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Autore: Many8    23/12/2010    5 recensioni
Terza Classificata al Contest Natalizio indetto da G.A. 
Edward e Bella trascorrono il Natale a Londra, dove il primo fa una sorpresa alla nostra protagonista, ma non sa che anche quest'ultima ha in serbo per lui un regalo inaspettato...
Sono tutti umani. AH-OOC-OS- raiting Verde.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Salve,
Questa è la mia OS per il contest Natalizio indetto da G.A, sul gruppo, Le Fanfiction Di twilight, di fb.

Spero possa piacervi, fatemelo sapere!!

Buona Lettura.
Da ascoltare mentre si legge, è la canzone che mi ha ispirato questa OS, adoro i Coldplay :) 

Coldplay - Christmas Lights

24 dicembre.
"Non aprire gli occhi, eh!" ripete Edward, per la centesima volta.
"Anche se lo facessi non riuscirei a vedere nulla, visto che c'è la benda a coprirmi gli occhi!" ribatto, sbuffando. La risata cristallina di Edward mi arriva dritta all'orecchio.
Camminiamo per , in verità non so dove, mi ha bendato, deve essere una sorpresa, io amo le soprese, ma questo è fin troppo!
Siamo a Londra, dobbiamo passare qui il Natale, è stato un regalo da parte di Esme e Carlisle, i genitori del mio fidanzato.
Da circa un'ora non posso vedere nulla, da quando siamo usciti dall'albergo mi ha fatto indossare una sua cravatta, per ostacolarmi la vista, sento suoni, rumori, bambini che ridono, persone che parlano, non poter osservare, e soprattutto non poter sapere cosa abbia in mente Edward mi fa stizzire. Sono sempre stata una ragazza molto curiosa, incapace di poter ricevere una sorpresa.
"Edward, ma dove stiamo andando?" chiedo, per altrettante volte.
"Se è una sorpresa, è una sorpresa! Non ti spazientire, siamo quasi arrivati. Ti fidi di me, ora?" domanda. Non potrei non fidarmi di lui, malgrado ciò rispondo, scherzando:
"Fino ad un'ora fa, prima che mi facessi indossare questa cravatta, mi fidavo di te. Ora non saprei." Sento le sue labbra, nell'incavo del del mio collo, lasciare una scia di baci infuocati.
"Adesso ti fidi?" sussurra al mio orecchio, poco dopo.
"Mhm... Ma così non vale!" dico, sorridendo.
"Adesso alza bene il piede di circa cinquanta centimetri." si raccomanda.
Sento lo scrosciare dell'acqua, siamo sicuramente sul Tamigi.
"Va bene così?" chiedo, alzando il piede.
"Sì, va benissimo." Mi aiuta da dietro, spingendomi dolcemente su una specie di passerella, è ciò che sento con le mani, ai miei lati ci sono due passamani, e il pavimento si muove, ondeggiato dall'acqua sotto di noi.
Mi lascia la schiena, la mia presa sui passamani diventa più salda, percepisco dei movimenti e poi di nuovo le mani di Edward in vita, mi conduce verso qualcosa.
"Siamo arrivati, altri pochi secondi e potrai togliere la cravatta." sussurra al mio orecchio, dopo aver sentito un mio sospiro. Il suo alito dolce arriva alle mie narici, non esiste odore migliore del suo. Ed è questo a tranquillizzarmi.
"Credo sia stato superfluo bendarmi fin dall'inizio."
"No, è giusto, avresti capito fin da subito la nostra meta." ribatte.
Scrollo le spalle, anche se superficiale la cravatta, sono sicura che renderà la sorpresa più speciale ed unica.
"Buonasera signori." dice qualcuno, non riconosco la voce, deve essere un addetto. Sento lo scricchiolare di una porta, e una folata di aria calda ci colpisce in pieno viso.
La temperatura a Londra, in inverno, è molto bassa, quell'aria calda riesce a risvegliare le mie parti del corpo intorpide dal gelo.
Entriamo in uno spazio caldo e grande, a quanto mi sembra.
Sento le mani di Edward trafficare con il nodo alla cravatta che ha fatto precedentemente, riesce a slacciarlo e lentamente toglie la benda dai miei
occhi lasciandomi finalmente libera di osservare ciò che ci circonda.

Non potrebbe esserci nulla di meglio.
Ci troviamo sul Tamigi come ho dedotto. Su un battello, a mio avviso. La stanza in cui sostiamo è quadrangolare e grande, alla nostra destra ci sono dei musicisti, che appena si accorgono del mio sguardo su di loro iniziano a suonare, intonano note dolci e lente. Nella stanza non ci sono pareti, ma il tutto è ricoperto da vetrate grandissime, che danno la vista su la Tower Bridge. Bellissimo.
La Tower Bridge è illuminata da tantissime luci Natalizie, che si rispecchiano nelle acque del fiume, come tutto il resto della città è addobbata a festa.
Tutto, tutto ciò che ci circonda fa capire che è Natale, le persone che camminano sorridendo sulla terra ferma, i bambini che corrono felici, mangiando zucchero filato, acquistato da una delle tante bancarelle che sostano su ogni tratto pedonale. I Babbo Natale che scattano mille fotografie insieme ai bimbi che entusiasti li indicano e corrono verso di loro. I ragazzi che giocano con la neve, che imbianca l'intera città, rendendola più favolosa che mai. Il suono dei tanti campanellini e dei "Oh, oh, oh" che vagano nell'aria arrivando alle orecchie di tutti.
Questa è l'aria del Natale.

La stanza è semibuia, i musicisti suonano ancora, Edward dietro di me, mi cinge la vita, il suo volto è sulla mia spalla. Al centro della cabina c'è un tavolo apparecchiato per due. Ci sono posate d'argento, tante candele sparse per tutta la stanza, ma soprattutto sul nostro tavolo, che con la loro luce fioca illuminano la cabina, rendendo tutto speciale ed unico. Sono presenti anche tantissimi petali di rosa rossa, sulla tovaglia bianca.
Alla nostra destra c'è un cameriere, che aspetta impettito e sorridente le nostre ordinazioni. Inolte, per la camera, ci sono anche tantissimi fiori che lasciano nell'aria un odore estenuate.
" Ti piace?" mi domanda l'artefice di tutto ciò.
"Sì è bellissimo, Edward." riesco a dire, quando riprendo tutte le mie facoltà, compreso respirare e sorridere.
"E' magnifico," ripeto, girandomi verso di lui, e mettendo la mia testa nell'incavo del suo collo. Mi bacia la testa attraverso i capelli, stringendomi
a sé.

Non potrebbe esistere momento migliore.
Alzo gli occhi su di lui, rispecchiandomi nel mare di smeraldi dei suoi occhi che sono illuminati dalla luce fioca delle candele. Ci guardiamo per qualche istante, prima di far unire le nostre labbra, in un bacio delicato e romantico. I miei occhi si riempiono di gocce d'acqua salata, una delle mani di Edward che mi cinge la vita si sposta sul mio viso accarezzandolo e imprigionando nei suoi polpastrelli le mie lacrime, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra dolcemente:
"Non piangere." mi lascia un bacio anche lì, sul lobo.
Sorrido, la voce è roca ma non mi impedisce di dire:
"Grazie, Edward, è il miglior Natale che abbia mai trascorso."
Le nostre labbra si uniscono nuovamente, muovendosi in sincrono.

Poco dopo Edward mi fa accomodare al tavolo,e come un vero gentiluomo mi accosta la sedia mentre mi siedo, per poi fare il giro del piccolo tavolo e accomodarsi a sua volta.
"Ordiniamo?" fa, guardandomi e passandomi uno dei libretti del menù. Lo prendo, aprendolo.
Appena il cameriere si accorge che stavamo controllando le pietanze da scegliere, ci raggiunge senza perdere il suo sorriso.
"Sono a vostra disposizione per tutto, aspetto le vostre ordinazioni," annuncia. La sua pronuncia è molto strana, diversa dalla nostra americana.
Edward annuisce, guardandomi, " Hai scelto?" domanda.
" Mhm..." le pietanze sono tutte buonissime, o almeno dal nome sembra così, decidiamo infine per lo stesso antipasto a base di pesce.
Il cameriere va via, correndo verso la cucina.
"Hai organizzato tutto tu?" chiedo, le nostre mani sono unite, sul tavolo.
"Sì," dice, e annuendo contemporaneamente. " Mi ha aiutato un pò mio padre, visto che lui qui ci è cresciuto, ma l'idea è stata mia." conclude, è fiero di sé.
Sorrido alla strana espressione che il suo viso ha preso, beandomi allo stesso tempo della sua bellezza.
Improvvisamente il battello accende il motore, il rombo è forte per poi affievolirsi leggermente, il battello si muove, facendoci navigare per tutto il fiume.
"Si muove." affermo.
"Sì," mi dice Edward." Faremo un giro per tutto il Tamigi costeggiando Londra."
Il cameriere arriva con le nostre pietanze, ed iniziamo a mangiare.
Edward ha ordinato dello champagne, ma nelle mie condizioni non è molto consigliato, se non proibito.
"Posso avere dell'acqua minerale, per favore?" chiedo, al cameriere in smoking.
"Sì, certo. Gliela porto subito, signorina." si avvia, nuovamente verso la cucina.
" Non ha voglia dello champagne?" mi domanda Edward, masticando lentamente.
"No, non ne ho voglia." mento, ma anche per lui c'è una sorpresa.
Sono felice di poterglielo dire, sono felice di questa sorpresa che ho in serbo per lui, il miglior regalo di Natale che potessimo mai donarci.
Iniziamo a mangiare, il cibo è squisito, proprio come tutto il resto, perfetto.
"Alice e Jasper, dove dovrebbero essere, ora?" domando, masticando un ultimo pezzo di aragosta. Alice è la sorella di Edward, e Jasper suo marito, sono andati in Africa, nella parte settentrionale del Madacascar, per una vacanza estiva.
Avrebbero dovuto passare il Natale al mare, l'idea è molto originale, anche se preferisco passarla come siamo abituati noi al freddo, magari davanti ad un camino con il paesaggio innevato al di fuori della porta di casa.
"Sarebbero dovuto atterrare questa mattina in Madacascar, per loro è già Natale da qualche ora."dice , guardando l'orologio da parete sulla nostra destra. E' a forma di barca, con i numeri romani che segnalano l'ora, segnano le ventuno, tra circa tre ore sarebbe scoccata la mezzanotte, e quindi il Natale.
" Chissà cosa staranno facendo a casa, ora in America." gli domando, devo dire che i miei genitori mi mancano un pò, è solo per una vacanza, ma stiamo a Londra da una settimana, ed anche se li sento ogni giorno, la voce non sarà mai come un contatto visivo o fisico.
Una settimana prima avevamo aperto anticipatamente i regali da parte dei miei suoceri e genitori. Insieme ci avevano regalato questo magnifico viaggio, che sarebbe durato più di due settimane, avremmo dovuto sostare in uno degli Hotel più belli di tutta Londra, ed anche uno dei più costosi.
"Sono appena le quindici del pomeriggio lì, per loro il cenone della vigilia dovrà aspettare un altro pò!"
"Certo," rispondo.
Continuiamo a mangiare sotto lo sguardo del cameriere che si guarda intorno per non sembrare scortese, e con il sottofondo di una bellissima musica suonata dai musicisti, per noi.

25 Dicembre.
L'orologio a forma di barca ritocca la mezzanotte con un debole "Bang, bang."
Ad amplificare il tutto, è il Big Benche illuminatissimo da tutte le sue luci fa bella mostra di sé sulla sponda del fiume in cui navighiamo.
E' bellissimo, rimango a fissarlo per un pò di tempo, non l'ho mai visto prima di ora. Anche se stiamo a Londra da una settimana abbiamo visitato tanti centri storici, musei, ma questo no.
Forse Edward l'ho preservato per questa occasione per farmelo godere con tutte le luci natalizie a fargli luce.
Abbiamo finito da pochi minuti di mangiare e tra pochi minuti ci scambieremo i regali.
I pacchetti per lui sono due, uno contenente un orologio, visto che il suo si è rotto quasi un mese prima,ho deciso di regalargliene uno io, e poi c'è un altro pacchetto basso ma lungo contenente la sua sorpresa.
"Prima il mio o il tuo?" chiede, con il suo sorriso sghembo.
" Il mio, questo," dico, indicando il pacchetto contente l'orologio," Questo, invece sarà dopo il tuo." indico l'altro.
Mi guarda confuso, non si sarebbe mai aspettato due regali da parte mia, ci siamo messi d'accordo, uno per ognuno, non di più, e vederlo spiazzato mi fa sorridere.
"Non aveva pattuito un solo regalo?"I suoi occhi sono chiusi in due fessure, le labbra in un sorriso che sembra di più una smorfia.
" Vedrai, comunque non preoccuparti, solo questo è il regalo per te!" Gli passo l'orologio,nella scatola, la prende, la sua espressione è cambiata, sorride compiaciuto.
Edward è come un bambino, quando si tratta di regali è entusiasta e non sa nasconderlo. Tutte le persone sono contente ogni volta che ricevono un regalo ma riescono a controllare le loro emozioni, Edward no. Ed è anche questo che amo di lui.
Inizia a scartarlo lentamente, guardandomi di tanto in tanto. La mia espressione è compiaciuta, e felice, come potrei non esserlo?
Apre la scatolina, rivelandone l'orologio, il suo sguardo si addolcisce, lo estrae guardandolo bene, per poi posare lo sguardo su di me.

"E' bellissimo, grazie, Bella."
" Mi fa piacere che ti piaccia." dico, sincera.
Si alza, mettendo l'orologio nella custodia, avvicinandosi a me.
Ha un piccolo pacchettino tra le mani, è blu, di raso.
Lo guardo confusa, temendo ciò che immagino.
Si inginocchia davanti a me, i miei occhi sono sgranati, lo guardano confuso, e respiro profondamente, ma sorrido lo stesso.
"Bella, questo è per te." apre lentamente la scatolina, con un delicato click.
A farne bella mostra è un'anello, come immaginavo e temevo.
Il mio cuore batteva a mille, i miei occhi contornati di lacrime. Gli ormoni, non aiutano di certo.
"Vuoi diventare mia moglie, Bella?" chiede, sussurrando.
Il battello si ferma, il mio cuore pure, ma a differenza riprende velocemente a battere, sempre più velocemente come un colibrì impazzito.
Le lacrime scendono veloci, sento le gambe molli, ma non me ne vergogno, mi sporgo verso lui, il mio prossimo marito, baciandogli la fronte, prima di annuire e dire un semplice "Sì," che esce storpiato dalla mia gola.
Mi mette al dito anulare della mano sinistra l'anello, è bellissimo, d'oro bianco, e una grossa pietra dalle mille sfacettature, su. I colori della pietra cambiano illuminati dalla debole luce delle candele.
Si alza, portando anche me con lui, mi porge la mano, la prendo senza esitare, tirandomi su, con lui; al suo fianco.
Con le braccia mi cinge la vita, tenendomi stretta a lui, nulla esiste attorno a noi, i musicisti cessano di suonare, per noi il cameriere è scomparso, le candele non esistono più, nulla è intorno a noi. Ci siamo solo noi.
La mia bocca si avvicina alla sua, e la sua fa lo stesso, mormoro un "Ti Amo" e lo bacio.Passa la lingua sul mio labbro, prima di entrare e giocare con la mia, si rincorrono dolcemente, si toccano, si scoprono, come hanno fatto per tantissimo tempo, precedentemente, ma lo fanno sempre con più entusiasmo, perchè di lui non ne ho mai abbastanza.

" Questo è per te!" dico, è arrivato il momento della mia sorpresa, fremo dalla voglia di poterglielo dire, di poter gioire con lui.
Gli passo il pacchetto, il secondo pacchetto, quello del regalo più bello.
Mi guarda confuso, di nuovo, ma non esita a prenderlo ed aprirlo i suoi occhi escono dalle orbite quando il suo sguardo si posa su test, e sulla piccola fotografia in bianco e nero.
Mi guarda sorpreso, felice allo stesso tempo.
"Non posso crederci, Bella!!" urla.
"Ed invece, tra meno di otto mesi diventerai papà!" urlo allo stesso suo modo.
Prende il test, con le due linee rosa, marcate, decise,in bella mostra, lo guarda estasiato, per poi lasciarlo nella scatolina e prendere la foto di nostro figlio.
"A quante settimane sei?" chiede, incredulo.
" A sei settimane inoltrate," rispondo sorridendo, è davvero bellissimo vedere lui con gli occhi dolci osservare l'ecografia di suo figlio.
Un piccolo puntino, meno di un centimetro, che si fa posto nel mondo, lentamente.
Tra poche settimane la mia pancia si arrotonderà, ed io non ne vedo l'ora.
Edward mi abbraccia, prima di baciare la foto del feto.
Mi tocca la pancia, accarezzandola delicatamente, si abbassa all'altezza dell'ombelico, e parla alla mia pancia.
"Hey, piccolina, io sono il tuo papà, come va lì dentro? Mamma ti da abbastanza cibo? Cresci bene?" era dolcissimo, e mi vennero le lacrime agli
occhi.

"Sì, cresce bene, lo dice anche tuo padre!E' abbastanza grandicello! E poi perchè parli al femminile?" Carlisle sa che io fossi incinta, è un medico e mi sono fatta visitare da lui quando ho scoperto di essere incita, ho accettato che lo dicesse a tutti, tranne che per Edward, è la mia sorpresa natalizia, per lui.
" Perchè sono sicuro che lo sia. Vero Rachel?" mi guarda, speranzoso. " O Emma?" domanda.
"Mhm... Rachel mi piace." parlo. " Credo sia davvero un bel nome, quindi se sarà femmina Rachel, invece se maschio che ne dici di Aiden?"
"Sì, credo che Aiden sia perfetto per un nostro futuro figlio, ma questa è Rachel." Ne è convinto.
"Vedremo." E' una scommessa.
Torna su, alla mia altezza e mi abbraccia, mi stringe fortissimo, mi piacciono i suoi abbracci.
Mi bacia una guancia, per poi passare nuovamente alle mie labbra.
"Chi lo sapeva oltre a te e mio padre?"
" Tutti, tutta la tua e la mia famiglia, sono stati accorti a non fartelo sapere e ovviamente non è stato così, hanno fatto tutto per bene,"
"Davvero!?", dice, sorpreso."ecco perchè non hai preso lo champagne questa sera!"
Annuì, "Sì, è per questo." dico, portando la sua mano sulla mia pancia.

Poco più tardi siamo sulla terrazza della cabina, stiamo guardando Londra e la sua magia scorrere davanti a noi mentre il battello torna indietro, verso il molo da dove è iniziato tutto. Un pò mi dispiace, avrei voluto continuare, ma è davvero tardi, faremo un giro per Londra, che festeggia il Natale.
Passiamo per la ruota panoramica, è grandissima, ci siamo stati qualche giorno precedente, è spettacolare stare in cima, e vedere tutta la città, piccola come un piccolo tassello di un puzzle.
Il battello rallenta, per farci assistere allo spettacolo di fuochi d'artificio che si sta per compiere.
In aria i fuochi d'artificio creano mille coreografie, luci : verdi, gialle, rosse, e tantissimi altri colori, creano cerchi, ovali, e tantissime altre forme bellissime da mozzarti il fiato.
Il rumore assordante passa in secondo piano, davanti a quello spettacolo.
I nostri occhi sono intenti a guardare i tantissimi colori in aria, Edward è indietro a me, cingendomi la pancia delicatamente, l'accarezza lentamente, custodendo quel fagiolino troppo piccolo per capire ciò che succede fuori, nel mondo.
Un ultimo fuoco d'artificio e tutto si arresta, rumore, stupore, luce.
Edward mette la testa sulla mia spalla e sussurra al mio orecchio:
" Guarda, c'è la Luna piena."
Alzo la testa per osservare la Luna, è vero, è piena. Stranamente, non è coperta dalle nuvole, il cielo è limpido.
Succede tutto troppo velocemente, una stella cadente, Edward che mi sussurra all'orecchio qualcosa.
" Esprimi un desiderio." capisco infine.
Guardo la Luna, ormai la stella cadente è andata via.
Non desidero nulla, la mia vita non potrebbe essere più perfetta di così.
"Ho già tutto quello che desidero," dico ad Edward.
Mi giro verso di lui, le sue mani sono sempre sulla mia pancia, ne prendo una intrecciandola con la mia, anche i nostri sguardi sono intrecciati.
" Ho te," dico baciandolo a stampo sulle labbra, "Ho lei o lui," la mia mano è sull'altra sua mano, sulla mia pancia.
Ho tutto.
Voi siete il mio tutto.
 

Buon Natale!
Auguro a tutti un buon Natale, che possiate passarlo come meglio desiderate.
Un bacio, Many.

   
 
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