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Autore: ghirigoro    21/12/2010    12 recensioni
*Seguito di Dear Uncle Slash*
-Le cose sono cambiate da quando sono partita. Ora sono più grande.
Ho smesso di credere che tutto si sarebbe sistemato da solo e ho cominciato a camminare sulle mie gambe.
Non credo più nei sogni e nell'amore incondizionato, perchè nella mia vita non c'è spazio per essi.
Ma sono ancora convinta che, anche con tutta la buona volontà, i Guns'N'Roses non riusciranno a non stravolgermi la vita ancora una volta.
-Ne è passato di tempo, eh piccola?-
Mi giro. Non ci posso credere.
-Che ci fate qui?!-
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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-Come vanno le cose lì a New York?-

-Tutto bene zio, grazie... Mi mancate tutti.-

-Non vorresti...-

Gli trema la voce. Mi sta chiedendo di nuovo di tornare.

-No, zio. Ho scelto di stare qui. Ma grazie lo stesso.-

-Dalla settimana prossima posso versarti più soldi in banca. Le cose vanno piuttosto bene.-

Lo so che vanno bene, zio. Ti vedo, vi vedo ogni giorno sui giornali e alla televisione, circondati di fan adoranti e di belle ragazze, a vivere della vostra musica e del vostro amato rock. Le cose vi vanno molto più di bene, eh?

-Non serve, zio. Ho già un lavoro. Mi hanno presa...-

No, non gli dirò quello che faccio veramente. Meglio una bugia.

-...in un ufficio. Faccio... la segretaria, più o meno. Non è stressante e pagano bene. Me la cavo.-

-Oh... brava. Sapevo che ti saresti fatta valere. Cerca... di stare attenta, eh? E... hai qualche amico, vero?-

-Sì, ho conosciuto dei ragazzi, sono simpatici, esco spesso con loro.-

-Ah, bene, bene... C'è... c'è qui Axl, vorrebbe parlarti...-

Oh. Axl.

-Sì, certo...-

Sento del rumore, si stanno passando di mano la cornetta.

-Ciao, piccola.-

-Ciao, Axl. Come te la passi?-

Cerco di essere un po' più allegra, lui non è lo zio, lui è più fragile.

-Benissimo. Io... Duff ha scritto una nuova canzone, sai? Dobbiamo scegliere ancora un titolo ma... siamo sicuro che la inseriremo nel prossimo album...-

Ecco, quando non sanno che cosa dire mi parlano della loro musica.

-Fantastico. Siete bravissimi.-

-Siamo... siamo migliorati molto da quando eri con noi. Che ne dici di... venire per le vacanze di Natale?-

-Sì, vedrò che posso fare.- mento. Lo sappiamo entrambi che non verrò, no?

-Oppure veniamo noi! Eh?-

-Sì, potrebbe essere un'idea.-

Anche con tutta la buona volontà il vostro manager non vi lascerebbe venire.

-Io voglio vederti, piccola. Mi manchi, veramente.-

-Anche tu mi manchi tantissimo.-

-Ahm... mi sa che dobbiamo andare, Sam... ci... ci sentiamo.-

-Ciao. Salutami tutti.-

Riattacco e sospiro.

Di queste telefonate ne ricevo una o due ogni mese da quando sono qui.

Sono sempre tristi e piene di silenzi. Mi mettono angoscia.

Guardo l'orologio, sono già le nove e mezza.

E si ricomincia da capo” penso mentre mi infilo i jeans e le scarpe con i tacchi alti.

Dio, ancora non ci credo che lavoro. Sono stata catapultata nel mondo degli adulti quando zia Karen mi ha detto che non mi avrebbe più ospitata. E mi sono dovuta adattare, trovare un lavoro ben pagato e facile e una casa.

E così, stasera, come ogni sera, prendo il mio borsone e mi avvio verso il locale.

Entro dalla porta sul retro e mi cambio in fretta nei camerini in comune con le altre ragazze.

Ecco, tocca a me adesso.

La musica parte, esco sul palco e ancheggio verso il palo. Quelli ai tavoli applaudono o urlano, mi sistemo la mascherina e comincio a ballare.

In fondo questo lavoro è meglio del precedente: non ho nessun capo che cerca di portarmi a letto e sono pagata ogni sera.

Non sono una cattiva persona solo perchè ballo avvinghiata ad un palo in un locale (molto alla moda oltretutto). Sono sempre io, Samantha. Solo che sono grande, ormai.

 

-Miley è mezzanotte e mezza, dì al capo che io stacco.-

-Ok Sam... quanto hai preso oggi?-

-127.-

-127 dollari di mancia?! Oggi ti è andata di culo eh?-

-Sono solo più brava di te.- scherzo, salutando Miley e uscendo.

Rabbrividisco. Cazzo, se fa freddo. Meno male che mi vengono a prendere i ragazzi.

Aspetto per un po' sul ciglio della strada, sfregandomi le mani.

-Hey, piccola!-

Mi giro e sbuffo.

-Dio, quanto ci avete messo?! Sto congelando!- sbotto, tirando un pugno al ragazzo che mi viene incontro.

-Scusa, Dave voleva andare a una festa, ho dovuto accompagnarlo e mi ha fatto girare mezza città.-

Sorrido e annuisco, Pete è sempre il solito, non riesce a dire di no alle persone.

Mi accompagna alla macchina, dove ci sono Lucy e Nat ad aspettarci, e li saluto.

Guardo Pete.

-Dov'è Joel?- gli chiedo, anche se conosco benissimo la risposta.

-A casa, ti aspetta.-

-Che ha fatto?-

-Non lo so, era incazzatissimo.-

Sospiro. Quando si arrabbia diventa intrattabile.

-Ha bevuto molto?-

-Non saprei... cerca di stare attenta, eh?-

-Sì... Andiamo?-

-Ok... io, Nat e Lucy dobbiamo andare via subito, però...-

-Non fa niente.- lo rassicuro sorridendo.

Salgo in macchina e partiamo.

 

Apro la porta lentamente, cercando di non fare troppo rumore. La richiudo dietro di me e avanzo lentamente. E' tutto buio, non vedo niente. Potei inciampare da un momento all'altro. Lascio a terra il borsone, stanca. Non sento nessun rumore a parte quelli che provengono da fuori.

Forse Joel sta dormendo.

-Dove sei stata?-

Mi arriva alle spalle, facendomi sobbalzare.

-Al lavoro, come al solito.-

Soffia l'aria tra i denti, facendo un sibilo che mi fa rabbrividire.

-Ha chiamato.- dice, con voce tremante.

-Chi ha chiamato?-

-Dovresti saperlo.-

-Non ti seguo, Joel.- ribatto scocciata.

-Voleva te... ti ha chiamata piccola, lo sai?-

Mi si piazza davanti e mi stringe un polso.

-Poteva essere chiunque, Joel.- cerco di calmarlo.

-Tu mi tradisci.-

Appoggia la fronte alla porta, schiacciandomi contro di essa.

-No, lo sai benissimo che non è vero. Poteva essere un mio amico di Los Angeles o...-

-No, ha detto... ha chiesto se saresti andata da lui.-

-Axl...-

-Già.- mi sibila all'orecchio.

-E' solo un amico. Mi ha invitata ad andare da lui a Natale, Joel. Gli ho detto che ci avrei pensato così ha richiamato. E' tutto a posto.-

Stringe la presa sul polso.

-Joel... lasciami, sei ubriaco.-

-Non è vero. Non ho bevuto.-

Con l'altra mano accendo la luce. Sul tavolo davanti a me c'è una bottiglia mezza vuota.

-Puzzi di alcol. Andiamo a letto, ok? Sono stanca. Ne parliamo domattina.-

Sento che allenta la presa, e gli sfilo il polso dalla mano. Spengo la luce.

-Vieni, su.- dico, tirandolo per la mano.

Mi segue di controvoglia, barcollando.

Dio, quand'è che la smetterà di fare così? Esagera sempre.

Si sfila gli stivali, i pantaloni di pelle e la maglietta, e mi spoglio anche io, lasciando i vestiti su una sedia.

Chissà quando tornerà a funzionare il riscaldamento, sto morendo di freddo.

Forse facendo qualche straordinario in più potrei far riparare i caloriferi... certo che anche quello stronzo potrebbe abbassare un po' l'affitto, manco fosse un castello, almeno riuscirei ad avere i soldi in poco tempo...

Le mani fredde di Joel mi distolgono dai miei pensieri, come al solito. Mi sta abbracciano da dietro, con la bocca attaccata al mio orecchio, a farmi venire i brividi.

-Sei arrabbiata?- soffia.

-No, non sono arrabbiata.-

-Hai sonno?-

Ah, ecco, ho capito dove vuole andare a parare. Mi accarezza un braccio e immagino che stia sorridendo con quell'aria furba che mi piace tanto. Massì, al diavolo le occhiaie!

Mi giro e lo bacio, ma ritiro subito la lingua.

-Che c'è?-

-Sai di alcol...- mi lamento.

-C'è un posto dove non so di alcol.- ghigna, o almeno credo perché la luce è spenta.

Ma non mi serve la sua espressione per afferrare al volo il concetto.

Gli sorrido sarcastica e lui mi solleva, portandomi verso il letto.

-Alla fine mi accontenterai.- mi sussurra all'orecchio, sistemandosi sopra di me.

 

Cazzo. Che palle. Chi chiama a quest'ora?

Ma non può smetterla di squillare il telefono???

Giuro che lo butto giù dalla finestra!

Apro gli occhi e li stropiccio. Sono le sette della mattina. Ho dormito quattro ore ed è presto. Afferro quello stupido coso e rispondo.

-Chi è?-

-Sono i... Axl!-

-Dio ma che ti salta in mente di chiamare a quest'ora?!-

-Ho gr..di notizie!-

-Non ho sentito bene...-

-Tra due giorni...rte il tour...e t...zio è rius...to a conv...cere il nos...manager a...gere Ne...rk alle tap...-

-Cosa? Non ti sento! La linea è disturbata!-

-Ve...ia...te!-

-Cosa?!-

-Tu tu tu tu tu-

Sbuffo. Se era qualcosa di importante richiamerà.



...Ommioddio, sono tornata!!!
E vi torturerò con un'altra delle mie storie! Vi sono mancata eh? *Cri cri cri cri*
Eeehm... passiamo ad altro! Ovviamente ringrazio chiunque sia stato così coraggioso da leggere fino qui!
E, per quanto riguara i vecchi lettori... Come potete vedere è cambiato tutto, la nostra cara vecchia Sam non è più poi così tanto la nostra cara vecchia Sam...
Perdonatemi se ho lasciato qualche punto in sospeso, risponderò alle vostre domande nel prossimo capitolo!!!

Arrivederci e Buon Natale in anticipo,

                      FireflieInTheSky - o, meglio, ghirigoro -
  
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