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Autore: sweetPotterina    20/12/2010    7 recensioni
"Non so perché io mi ostini su di lei, forse per vendicarmi del suo tentativo di usarmi, forse perché da quando l’ho avuta la prima volta non riesco più a fare a meno di toccarla e sentire le sue calde labbra, o forse, più semplicemente, perché sono un egoista che non vuole più lasciare andare il tesoro più prezioso che abbia mai scoperto."
Missing moment tratta dalla storia "Solo con te".
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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-CHE PARTITA RAGAZZI! QUEST’ANNO I GRYFFINDOR SONO IN OTTIMA FORMA!
Sento la cronaca lontana, in un tempo e uno spazio che non mi appartiene.
Come nulla, mi appartiene, mentre sono in volo.
Afferro di sfuggita qualche spezzone quando la concentrazione mi viene meno. Sento i miei compagni sfrecciare sotto di me in un turbinio verde-argento contro il rosso-oro degli avversari.
Siamo ancora una volta in svantaggio: 80 punti contro 110 dell’altra squadra.
Questa mattina perderemo, di nuovo.
Tuttavia stavolta non m’importa. Per anni ho sempre combattuto con tutte le mie forze per essere il migliore, per essere il campione e battere la mia casa nemica, ma non oggi; stamani non ho nessun interesse a giocare, non ho nessun interesse a vincere e, cosa ancora più incredibile a dirsi, non ho nessun interesse a battere i Gryffindor.
Del resto come posso dar peso ad una stupida partita quando sto ricostruendo la mia stessa esistenza?
La mia vita, da poco più di un anno, è cambiata stravolta dagli eventi che a lungo avevo cercato di tenere lontani. Alla fine ho rinunciato a lottare ritrovandomi per l’ennesima volta succube di qualcun altro, stavolta molto più potente di mio padre. Ho ricevuto l’onore, così Lui lo definiva, di divenire mangiamorte. Sono stato marchiato, per sprofondare poco dopo con Lui nell’abisso più nero.
Continuo a volare alto nel cielo sopra tutto ciò che mi relega a una vita mai richiesta, sopra tutti quelli che mi condannano senza conoscere la verità, e ignoro deliberatamente i miei compagni che mi esortano a muovermi e a dirigermi verso il punto in cui risiede il mio obiettivo da cercatore: il boccino d’oro.
Si è fermato a una decina di metri da me mentre le sue finissime ali sbattono quasi invisibili; mi basterebbe davvero poco per acciuffarlo, ma è sufficiente una rapida occhiata verso la mia avversaria per costatare che lei, che già si è gettata nella corsa per catturarlo, sarebbe arrivata prima.
Per questo e per la mia scarsa volontà, rimango immobile a cavallo della mia scopa.
Pochi secondi e, come previsto, il fischio di Madama Bumb mi raggiunge. È finita e abbiamo perso.
Impassibile distolgo lo sguardo dagli occhi nocciola della femmina Weasley -promossa cercatrice da quando il bambino sopravvissuto ha iniziato a giocare a fare l’Auror- che adesso mi guardano sbigottiti.
Sospiro sollevato, per la fine di questa inutile perdita di tempo, e mi spingo su con la scopa volando fuori dal campo. Faccio finta di non sentire i miei compagni di squadra che ancora troppo sconvolti mi riprendono arrabbiati e confusi.
Loro tuttavia non possono sapere, non possono neanche lontanamente comprendere, che mentre perdono il loro tempo a godersi la loro futile e semplice vita, io in realtà sono impegnato a guadagnarmela.
Vago senza meta attorno alle mura del castello e in questi attimi in cui attorno a me c’è il nulla, il vuoto, mi sento finalmente libero e padrone di me stesso. Solo io e il resto del mondo ai miei piedi, così come ho sempre stupidamente sognato. A mie spese ho scoperto che i sogni non sempre diventano realtà, che i desideri sono spesso ignorati così come le speranze annientate.
Fino a qualche anno prima, quando l’Oscuro Signore era ancora un tabù, un punto interrogativo, ho creduto sul serio di avere tutto dalla vita: bellezza, ricchezza, potere.
Poi Voldemort ha fatto il suo ingresso stravolgendo la mia esistenza per poi miseramente soccombere al potere del bene, portando con sé, negli inferi, come se non bastasse già la mia famiglia, anche me.
A volte la vita ha davvero un perverso senso dell’umorismo.
Ora che sono rimasto solo, troppo occupato a gestire il patrimonio di famiglia e a ristabilire il nome dei Malfoy nella comunità magica, l’unico piacere che mi sono concesso di seguitare, tra una lezione e l’altra, è il piacere della carne. Un piacere avido e insignificante che dura solo pochi attimi, non abbastanza da riuscire a ridare un po’ di colore alla mia vuota realtà.
Ma sufficiente per assaporare, anche solo per un istante, il senso di pace che sembra abbia perso. Oscurato dalla mia nuova immagine di ex mangiamorte, cerco quindi di rimettere insieme tutti i pezzi rimasti della mia disgustosa vita, mentre tutti intorno mi invidiano e mi temono, tutti mi rispettano e mi desiderano, tutti tranne lei.
Lei è l’unica che nelle ultime settimane ha portato inaspettatamente un po’ di calore nella pesante pietra di ghiaccio che alberga al centro del mio petto.
Ha acceso una labile fiamma che è bastata a surriscaldare il sangue intorpidito nelle mie vene, suscitando nuove sensazioni che finalmente dopo tanto tempo mi hanno fatto sentire vivo.
E pensare che tutto è iniziato da una stupida, inverosimile, richiesta.

-Ho bisogno di un piccolo favore.
-Di cosa si tratta?
–Io voglio che tu faccia l’amore con me.


Rimasi stupito, ma scettico le prestai ugualmente molta attenzione per trovare l’inganno nelle sue parole, notando le sue mani intrecciate nervosamente, il suo labbro inferiore tormentato, il lieve rossore sulle guance.
Frattanto mi rendevo conto della sua totale sincerità, chiara come la determinazione nel suo timbro di voce, realizzavo quanto in realtà fosse bella.
L’idea di averla nel mio letto mi stuzzicò fin da subito, e seppur un piccolo favore non lo fosse di certo, perché mai avrei dovuto rifiutare un simile invito?
Così, mentre la mia mente si affollava di mille dubbi e incertezze, alla fine mi ritrovai ad accettare quell’assurda follia. Non potevo di certo immaginare che una semplice notte di puro sesso mi si sarebbe ritorta contro.
Perché non è stato solo sesso.
Il solo pensiero non mi aveva neppure sfiorato, eppure per una sola e intensa notte ho navigato tra le fiamme dell’ardente passione, nell’irresistibile mare del desiderio e tra le dolci e magiche arti dell’amore.
Amore.
Una parola inesistente nel mio vocabolario.
Inconcepibile nella mia mente.
Ripudiata dal mio corredo genetico.
Eppure Hermione Granger me l’aveva detto e con lei forse l’ho vissuto.

-Sarà la nostra prima volta.

L’aveva sussurrato piano a pochi centimetri dalle mie labbra prima di farle combaciare con le proprie. Sebbene in quell’istante sorrisi per la sua ingenuità, ricordo ancora perfettamente l’attimo dopo in cui la lava incandescente, che sembrava aver attraversato in quell’istante le mie vene, mi aveva acceso il fuoco dentro. Poi la vista si era oscurata e la mente era caduta nell’oblio mentre ogni cosa intorno era svanita dissolta nulla.
È stata una notte calda, molto calda. E non solo per quello che abbiamo condiviso, ma, e soprattutto, per quello che ho provato. Poche sensazioni, mille emozioni.
Benché poi abbia cercato di convincermi che la notte passata con lei sia stata una delle tante spassate tra le cosce di una stupida ragazzina, ho presto scoperto che la realtà era ben differente.
Quella notte è stata dannatamente diversa, meravigliosamente nuova e unica.
Perché non è stato solo sesso.
Le sue sottili e tremanti dita mi avevano sfiorato con delicatezza e gentilezza, le sue timide e inesperte mani mi avevano lambito con attenzione e cura, quasi con paura.
Paura di fare qualcosa di sbagliato e per questo di essere rifiutate; ma non per il mio giudizio, non perché temevano me, bensì perché temevano per me, di non essere all’altezza e non rendermi felice.
Quando mi aveva proposto di fare l’amore, non avevo ancora capito che lei avrebbe donato a me qualcosa che andava al di là del suo solo corpo.
Non c’era stato egoismo o malizia nella sua voglia di avermi, ma solo sincero interesse a conoscermi e a soddisfarmi, ricambiando il piacere che io le davo. Era stato un rapporto tra pari, in cui l’individualismo era stato abbattuto per uno scambio continuo che ci ha unito rendendoci semplicemente un uomo e una donna in balia della passione.
Il giorno dopo, per questo, ogni cosa attorno aveva perso importanza e valore, mentre l’unica cosa che la mia mente riusciva a pensare era lei.
Un fatto inspiegabile, tanto quanto innegabile.
Arrivai alla conclusione che la cosa migliore fosse replicare la notte appena passata per dimostrare a me stesso che lei non rappresentava niente di speciale, commettendo così l’ennesimo errore.
Quando poche ore dopo scorsi Hermione scivolare ed essere afferrata prontamente dalle braccia di un imbecille Ravenclaw, mentre i miei occhi scrutavano attentamente le braccia del ragazzo avvolgerle la vita, il mio stomaco si era contorto esplodendo poi per una nuova scintilla simile alla rabbia.
Gelosia.
Se qualcuno, tempo prima, mi avrebbe rivelato che un giorno avrei provato un tale sentimento, l’avrei sicuramente promosso a mio giullare di corte personale per la stronzata. Eppure era accaduto e come un fulmine a ciel sereno realizzai quanto le cose fossero cambiate.
Hermione Granger, l’insulsa e ripugnate mezzosangue era divenuta la mia, bella e preziosa, mezzosangue.
Solo mia.

-Hai capito benissimo, io voglio che tu sia associata a me, che tutti sappiano che tu sei stata mia e finché lo deciderò io, continuerai a esserlo.

Ancor prima di rendermene conto l’avevo rapita e portata in una vecchia aula deserta con l’intento di assicurarmi la sua totale disponibilità, dimentico che lei non è come tutte le altre, che lei è diversa.
Troppo codardo per ammettere il mio sincero, seppur assurdo, interesse a discapito della mia reputazione, troppo egoista per lasciarla semplicemente andare, ciò che ero riuscito a proferire era stata una macabra e velata minaccia.
Una minaccia che purtroppo non aveva minimamente scalfito Hermione Granger.
La consapevolezza che era stata inspiegabilmente proprio lei a entrare volontariamente nel mio letto, mi aveva, seppur per un secondo, illuso che la regina dei Gryffindor sarebbe stata disposta ad accettare di essere la mia puttana. Che idiota!
Da allora non passo giorno in cui continui ad attirarla nella mia rete, invano.
I miei tentativi di riaverla falliscono di fronte la sua determinazione, nonostante ogni qual volta i nostri respiri si sfiorino, la sento rabbrividire di piacere.
Grazie alle voci di corridoio che io stesso ho messo in giro, non c’è anima a Hogwarts che non creda che la giovane strega passi le notti, e non solo, nel mio letto. Eppure lei, così orgogliosa e fiera, continua a camminare a testa alta incurante dell’opinione altrui, imperterrita a resistermi. E mentre l’attrazione sessuale tra noi sale alle stelle di giorno in giorno, lei sembra stare meglio in mia assenza mentre io mi ritrovo di notte a placare da solo la mia frustrante eccitazione con la sua immagine, nuda e vergine, nella mia mente.

Una goccia d’acqua cade sulla mia fronte ridestandomi dai miei pensieri.
Alzò gli occhi e mi accorgo del cielo imbrunito e delle nuvole gonfie e grigie che annunciano un imminente temporale.
Lei, adesso così enigmatica e misteriosa come non avrei creduto possibile, è riuscita ancora una volta a distogliermi dalla realtà che mi circonda. Negli anni che ho passato a schernirla e a prendermi gioco di lei, ho sempre pensato di aver imparato a conoscerla, sottovalutando l’idea che forse dietro quell’aria intellettuale e coraggiosa si nascondesse ben altro.
Frustrato, aumento di velocità la mia andatura, mentre sorvolo le mura del castello in cerca di riparo.
Non voglio scendere, non ancora, nonostante la pioggia cada giù sempre più forte e violenta.
Il tempo sembra riflettere il mio animo inquieto e come lui, vorrei abbattermi su tutto ciò che mi circonda sfogando la mia collera.
Perché io, a diciotto anni, mi ritrovo solo, stanco e arrabbiato.
Arrabbiato con Lui, perché è riuscito a manipolare i miei genitori con le sue folli teorie, sottomettendoli e rendendoli crudeli e malati di un’idea che li ha logorati silenziosamente dentro.
Arrabbiato con mio padre, per essere stato talmente avido di potere da buttare all’aria il buon nome dei Malfoy, ignorando intanto come tutto ciò che possedevamo e ci rendeva nobili e puri veniva schiacciato senza il minimo rispetto.
Arrabbiato con mia madre, per essere stata così debole e irresoluta da non riuscire a opporsi al declino cui giungeva la nostra famiglia, sostenendo l’esaltato marito in nome dell’amore.
E adesso, arrabbiato con lei, Hermione Granger, perché sta rendendo debole anche a me, offuscando la mia mente con stupidi sentimenti, che per esperienza so, non hanno mai portato buona cosa.
Sotto di me scorgo un piccolo fiume scorrere veloce, come un’autostrada liquida che viaggia tutta in discesa e si perde nel Lago Nero.
Nero e freddo come il mio cuore, in una buia e gelida giornata d’inverno.
O almeno era così fino a poco tempo prima.
Adesso, da quando c’è lei, come quel neonato torrente sull’umida terra, qualcuno o qualcosa scorre nelle mie vene come un proiettile sparato da una canna sottile e invisibile, viaggiando e folgorando ogni parte dentro di me, finché esplodendo al centro del mio petto surriscalda quell’organo considerato fin’ora inutile.
Un’altra goccia solca la mia guancia, come una lacrima fredda, triste e amara, che io mai potrei emettere.
Mi appresto a ritirarmi controvoglia quando una fioca luce, proveniente da una delle torri del castello, attira la mia attenzione. A quest’ora non vi è lezione e tutti sono nelle loro rispettive case a festeggiare, o nel caso dei miei compagni di casa ad annegare, con l’alcool i risultati della partita appena terminata.
Cambio rotta e mi avvicino curioso alla vetrata dell’aula di Divinazione.
I vetri appannati riducono al minimo la visibilità dall’esterno così tutto ciò che riesco a scorgere è una figura immobile in un angolo della stanza. Mosso da uno strano presentimento, senza pensarci due volte salto sul cornicione per forzare la finestra ed entrare piano. Una volta all’interno cerco di adattare i miei occhi al buio della stanza, accecati per un attimo dall’oscurità, poggiando la scopa sul davanzale ed estraendo la bacchetta per precauzione. Mi costringo a guardare oltre il buio, verso la fioca luce di una piccola e singola candela che lentamente si consuma inesorabilmente, riconoscendo senza alcuno stupore che la piccola figura altri non è che Hermione.
È corrucciata su una poltroncina, sulle ginocchia un grosso tomo che potrebbe addirittura schiacciarla e la testa poggiata sulla spalliera del divanetto ormai ricoperta dai suoi morbidi ricci.
Mi avvicino a lei lentamente, incerto se sia la cosa giusta da fare, ma nonostante cerchi di non causare rumore i miei passi provocano lo scricchiolare degli assi del pavimento e la gomma delle scarpe, ormai inzuppata dalla pioggia, sembra lamentarsi ogni qual volta la suola viene schiacciata al suolo. La strega però continua a rimanere immobile, mentre persino il canto del vento che si è intrufolato con me riecheggia tra le pareti.
Anniento le distanze tra noi e mi accorgo del lento movimento del suo petto che sale e scende al ritmo del suo respiro regolare, degli occhi chiusi che risaltano le lunghe e scure ciglia e del suo volto sereno e in pace come ormai non vedo da lungo tempo. Sta dormendo e come sempre, anche in quella evidente scomoda posizione, con i ricci ribelli scompigliati, è bellissima.
-Ciao Granger- mormoro con un filo di voce indistinto.
La voglia di averti accanto, il desiderio irrefrenabile di stringerti al mio fianco…
Ancora una volta la voglia di te mi assale sbriciolando ogni mia resistenza, come un uragano che si abbatte impetuosamente su una piccola e instabile casa di legno. Non riesco a fermare il ricordo dei suoi capelli sparpagliati sul mio cuscino, la loro morbidezza tra le mie dita, ma soprattutto non riesco a dimenticare i suoi occhi che mi guardano teneramente.
Quella notte li ho visti brillare soltanto per me come mai prima, interpretando stoltamente quel bagliore per lussuria e desiderio.
Solo dopo, quando la razionalità ha fatto ritorno dai meandri del mio cervello, ho capito che riflettevano qualcos’altro, infinita dolcezza e purezza.
Purezza che inspiegabilmente mi ha donato.
Perché lo hai fatto Granger?
È la domanda che mi pongo ogni giorno, ma alla quale lei si rifiuta ostinatamente di rispondere, nascondendosi dietro assurde bugie.
Quella notte ho scoperto troppo tardi la sua innocenza ormai perduta e per quanto inizialmente sia stato furioso, per esserne stato tenuto all’oscuro, poi non ho potuto fare a meno di sentirmi orgoglioso e al contempo indegno di aver ricevuto un tale onore.
Di sciocche ragazze ne ho deflorate tante in passato, ma con lei è stato diverso perché so che vale molto più di quanto io sia disposto ad ammettere.
Non rappresenta la perfezione come molti stupidamente credono, di difetti ne ha parecchi, ma ciò non toglie che sia una delle persone migliori che abbia incrociato il mio cammino.

Ricaccio la bacchetta in una tasca della mia tenuta da Quidditch e mi rabbuio quando una lacrima solca il suo volto e la sento mugugnare qualcosa d’incomprensibile.
Corrugo la fronte indispettito e freno una mia mano che cerca di raggiungere il suo viso per asciugare quella lacrima che tradisce le sue vere emozioni, i sentimenti che cerca in tutti i modi di nascondermi.
Vorrei chiederle perché piange, ma conosco già la risposta.
È colpa tua se sei triste, è colpa mia se piangi, è colpa sua se soffri.
Oh, si Granger, ho scoperto un tuo segreto.

Quando l’ho vista l’altro giorno a Hogsmeade, passeggiare insieme a lui mano nella mano felice, l’odio era esploso nel mio petto come non avrei creduto possibile. Nessuno è a conoscenza della loro relazione, nessuno la sospetta, eppure io avrei dovuto immaginarlo, infondo tutti erano a conoscenza del loro interesse reciproco da molto tempo.
Un sorriso amaro affiora sulle mie labbra mentre le mie ossa cominciano a gelare sotto i vestiti zuppi che indosso e la guardo ancora mentre adesso corruga la fronte.
Stai sognando mia dolce mezzosangue? O è un incubo?
Il mio un incubo lo è di certo, mentre il mio orgoglio lotta contro la consapevolezza di essere stato usato.
Ma per cosa poi? Per ripicca nei suoi confronti?
No, lei non ne sarebbe mai capace.
È troppo buona e intelligente per commettere un’azione così squallida e stupida. Ad ogni modo, non m’importa sapere se e perché ha tradito quello sciocco e patetico di un Weasley, la sua fedeltà a lui non è un fatto che minimamente mi preme, anzi.
Nemmeno l’idea di essere stato raggirato da lei mi tocca ormai più.
Perché non riesco a scacciare l’idea che il suo interesse nei miei confronti non si è ancora spento. Che sotto quella maschera d’indifferenza che ogni giorno cerca di propinarmi ci sia molto altro.
So già che mi rimprovererebbe per la mia presunzione, ma come posso non pensarlo d’altronde quando la vedo cercarmi con lo sguardo quando pensa che non la veda, quando arrossisce se solo provo a sorriderle, se quando le rubo un bacio l’unica cosa che riesce a fare è lasciarsi completamente andare tra le mie braccia?
Senza contare che io sono un maestro nell’arte del mentire, non faccio altro da una vita, e riesco a riconoscere una bugia ancor prima che questa sia emessa.
No, mi è impossibile concepire l’idea che mi abbia ingannato, nessuno può farlo e lei lo sa, per questo mi evita come la peste sfuggendo ai miei sguardi e scappando quando cerco di imprigionarla con il mio corpo.
Perché tu mi vuoi esattamente quanto io voglio te.
Nella mia vita sono sempre fuggito dai problemi, nascondendomi dai pericoli e allontanandomi dai guai, ma stavolta non ci riesco, anche se sono consapevole che ogni minuto speso con lei è per me in qualche modo rischioso.
Non so perché io mi ostini su di lei, forse per vendicarmi del suo tentativo di usarmi, forse perché da quando l’ho avuta la prima volta non riesco più a fare a meno di toccarla e sentire le sue calde labbra, o forse, più semplicemente, perché sono un egoista che non vuole più lasciare andare il tesoro più prezioso che abbia mai scoperto.
La fortuna è una gran figlia di puttana con un contorto tempismo a volte. Ammesso che di fortuna si parli, proprio quando scopro di non avere più nulla, ecco che mi si presenta qualcosa che potrebbe cambiare il corso della mia vita.
Inutile negare che un eventuale legame con lei gioverebbe alla mia reputazione ormai decaduta, ma sarei il più grande bugiardo che sia mai esistito nella storia se pensassi davvero che il mio interesse dipenda da questo.
Ma se qualcosa cambierà fra di noi, l’unica cosa che so è che oramai Hermione Granger mi appartiene e farò in modo che continui a essere così, eliminando tutto quello che si metterà tra di noi.
Non resisto oltre e porto un dito sulla sua guancia fermando la corsa di quella lacrima traditrice, assaporando poi sulla mia bocca quella goccia amara. Tanti sono i dubbi e le domande che intasano la mia mente, già affollata dai problemi che il mio pesante cognome mi arreca di giorno in giorno, ma non riesco a smettere di desiderarla, di pensarla e di impedire al mio corpo di contorcersi ogni qual volta la immagino tra le braccia di qualcun altro.
Peggio, non riesco ad arrestare quel senso di vuoto che sento al centro dello stomaco se immagino il mio domani senza di lei, senza poter vedere la sua aria corrucciata quando la prendo in giro, i suoi occhi dolci quando mi guarda dopo un bacio, i suoi capelli scompigliati quando si porta le mani alla testa perché la faccio arrabbiare.
Scrollo la testa per scacciare via questi pensieri disgustosamente mielosi, ma subito il ricordo del mio passato mi assale: fino a poco tempo fa, quando ancora non la conoscevo davvero, nella mia realtà regnava solo il nulla, il buio più nero ed io da solo in un angolo dell’universo.
Un passato che mi fa paura e che adesso non voglio più vivere.
-Chi sei Granger? Cosa mi hai fatto?
Poche parole che affiorano sulle mie labbra, sussurrate piano da un moto di tristezza che mi coglie all’improvviso.
Ho la testa che mi scoppia, il cuore che palpita sempre più forte mentre sento l’assoluto bisogno di chinarmi e impossessarmi delle sue labbra come un magnete che ha trovato il suo opposto dal quale non può fuggire.
Non so più che pensare e vorrei fermare il tempo, non so più cosa fare e ora vado a cuore spento.
Come se fossi tirato giù da un filo invisibile, mi lascio trascinare da questa misteriosa magia e vado solo con la forza che ho dentro in questo momento.
Morbide e delicate, le sfioro piano ubriacandomi del profumo della sua pelle che inebria le mie narici a quel contatto; chiudo gli occhi premendo completamente le mie labbra sulle sue, assaporando la sua bocca di rosa per poi lambirla appena con la lingua. I suoi capelli mi sfiorano il viso e finalmente mi sento di nuovo bene.
E poi eccola la sua risposta: la sento trattenere il respiro e dischiudere piano le labbra, ma per quanto la brami non posso cedere a quell’invito, rischierei di perdere il controllo ancora.
Quest’attimo rubato, di cui ogni giorno non riesco a fare a meno, è stato anche troppo per il mio già debole autocontrollo.
Mi ritiro piano, mentre una goccia cade dalla punta dei miei capelli bagnati dalla pioggia sulla sua guancia; non posso fare a meno di ghignare, soddisfatto di essere riuscito ancora una volta a dimostrare la verità: l’unico momento in cui mi è sincera è quando i nostri corpi s’incontrano, le nostre labbra si uniscono e lei non può fare a meno di ricambiarmi.
La vedo aprire piano gli occhi e, conscio che se fossi rimasto mi avrebbe tempestato d’inutili insulti per essermi approfittato di lei, le volto le spalle per dirigermi alla finestra.
Il silenzio regna sovrano nella stanza, interrotto dallo scoppiettio del camino e dal piccolo fruscio del mantello della strega, ora sveglia; riesco a sentire i suoi occhi sulla mia schiena, sicuramente curiosi e sospetti, ma non mi volto.
-Draco- la sento chiamarmi fiocamente.
Non le rispondo e prendendo in mano la mia scopa salgo sul davanzale per poi finalmente fermarmi.
-Non merita le tue lacrime- sussurro piano, stringendo forte i pugni finché le nocche schiariscono raggiungendo una tonalità biancastra.
Il solo pensiero che lui sia riuscito a entrare persino nei suoi sogni, come lei riesce a entrare nei miei ogni singola notte, mi provoca un forte fastidio; la mano mi prude e vorrei afferrare qualcosa solo per sbriciolarla sul mio palmo. Mantengo tuttavia il controllo, vittima del mio orgoglio, e la sento dire qualcosa per poi interrompersi sul nascere.
Sorrido sotto i baffi riconoscendo la sua determinazione.
-Perdi tempo Granger, scoprirò la verità e quel giorno più niente potrà impedirmi di averti.
Prima ancora di darle il tempo di ribattere, per rinfacciarmi che mai più lei sarà mia, salgo sulla mia scopa e salto giù, fuori dalla finestra, portando con me quell’ennesimo attimo rubato.
Fuori non ha smesso di piovere, nonostante il peggio sembra essere passato.

*


Rimango immobile con il busto proteso in avanti lottando contro il desiderio di corrergli dietro, mentre i miei piedi, vittime della mia razionalità, invece rimangono incollati al pavimento.
Pochi secondi e vedo le sue spalle scomparire oltre la finestra e disperdersi nel cielo grigio, così simile alla tempesta che ogni giorno incontro nei suoi occhi, e nel mio cuore.
Anche oggi non sono riuscita a non pensarlo, a dimenticare i miei sentimenti che m’infervorano il cuore al solo vederlo.
Anche oggi non sono riuscita a fuggire da lui, nonostante mi sia nascosta nella torre più alta del castello, la sua immagine ha oltrepassato ogni confine raggiungendomi nei miei sogni.
Anche oggi è riuscito a rubarmi un bacio, a farmi battere il cuore e tremare le gambe.
Anche oggi non sono riuscita a resistergli, ad allontanarlo dal mio corpo che invece a tradimento si è acceso nell’istante in cui la sua pelle mi ha sfiorata.

-Non merita le tue lacrime.

Non capisco a cosa si riferisca ma non ha importanza.
Forse ha ragione, ma tu? Meriti le mie lacrime, amore mio?
I miei occhi si fanno umidi, lasciando andare l’ennesima lacrima della giornata, presto raggiunta da molte altre.

-Perdi tempo Granger, scoprirò la verità e quel giorno più niente potrà impedirmi di averti..

Perché insisti Draco? Tu non mi vuoi davvero. Ti sei solo intestardito perché per una volta qualcun altro ha scelto al posto tuo, perché io ho deciso di troncare prima che tu stesso lo avessi deciso.
D’altronde per me, ogni momento speso accanto a te è un istante in più in cui io vivo, vivo davvero, e a cui non riesco a rinunciare egoisticamente.
Vuoi la verità?
Ti amo Draco Malfoy, più di ogni altra cosa al mondo.
Vuoi la verità?
Vorrei essere tua per sempre, così come quella notte che io ho rubato al destino. Ma non sarò mai più tua, perché non ti appartengo così come tu non appartieni a me.
Vuoi la verità?
Io tra un mese mi sposo e ogni possibilità di viverti morirà con me.
Sorrido amara, sbuffando al suo ghigno soddisfatto di fronte la mia stupida confessione.
Con il dorso della mano asciugo il mio volto bagnato, sfiorando con le dita un’ultima volta la mia bocca ancora calda e umida che porta ancora il suo sapore. Infine mi alzo e spegnendo il camino esco via da quell’aula buia, di nuovo in contro la realtà, portando con me quell’ennesimo attimo rubato.



FINE



Questa storia ha partecipato al "D come Dramione" contest indetto da BS, classificandosi terza.
All'interno del testo sono presenti alcune frasi tratte dalla canzone "Amore impossibile" di Olly Vincent, inserite espressamente per il contest:
-"La voglia di averti accanto, il desiderio irrefrenabile di stringerti al mio fianco…"
-"Non so più che pensare e vorrei fermare il tempo, non so più cosa fare e ora vado a cuore spento."
-"...e vado solo con la forza che ho dentro in questo momento."
Ringrazio tantissimo la giudiciA per questo inaspettato risultato e anche tutti voi che siete giunti fin qui. Spero la storia piaccia anche a voi.

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