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Autore: Tony Porky    24/12/2010    4 recensioni
4 flashfic e una Drabble. 5 canzoni e 5 pazzie, con contorno di nonsense e strano umoerotismo :D
Guardò l’orizzonte ancora una volta, mentre le nubi si stavano condensando per formare una coltre nera e minacciosa.
Pioggia o tempesta?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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drabble challenge

Io sono completamente matta e me ne rendo conto e mi dispiace che voi poveri frequentatori del Fandom dobbiate sopportarmi xD
Sono sola, la noia imperversa e così ho deciso di attaccare il mio Ipod alle casse e di scrivere ciò che la musica mi consigliava. Sembrano nonsense, ma forse non lo sono. Forse una o due hanno un senso, ma lo dico solo perchè sono troppo ubriaca per credere diversamente xD Ubriaca in senso metaforico.

Forse neanche tanto.

5 canzoni, 1 drabble e 4 flash. E l'ultima è una cosa molto da: WTF?! (ma anche la prima non scherza)
Grazie se qualcuno commenterà xD
Tony P.

Ah gia. 8059





4 minutes (102)

 
Gokudera si stava appuntando al petto la spilla che il club di pianoforte gli aveva conferito.
Mancavano 4 minuti al suono della campanella e il guardiano della tempesta si stava specchiando nel riflesso della spilla, incautamente distratto.
Yamamoto gli arrivò da dietro, colpendolo alle spalle con la mazza da baseball.
Gokudera roteò su se stesso, abbassandosi fino a toccare con le mani i piedi del moro. Sorrise, e colpì con i pugni.
Yamamoto lanciò la mazza lontano, atterrito.
Gokudera si spogliò, rimanendo con le mani dentro i pantaloni dell’altro.
“Abbiamo solo 4 minuti”
Yamamoto sorrise, guardando l’orologio che ticchettava silenzioso nella stanza.

 

Paid my dues (115)

 
Gokudera viveva picchiando, Gokudera viveva bevendo sangue e rabbia.
Camminava con le mani infilate nelle tasche, osservando le vetrine dei negozi.
Passò davanti ad un uomo con il cappuccio alzato sulla testa, e quello si avventò su di lui.
Non si può rimanere tranquilli nei sobborghi di Los Angeles.
Gokudera lo bloccò, respingendolo al muro, arpionandogli la maglia con le dita.
“Ho già pagato i miei debiti”
Il cappuccio scivolò dalla testa di Yamamoto che sorrise malizioso.
“Mi devi ancora una notte”
Gokudera lo guardò, soffermandosi sulla sua bocca, in silenzio.
Il pugno che colpì Yamamoto al labbro superiore fu portentoso, e il sangue macchiò il volto di Gokudera.
“E’ tardi per pensare al peccato”

 

Accidentally in love (115)


Il sole era sempre lì, luminoso e accogliente.
L’acqua che fluttuò attorno a Gokudera era fresca, e lui si sentì rigenerato.
Il nuoto era l’espressione della sua libertà quelle mattine d’estate. Un ragazzo dai capelli mori si fermò ad osservarlo e Gokudera s’inabissò.
L’acqua sopra la testa era impetuosa, e lui ascoltò il rumore dei ciottoli che si dibattevano nel terreno, scorrendo gli uni sugli altri.
I piedi che comparvero fra i sassi furono inaspettati.
Gokudera strinse gli occhi e riemerse.
Yamamoto lo guardava con le braccia incrociate, tra le mani il costume.
Gokudera si stupì di essersi dimenticato il suo.
E per la prima volta non se ne vergognò.

 

 

I dont wanna be (116)


Gokudera aveva sempre vissuto sulle proprie spalle.
Non si era piegato alla fatica, alle sconfitte, alla morte.
Lui se ne rimaneva in piedi, lo sguardo rivolto all’orizzonte anche quando minacciava pioggia.
Si sentiva diverso, importante, unico, ma le bugie che sentiva sprezzanti attorno a lui erano motivo di vergogna.
“Yamamoto dice di amarti”
Gokudera ringhiò, le mani strette a pugno, e pensò di non doversi aspettare niente dal mondo.
Non voglio essere un eroe, ma voglio avere il coraggio di amare.
Guardò l’orizzonte ancora una volta, mentre le nubi si stavano condensando per formare una coltre nera e minacciosa.
Pioggia o tempesta?
Gokudera credette di sentire nel vento la risposta.
Insieme formano un uragano.

 

 

Only you (117)

 
Quella fu la sensazione più estranea al suo corpo che aveva mai avvertito.
Da una parte i suoi piedi si muovevano autonomamente, preda della musica da ascensore che si sentiva nella pista da ballo, dall’altra si vergognava maledettamente del ragazzo che stava cantando al suo indirizzo, illuminato dalla scia di luce tipica dei concerti anni 60.
Gokudera chiuse gli occhi e una mano strinse la sua.
Yamamoto in giacca e cravatta lo stava invitando a baciarlo, sottintendendolo con gli occhi, luminosi anche nella penombra della sala.
La folla attendeva, senza respirare.
“Solo tu”
Gokudera ebbe il tempo di concedersi il beneficio del dubbio e l'altro gli fu addosso.
Le loro bocche si scontrarono e Yamamoto lo ammansì.

The end (grazie al Decimo)

Buon Natale! :D

 

   
 
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