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Autore: Miwako_chan    19/12/2010    5 recensioni
“Amore.” Pronunciò in un soffio suggellato da un caldo sorriso.
Sai sgranò impercettibilmente gli occhi bui, scostandosi con un cenno imbarazzato le ciocche ricadute sul volto. Quella parola proprio non se l’aspettava, Naruto l’aveva colto completamente alla sprovvista. Si ritrovò con un groppo all’altezza del cuore, un miscuglio soffocante di avversione, imbarazzo e turbamento, anche perché ora non poteva non rispondere. Contro qualsiasi repulsione da parte del suo carattere e temperamento, una particolare vocazione, forse la cosiddetta coscienza del cuore, gli imponeva d’agire.
Partecipante al Storie Edite Contest indetto da Mokochan.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ogni giorno pensai che non avrei potuto sopportare altra sofferenza,
Ogni giorno pensai di non aver più lacrime da versare,
Ogni giorno dovetti ricredermi.

E se solo il dolore potesse costruire una scala,
Salirei fino in cielo
Per riportarti da me.





I raggi del sole, tiepidi e vivaci, gli sfioravano il volto rischiarandone a tratti gli occhi blu di tenere tinte azzurro pastello.
Naruto avanzava a grandi falcate lungo il viale alberato in terra battuta, illuminato dai forti fasci di luce che penetravano tra le alte fronde dei peschi in piena fioritura.
Non c’era molto per cui sorridere quel giorno, come del resto da tempo non ce n’era.
Abbassò lo sguardo, osservando i calzari neri allontanarsi e riavvicinarsi ad ogni suo passo, e la frangia dorata, ormai libera dal coprifronte, gli ricadde sul viso celandogli gli occhi.
Ormai non c’era nemmeno molto per cui valesse la pena di vedere.
Nonostante i suoi pensieri, perennemente rivolti al passato, fossero lontanissimi da quel viale e da quella giornata di sole, avvertì ugualmente la presenza del ragazzo in bianco e nero che avanzava verso di lui. Nel momento in cui furono uno accanto all'altro, le loro spalle si sfiorarono per un breve istante, ma i due continuarono a procedere in direzioni opposte come se non si conoscessero.
Sai chinò il viso tracciando un sorriso amaro sulle labbra e scosse lievemente il capo come per allontanare fisicamente certi pensieri.
Dopo alcune falcate l'artista si fermò di colpo per poi voltarsi e mettersi a seguito di Naruto, il quale, udendo l’eco di passi alle sue spalle, estrasse una mano dalla tasca compiendo svogliatamente il cenno di un saluto.  
Raggiunsero in breve una delle panchine di legno consunto che fiancheggiavano il viale.
Naruto si stravaccò a gambe divaricate, allungò un braccio sullo schienale e, poggiandosi pesantemente a questo, reclinò il capo all’indietro. Socchiuse gli occhi colpiti dai tiepidi raggi del sole che filtravano fra le foglie e i rami del maestoso pesco che si stagliava proprio sopra di lui. Sospirò appena, mentre Sai prendeva posto al suo fianco.

Del resto le panchine non servono a niente se non a questo, per stare accanto alla persona scelta senza farlo sembrare un atto intenzionale. In parole povere rappresentano un ottimo pretesto.

Rimasero in silenzio, senza bisogno di fare o dirsi nulla, apprezzando semplicemente la presenza dell'altro.
Uzumaki sollevò il capo per osservare i crocus viola e gialli ai piedi metallici della panca, segno chiaro dell’arrivo del preludio primaverile, la cosiddetta stagione della rinascita. Sinceramente non vedeva periodo meno indicato a lui di quello. Si sarebbe rispecchiato meglio in una catacomba invernale, una nuova fioritura gli appariva tanto desiderabile quanto lontana.
Riappoggiò la testa sullo schienale, volgendo lo sguardo verso gli spicchi di cielo che sbirciavano tra le fronde.

Dischiuse le labbra, le richiuse per poi aprirle di nuovo.
“Se n’é andato.” Mormorò infine Naruto con un filo di voce, spezzando il silenzio. Anche se il suo sguardo era rivolto ai giochi di luce che il sole creava fra i fiori e le foglie del pesco, poté immaginare perfettamente il sorriso stanco e contrito che comparì, poco dopo quell’affermazione, sul volto cereo di Sai.
Deglutì stuzzicandosi la gola, mentre una brezza sottile gli smuoveva i capelli biondi. Ponderò in quel momento che Sai sapeva essere un buon ascoltatore.
“Non tornerà, mai, più. Per quanto mi sia impegnato per salvarlo e riportarlo indietro, ormai non c’è più nulla che io possa fare.”
Sai si scostò dallo schienale poggiando i gomiti sulle ginocchia e abbandonò le mani affusolate tra le gambe.

“Sono passati sei anni, Naruto.” Asserì piano.
Nella voce di Sai sussisteva una particolare tonalità dolce, a cui Naruto non aveva mai badato prima di allora.
“Ha qualche importanza?” Replicò guardandolo in volto.
“No.” Rispose Sai atono. Specialmente per Naruto lo scorrere del tempo, da quando Sasuke era tramontato, aveva perso qualsiasi possibile rilevanza. Ogni cosa per lui era rimasta ghiacciata, immutabile di fronte al consumarsi dei giorni, allo scandirsi delle stagioni e degli anni.

“Ma io credo che sia arrivato il momento di voltare pagina.” Aggiunse dopo una lunga pausa, osservandolo negli occhi e inclinando lievemente il bel viso.
“E in che modo, scusa?” Buttò lì Uzumaki, sorridendo appena.
“Innamorandoti di nuovo.”
Vide Naruto gonfiare le guance, sopprimere da sé un triste riso in un lieve sbuffo, arrossire in modo impercettibile e poi nulla più. Inaspettatamente docile accettò la verità delle parole di Sai e non volle smentirlo.
All'opposto ne rimase colpito, meravigliato di come fosse perfettamente a conoscenza del sentimento che lo legava a Sasuke, ma di quello stupore forse era stato complice anche lui, sottovalutando Sai più del dovuto.
“E di chi dovrei innamorarmi?” Sapeva fosse un gioco, o almeno così considerava quel dialogo che non riusciva a prendere sul serio. Probabilmente, data la situazione, avrebbe persino preferito non giocare, ma d’un tratto per qualche intima ragione gli era tornata una forte voglia di ridere come da tempo non accadeva.
Sai distolse lo sguardo dall’amico, in evidente imbarazzo, dipingendo sulle labbra un sorriso smorzato.
“Non sono certo io a dovertelo dire.” Rispose infine, parlando a voce piuttosto alta; lui che sempre manteneva toni castigati e freddi manifestò in tal modo la sua agitazione. Naruto seguitò a fissarlo interdetto, domandandosi il perché di quell’improvviso cambiamento di modi. Non poté non notare, oltretutto, di come il ragazzo si stesse pian piano allontanando da lui spingendosi verso il corrimano in metallo.
L’artista, d'altra parte, interpretò diversamente lo sguardo fisso di Naruto, cogliendolo come un’occhiata in cerca di una risposta più soddisfacente.
“Di Sakura, forse?” Ribadì, nascondendo l’insicurezza con velata alterigia.
Naruto per un attimo sgranò gli occhi, per la seconda volta centro per Sai. Del resto se aveva compreso il sentimento che lo legava a Sasuke, era un facile passo andare a smascherare la finta infatuazione che aveva mostrato per Sakura anni addietro. Si trattava di un amore fittizio nato apposta per nascondere agli altri, e soprattutto a se stesso, quello sincero che nutriva nei confronti di Sasuke. Ma era troppo tardi ormai, per quanto Sai si fosse rivelato bravo nel comprenderlo, quei sentimenti appartenevano unicamente al passato, giacevano relegati in fondo all’anima, da tempo impossibilitati a qualsiasi realizzazione nel presente.
Lasciò cadere nel vuoto la domanda, senza onorarla di risposta. Lui e Sakura avevano già tentato di amarsi per soffocare il ricordo di Sasuke, ma era stato del tutto inutile.
Si avvicinò lentamente all'amico e gli scostò dal viso una ciocca nera della frangia, sfregandola tra due dita.

“Non gli assomigli per niente.”
“Cosa?” Trasalì, rivolgendo gli occhi alla mano di Naruto che troppo vicina risultava sfocata.
“A Sas'ke dico, non gli assomigli per nulla.” Mormorò convinto accennando un sorriso. “Tu ti puoi ancora salvare.”
Con delicatezza allontanò dal volto la mano dell'amico.
“Di che parli?” Rise Sai. “Qui non c’è nessuno da salvare. Dovresti pensare di più a te stesso.” Suggerì, socchiudendo gli occhi d’onice e lasciando sfociare sul viso la solita cortese espressione.
Naruto sospirò piano, chinando il volto.
“Al contrario,” Si prese un piccola pausa. “al contrario di lui, tu sei stato costretto dalla Radice a sopprimere ogni forma di sentimento, ma col passare del tempo sei molto cambiato.” Per un istante sollevò lo sguardo su Sai. “Cioè, voglio dire, ora si vede che sei più libero da quelle assurde costrizioni che ti avevano imposto.”
Sai sorrise alla vista di Naruto imbarazzato, pareva un adorabile bambino. Si consolò così, notando che in fondo anche lui faticava a esprimersi.
“Invece Sas'ke, lui i sentimenti li ha sempre provati, ciò che non ho mai sopportato è come di sua iniziativa abbia deciso di mutilarli, distruggendo ogni legame.” Serrò gli occhi cerulei, l’amaro sapore proseguendo dalla gola, avvelenando la lingua, era giunto ora alle labbra con l'ultima frase.
“Sarebbe una dichiarazione, questa?”
Naruto rise divertito e si voltò verso Sai. Un ghigno ilare si allungò sulle labbra del Jinkurichi, mentre l’espressione degli occhi si addolciva sorniona.
“No. E poi ho detto che non gli assomigli per niente.” Affermò graffiante. “Nemmeno d’aspetto, lui era molto meno peggio.”
Naruto allacciò le mani dietro al capo per poi sollevare lo sguardo verso il cielo, nuovamente i caldi raggi andarono a rischiarargli il viso. Aspettò impaziente la desiderata replica di Sai.
“Si può sapere cos’ho che non va?”
Domanda pacata, leggero sottotono di risentimento, sufficienza inespressa: tipica reazione nello stile di Sai. Naruto si esibì in un piccolo broncio di delusione, di certo avrebbe preferito una rimbeccatura più animosa.
“Probabilmente il taglio di capelli.” Disse serio, ma notando l’espressione perplessa di Sai non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere allegro.
“Non pensavo ti fossi rimbambito a tal punto, il tuo cervello sta assumendo le dimensioni del tuo pene.” Mormorò sorridendo appena, giusto per mascherare la stizza.
Naruto arrossì di botto per l'imbarazzo e per la rabbia. Non aveva previsto una battuta tanto tagliente, perciò si ritrovò a boccheggiare offeso con un'espressione ebete dipinta sul volto.
Quando finalmente stava per rispondergli a tono, Sai riprese la parola.
“Comunque, sono contento di non essergli simile, anche se…” Rimase pensieroso, corrucciando lievemente le sopracciglia.
“Che?” Lo incitò brusco Naruto, ancora seccato per non essere riuscito a ribattere in tempo alla provocazione di prima.
“Credi davvero che io sia già salvo?” Domandò, con viso innocente.
“Baka, sei ancora in tempo per farlo, non ho detto che lo sei già.” Puntualizzò saccente, tanto per prendersi una piccola rivincita.
Sai si morse il labbro pieno e sorrise, gli venne quasi naturale.
“Significa allora che sono sulla strada giusta.”
A quel punto anche Naruto dedicò a Sai una raggiante espressione.

I pettirossi tra le fronde del pesco iniziarono a cinguettare, la goccia di rugiada sul petalo del crocus dorato cadde sui fili d'erba e una voce dentro il cuore di Naruto, nata chissà come e chissà quando, seppe finalmente farsi udire, supplichevole e incollerita per non esser mai stata ascoltata, infantilmente lamentosa.


Voltiamo pagina, voltiamo pagina, voltiamo pagina…
 

“Se vuoi posso anche dimostrartelo!” Naruto gli passò un braccio intorno alle spalle, guardandolo negli occhi neri e profondissimi con un miscuglio di esaltazione e allegria.
“Ce n’è proprio bisogno?”
Il biondo ignorò prontamente la domanda.
“Amicizia.” Disse continuando a sorridere radioso.
“Eh?” Quella fu l’unica vocale che uscì dalle labbra di Sai, non riusciva a comprendere né perché Naruto gli tenesse un braccio stretto intorno al collo, né perché blaterasse parole a caso.
“Ti dico il nome di un sentimento e tu mi dici cosa rappresenta per te.” Spiegò semplicemente, si leggeva bene l’attesa di una risposta negli occhi blu.
Sai respirò profondamente socchiudendo le palpebre con infinita pazienza.
“Prima di tutto,” Iniziò con pedanteria. “l’amicizia è un tipo di legame sociale, tutt’al più un atteggiamento nei confronti degli altri, non un sentimento.”
“Ah.” Esalò Naruto sorpreso, constatata la gaffe appena pronunciata. Abbassò lo sguardo, pensieroso, sfiorandosi il mento con una mano.
Nel frattempo Sai scivolò via dalla presa dell'amico e lo scavalcò passandogli sopra una gamba e poi l’altra per poi sedersi nuovamente al suo fianco. Naruto sbuffò seccato per quel cambio di posizioni e poco dopo decise di farsi più in là accomodandosi sopra il bracciolo della panca.
Calò un sottile silenzio screziato soltanto dalla lieve brezza che portava con sé i petali bianchi dei peschi. Naruto sprofondò nei propri pensieri, interrotti solo da qualche breve ammirazione del profilo di Sai, altero e perfetto come quello di Sasuke.

“Ehi!” Esclamò Naruto all’improvviso, risvegliatosi da quello stato di toccante riflessione. “Provare un sentimento d’amicizia.” Affermò.
Sai lo guardò inespressivo come al solito, senza proferir parola.
“Si dice, no?” Si chinò portando una mano sulla spalla del moro. “L’amicizia è un sentimento! Non prendermi per scemo!” Vociò stringendo un poco la presa.
Sai sorrise fintamente cordiale, posando la sua pallida mano su quella di Naruto. “Allora te ne sei accorto.”
Naruto mise su il broncio incrociando le braccia al petto. Con uno scatto si portò vicinissimo al viso di Sai, tanto che per poco i due nasi non si sfiorarono.
“Iniziamo.” Sibilò a denti stretti, ma poco dopo si perse in quegli occhi bui
calme distese nere e dovette abbandonare l’espressione severa del volto. Una piacevole sensazione di calore andò a rilassargli le labbra in un sorriso.
Sai deglutì nervosamente trovandosi Naruto a distanze, per così dire, proibite.
“Amicizia.”
Sospirò appena, chiedendosi perché di nuovo tanta insistenza per uno stupido gioco.
“Sì, per te e Sakura.” Fu costretto ad ammettere.
Naruto ghignò soddisfatto. “Paura.” Continuò.
Sai assottigliò lo sguardo, risentito. “Questo mai.” Rispose deciso.
“Bugiardo.” Mormorò Uzumaki canzonatorio.
“Non mi serve un sentimento tanto meschino come la paura.”
Naruto alzò le spalle con sufficienza, non avrebbe facilmente creduto che una persona in tutta la vita non avesse mai, nemmeno una volta, provato paura. Pensò che più probabilmente Sai, anche provandola, non avrebbe saputo riconoscerla.
“Orgoglio.” Protrasse l’elenco, mentre mentalmente si annotava il sentimento precedente. Sì, un giorno o l’altro sarebbe riuscito a farlo impallidire — più di quanto
non lo fosse già — dalla paura.

“E pregiudizio.” Replicò svogliatamente.
Naruto si esibì in una smorfia contrita. Sai si stava nuovamente prendendo gioco di lui, ne era certo, anche se non aveva ben chiaro dove stesse l’ironia delle sue parole.
Ammansì lo sguardo ceruleo, probabilmente l'artista si stava stancando di quella sciocca dimostrazione che gli stava imponendo, ma mancava l’emozione più importante di tutte. Era fondamentale per lui conoscere il pensiero di Sai riguardo a quel sentimento e, soprattutto, era spropositatamente curioso.
“Amore.” Pronunciò in un soffio suggellato da un caldo sorriso.
Sai sgranò per un attimo gli occhi, scostandosi con un cenno imbarazzato le ciocche more ricadute sul volto. Quella parola non se l’aspettava, Naruto l’aveva colto completamente alla sprovvista. Si ritrovò con un groppo all’altezza del cuore — un miscuglio soffocante di avversione, imbarazzo e turbamento —, anche perché ora non poteva non rispondere. Contro qualsiasi repulsione da parte del suo carattere e temperamento, una particolare vocazione, forse la cosiddetta coscienza del cuore, gli imponeva d’agire.
“Sì, lo provo anch’io l’imbarazzo.” Rispose con un lieve sorriso di circostanza.
“Neh, guarda che io non ti ho chiesto imbarazzo.”
“Lo so.” Disse sollevando lo sguardo su Naruto
“E quindi?” Domandò con sottile impertinenza.
Sai non rispose con le parole, ma nel migliore dei modi, come dettava coscienza del cuore.
Si alzò di poco e afferrando con una mano il corrimano metallico si avvicinò all'amico. Rimasero immobili per alcuni istanti e quando Naruto lasciò finalmente affiorare sulle labbra un accenno di sorriso, Sai colse il momento. Con la mano rimasta libera gli sfiorò la schiena, provocandogli lievi brividi, finché non raggiunse la chioma bionda; a quel punto afferrò le soffici ciocche con foga, reclinandogli la testa all’indietro. Si permise un solo attimo per osservare l’espressione stupefatta di quegli occhi azzurri e poi, sollevandosi ulteriormente e chinando il volto, lasciò che le sue labbra combaciassero perfettamente con quelle di Naruto, in un soffice bacio.
Uzumaki perse l’equilibrio, ma riuscì a evitare la caduta provocata dall’impeto di Sai aggrappandosi proprio al braccio di quest’ultimo. Percepì il calore di quelle labbra delicate sulle sue, distinse i battiti del suo cuore furioso e impazzito. Per quanto inaspettato, quel contatto sembrava fortemente voluto da ogni parte del suo essere, come se riconoscesse proprio in quel misero bacio la folata di vento capace di far voltare le pagine della sua vita.
Lasciò che il cuore ruggisse il nome di Sasuke, mentre schiudeva le labbra permettendo alla lingua di Sai di assaporare il suo intimo. Giocarono, duellarono, si strinsero tra loro le lingue, e saggiarono fino in profondità il sapore dell’altro.
Sai sapeva di buono, di verve, lo stesso sapore della brezza di primavera.
Naruto schiuse gli occhi e, immergendo le dita tra quei serici capelli neri, lo attirò verso di sé nell’ultimo disperato tentativo di prolungare la loro unione. Sai gli morse più volte il labbro inferiore dopo ogni breve intreccio di lingue, come per accertarsi che quelle labbra bramate da anni fossero davvero lì, veramente sue.
L’aria ormai terminata, le finali e affannose ricerche di una parte di sé nella bocca dell’altro, l’ultimo assaggio e poi la separazione.
Restarono con gli occhi immersi nello sguardo dell’altro, fronte contro fronte, con le labbra ancora dischiuse e tumide, vogliose di riprovarci.
Sul viso di Naruto sfociò un bellissimo sorriso, sincero e allegro, per un momento libero da qualsiasi dolore.
Dopo tanti anni passati a chiedersi che fine avesse fatto spensieratezza, eccola che riappariva inondandogli il cuore.  
Sai d'istinto gli sfiorò il viso, carezzandolo con infinita delicatezza. Naruto si adagiò su quel palmo candido e prima che i suoi occhi potessero mostrarsi lucidi a quelli dell'amico lo strinse a sé in un forte abbraccio, affondando le dita nella stoffa nera della maglia.
Sai dapprima lasciò cadere mollemente le braccia ai fianchi, stupito dal trasporto con cui Naruto l’aveva unito a sé, ma poco dopo gli circondò con dolcezza le spalle, abbandonando il viso nel suo incavo del collo, e con il più sincero dei sorrisi respirò profondamente quel dolce calore.




“Penso che dovresti voltare pagina.”
“Probabile.”
“Non è un semplice consiglio, ne sono convinto.”
“Forse dovrei.”
“Devi voltarla.”
“Senti...”
“Fallo e basta.”
“E se la voltassimo insieme, Sai?”















Angolino dell’Autrice:

Dedicata a tutti gli amanti del NaruSai, e in particolare a Dragon gio ^-^
Per quanto apprezzi questa coppia mi rendo conto che non avrebbe modo d’esserci con la presenza di Sasuke e da questo nasce la mia scelta di 'eliminarlo'. All’inizio pensavo che sei anni fossero un’enormità di tempo prima di riuscire a voltare pagina, in modo maturo, non nel senso di fuggire dal passato, ma alla fine sono giunta alla conclusione che sei anni, in questo caso per Naruto, sono una bazzecola, forse per determinate situazioni non è sufficiente nemmeno una vita intera.

Ah! Dimenticavo, non chiedetemi come Sai abbia fatto a leggere il capolavoro di Jane Austen, perché non lo so manco io -.-
















  
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