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Autore: Lady Numb    26/12/2010    10 recensioni
"Un gradino.
Due gradini.
Tre gradini.
Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.
Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.
Come se fosse facile.
Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
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Un gradino.

Due gradini.

Tre gradini.

Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.

Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.

Come se fosse facile.

Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”.

Fra l’altro, conosceva benissimo la risposta a quella domanda, non solo perché suo fratello faceva parte di una band famosa a livello mondiale, ma anche perché non aveva tagliato i contatti con tutti quanti, come aveva voluto far credere.

Jimmy sapeva tutto, sapeva dov’era stata in quegli anni, si sentivano costantemente, per quanto avesse voluto farlo, Nat non era riuscita a tagliare i ponti anche con lui, non con il suo migliore amico di sempre.

Jimmy era l’unico a conoscere il suo segreto, il vero motivo per cui se ne era andata, era l’unico che sapeva, ma che nonostante tutto, nonostante odiasse avere segreti con i suoi migliori amici, aveva mantenuto il suo segreto per tutto quel tempo.

Ma ora Jimmy non c’era più.

Un mese prima, esattamente un mese prima, Jimmy se ne era andato per sempre.

Nat ancora stentava a crederci: il giorno prima le aveva telefonato, le aveva raccontato del Natale, di quanto si erano divertiti, dei programmi per il più folle capodanno della storia.

Tutto andato in frantumi nel giro di poche ore.

Aveva saputo quello che era successo come una fan qualunque dal sito internet della band e le era crollato il mondo addosso, non Jimmy, non il suo Jimmy, tutti ma non lui.

Era stato allora che aveva capito che doveva tornare, doveva farlo per se stessa, ma soprattutto per suo fratello, perché sapeva benissimo come stava in quel momento e nonostante sapesse che ci sarebbero stati tutti gli altri con lui, sentiva di doverglielo, loro due avevano un rapporto speciale con Jimmy, solo loro potevano capire reciprocamente i loro stati d’animo in quel momento terribile.

Poco importava cosa quella decisione avrebbe significato, almeno questo glielo doveva.

Le ci erano volute tre settimane per decidersi, una settimana per organizzare tutto, ma ora era lì, davanti a quella porta, terrorizzata dalla reazione che l’aspettava una volta che fosse stata aperta.

Prima che avesse il tempo di cambiare idea suonò il campanello e il rumore le parve quasi assordante, ma probabilmente si stava solo lasciando prendere dal panico.

Qualche secondo dopo sentì dei passi dietro la porta e fu tentata per un attimo di correre via, scendere alla velocità della luce quei gradini che aveva salito con tanta fatica, saltare in macchina e tornare alla vita tranquilla che aveva condotto negli ultimi anni, ma non lo fece.

In realtà, dal momento stesso in cui aveva rimesso piede ad Huntington Beach aveva capito che non se ne sarebbe mai più potuta andare.

Le era mancata la sua California, il rumore del mare in sottofondo, il sole caldo che accarezzava la pelle per quasi tutto l’anno, quella brezza così piacevole, tutto in quel posto era familiare per Nat, era come tornare finalmente a casa dopo un’assenza forzata.

In effetti era proprio così, sebbene fosse stata lei ad imporsela, in fondo si era trattato di un’assenza forzata.

Sentì la serratura scattare e le ginocchia cederle, ciononostante lottò con tutte le sue forze per rimanere in piedi, anche quando si trovò davanti lo sguardo sbalordito di suo fratello.

Rimasero per un attimo a fissarsi a vicenda, lui talmente shockato da non riuscire a proferire parola, lei registrando ogni più piccolo dettaglio di quel fratello che le era mancato più di quanto avesse mai ammesso anche con Jimmy: gli occhi arrossati e un po’ gonfi, ma che nonostante questo avevano sempre quella sfumatura nocciola uguale a quella che aveva anche lei, i capelli neri più disordinati del solito, quegli zigomi un po’ marcati che avevano fatto sognare le ragazzine di Huntington Beach anni prima e che ora facevano sospirare milioni di ragazzine nel mondo.

Brian non era cambiato di una virgola.

‘Na...Natalie?’ chiese infine lui, esitante, quasi sussurrando, come se avesse paura che dicendolo a voce troppo alta lei potesse scomparire di nuovo.

‘Ciao Bri...’ rispose lei, sussurrando a sua volta, non perché avesse paura che Brian potesse scomparire, ma perché temeva che lui non fosse affatto felice di vederla: nonostante Jimmy non avesse fatto altro che ripeterle, negli ultimi quattro anni, che Brian sentiva da morire la sua mancanza, Nat non poteva dimenticare che era stata lei a sparire, non avrebbe potuto biasimare Brian per essere furioso con lei.

Invece Bri sciolse immediatamente questi suoi dubbi, senza dire una parola di più si avvicinò a lei e l’abbracciò.

Natalie non se lo fece ripetere due volte e ricambiò l’abbraccio, solo cominciava a rendersi conto di quanto le fosse mancato il suo adorato fratellone.

Quando Brian si separò da lei, senza però lasciarle andare il braccio, quasi avesse paura che scappasse di nuovo, la fissò ancora un attimo prima di parlare, come per assicurarsi che fosse reale e non un’allucinazione.

‘Come... cosa... Dio Nat, dove diavolo sei finita?’

‘Questa è una storia lunga Bri...’

‘Perché?’ chiese lui, e Nat non aveva certo bisogno che lui specificasse il resto: d’altronde sapeva che tutti si sarebbero chiesti il motivo della sua partenza improvvisa, senza lasciare alcuna traccia di sé, soprattutto Brian e... beh, non aveva ancora bisogno di pensare ad altro.

‘Ecco...questo fa parte della storia complicata... ma posso illustrartene parte fin da subito... se mi lasci un attimo il braccio, si intende...’ rispose lei, ridacchiando sull’ultima parte.

Brian fissò la sua mano sorpreso, probabilmente nemmeno si era accorto di avere il braccio della sorella ancora saldamente stretto e la lasciò immediatamente andare, osservandola però preoccupato mentre scendeva i gradini e si dirigeva verso la sua macchina, parcheggiata nel vialetto.

‘Non ho intenzione di darmi alla fuga...’ lo rassicurò lei, aprendo lo sportello posteriore ‘Devo solo recuperare...questo ghiro...’.

Nat per poco non scoppiò a ridere davanti alla faccia di Brian, era talmente sconvolto da essere quasi divertente.

‘Oh...quando? Chi?’ fu tutto quello che Brian riuscì a dire, indicando il bambino che dormiva in braccio a Nat.

In quel momento il piccolo si mosse e un attimo dopo spalancò gli occhi.

‘Mamma, dove siamo?’.

Nel frattempo, Nat era tornata alla porta di ingresso, davanti a Brian, che se possibile fu ancora più sconvolto quando riuscì a guardare in faccia il piccolo.

‘Ok... credo di poter ritirare la mia domanda precedente...’ disse lui, non aveva più alcun dubbio riguardo al “chi”.

‘Lo avevo immaginato...’ rispose lei ‘Amore, ti ricordi che ti ho parlato dello zio e degli amici della mamma? Ecco, lui è lo zio Brian’ disse poi rivolgendosi al piccolo, che si voltò verso il ragazzo, studiandolo con gli occhietti ancora assonnati.

‘Ciao zio Brian!’ disse infine, sfoderando un sorriso allegro, che contagiò immediatamente anche Brian.

‘Ciao piccolino... ehy, ma entrate, fra un po’ dovrebbe tornare anche Michelle, sarà al settimo cielo Nat...’ disse Brian, facendo strada alla sorella.

Una volta in salotto i tre si sedettero su uno dei divani e ci fu ancora qualche attimo di silenzio prima che Brian ricominciasse a parlare.

‘Piccolino, ce l’hai un nome o devo continuare a chiamarti piccolino?’ chiese sorridendo al bambino, che si guardava intorno incuriosito da quell’ambiente nuovo.

‘Jess’ disse il bambino, che improvvisamente aveva deciso di diventare timido e nascose il volto nell’incavo del collo di Nat mentre rispondeva.

‘Solo Jess amore?’ gli disse la ragazza, spostandogli la testolina così da poterlo guardare negli occhi e sorridendogli per incoraggiarlo.

‘Jesse James Haner’ rispose infine il bambino, riportando timidamente lo sguardo su Brian, che gli sorrise prima tornare a guardare la sorella.

‘Non chiedermelo Brian’ disse semplicemente lei, lanciando un’occhiata significativa al bambino: lui non sapeva nulla per il momento e Natalie preferiva continuare così finché poteva farlo.

‘Ok...’ rispose Bri, capendo cosa la sorella intendesse ‘Sbaglio o ha sonno?’ le chiese poi, vedendo che il bambino continuava a stropicciarsi gli occhi.

‘Sì... si era appena addormentato quando sono arrivata qui...’

‘Vuoi metterlo di là? Non puoi negarmi qualche spiegazione e lo sai, piccoletta’ le disse lui, ridacchiando, a giudicare dall’occhiataccia che gli aveva lanciato Natalie ancora non sopportava quando lui la chiamava “piccoletta”.

‘Chiamami un’altra volta così e non sentirai una parola da me...’ rispose lei, confermando i suoi sospetti ‘Comunque, sì, grazie, sarebbe l’ideale...’

‘Per di qua’ disse Brian, alzandosi in piedi e facendo strada alla sorella verso la zona notte, dove la fece entrare in una delle stanze degli ospiti.

Quando Jess si fu addormentato, Nat raggiunse di nuovo Brian, che nel frattempo era tornato in salotto, e si sedette vicino a lui sul divano.

‘Lui lo sa?’ chiese Brian, facendosi improvvisamente serio e a Nat non sfuggì la leggera irritazione nel suo tono di voce.

‘Certo che non lo sa Brian, altrimenti perché credi che non ne voglia parlare davanti a Jess?’ rispose lei.

‘Giusto...’ convenne lui, rilassandosi.

‘Però...’ riprese lei, facendosi nervosa ‘Beh... qualcuno che lo sapeva c’era... ed è anche il motivo per cui sono tornata...’ continuò Nat, torturandosi il bordo della maglietta: sapeva che Brian si sarebbe arrabbiato, o almeno era quello che temeva.

‘Sarebbe?’ chiese Brian, cercando di mantenere la calma, nonostante, Nat lo notò immediatamente, quel piccolo dettaglio lo irritasse non poco.

‘Jimmy’ rispose Nat, sussurrando appena il nome, faceva ancora troppo male.

Brian non disse nulla, ma la ragazza glielo lesse in faccia che anche per lui i sentimenti erano gli stessi, Jimmy era il suo migliore amico e la ferita era ancora troppo fresca.

‘Non me lo ha mai detto...’ disse infine il ragazzo, anche se era evidente che non c’era il minimo risentimento nei confronti dell’amico, sarebbe stato inutile e anche impossibile vista la situazione.

‘L’ho dovuto implorare Bri... non faceva altro che dirmi che sarei dovuta tornare... ma alla fine lo ha accettato...credo preferisse continuare a tenere il segreto piuttosto che rischiare che sparissi per davvero per tutti... e comunque, sono certa che odiasse profondamente la situazione’ si affrettò a spiegare Nat, l’ultima cosa che voleva era che a Jimmy fosse attribuita in qualche modo la colpa di quello che lei aveva fatto.

Il ragazzo annuì, poi ricominciò a parlare.

‘Immagino che avrei dovuto capirlo...continuava a ripetermi che sicuramente stavi bene e avevi i tuoi motivi... era troppo convinto quando lo diceva...’

‘Era Jimmy, era un ottimo attore’ rispose Nat, sentendo chiaramente la fitta al cuore che provava ogni volta che doveva usare i verbi al passato riferendosi al suo amico.

‘Già... lo avevi sentito... di recente?’ chiese Brian: stava per dire “prima che succedesse”, ma era troppo difficile.

‘Il giorno prima... mi aveva raccontato di Natale... soprattutto di Johnny che si era ‘accidentalmente’ versato in testa la maionese...’ ricordò lei, ridacchiando: ovviamente con ‘accidentalmente’ si intendeva ‘per mano di Jimmy ‘The Rev’ Sullivan’.

Brian sorrise al pensiero, si erano divertiti un mondo.

Se solo avessero saputo che tre giorni dopo gli sarebbe crollato il mondo addosso...

‘Sono tornata per questo...’ continuò Nat ‘Io... non lo so, ho pensato che... che non volevo stare lontana da qui proprio ora... lo so che non sei da solo e nemmeno gli altri lo sono, però...’

‘Sono contento che tu sia tornata’ la interruppe Brian, sorridendole, e lo era davvero, anche se aveva passato gli ultimi quattro anni ad essere anche profondamente arrabbiato con Nat per essere scomparsa in quel modo, ora che ce l’aveva finalmente davanti era solo felice come un bambino.

‘Anch’io sono contenta di averlo fatto...’ disse lei, sorridendo a sua volta ‘Credo che questo posto mi sia mancato più di quello che pensassi... tutti mi siete mancati...’

‘Anche Zack?’ chiese a bruciapelo Brian, sapeva che non era molto corretto da parte sua, ma aveva davvero bisogno di una risposta.

‘Non... non lo so...’ ammise Nat: se lo era chiesta anche lei, ma proprio non sapeva se le fosse mancato, o meglio, sì, in un certo senso le era mancato, ma non era certa di essere pronta a rivederlo.

‘Cos’è successo Nat?’

‘Quando... ti ricordi che dopo City of Evil c’erano un po’ di alti e bassi fra me e Zack?’.

Brian annuì: se ne ricordava bene, non era chiaro a nessuno il perché, ma da quando era uscito l’album, fra quei due le cose avevano cominciato ad andare male, lui aveva sempre pensato che il successo improvviso che li aveva travolti avesse pesato in qualche modo sulla relazione fra Nat e Zack, ma ai tempi era convinto che si trattasse solo di una fase.

‘Beh... una settimana prima che me ne andassi, io e Zack abbiamo avuto una lite peggiore del solito... ci siamo detti di tutto, anche cose di cui sinceramente mi pento... la sfortuna ha voluto che la sera ci fosse la festa di una nostra amica... le avevamo promesso che ci saremmo andati e lo abbiamo fatto... ovviamente non ci rivolgevamo la parola... almeno finché non abbiamo ricominciato a litigare... e per ripicca lui ha flirtato tutta la sera con una delle invitate...’.

Brian annuì, in realtà lo sapeva, Zack glielo aveva raccontato dopo che Nat era sparita e non ne era stato propriamente entusiasta, ma ormai era acqua passata.

‘Due giorni dopo ho scoperto di essere incinta...cioè, in realtà avevo il dubbio già da prima, ma ne ho avuto la conferma... e forse ho sbagliato a decidere per lui, ma... insomma Bri, forse mi sbagliavo, ma Zack non era assolutamente pronto a fare il padre... non che io fossi da meglio, ma non ero io quella che faceva le cose per ripicca come i bambini, no?’.

Ancora una volta, Brian non poté fare altro che annuire, almeno su quel punto Natalie aveva ragione.

‘E poi c’era la band... ce l’avevate fatta, avevate il mondo ai vostri piedi... e nonostante tutto Zack non lo avevo lasciato, quindi qualcosa per lui la provavo ancora... e non volevo che dovesse rinunciare a tutto quello che aveva sempre sognato... se fosse successo ora sarebbe un discorso diverso, ma ai tempi non potevate permettervi di rallentare il ritmo o di annullare tour perché Zack potesse stare dietro ad un bambino... ma non potevo nemmeno concepire l’idea di liberarmene... e l’unica soluzione logica mi è sembrata quella di andarmene...’

‘Avresti potuto dirmelo...’ intervenne Brian.

‘Ci ho pensato Bri... credimi, ci ho pensato, ma sapevo che avresti cercato di farmi cambiare idea e che non mi avresti mai lasciata andare... non volevo dirlo nemmeno a Jimmy, volevo solo andarmene, ma mi ha vista... ha visto che caricavo le valigie in macchina e mi  ha chiesto cosa stesse succedendo... e sai che sono una pessima bugiarda...’

‘Quello è vero...’ concordò Brian ‘Ok...ora che pensi di fare? Ehy, aspetta un attimo, dove vivi ora?’

‘Ho chiamato Viki quando ho deciso di tornare... il caso ha voluto che l’appartamento sopra il suo fosse libero, ci ha messo una buona parola col proprietario ed ora sto là...’

‘Anche lei lo sapeva?’ le chiese Brian: Viki era sempre stata la migliore amica di Nat e quindi era stata anche la prima persona da cui Brian era andato quando la sorella era scomparsa, ma lei aveva sempre giurato di non avere nessuna idea riguardo a dove fosse Nat.

‘No... anzi, in realtà pensavo che mi avrebbe sbattuto in faccia il telefono... l’unica persona che ho visto e sentito in questi anni è stato Jimmy, Bri, nessun’altro’

‘Aspetta... visto?’ chiese perplesso Brian.

‘Sì... solo un paio di volte, quando eravate in tour dalle mie parti...’

‘Ecco, dov’erano le tue parti, per esempio? Dove sei stata tutto questo tempo?’

‘Washington... una mia amica dell’università abitava lì, mi ha ospitato per un po’ finchè non ho trovato un lavoro... e a proposito, faccio la traduttrice, il che non è male, lavoro a casa, con Jess è l’ideale...’

‘Sapevo che saresti finita a fare la traduttrice...’ commentò Brian, sorridendo, Natalie aveva sempre avuto il pallino per le lingue straniere.

‘Oh mio Dio!’.

Brian e Natalie si voltarono verso la porta del salotto, da dove Michelle fissava la ragazza a bocca aperta.

‘Oddio, Nat!’ urlò l’altra ragazza, prima di saltarle praticamente addosso.

‘Anch’io sono felice di vederti Mich...’ rise Nat, abbracciando a sua volta la ragazza.

‘Ma che è successo? Dove sei finita? Perché...’

‘Shhhh!’ fecero in coro Brian e Nat, dal momento che Michelle aveva un tono di voce decisamente alto.

‘Ma... che c’è?’ chiese confusa Michelle, abbassando la voce e fissando alternativamente i due.

‘Vieni...’ le disse Nat, prendendola per un braccio e portandola verso la stanza dove dormiva Jess.

Michelle si sporse dalla porta e quando vide il bimbo che riposava tranquillo sul letto, sorrise.

‘Oh, è adorabile, Nat!’ sussurrò, voltandosi verso la ragazza.

Nat si limitò a sorridere a sua volta, poi tornò con Michelle in salotto prima che il bambino si svegliasse.

‘Allora...’ cominciò Michelle ‘Prima di chiederti spiegazioni dettagliate riguardo al perché tu sia sparita nel nulla, devo saperlo: Zack lo sa?’

‘Ehy, aspetta un secondo, come lo sai?’ le chiese Brian, fissando sconvolto la sua ragazza.

‘Andiamo Brian, solo un cieco non lo capirebbe, è la copia sputata di Zack!’ gli fece notare lei ‘Ma perché, lui non ci è arrivato subito?’ chiese poi rivolta a Natalie.

‘Ha dovuto vedergli gli occhi’ rispose Nat, ridacchiando davanti all’espressione di Brian.

‘Verdi, scommetto’ disse Michelle.

‘Esattamente’ rispose Nat.

‘Oh, insomma, la smettete?’ intervenne Brian ‘Mi sento escluso...’ si lamentò poi, mettendo il broncio e facendo ridere le ragazze.

‘Oh, gli altri saranno elettrizzati! Val impazzirà, ne sono assolutamente certa... e poi lei adora i bambini!’

‘Ecco... veramente c’è una cosa che vorrei chiedervi...’ disse Nat, diventando improvvisamente nervosa.

‘Ehy, che c’è?’ le chiese Brian.

‘Ecco... almeno per il momento vorrei tenere nascosta l’esistenza di Jess...’

‘Jess sarebbe quell’adorabile frugoletto che dorme di là, giusto?’ chiese conferma Mich.

‘Sì...’

‘Cioè...fammi capire... possono sapere che tu sei tornata, ma non che hai un figlio?’ domandò Brian.

‘Esattamente...’

‘Nat... Zack ha il diritto di saperlo...’ disse il ragazzo.

‘Lo so Brian, lo so... ma una cosa per volta... fammi affrontare una cosa per volta... non è stato facile tornare Bri, sono felice di averlo fatto, ma non è stato facile... e poi credo che sia meglio anche per Zack... non credo che per lui sarà facile accettare il fatto che sia tornata dopo essere sparita nel nulla per quattro anni... e credo che una notizia per volta sia più che sufficiente... soprattutto considerata... beh, la situazione attuale...’ disse Nat, parlare della “morte di Jimmy” ad alta voce era una delle cose che ancora non riusciva a fare.

‘Forse hai ragione...’ dovette ammettere Brian, messa in quel modo non faceva una piega.

‘Glielo dirò Brian, te lo prometto... solo non ora... e poi devo preparare Jess... ha solo tre anni Bri, non è facile spiegarglielo... dammi un po’ di tempo, ok?’

‘D’accordo... posso chiederti una cosa?’

‘Certo fratellone’

‘Hai detto che sentivi Jimmy...’ iniziò lui, ignorando l’occhiata sconvolta di Michelle ‘Non ti ha mai detto nulla di Zack?’ chiese: a giudicare da quello che aveva appena detto la sorella, forse non le era ben chiaro quello che il ragazzo aveva passato dopo che se ne era andata.

‘Più o meno... cercavo di cambiare discorso... ma c’è stata una volta in cui è venuto a casa mia a Washington in particolare, la primissima volta in cui l’ho rivisto, lì non l’ho potuto proprio fermare...’.

 

2007:

Natalie aprì la porta e per poco non si mise a saltellare dalla gioia quando si trovò davanti Jimmy: Dio, se le era mancato.

‘Ehy, piccoletta!’ la salutò lui, abbracciandola immediatamente.

‘Jim...non respiro...’

‘Uff, ma quanto sei diventata fragilina...’ finse di lamentarsi lui, entrando in casa e adocchiando immediatamente la culla ‘Allora, è lui?’ chiese il ragazzo.

‘Sì, è lui’ rispose Nat, avvicinandosi insieme a Jimmy alla culla.

‘Nat, è... è adorabile’ disse Jimmy, guardando il piccolino che dormiva tranquillamente.

‘Già...’ rispose lei, sorridendo davanti all’espressione adorante di Jimmy: un gigante buono, lo aveva sempre detto lei, in quel momento aveva lo sguardo più dolce del mondo.

‘Sai...’ disse lui dopo un po’, spostandosi dalla culla per non svegliare il piccolo e spostandosi sul divano, dove nel frattempo si era seduta Nat ‘Se Bri sapesse che sono qui, probabilmente mi ucciderebbe’

‘Lo so...’ rispose Natalie, fissandosi le ginocchia ‘Jim, ascolta, lo so che ti sto chiedendo molto, ma ti prego, non lo deve sapere... né lui, né nessun altro’

‘Sai benissimo che non glielo direi mai, Nat, non te la farei mai una cosa del genere... però devo dirtelo, ci sta male, tanto... i tuoi sono disperati...’

‘Lo so  Jim, lo so, ma se lo dicessi a loro, poi dovrei dirgli di Jess, e lo verrebbe a sapere anche Zack, e sarebbe un gran casino’

‘Nat... sinceramente... hai mai pensato a come ci sta Zack?’

‘Jim...’

‘No, Nat, ascoltami, ti giuro che non ne parlerò mai più, ma lascia che te lo dica: Zack non è felice, è vero, ultimamente fra voi due le cose non andavano bene e probabilmente hai ragione quando dici che non era affatto pronto a fare il padre...no, che dico, hai assolutamente ragione... ma ciò non toglie che da quando te ne sei andata lui stia da schifo’

‘Pensavo che stesse uscendo con una ragazza ora...’ ribatté debolmente Nat, senza osare guardare in faccia l’amico.

‘Gena? Sì, da qualche mese... ed io gli auguro che funzioni, Gena è una ragazza fantastica, ma non credo che dureranno a lungo... anche se lo nega, lo conosciamo bene, non ha superato voi due e temo che prima o poi anche Gena se ne renderà conto... e sinceramente, non si merita un ragazzo che pensa ad un’altra, decisamente si merita qualcosa di meglio...’

‘Jim... lui... la supererà, voglio dire... è Zack, è fatto così, fa delle tragedie per qualsiasi cosa, ma poi si dimentica di tutto e va avanti... lo ha sempre fatto...’

‘Lo spero Nat... lo spero davvero...’ rispose Jimmy, anche se in realtà aveva l’impressione che la ragazza stesse più che altro cercando di convincere se stessa.

 

‘Le cose non sono cambiate di molto Nat... e Jimmy aveva ragione, con Gena è durata poco più di un anno...’

‘Bri, ti prego...un problema per volta, ok?’ lo implorò Nat, pensare a Zacky in quel momento era l’ultima cosa che voleva e riusciva a fare, non dopo aver parlato di Jimmy.

‘Ok, ok... Bri, ascolta, credo che abbia ragione lei...’ intervenne Mich ‘Ci parla con Zack, lo ha detto, lasciaglielo fare con i suoi tempi, ok?’

‘Ok’ si rassegnò Brian, in fondo era tornata, tutto si sarebbe sistemato alla fine.

‘Grazie Bri’ disse Nat, accennando un sorriso.

‘E di che? Scusa tu, piuttosto... non volevo insistere, è solo che...beh, lo sai, Zack è mio amico, avrà anche sbagliato ai tempi, ma l’ha pagata alla grande...’

‘Tutto ok, Bri’

‘Bene... ora, a meno che tu non voglia mandare in fumo tutti i tuoi buoni propositi Nat, credo sia meglio che ti dia alla fuga...’ intervenne Michelle.

‘Eh?’ chiese confusa lei.

‘Cazzo, me ne ero completamente dimenticato!’ esclamò Brian ‘Ci troviamo qui con gli altri, fra... dieci minuti?!’ constatò lui sorpreso.

‘Ok, allora vado a prendere Jess e vado’ disse Nat, scattando in piedi, l’ultima cosa che voleva era farsi sorprendere lì dagli altri... o meglio, da Zack.

Mentre stava caricando Jess in macchina, Brian le si avvicinò.

‘Nat... non sparisci un’altra volta, vero?’.

La ragazza si voltò verso di lui, sorridendogli.

‘Te lo prometto Bri, non ho alcuna intenzione di sparire di nuovo’ lo rassicurò lei, abbracciandolo.

‘Certo... a meno che papà e mamma non mi leghino in cantina, in quel caso però non è colpa mia’ aggiunse poi lei, facendo ridere il fratello.

‘Deduco che è esattamente dove stai per andare’

‘Già... augurami buona fortuna’

‘Servirebbe a qualcosa?’ chiese scettico lui.

‘No, non credo...’ riconobbe lei, sorridendo ‘Beh, ci vediamo... il numero te l’ho lasciato, fammi sapere...sì, come la prendono, ok?’

‘Ok... ehy, ciao piccolino!’ disse Brian, abbassandosi per salutare Jess, che fissava lui e Nat con occhi assonnati.

Il bambino agitò la manina, poi Nat salì in macchina e partì alla volta della casa dei suoi, mentre Brian tornava in casa da Michelle: lo aspettava una conversazione per nulla facile coi suoi compagni di band, soprattutto con uno di essi.

 

 

Salve a tutti!

Eccomi di nuovo con una storiella senza pretese sui miei adorati A7X (lo so che siamo in arrivo del primo anniversario della triste dipartita del Rev, suppongo sia anche quello che mi spinge a scrivere su di loro...)... un paio di note:

  1. 1.      Non l’ho ancora finita, anche se a grandi linee l’ho in mente, quindi gli aggiornamenti saranno a volte più lenti, a volte più rapidi, dipende se ho già scritto o meno le parti successive
  2. 2.      Solito disclaimer: io gli Avenged Sevenfold non li conosco (purtroppo) e questa storia e quanto vi è dentro è frutto della mia mente malata (non tutto, ma molto)
  3. 3.      Io non ho nulla contro Gena, anzi, la trovo una ragazza assolutamente deliziosa... ma non mi serviva ai fini della storia...=)

Detto ciò, spero che possa piacervi questa mia storiella... e se vi piace, perché non mi lasciate una recensione per dirmelo? E se non vi piace... lasciatemela lo stesso! (ovviamente sarebbero graditi toni civili =)...)

Xxx

Lady Numb

   
 
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