Prendevo a pugni il muro, con tutta la mia forza.

-Maledizione..Maledizione-.

La voce mi tremava, tremavo io stesso.

-Perché a lui, perché?!-

Non c'era più, lui, non c'era più.
Svanito.
In una fredda giornata di pioggia.
Un sorriso, il silenzio, un urlo.
Tutto era finito.
Non c'era più, non c'era più.
Mi fermai, non aveva più senso.
Le mani mi facevano male, ma non era nulla, in confronto a ciò che sentivo dentro.
Ero distrutto, spezzato.
Non riuscivo nemmeno a piangere.

-Dove cazzo sei?! Perché mi hai lasciato?!-

Urlai, con tutto il fiato che avevo in gola.

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Passarono i giorni, non riuscivo a rassegnarmi.
Ero solo in quella grande casa.
Vuoto.
Gli amici andavano e venivano, mi confortavano, mi dicevano di star tranquillo.
Come potevo star tranquillo?
Non c'era più.
Antonio era quello che mi veniva a trovare più di frequente.
E io lo cacciavo via, ogni volta.
Anche la sua vista mi faceva male.
Era troppo legato a lui.

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Fratellino, sei sempre stato così ingenuo...
Ti fidavi di tutti.
Quel dannato pomeriggio...
Stavamo attraversando la strada, te lo ricordi?
Tu sorridevi, mi stavi raccontando che cosa avevi fatto il giorno prima.
Io ti ascoltavo, lievemente imbronciato per la pioggia.
Poi all'improvviso non ti ho sentito più.
Ho guardato verso di te, ho visto il tuo corpo a terra.
Mi sono inginocchiato, ti ho scosso piano.
Ho pensato ad uno scherzo, ma non era da te.
In un attimo mi fu maledettamente chiaro.
Urlai, con tutto me stesso.
Di quello che successe dopo, non ricordo praticamente nulla.
Rammento solo il tuo ombrello, rimasto sull'asfalto.
Insieme a te.
Insieme al mio cuore.


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Quel giorno splendeva il sole, nel cielo.
Lo ricordo ancora bene.
Antonio era venuto per l'ennesima volta a casa mia, ma questa volta era agitato.
Io l'ho guardato, stavo per cacciarlo via, ancora.
Ma lui ha sorriso, ha sorriso felice.
E io non capivo.
Lo stavo per prendere a pugni, lo devo ammettere.

-Romano...-

Fece una pausa, mi guardò con gli occhi che splendevano raggianti.

-Che cosa vuoi, bastardo?!-

Non mi rispose, si tolse da davanti alla porta.
Il mio cuore prese il volo, quando vidi una figurina che sorrideva, indicandomi.
Il suo sorriso.


-Veeeeeeh, fratellone Spagna! E' lui il fratellone di cui mi hai parlato?-

-Sì, Veneziano. E' Romano, tuo fratello-.




Lo spazio di una Becky. (?)

Bene, anzi, male.
Ma da dove mi è uscita?!
Non ne ho idea, per la miseria.
Boh, la noia gioca brutti scherzi.
Spero che vi piaccia, almeno un pochetto.
Se no fa lo stesso, vi voglio bene comunque! <3

Ah, una cosa.
Il titolo ''Smile'' è frutto di una lunga serie di dibattiti, tra me e la mia Usagi. No, non è vero. Non sapevo che titolo metterci, abbiamo optato per questo, anche se probabilmente non c'entra nulla.

A presto, miei cari. (?)