Io sono
completamente matta e me ne
rendo conto e mi dispiace che voi poveri frequentatori del Fandom
dobbiate
sopportarmi xD
Sono sola, la noia imperversa e così ho deciso di
attaccare il mio Ipod alle casse e di scrivere ciò che la
musica mi
consigliava. Sembrano nonsense, ma forse non lo sono. Forse una o due
hanno un
senso, ma lo dico solo perchè sono troppo ubriaca per
credere diversamente xD
Ubriaca in senso metaforico.
Forse neanche
tanto.
5 canzoni, 1
drabble e 4 flash. E
l'ultima è una cosa molto da: WTF?! (ma anche la prima non
scherza)
Grazie se
qualcuno
commenterà xD
Tony P.
Ah gia. 8059 ♥
4 minutes (102)
Gokudera si stava appuntando al petto la spilla che il club di
pianoforte gli
aveva conferito.
Mancavano 4 minuti al suono della campanella e il guardiano della
tempesta si stava
specchiando nel riflesso della spilla, incautamente distratto.
Yamamoto gli arrivò da dietro, colpendolo alle spalle con la
mazza da baseball.
Gokudera roteò su se stesso, abbassandosi fino a toccare con
le mani i piedi
del moro. Sorrise, e colpì con i pugni.
Yamamoto lanciò la mazza lontano, atterrito.
Gokudera si spogliò, rimanendo con le mani dentro i
pantaloni dell’altro.
“Abbiamo solo 4 minuti”
Yamamoto sorrise, guardando l’orologio che ticchettava
silenzioso nella stanza.
Paid my dues (115)
Gokudera
viveva
picchiando, Gokudera viveva bevendo sangue e rabbia.
Camminava con le mani infilate nelle tasche, osservando le vetrine dei
negozi.
Passò davanti ad un uomo con il cappuccio alzato sulla
testa, e quello si
avventò su di lui.
Non si può rimanere tranquilli nei sobborghi di Los Angeles.
Gokudera lo bloccò, respingendolo al muro, arpionandogli la
maglia con le dita.
“Ho già pagato i miei debiti”
Il cappuccio scivolò dalla testa di Yamamoto che sorrise
malizioso.
“Mi devi ancora una notte”
Gokudera lo guardò, soffermandosi sulla sua bocca, in
silenzio.
Il pugno che colpì Yamamoto al labbro superiore fu
portentoso, e il sangue
macchiò il volto di Gokudera.
“E’ tardi per pensare al peccato”
Accidentally in love (115)
L’acqua che fluttuò attorno a Gokudera era fresca,
e lui si sentì rigenerato.
Il nuoto era l’espressione della sua libertà
quelle mattine d’estate. Un
ragazzo dai capelli mori si fermò ad osservarlo e Gokudera
s’inabissò.
L’acqua sopra la testa era impetuosa, e lui
ascoltò il rumore dei ciottoli che
si dibattevano nel terreno, scorrendo gli uni sugli altri.
I piedi che comparvero fra i sassi furono inaspettati.
Gokudera strinse gli occhi e riemerse.
Yamamoto lo guardava con le braccia incrociate, tra le mani il costume.
Gokudera si stupì di essersi dimenticato il suo.
E per la prima volta non se ne vergognò.
I dont wanna be (116)
Gokudera aveva sempre vissuto sulle proprie spalle.
Non si era piegato alla fatica, alle sconfitte, alla morte.
Lui se ne rimaneva in piedi, lo sguardo rivolto all’orizzonte
anche quando
minacciava pioggia.
Si sentiva diverso, importante, unico, ma le bugie che sentiva
sprezzanti
attorno a lui erano motivo di vergogna.
“Yamamoto dice di amarti”
Gokudera ringhiò, le mani strette a pugno, e
pensò di non doversi aspettare
niente dal mondo.
Non voglio essere un eroe, ma voglio avere il coraggio di amare.
Guardò l’orizzonte ancora una volta, mentre le
nubi si stavano condensando per
formare una coltre nera e minacciosa.
Pioggia o tempesta?
Gokudera credette di sentire nel vento la risposta.
Insieme formano un uragano.
Only you (117)
Quella
fu la
sensazione più estranea al suo corpo che aveva mai avvertito.
Da una parte i suoi piedi si muovevano autonomamente, preda della
musica da
ascensore che si sentiva nella pista da ballo, dall’altra si
vergognava
maledettamente del ragazzo che stava cantando al suo indirizzo,
illuminato
dalla scia di luce tipica dei concerti anni 60.
Gokudera chiuse gli occhi e una mano strinse la sua.
Yamamoto in giacca e cravatta lo stava invitando a baciarlo,
sottintendendolo
con gli occhi, luminosi anche nella penombra della sala.
La folla attendeva, senza respirare.
“Solo tu”
Gokudera ebbe il tempo di concedersi il beneficio del dubbio e l'altro
gli fu
addosso.
Le loro bocche si scontrarono e Yamamoto lo ammansì.
The
end (grazie al Decimo)
Buon
Natale!
:D