Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Gondolin    23/12/2010    3 recensioni
- Come ti chiami? - domandò Ikki alzandosi in piedi.
- Ilias. E tu?
- Ikki.
- E' un nome strano.
- Non sono di queste parti. Quanti anni hai?
- Cinque-quasi-sei. - rispose con la velocità tipica dei bambini, abituati a sentirsi domandare l'età - E tu?
- Quindici.
La conversazione si interruppe. Dopo tutto non c'era molto che un guerriero di quindici anni e un bambino di cinque potessero dirsi.

...o forse sì?
Fra graditi ritorni, cittadine sperdute in Macedonia e addestramenti massacranti, si svolge la storia di Ilias.
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soundtrack di omaggio ad Ikki, per pura tamarraggine: Tierra Santa - Alas de Fuego

Special Guest: il biscottino alle mandorle Kostantinos © di Beat

Scene d'azione: non sono in grado

 

 

10. Delle lacrime e della gioia

 

Ikki fu svegliato da un'esplosione di cosmo. Durante l'infinitesimale intervallo di tempo fra il momento in cui riconobbe il cosmo di Ilias e quello in cui riprese completamente il controllo della propria mente annebbiata dal sonno, le sensazioni delle passate battaglie lo inondarono con la violenza dell'acqua che distrugge una diga e dall'angolo nascosto in cui era stata relegata molti anni prima ruggì la paura, paura di perdere Ilias. Svegliatosi, non lo ricordò nemmeno. Sbuffò invece perché il suo meritato riposo era stato interrotto e si buttò addosso i vestiti persino più in fretta del solito.

- Se si è messo nei guai per una cazzata giuro che gli faccio provare la disciplina di Death Queen Island! - ringhiò fra sé, pur sapendo che Ilias non era tipo da andarsele a cercare.

 

In un attimo, Ilias se li era trovati tutti addosso. I colpi giungevano lenti e scoordinati, ma così fitti da risultare impossibili da schivare.

Forza, Ilias”, si spronò. Mentre bloccava un pugno diretto al proprio naso e girava il braccio all'assalitore, una randellata lo colpì alla schiena, facendogli letteralmente vedere le stelle. “Sai che disonore farsi battere da questi qui? E lasciare Thekla nelle loro mani, poi? In nome di Atena, giuro che non lo permetterò!”

Chiuse gli occhi per un istante, alla ricerca di quell'energia potenzialmente infinita che tutto il suo addestramento aveva avuto il lo scopo di raggiungere. Quando rialzò lo sguardo sul cielo notturno, gli parve che la Croce del Sud brillasse con maggior forza, e si sentì imbattibile.

Avvertì il calore del cosmo, mentre intorno a lui alcune delle grida di rabbia si mutavano in strilli impauriti.

- Guardate lì!

- Si muove! - ululò una giovane indicando un vecchissimo leccio dalla corteccia scura e nodosa.

La terra fra le radici si smosse e queste si aprirono come antiche dita, rivelando uno scrigno di bronzo dal quale filtrava una tenue luce purpurea.

Persino Ilias fu preso per un attimo da terrore reverenziale, prima di ricordare una frase di Seiya quando, anni prima, si era fatto raccontare il suo primo combattimento come Saint, avvenuto in una notte chiara come quella, ma contro nemici ben più preparati: “L'armatura è come un cavallo: se percepisce la tua paura ti disarciona, ma se ti sente sicuro ti porterà lontano”.

Solo allora il Pandora's Box si spalancò. Il Bronze Cloth andò a rivestire il corpo di Ilias, che sentì svanire il dolore dei colpi ricevuti e una nuova energia scorrere nelle sue vene.

La folla intanto si era divisa in due parti: l'una si era ormai data alla fuga, mentre l'altra si accanì sullo “spirito dei boschi” con la furia dettata dalla paura.

Ilias raccolse la concentrazione necessaria per scagliare un attacco. Portò avanti la gamba e il braccio destro. Il fianco esposto era protetto da una scintillante placca di bronzo dell'armatura; l'altro ne era privo per permettergli una maggiore libertà di movimento. Spalancò la mano, il palmo rivolto verso i suoi avversari. Li osservò per un istante, poi gridò: - Kuroi Yoru!

Sul gruppo rimasto calò una fitta nube oscura, impenetrabile e soffocante come carbone gettato nei loro occhi e nelle loro gole. Ilias aveva calibrato la forza per non farlo risultare mortale; se la sarebbero cavata tutti con un'intossicazione, alla peggio.

Intanto però la momentanea cecità e mancanza d'aria aveva messo in rotta quella folla violenta, così Ikki giunse quando nella radura non restavano che i due ragazzini. - Cosa diavolo è successo? Ilias!

Questi barcollò come se fosse stato sul punto di svenire, ma si riprese immediatamente. Indicò Thekla, ancora accasciata tremante a terra e riprese fiato. - Volevano... volevano farle del male. - riuscì a spiegare.

Ikki non fece altre domande e si diresse verso la ragazzina. - Sai bene?

- A-adesso sì. L-lui mi ha difesa.

Il Bronze Saint raccolse da terra il mantello che era caduto all'allievo nella foga dello scontro e lo sistemò sulle spalle di Thekla, poi tornò verso Ilias.

- Maestro...

Ma non c'era bisogno di ulteriori spiegazioni. Lo sguardo di Ikki si era già posato sul Pandora's Box abbandonato a terra alle spalle di Ilias, e un sorriso fiero si era fatto strada sul suo volto.

- A quanto pare l'hai trovata, alla fine. Te la devi essere meritata davvero, perché sia venuta da te di sua spontanea volontà.

Ilias boccheggiò, rendendosi conto dell'enormità di quello che gli stava dicendo il suo Maestro. Ormai la tanto agognata armatura era proprio sua, e Ikki gli stava praticamente facendo i complimenti.

- Adesso però devi spiegarmi esattamente cos'è successo.

- Ve lo posso spiegare io. - intervenne Thekla, che sembrava essersi ripresa - Da sempre ho il dono - calcò con ironia sulla parola - di vedere con molta chiarezza. Tanta che a volte so persino cosa sta per accadere. Non lo faccio apposta, non me ne rendo nemmeno conto. Lo vedo come vedo voi ora e so che non è falso. Ho avuto la sfortuna di anticipare qualche disgrazia, e così... - scrollò le spalle.

- E adesso? - domandò Ilias, spostando lo sguardo da Thekla ad Ikki.

- A casa non posso tornare. - constatò lei.

- Mi pare ovvio. Per stasera vieni con noi. - decise il Maestro.

Fu solo davanti ad una buona scodella di minestra calda che ripresero il discorso.

- Credo che il posto migliore per te sarebbe un luogo sacro dove le tue abilità non saranno motivo di paura ma di ammirazione. - esordì Ikki.

- Un tempio di Apollo? - domandò Thekla illuminandosi.

- Possiamo andare a Delfi. - propose Ilias, pensando alla grande fama che quel santuario si era guadagnato nel corso dei secoli.

- Non sarebbe una lunga deviazione rispetto al nostro percorso. - rifletté Ikki - Possiamo accompagnarti e poi proseguire verso Atene. Ti aspetta l'investitura ufficiale. - aggiunse rivolto al suo allievo, il cui sguardo si spostò istintivamente verso lo scrigno contenente l'armatura.

Thekla gli sorrise, e lui ricambiò, raggiante. Dopo un momento però la sua espressione si fece meditabonda. - I tuoi genitori non saranno preoccupati?

- Ho lasciato un biglietto prima di uscire.

- Un biglietto?

- Avevo il presentimento che non sarei tornata tanto presto. O che non sarei tornata affatto. Quando sarò a Delfi potrò scrive loro che sto bene. - tirò su col naso.

- Sei triste? - domandò premuroso Ilias.

- No. - rispose lei orgogliosa - Andrò in un luogo meraviglioso dove nessuno mi dirà di fare la brava donnina di casa e mio padre non farà sempre quella faccia delusa.

- Se cerchi una disciplina rilassata forse un tempio non è il luogo adatto. - intervenne Ikki per cambiare argomento - Non sei d'accordo, Ilias?

- Magari Apollo è più anarchico della nostra Dea. - sogghignò il ragazzino.

 

Partirono il giorno successivo. Il viaggio fu tranquillo, e quando giunsero al tempio di Apollo ottennero subito di poter parlare con un sacerdote, che accolse Thekla con benevolenza. Già da tempo sapeva del suo arrivo.

Si stavano già voltando per andarsene quando Ilias si sentì chiamare.

- Ricordati che Kyriaki è sempre al tuo fianco. - gli disse con un sorriso Thekla prima di varcare la soglia del tempio - In ogni soffio di vento, in ogni spiga di grano. Sta sorridendo anche ora. Ah, e tuo padre piangerebbe di gioia vedendoti. Addio, Ilias, e grazie. - concluse rivolgendo un ultimo cenno di saluto ai due.

Scavalcò l'alto gradino d'ingresso e fu inghiottita dall'oscurità.

- Chi è Kyriaki? - domandò Ikki.

- E'... era mia madre. - rispose Ilias con lo sguardo fisso sul portone ormai vuoto.

- Thekla ti ha fatto un grande regalo. D'ora in poi sarà solo il dio a decidere il che direzione dovrà volgere il suo sguardo. Vieni, è arrivato il momento di tornare ad Atene.

 

Una volta giunti a destinazione, ebbero qualche giorno di libertà prima della cerimonia, per permettere anche ai Bronze dispersi nelle varie parti del mondo di arrivare. Shun aveva fatto sapere ad Ikki che ci tenevano moltissimo a partecipare.

Nel frattempo maestro e allievo si godevano la tranquillità del Santuario.

Il giorno dopo il loro arrivo, Ikki si recò all'Arena. Trovò Aiolia su uno dei gradoni più in alto, e si sedette accanto a lui.

- Di nuovo qui, eh, Phoenix? Pensi ancora che questo posto ci tenga legati come cani alla cuccia?

- Sono qui di mia spontanea volontà.

- Sette anni fa non l'avresti detto.

Rimasero in silenzio, guardando Aiolos istruire il giovane Kostantinos. Era bizzarro vedere Aiolos adulto di fronte ad un Saga in miniatura. Naturalmente guardando bene le differenze si notavano eccome, ma Ikki continuava a trovarlo assai poco rassicurante. E continuava a temere che un giorno o l'altro le avrebbe prese anche da lui, come da ogni membro di quella stramaledetta famiglia, anche se naturalmente si guardava bene dall'ammetterlo ad anima viva.

- Guarda come ci si diverte. - commentò Aiolia con un sorriso intenerito - Credo che in un'altra vita mio fratello avrebbe fatto l'insegnante alle elementari.

Ikki ridacchiò al pensiero del glorioso Aiolos dietro ad una cattedra, circondato di marmocchi, ma alla fine dovette ammettere che non era un'immagine poi così incongrua.

- Ehi, quello non è il tuo allievo? - fece Aiolia indicando Ilias, che stava entrando in quel momento nell'Arena.

- Proprio lui.

Lo videro parlare con Aiolos e poi stringere la mano a Kosta. Ikki gli aveva raccontato che anche il figlio di Saga era stato, anche se solo per poche ore, un Eventuale Allievo, ed evidentemente Ilias aveva voluto conoscerlo.

Un momento dopo, Aiolos li raggiunse sugli spalti. - Mi sono trovato un supplente. - ridacchiò - Adesso vediamo cosa sa fare.

- Per adesso è una sfida impari, Sagitter. - rispose Ikki con un ghigno dei suoi - Aspetta di portarlo all'armatura e poi voglio vedere.

- Non parlarmi di armatura! - fece questi, mettendosi le mani nei capelli - L'ho già pescato che cercava di provarsi quella di suo padre. Fortuna che almeno lui è Ariete, e non può combinarci niente. Ma se fossi in Kiki farei attenzione.

Ikki osservò con una certa preoccupazione lo scontro amichevole che si stava svolgendo fra i due. Dopo quasi un anno di addestramento, Kostantinos già mostrava i segni di un grande talento, ma ovviamente ancora non poteva reggere il confronto con Ilias, che infatti calibrava la sua forza con precisione e si fermava di quando in quando per dare qualche consiglio al più giovane.

 

Quando fu introdotto nel salone delle udienze, Ilias si stupì di quanto differisse dai suoi ricordi; non gli sembrava più uno spazio sterminato e alto quasi quanto il cielo. Non solo era cresciuto, ma la sala era anche molto più affollata rispetto all'ultima volta che ci aveva messo piede. Shaka, Aiolia, Aldebaran, Milo, Camus, Hyoga, Shun, Seiya, Shiryu, Galan, zia Penelope e tutte le ancelle che aveva conosciuto durante l'infanzia erano lì per assistere.

Quando entrò il Pontefice, il silenzio si fece se possibile ancora più fitto. Ai piedi del trono, il Pandora's Box della Croce del Sud rifletteva la luce delle numerose candele, accese nonostante all'esterno fosse pieno giorno.

- Quest'oggi celebriamo l'investitura di un Cavaliere di Bronzo. Vieni avanti, Ilias.

Il ragazzo ubbidì, e si inginocchiò di fronte al Pontefice.

- Costui ha ricevuto il giusto addestramento per diventare difensore della dea Atena da Ikki della Fenice, nei pressi della cittadina macedone di Kassandra. Qualcuno desidera negarlo?

Dalla sala si levò solo il silenzio.

- Il suo Maestro lo ritiene degno di ricevere ufficialmente l'armatura e di servire da oggi in poi nelle sue stesse schiere?

- Lo ritengo degno, signore. - rispose Ikki facendo un passo avanti col capo rispettosamente chinato.

- Da questo momento - proseguì il Pontefice mentre lo scrigno, circonfuso di una tenue luce, si apriva, rivelando le parti dell'armatura - sarai Ilias della Croce del Sud, e servirai la giustizia con mano forte e cuore generoso. Ora alzati.

Ilias, raggiante, si alzò, e il cloth avvolse il suo corpo. Era di un marrone tenue come la corteccia di un giovane albero, tranne parte delle braccia e la cintura, che spiccavano per il rosso brillante. Le protezioni per le spalle avevano la stessa forma arrotondata di quelle dell'armatura di Andromeda, pur essendo più piccole, e sul diadema spiccavano in bianco le cinque stelle della Croce del Sud.

Mentre usciva dal Tempio, Ilias si sentiva tremare le ginocchia. Pensava al giorno in cui era stato condotto lassù per la prima volta da Ikki, ed era poi sceso per quelle stesse scale correndo come un indemoniato. Istintivamente, cercò in mezzo a quella piccola folla lo sguardo di colui che sette anni prima l'aveva afferrato per la collottola chiamandolo 'piccoletto', ma che aveva anche dato una spinta ai suoi sogni. Gli sorrise, trattenendosi a fatica dall'alzare due dita in segno di vittoria.

Fu preso sotto braccio da un Seiya assolutamente entusiasta e non fece in tempo a vedere Galan asciugarsi furtivamente una lacrimuccia di commozione.

 

 

The End

 

 

 

Armatura disegnata durante l'ora di filosofia: Hegel ne sarebbe soddisfatto, spero.

 

Grazie a tutte per i commenti, per il supporto, per aver fangirlato insieme. Mi mancherà tantissimo avere l'appuntamento fisso col postaggio di questi capitoli.

Buone feste!

  
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