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Autore: ChelseaH    25/12/2010    1 recensioni
[SPOILER SESTA STAGIONE] Si decise ad alzare lo sguardo verso i due individui in piedi di fianco a lui, cercando di metterli a fuoco.
Dean Winchester.
Sam Winchester.
Adam Winch- Milligan.
I nomi affiorarono nella sua mente con una spontaneità tale da lasciarlo quasi stordito, mentre realizzava che quell’Adam che continuavano a chiamare era lui.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Adam
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
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DISCLAIMER: Adam Milligan e Supernatural sono proprietà di Kripke, della CW e degli aventi diritto, con questo scritto non ci guadagno nulla.


SPOILER FINO ALLA 6X10.


NOTE: Shot scritta per il prompt 08. Nessuna regola nessuna responsabilità, set 7 - Il re leone, della challenge di 10disneyfic.

E' una What if? - so che l'ho messo nei warning ma è sempre meglio sottolineare le cose due volte xD


Burning


“Adam? Sei tu?”

Sentiva quella voce familiare invocare un nome altrettanto familiare.

Aprì gli occhi a fatica, avvertendo il fastidio che si prova quando la luce viene accesa all’improvviso dopo ore passate al buio. Eppure non c’era nessuna luce, nemmeno una misera torcia ad illuminare quella che sembrava una notte leggermente nebbiosa.

“Adam?”

Una seconda voce chiamò quel nome, anch’essa familiare.

Si decise ad alzare lo sguardo verso i due individui in piedi di fianco a lui, cercando di metterli a fuoco.

Dean Winchester.

Sam Winchester.

Adam Winch- Milligan.

I nomi affiorarono nella sua mente con una spontaneità tale da lasciarlo quasi stordito, mentre realizzava che quell’Adam che continuavano a chiamare era lui.

“Adam?” il tono di voce di Dean non era semplicemente preoccupato, era anche scettico.

Incredulo, come se lui non dovesse trovarsi lì, come se fosse un miraggio, solo fatto di carne e ossa.

“Dean.” biascicò lui cercando di rialzarsi, immediatamente aiutato dall’altro.

Da suo fratello maggiore, gli ricordò la sua mente.

“Com’è possibile?” chiese Sam, con una lieve nota d’irritazione nella voce.

“Portiamolo via di qui, poi indagheremo.” tagliò corto Dean, prendendolo sotto braccio e guidandolo verso un’Impala nera.

La macchina di loro padre, gli sussurrò nuovamente quella voce all’interno della propria testa.

Adam si sentiva confuso.

Cos’era successo?

Come mai si trovava lì, in uno stato fisico talmente malconcio da fargli quasi credere di essere reduce da un pessimo incontro di wrestling?

Come mai il suo cervello gli mandava impulsi a scoppio ritardato, ricordandogli cose basilari come il suo stesso nome che si supponeva lui dovesse già sapere?

Chiuse gli occhi, stanco e stordito.


***


Quando si risvegliò Castiel – altro ricordo uscito dalla sua testa a scoppio ritardato – gli infilò una mano dentro al corpo, senza avvertirlo del dolore che avrebbe provato, senza ricordargli che era un angelo e che qualunque cosa stesse facendo probabilmente era per il suo bene.

“C’è.” disse Castiel rivolto a Dean una volta ritirata la mano, dopo averlo lasciato lì steso sul letto dolorante.

“Grazie al cielo.” sospirò Dean strofinandosi stancamente le mani sul volto.

Sam era seduto sull’altro letto presente nella stanza, lo sguardo assente come se la sua mente fosse lontana mille miglia da loro.

Adam tossì violentemente, rendendosi conto che non c’era mezzo centimetro del suo corpo che non gli facesse male anche se il dolore era più di tipo spirituale che fisico. Qualcosa che non sarebbe riuscito a spiegare.

“Ma è malconcia.” disse Castiel, sempre rivolto a Dean, dopo un attimo di esitazione.

“In che senso malconcia?” chiese l’altro, mentre un’ombra grigia passava per gli occhi di Sam.

“Michael e Lucifer.” si limitò a rispondere l’angelo.

“C-che succede?” domandò Adam, tentando di mettersi seduto mentre realizzava che quella nella quale si trovava era probabilmente la stanza di un qualche squallido motel.

“Non ricordi nulla?” Sam parlò per la prima volta.

“N-no.” si sforzò di dire il ragazzo, riuscendo con un immenso sforzo a sedersi.

“Michael ha preso possesso del tuo corpo, Lucifer del mio, abbiamo lottato l’uno contro l’altro e alla fine siamo finiti rinchiusi in qualche gabbia infernale all’inferno per l’appunto. E Michael e Lucifer hanno iniziato a giocare a ping pong con le nostre anime, ecco perché la tua è malconcia.” gli spiegò Sam tutto d’un fiato.

“Sam!” intervenne Dean.

“Cosa? Ha il diritto di sapere!” esclamò Sam alzandosi di scatto irritato.

Adam si accasciò nuovamente sul letto, la testa gli pulsava violentemente e sentiva un leggero senso di nausea impadronirsi di lui. Chiuse gli occhi, l’ultima cosa che ricordava era di essere rimasto intrappolato in una strana stanza, poi era stato circondato da una luce accecante e una voce era entrata potentemente nella sua testa... Michael.

In realtà era un ricordo piuttosto confuso e strano, una memoria così assurda da sembrare a fatica reale.

Chiuse gli occhi esausto e sprofondò nuovamente nell’incoscienza.


***


Riaprì gli occhi di scatto, al suono di un urlo disumano che solo poi si rese conto provenire dalla sua stessa gola. C’era qualcosa che bruciava dentro di lui, qualcosa che stava cercando di dare fuoco a tutto il suo essere.

“Ecco perché sto dannatamente meglio così. – sentì dire a Sam, mentre si sedeva accanto a lui e lo afferrava per le spalle cercando di calmarlo – Fai dei respiri profondi e cerca di rilassarti.”

Certo, la faceva facile lui.

Però, con suo sommo stupore, seguendo il consiglio del fratello pian piano il bruciore scomparve.

“Stai meglio come?” gli chiese dopo un po’, quando il respiro gli tornò regolare.

“Senz’anima. – gli rispose l’altro facendo spallucce e Adam sgranò gli occhi. – Anch’io sono tornato dalla gabbia di Lucifer come te, solo che chi mi ha riportato qui si è dimenticato un pezzo di me la sotto. Per questo prima Cass ha controllato lo stato della tua anima.”

“Chi mi ha riportato qui?” domandò Adam, la cui mente cercava disperatamente di rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle, con scarsi risultati.

“Non lo sappiamo, Dean sta indagando.”

“E tu? Da chi sei stato riportato?”

“Non può essere la stessa persona. – rispose Sam seguendo il filo logico dei pensieri del fratello minore – Il demone che mi ha tirato fuori da la sotto è morto.” aggiunse, come se non gliene fregasse nulla.

“La mia anima... è lei che fa così male?”

“Sì, quella bastarda.”

“Non si può vivere senz’anima...” sussurrò Adam, più a se stesso che non a Sam. Non si poteva, giusto? Ma erano tante le cose nelle quali in cui credeva prima che un ghoul ammazzasse lui e la madre, e si erano rivelate una più sbagliata dell’altra.

“Io sono vivo.” si limitò a rispondere Sam.

“E... non soffri?” Adam chiuse gli occhi stanco, che domande stava facendo? Era evidente che Sam non soffrisse, anzi.

“No, ma soffrirò tantissimo se riescono a ridarmi l’anima. Quanto stai soffrendo tu e molto peggio perché quei due figli di puttana avranno trovato molto più allettante la mia anima della tua.” Sam strinse i pugni e Adam comprese che qualcuno – probabilmente Dean – stava tentando di salvargli l’anima perduta e lui non voleva. Come si poteva non rivolere la propria anima?

“E come si sta? Senza anima intendo.” chiese riaprendo gli occhi.

“Nessuna regola, nessuna responsabilità. – gli rispose semplicemente Sam. – Se non hai qualcosa che ti comanda dall’interno, sei fondamentalmente libero.”

Adam fece per replicare, ma il fuoco dentro di lui tornò a bruciare con più violenza di prima.

Urlò e poi perse di nuovo conoscenza.


***


Di nuovo bruciore, ma stavolta nella sua testa.

Non ricordava dove si trovava o perché, non ricordava nemmeno come si chiamava.

Sapeva solo che la sua presenza lì era sbagliata, lo sentiva nel profondo del suo petto e nei recessi più nascosti della sua mente che stava andando a fuoco.

C’era solo buio intorno a lui, buio e voci lontane che lo chiamavano incessantemente per nome, prese dal panico, dalla paura, dal rifiuto del destino che si stava compiendo sotto i loro occhi, nuovamente.

E poi più niente.


***


Al suo capezzale, Sam e Dean osservavano il suo corpo ormai senza vita, consumato da un’anima troppo provata per poter reggere il peso di una nuova esistenza.

Si chiedevano come mai Adam fosse stato riportato in vita, come e da chi.

Dean si chiedeva come mai fosse loro toccato vederlo morire per la terza volta senza avere mai avuto l’occasione di conoscerlo, non sul serio.

Sam si chiedeva come mai Dean non desistesse dal proposito di ridargli la sua dannata anima.

   
 
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