T’immagino tra quarant’anni
dondolarti sul dondolo del portico
mentre t’animi per una nuova passione
e sbucci un’arancia
e t’accorgi che ti osservo.
Abbassi il viso,
i capelli scivolano.
«Andiamo», mormori con grazia,
«andiamo dentro, inizia a far fresco;
andiamo a sdraiarci
nella tenda
o nella stanza speciale:
sono stanca e ho voglia di abbracci»
E vorrei valicare il presente
per stringere l’imminente
mano che mi tendi
ed esser lì con la lei
che sarai
ora.