di lui.
-Non c'è di che.
Mi accarezzò la punta del naso e poi sistemò il suo casco e si abbassò gli occhialoni sul viso. Restò al mio fianco poi facendomi un gesto con il viso partì per la discesa. Io lo osservai scorrere verso valle con una tecnica impeccabile, quando diventò un puntino invisibile raccolsi tutto il mio coraggio iniziai la discesa con molta cautela. Faticai e non poco ad arrivare a metà pista e rimasti felicemente stupita di vedere Edward fermo a lato che mi stava aspettando.
-Ce ne hai messo di tempo.
Finimmo la discesa sciando molto lentamente, Edward faticava a tenere il mio ritmo blando ma fu davvero gentile ad aspettarmi. Quando in fine arrivammo a fondo valle Edward mi propose una ben più facile passeggiata per uno dei sentieri presenti sui monti Teton. Dopo aver restituito gli sci partimmo per questa nuova avventura e io mi pentii immediatamente di averla definita facile.
Il sentiero era impervio, pieno di rocce nascoste e rese scivolose dalla neve e dopo non pochi tentativi di scivoloni finii con il sedere a terra. Restai ansante seduta senza più la forza di alzarmi.
-Credevo che con le camminate te la cavassi meglio.
-Credevi male.
Gli risposi.
-E con le palle di neve come te la cavi?
Di sorpresa Edward mi scagliò contro una palla di neve e poi corse a nascondersi dietro un'albero. Io agguerritissima mi alzai e cominciai a formare una palla di neve super. Potevo non saper sciare e non riuscire a camminare nella neve ma in tutta la mia vita non avevo mai perso una guerra alle palle di neve.
Con passo felpato mi avvicinai al suo nascondiglio e lasciai partire la mia palla che lo colpì su una spalla.
-Allora guerrà?
-Che guerra sia.
Nello stesso momento ci chinammo a raccogliere la neve, formammo le palle e ce le scagliammo addosso contemporaneamente. Edward mi mancò e io invece lo colpì in pieno viso. Forse mosso da questa parziale sconfitta Edward partì al mio inseguimento, io cominciai a correre per non permettergli di avvicinarsi ma il suolo mi tradì ancora. Misi un piede in fallo e stavo per prendere a scivolare quando le mani di Edward mi afferrarono per la vita e finii addosso a lui facendolo cadere. Scoppiammo a ridere e a rotolarci sulla neve. Nonostante il freddo e il contatto prolungato con la neve il mio viso era accaldato e mi sentivo davvero sfinita. Edward mi teneva ancora per la vita e io mi appoggiai al suo petto.
Entrambi con il fiato corto restammo in silenzio per riprendere le forze. Il cuore mi batteva forte nel petto ma nel contempo sentivo una specie di pace interiore come non mi succedeva da tanto tempo. Seduta sulla neve tra le braccia di un perfetto sconosciuto finalmente riuscivo a dare un senso alla mia vita. Mi sentivo se tutto ciò che avessi fatto dalla mia nascita fino a pochi giorni prima fosse stato tutto finalizzato per quel momento.
-Sei bellissima lo sai?
La voce di Edward mi arrivò come un sussurrò ma riuscì a scatenare in me un brivido che mi percorse l'intera spina dorsale.
Mi voltai per poterlo guardare in faccia senza sospettare che non sarei riuscita a resistergli. Incautamente gli posai le labbra sulle sue. Da prima Edward rispose al mio bacio, sentii la presa farsi più salda attorno al mio corpo ma poi gentilmente si scostò.
-Perdonami Bella, non vorrei darti l'impressione sbagliata.
-Nessuna impressione. Io non ti conosco ma sono una persona che ha sempre seguito il suo istinto, anche quando mi ha fatto finire nei guai. E anche questa volta l'ho seguito ma ti capisco se...
-No, non è che non voglia. Tu sei una ragazza bellissima davvero e ti sto scoprendo anche come una bellissima compagnia ma tra un paio di giorni io tornerò a Los Angeles e tu a Forks.
-Beh non è quello che ti ci vorrebbe? Dopo una forte delusione come la tua un'avventura senza pretese ti farebbe bene. Ma tranquillo, non mi offendo se non vuoi.
Sorrisi per poi alzarmi dal terreno, gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi, lui l'afferrò e una volta in piedi tornammo verso il fondo valle dove trovammo gli altri che ci stavano aspettando.
-Credevamo vi foste persi per la discesa.
Disse Alice vedendoci tornare.
-No, Bella ha avuto un po' di problemi con gli sci e abbiamo optato per una più tranquilla passeggiata.
Jasper mi guardò di traverso, conoscendomi bene come mi conosceva lui sapeva che ci poteva essere qualcosa sotto ma io non gli lasciai capire nulla.
Alice e Jasper volevano continuare a sciare ma un'improvvisa nevicata ci fece decidere per un cambiamento di programma, visto che era quasi ora di pranzo raggiungemmo un ristorante dove mangiammo e nel primo pomeriggio facemmo ritorno in hotel per riposarci prima del cenone della vigilia.
-Che ne dite di bere qualcosa di caldo al bar?
Propose Emmett. Tutti accettarono ma io sentivo il bisogno di un bel bagno e di almeno un'ora di riposo nel mio comodo letto.
-Vi spiace se ci vediamo a cena. Sono troppo stanca, ho bisogno di riposarmi.
-Certo che no Bella, ci vediamo dopo.
Alice sempre carinamente mi diede un bacio sulla guancia e io salii in camera. Mi spogliai dell'ingombrante tutta da sci e preparai la vasca per il bagno, nel frattempo tirai fuori dall'armadio l'abito che avrei indossato quella sera cercando di far sparire le pieghe che aveva preso stando nella valigia.
Mi immersi nella vasca e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi. Era stata una giornata molto intensa ed erano accadute molte cose. Non avevo ancora ben capito che cosa volessi che succedesse con Edward, lui mi piaceva e se non mi sbagliavo io piacevo a lui ma forse aveva ragione lui, tra qualche giorno ognuno di noi avrebbe fatto ritorno alle proprie vite e forse sarebbe stato meglio non incasinare le cose.
Ma chi l'avrebbe detto che ci saremmo incasinati? Avremmo potuto fare del sesso e finirla lì. Non gli avevo chiesto che cosa provasse per me o cosa avremmo fatto una volta finita la nostra vacanza. Non volevo un amore a lungo termine, non lo avevo mai voluto però pensare ad Edward in quel momento mi fece ragionare sul fatto che un rapporto serio con lui mi sarebbe potuto anche piacere.
-Ma perfavore Bella, a chi la vuoi raccontare?
Misi da parte quei pensieri e mi feci la doccia, uscii dalla vasca avvolgendomi nel morbido telo e tornai in camera. Mi stavo per sdraiare sul letto per riposare un po' quando il mio telefonino prese a suonare. Fissai il display e restai alcuni secondi incerta se rispondere o no, poi pensa che se non avessi risposto averi solo peggiorato le cose quindi accettai la chiamata.
-Jacob.
-Ciao Bella, sei viva allora.
-Si, sono viva.
Mi stesi sul letto con la brutta sensazione che quella sarebbe stata una ben poco piacevole chiacchierata.
-Potevi farmi sapere quando atterravi almeno.
-Jake ti prego, non cominciare.
-Bella, come te lo devo dire. Io per te sono pronto anche a lasciare il mio impiego all'università. Sei importante per me e voglio avere un rapporto serio con te, voglio costriure qualcosa di duraturo.
Sbuffai felice che fossimo al telefono così che Jacob non potesse vedere le mie espressioni.
-Jake io sono stata chiara fin da subito. Per me non era nulla di serio...
-Neanche per me ma poi sono finito con l'innamorarmi di te.
-Jake non dire così.
-Che dovrei dire? Dovrei mentirti? Non posso, non ce la faccio, io ti amo.
Avrei voluto scagliare il telefono contro il muro e mi maledii in tutte le lingue del mondo per aver accettato quella chiamata. Mentre cercavo un modo carino per dire a Jacob che i suoi sentimenti non erano ricambiati sentii bussare alla porta e il mio cuore mi balzò in gola. Possibile che fosse ancora lui?
Tenendomi stretta l'asciugamano addosso andai ad aprire e quando incrociai i suoi occhi mi sentii leggera come una foglia. Gli feci cenno di entrare e ripresi a parlare con Jacob.
-Senti ora non posso parlare. Ne riparliamo quando torno.
-E quando torni?
-Non lo so di preciso. Prima della fine dell'anno.
-Bella pensa a cosa ti ho detto, potremmo essere felici, lo so.
-Jake non mettermi in questa situazione.
-Ma tu promettimi che ci penserai.
-Ok, lo farò. Ora devo andare.
Chiusi la comunicazione prima che lui potesse aggiungere altro e mi voltai verso Edward. Era in piedi in mezzo alla stanza e mi fissava con uno sguardo strano.
-Tralasciando il fatto che hai indosso solo un asciugamano fingerò di interessarmi alla tua chiamata. Fidanzato?
Sorrisi quando capii che si sentiva in imbarazzo per il mio abbigliamento ma finsi anche io di non interessarmi a quella cosa.
-No, non ho un fidanzato. Diciamo un'amico speciale.
-Mmmm... amico speciale. Ora si chiamano così le persone con cui si va a letto?
-No, ma i professori con cui si va a letto si.
-E' un tuo professore. Wow. Che ragazzaccia.
Scoppiai a ridere a quelle sue parole e per poco non mi scivolò l'accappatoio da dosso.
-Forse è meglio se ti lasci rivestire ero solo passato per dirti una cosa.
-Sono tutt'orecchie.
Incrociai le braccia al petto per non rischiare di restare nuda davanti a lui anche se la cosa non mi sarebbe affatto dispiaciuta e restai in attesa.
-Te l'ho già detto, mi piaci. Mi sei piaciuta subito ma ero troppo preso a fare l'incazzato per cominciare subito a conoscerti. Come non credo negli incontri programmati credo poco nel destino quindi non starò qui a dirti che ci siamo incontrati perchè era scritto così e ultimo e non meno importante non so se sono pronto a questo tipo di cosa. Cioè non ho mai avuto nessun tipo di rapporto intimo con una persona appena conosciuta e non ho mai baciato prima di oggi una persona appena conosciuta.
-E' molto dolce quello che mi stai dicendo Edward e ti dico anche che la tua fidanzata è stata una pazza a lasciarti. Se fossi stata io la tua fidanzata ti avrei legato alla mia caviglia. Rispetto i tuoi tempi, non staremo qui per sempre e se ti va di passare un po' di tempo con me e non intendo in un letto ma a chiacchierare e a passeggiare come è successo oggi io ne sarei molto felice.
-Grazi Bella.
Edward mi posò un delicato bacio sulle labbra e mi lasciò sola.
Io restai diverso tempo imbambolata senza la forza di muovermi poi finalmente mi scorllai e ripresi possesso delle mie facolta mentali. Decisa a farmi bella non solo per me ma anche un po' per Edward mi dedicai ad una attenta depilazione su tutto il corpo per poi passarmi una quantità spropositata di crema idratante su tutto il corpo. Mi spruzzai una buona dose del mio profumo preferito e infine mi vestii dedicanto particolare attenzione nella scelta dell'intimo, optai per un completo di pizzo nero al quale abbinai delle autoreggenti velate per poi indossare il mio abito. Era un vestito che avevo comprato a Seattle sotto consiglio di Jessica e Angela.
Una volta indossate anche le scarpe mi posizionai davanti allo specchio per rimirare il tutto. Osservai attentamente il mio abito, aveva un ampio scollo quadrato con spalline larghe lasciando le braccia nude. Scendeva aderente lungo i miei fianchi fino a sopra le ginocchia. Le scarpe erano nere come l'abito, di pelle lucida.
Quando finii di osservarmi mi spostai in bagno per truccarmi, un filo di cipria, sfumai dell'ombretto nero e grigio sugli occhi e applicai un rossetto rosso sulle labbra. Raccolsi i capelli in una morbida coda alta dalla quale sfuggivano alcune ciocche di capelli che ricadevano morbide sulle mie spalle.
Tornai in camera, afferrai la pochette nera e uscii dalla stanza. Percorsi il lungo corridoio fino all'ascensore e mi resi conto di essere agitata, come se mi trovassi al ballo di fine anno e mi stesse aspettando il ragazzo più bello del liceo per ballare con me.
Certo, Edward era assolutamente il ragazzo più bello che io avessi conosciuto e il bacio che ci eravamo scambiati sulla neve mi aveva completamente scombussolata. Involontariamente la mia mente cominciò a costriure pensieri di me ed Edward insieme ma non insieme in senso sessuale, ma insieme come coppia. Per la prima volta da che avevo memoria vedevo un uomo non solo per divertirmi a letto ma anche come compagno di vita ma quello che più mi spaventava era che mi stava succedendo con un ragazzo appena conosciuto.
Quando l'ascensore arrivò al piano terra mi sentivo le guance in fiamme e vedere Edward bello come il sole nel suo smoking appoggiato al bancone del bar non fece che alzare la mia temperatura.
Lui nel momento esatto in cui io uscii dall'ascensore alzò lo sguardo dal suo bicchiere e mi sorrise passandosi una mano tra i capelli pettinati all'indietro.
-Sei bellissima.
Mi disse posandomi un bacio sul collo quando gli fui abbastanza vicino. Tutto attorno a me vacillò e fui costretta ad aggrapparmi alla sua giacca.
-Anche tu non sei male.
Sorrisi cercando di respirare regolarmente. Lui mi sorrise ancora e quando cominciavo a pensare che sarei svenuta da un momento all'altro arrivarono gli altri a salvarmi.
-Bella, sei stupeda. Il tuo abito è bellissimo, ti sta d'incanto.
Alice mi strinse in un caloroso abbraccio e quando si separò da me fui io a restare incantata di fronte a lei e Rose. Sembravano due fate, Alice nel suo vestito rosso e Rosalie nel suo vestito color glicine. Erano davvero divine, altro chè il mio abito comprato ai grandi magazzini.
La sala del bar si popolò molto velocemente e il barista cominciò a servire l'aperitivo, dopo una mezz'oretta ci fecero accomodare nella sala ristorante.
La cena fu lunga e ricca di portate, quando arrivammo al dolce ero convinta che il vestito mi sarebbe esploso tanto avevo mangiato. Attendemmo la mezzanotte in un'atmosfera molto intima nonostante la sala ristorante fosse gremita. Brindammo l'arrivo del Natale con dell'ottimo champagne e alla fine Alice propose di passare alla sala da ballo per divertirci un po' prima di andare a dormire.
Non sapevo se mi andava di seguirli, io non ballavo, non mi piaceva e non ero capace però lo sguardo di Edward difronte ai miei tentennamenti mi fece capitolare.
-Ok, vengo con voi.
-Brava Bella. Non è mai tardi per cominciare a ballare.
Jasper conoscendo il mio brutto rapporto con la danza mi baciò una guancia e prendendomi sotto braccio ci avviammo verso la sala da ballo. Anche lì c'era già molta gente intenta a divertirsi e io cercai di sciogliermi un po', la musica era davvero gradevole, si cominciò con un po' di musica anni ottanta e con l'andare avanti con la serata ci avvicinammo agli anni nostri.
Jasper mi trascinò in pista pur conoscendo la mia totale incapacità nel ballare ma non appena Edward si portò accanto a me e cominciò a ballarmi attorno persi completamente ogni freno inibitorio e mi lasciai andare. Gli portai le braccia attorno al collo e seguii i movimenti del suo corpo. Sentivo sempre più caldo, ma non solo esteriormente anche dentro, più Edward si muoveva contro il mio corpo più desideravo toccarlo e baciarlo, desideravo spogliare il suo corpo e osservarlo nella sua totale bellezza.
Quando un pezzo più lento interruppe la musica disco Edward mi passò le mani attorno alla vita e mi strinse contro il suo corpo. Io lo lasciai fare e presi a dondolarmi a ritmo di musica ma quando poi lo sentii affondare con il volto sul mio collo persi completamente la ragione e mi resi conto di aver bisogno di aria.
-Scusami...
Lo lasciai solo in mezzo alla pista mentre io guadagnavo l'uscita. Mi fermai quasi ansante solo quando fui all'aria aperta. Faceva freddissimo e le braccia scoperte si ricoprirono subito di brividi ma il freddo durò pochissimo perchè sentii qualcuno posarmi una giacca sulle spalle, riconobbi immediatamente il suo odore.
-Tutto bene?
Mi chiese abbracciandomi da dietro e facendomi appoggiare la schiena contro il suo petto.
-No, non va tutto bene.
-Qual'è il problema?
Mi chiese posandomi un bacio sulla testa.
-Tu. Tu sei il problema.
Restammo entrambi in silenzio dopo quelle mie parole, Edward continuava a posarmi baci sulla testa e le sue mani mi tenevano sempre saldamente contro il suo corpo.
-Da quando Tanya mi ha lasciato non sono più stato interessato a nessuna donna fino a ieri.
Le sue parole mi lasciarono interdetta. Mi ero resa conto di non essergli indifferente ma da quì a credere che potesse anche lui essere coinvolto tanto quanto me mi lasciò stupita.
Lentamente mi voltai verso di lui e fissai i suoi stupendi occhi scintillanti.
-Io non voglio soffrire, ho sempre avuto paura di questo e forse è proprio per questo motivo che mi tengo ben lontana da storie serie, anche ora che il mio prof mi ha detto che sarebbe disposto a lasciare il suo lavoro per me... il solo pensiero mi sento soffocare. Ma con te è perfettamente l'inverso, il solo pensiero di separarmi da te mi fa sentire male.
Affondai il viso nel suo petto dopo avergli rivelato quella cosa. Lui mi strinse ancora di più poi con una mano mi fece alzare il viso.
-Ho notato che anche con il ballo sei abbastanza incapace come con lo sci e il trekking.
Sorrise e io non riuscii a restare seria.
-Non burlarti di me.
-Mai.
Edward avvicinò le sue labbra alle mie e capii che quello non sarebbe stato un bacio rubato come quello sulla neve ma sarebbe stato un vero bacio. Infatti le sue labbra si modellarono immediatamente contro le mie e come una lenta coreografia le nostre bocche si aprirono all'unisono lasciando unirsi le nostre lingue. Lentamente si accarezzarono mentre le mie mani si portavano tra i suoi capelli, avvertii le sue labbra avvolgere completamente le mie mentre il mio stomaco si chiudeva in una morsa di desiderio.
Mi separai da lui per riprendere fiato ma Edward non la smetteva di lasciare piccoli baci sulle mie labbra, mi fissava intensamente e sorrise abbagliandomi.
-La senti questa canzone?
Solo in quel momento mi accorsi della musica che si avvertiva fino a lì fuori.
-Si.
-Non credi sia giustissima per questo momento?
-Si, credo di si.
Le note di Could I have this kiss forever arrivavano fino a noi come a fare da sottofondo a quel momento magico.

Over and over I look in your eyes
You are all I desire
You have captured me
I want to hold you I want to be close to you
I never want to let go
I wish that this night would never end
I need to know

Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever

Over and over I`ve dreamed of this night
Now you`re here by my side
You are next to me
I want to hold you and touch you and taste you
And make you want no one but me
I wish that this kiss could never end
Oh baby please

Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever

I don`t want any night to go by
Without you by my side
I just want all my days
Spent being next to you
Lived for just loving you
And baby, oh by the way

Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever


Le parole rispecchiavano esattamente ciò che desideravo in quel momento, volevo avere quel bacio per sempre, volevo avere Edward al mio fianco per sempre, passare ogni notte ed ogni giorni in sua compagnia anche se mi rendevo conto che era una cosa alquanto impossibile.
-Mi concede questo ballo signorina?
-Molto volentieri.
Prendemmo a muoverci con cautela sul suolo reso scivoloso dalla neve e tenendoci stretti in quell'abbraccio ballammo fino a che la musica non terminò. Non volevo assolutamente separarmi dal suo corpo e quando lo setii allontanarsi protestai con un lamento.
-Che c'è?
-Voglio restarti vicina.
-Pensavo ad una cosa.
-Cosa?
Chiesi curiosa.
-Che potremmo stare vicini anche in camera mia. Ti va?
Mi va? Era praticamente dal primo momento in cui avevo posato lo sguardo su di lui senza ancora non sapere chi fosse che desideravo farlo, ma in quel momento lo volevo fare solo per puro piacere fisico ora invece sentivo qualcosa di più, sentivo che volevo unirmi a lui non solo fisicamente ma anche spiritualmente.
Senza dire una parola Edward mi prese per mano e mi condusse all'interno dell'holte, ci avvicinammo agli ascensori senza prenderci il disturbo di avvisare gli altri. Salimmo al nostro piano restando stretti in un muto abbraccio poi raggiungemmo la sua camera. Una volta all'interno Edward fece per accendere la luce ma io lo fermai.
-Non...
-Shhh...
Gli posai un dito sulle labbra e lasciai cadere a terra la sua giacca che era ancora sulle mie spalle. Lentamente portai le mie mani alla sua camicia e presi a slacciargli i bottoni lentamente. Quando arrivai all'ultimo gli sfilai la camicia da dentro i pantaloni e gliela tolsi. Accarezzai con attenzione il suo petto ampio, mi gustai il contatto delle mie mani sulla sua pelle morbida e poi presei a baciargli il petto.
-Bella...
Edward ansimò prendendo ad accarezzarmi le braccia, quando arrivò alle mie spalle scivolò sulla schiena e mi abbassò la lampo del vestito. Lasciai che mi spogliasse che mi conduccesse al letto. Ci sedemmo sul bordo e riavvicinammo le nostre bocche. Ormai il desiderio di essere sua era incontenibile. Non osavo pensare a quello che sarebbe successo una volta finita la nostra vacanza, volevo solo godermi quel momento di pura magia. Una magia che solo il Natale poteva far accadere.
Lasciai che le sue mani esperte mi spogliassero completamente e poi lo osservai togliersi gli ultimi indumenti. Tutto stava succedendo con una delicatezza estrema, anche quando Edward entrò in me fu talmente delicato e lieve che mi sembrò che fossimo stati creati solo per quel momento, solo per fonderci l'uno nell'altra.
Facemmo l'amore per tutta la notte donadoci completamente e quando alle prime luci dell'alba ormai stremati per il piacere immenso provato restammo sdraiati sul letto avvinghiati mi sembrava di non aver fatto null'altro nella mia vita se non l'amore con Edward.
-Credo di aver scoperto un'altra tua proprietà oltre al non saper ballare e sciare.
Disse Edward mentre con una mano mi accarezzava lentamente la schiena.
-E quale sarebbe?
-Crei dipendenza.
Un sorriso apparve sulle mie labbra e scesi a baciargli il petto lentamente.
-Che faremo una volta che dovremmo tornare alle nostre rispettive vite?
Gli chiesi seriamente preoccupata.
-Troveremo un modo per andare avanti. E sai, anche a Los Angeles c'è l'università, più di una. Potresti finire gli studi lì, sai c'è sempre il sole.
Felice per quelle parole mi sollevai per baciargli le labbra.
-Non dire queste cose potrei prenderti sul serio.
-Mai stato più serio di così. Ti voglio nella mia vita Bella.
-Anche io.
Baciai ancora Edward aderendo al suo corpo, sapevo bene che le cose sarebbero state complicate, che non potevo solo tornare a casa, fare le valigie e trasferirmi a Los Angeles ma con la consapevolezza che Edward provava per me lo stesso sentimento che io provavo per lui mi rendevo conto che saremmo riusciti a stare insieme.
Forse non sarebbe durato per sempre il nostro rapporto, forse seguire il mio istinto si sarebbe rivelato per l'ennesima volta un gravissimo errore ma era la mia natura, non potevo ignorare il mio istinto e il mio istinto in quel caso mi diceva di non lasciarmi scappare Edward e non lo avrei fatto.

Spero che questa storia nata un po' così alla svelta vi sia piaciuta. Un grazie a chi mi ha dedicato un po' del suo tempo per leggerla. Un bacione!!!
  
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