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Autore: eia    26/12/2010    8 recensioni
Carissime, non è una nuova storia, ma saranno piccole one-shot legate a mezzo&mezzo, con i nostri personaggi preferiti, brevi storie che raccontano situazioni partorite dalla mia mente malata...
Spero vogliate seguirmi anche in questa..
Per chi non ha letto la serie mezzo&mezzo.. bè vi consiglio di leggerla, specialmente se adorate Jacob Black, ma se volete farvi una lettura veloce e volete capire di chi parla questo capitolo fatevi un salto su mezzo&mezzo3 appendice, una presentazione dei miei personaggi.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'mezzo&mezzo '
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Stralci di vita - mezzo&mezzo -


Ero seduta sulla poltrona, nella grande sala del castello, immerso stranamente nel silenzio, quel pomeriggio, mi stavo godendo la mia casa, quel mio spazio, quel silenzio, con addosso quel vestito di lana bianco che zia Alice mi aveva spedito dall'Italia pochi giorni prima.

Era un momento solo mio, uno dei pochi che mi concedevo e di cui avevo bisogno.

Jake era nel grande giardino davanti al castello con i nostri bambini e la mia famiglia vampirica, a discorrere sulla giusta collocazione delle statue di ghiaccio che Sarah Lee aveva tanto desiderato: dopo i primi contrasti, finiti con ringhi e musi lunghi, su dove e come posizionare il primo dei sei puttini a grandezza ridotta mi ero defilata con una scusa neanche troppo originale e mi ero rintanata all'interno delle mura per cercare un po' di tranquillità. Pensare di restare la fuori con altre tre serie da sei di statue che raffiguravano angeli, fatine ed elfi era impensabile... specialmente per chi, come me quel giorno, aveva voglia di silenzio e tranquillità.

Un momento di intimità con il proprio io, così lo definiva zio Jasper. Ed è proprio quello che è.

Un bisogno strano, forse, di stare con se stessi.

Adoro la mia famiglia, amo il mio uomo e stare con i miei figli è una delle cose più belle che possa mai desiderare... ma ogni tanto, è bello anche stare da soli.

Seduta sulla poltrona, con quel vestito caldo addosso, con le gambe nude raccolte contro il petto, un paio di calzini bianchi che avevo indossato giusto per non sentire il freddo del pavimento, con lo sguardo perso nel camino, a seguire la danza delle lingue di fuoco che lambivano un grosso ceppo, cominciai a perdermi nei miei labirinti..

….....................................................................................


….avevamo deciso di andare a caccia, quel giorno, solo io e lui.

Una giornata solo per noi... una delle poche che ci concedevamo da quando ci eravamo trasferiti al castello dei Denali.

Eravamo troppo presi dalla nuova vita, dal nuovo ambiente e dalla nuova famiglia.

Nuovi ritmi e tanti pensieri...

Lasciare La Push era stato orribile. Pensare di non poter vedere più troppo spesso Emily, Billy e nonno Charlie era un vero colpo al cuore, e per chi è mezzo immortale come me, è tutto un dire.

Ma non potevamo più restare, era troppo pericoloso, avevamo bisogno di un luogo sicuro, lontano dagli umani, e ben poco accessibile anche da chi come noi aveva.. qualcosa di più..

Denali era stata la scelta giusta. Il posto era favoloso, lo sguardo si perdeva all'orizzonte, e qui crescere i miei.. “particolari” figli, sarebbe stato più facile e più sicuro, ma.. quanta sofferenza...

Però, pian piano c'eravamo abituati e dopo un po' la vita aveva ricominciato a scorrere normalmente. E consci di quanto era sicuro quel posto e quanto fidate fossero le persone con cui vivevamo, avevamo deciso di concederci qualche ora solo per noi.

Ne avevamo proprio bisogno..

Fare la mamma è bellissimo.. ma avevo la necessità di sentirmi solo una donna.. per il mio uomo.

Eravamo riusciti a sgattaiolare fuori dal castello prima che i piccoli si svegliassero, così da evitare musi lunghi e lacrime compratrici che ci avrebbero fatto desistere dal nostro intento, e già eravamo fuori portata, liberi di correre nelle foreste innevate dell'Alaska, io e il mio lupo, liberi di seguire tracce di renne ed orsi neri, liberi di essere noi stessi, di giocare come due ragazzini e poi.. prenderci e amarci a modo nostro, nudi in mezzo alla neve o su una lastra di ghiaccio, incapace anch'essa di calmare i nostri bollori.. quando cominciò a vibrarmi il sedere.

Mi fermai di scattò, infilai una mano nella tasca dei jeans e risposi alla chiamata mentre il mio lupo si accartocciava nella neve in stile valanga, fermandosi poi contro un'abete provocando un'ulteriore nevicata.

Era zia Rose che mi avvertiva della “sparizione” di un lupetto e di una bambina dai capelli corvini.

Aggiungendo poi che anche il loro guardiano, il lupo color sabbia era latente.

Chiusi la chiamata e bastò il mio sguardo a far mugolare il mio adorato amore a quattro zampe.

I nostri piani, rosei e bollenti, erano andati a schiantarsi contro un iceberg, dissolvendosi.

Probabilmente, la mia bambina, Sarah, il mio esserino tutta occhioni verdi e sorrisetti maliziosi aveva frugato nella mia testa o più facilmente in quella del suo paparino e aveva scoperto i nostri piani e aveva escogitato, con i suoi fidati, il lupo guardiano e il fratellino lupetto, un piano per romperci le uova nel paniere. E il suo piano doveva essere stato perfetto, perché il nostro si era evidentemente già arenato.

Jake, senza che io gli dicessi nulla, aveva già piantato il suo tartufone per terra, prima, e nell'aria poi, alla ricerca di una traccia o una pista da seguire, e così feci pure io.

Ma, ricordo, era difficile sentire qualcosa di diverso dall'odore di Jake, per me: avevo pensato a quella fuga talmente a lungo che avevo gli ormoni a palla, avevo un desiderio di lui, di noi, così alle stelle che più annusavo l'aria e più mi sentivo le farfalle nello stomaco.

E, da madre, non era una bella sensazione.

Presi una grossa boccata d'aria, gelida, per schiarirmi le idee, per cancellare quei pensieri lascivi che mi corrodevano la mente, ma il risultato non fu dei migliori.. sentivo montare l'eccitazione a livelli inauditi, nemmeno fossi.. a digiuno da mesi.

E l'odore della mia voglia doveva aver raggiunto il fine senso nasale del mio amore perché di scatto si voltò verso di me, e mi guardò con i suoi occhi neri, con uno sguardo sconcertato.

Da lupo non poteva dirmi nulla e in quel momento ringraziai la sua incapacità, tanta era la vergogna che provavo e non potei fare a meno di abbassare lo sguardo e dirgli quanto mi dispiaceva essere solo una donna, anche in certi momenti, anche quando era necessario che fossi altro.

Di tutta risposta mi arrivò una leccata enorme su tutto il viso.

Forse... non ero la sola a sentirmi in quel modo...

Forse la sua natura di lupo gli forniva una copertura che a me, mezza vampira dalle sembianze umane mancava...

Mi girò intorno, strusciandosi su di me, avvolgendomi nella folta pelliccia, cercando un modo per abbracciarmi senza potermi stringere tra le braccia.

Gli presi il muso tra le mani e gli schioccai un bacio in mezzo agli occhi e poi uno sul nasone e un altro più giù sulle labbra pelose... Poi mi persi nei suoi occhi e le farfalle nello stomaco tornarono a farsi sentire.

Sciolse quello strano abbraccio e mi girò ancora attorno, dandomi però, stavolta, un colpo su un fianco con il muso, indicandomi poi di salirgli in groppa.

Dovevamo andare. Non potevamo dilungarci ancora in uno dei nostri discorsi silenziosi e perdere tempo.

Dovevamo trovare quei disgraziati dei nostri bambini e quel guastafeste di Seth, che si sarebbe sorbito la mia ira, una volta che li avremmo trovati: non si rovina così una gita romantica. Non si fa!!

Corremmo nella neve attraversando la foresta e in lungo e in largo, prima di trovare uno straccio di scia, quando stavo iniziando a preoccuparmi sul serio e dopo averla seguita trovammo il nostro lupetto appallottolato sotto una roccia. Da solo.

Il panico mi prese e dell'eccitazione di prima non rimase nulla.

Era solo. Era piccolo, solo e indifeso.

Seth era morto. Doveva esserlo, perché solo in quel caso lo avrei perdonato per aver abbandonato il mio piccolino in quel luogo e in quel modo. E se non lo era, lo sarebbe stato presto.

E sarebbe morto nella sofferenza più atroce. Già mi stavo degustando la scena nella mia testa quando Joshua allungò il suo musino, e me lo sfregò su una guancia e un flash di immagini prese il via nella mia mente.

Sarah Lee con un vestitino rosa e nero, con le calze di lana e gli stivali bianchi di Hello Kitty mentre si infila, con l'aiuto di Seth, il cappottino bianco con il collo di pelo, regalo di zia Alice, un paio di guantini rosa e una sciarpina rosa e nera.

Sarah che monta in groppa al suo lupo e affonda le manine nel pelo, e poi la testa, strusciando il viso con un sorriso di appagamento totale.

Una corsa tra gli alberi, poi un pupazzo enorme di neve, con Sarah accanto che cerca di arrotolare della neve su una palle di neve già esagerata. Poi ancora il pupazzo con Sarah seduta sulla palla più alta mentre cerca di incastrare qualcosa nella neve. Poi il pupazzo finito, con due sassi scuri come occhi, una pigna secca come naso, i guantini rosa come orecchie e la bocca.. naturalmente rosa e nera larga quanto può esserlo una sciarpina da bambina piegata a metà.

Poi Sarah, accanto a quello che credo sia ciò che rimane del pupazzo di neve, con un'espressione truce sul visino, le braccia incrociate sul petto con le manine nascoste sotto le ascelle, accanto a lei, dalla parte opposta al cumulo di neve, un lupo color sabbia, sdraiato a pancia all'aria, che guaisce e implora perdono.

Poi la voce perentoria di Seth che ordina al mio piccolino di restare nascosto dietro a delle rocce, in una specie di caverna, stretta e lunga, con una seconda uscita, nel caso di pericolo.

Alzai lo sguardo e mi guardai intorno. Nessun gruppetto di rocce. Nessuna caverna. Nessun antro dalla stretta apertura.

Tornai a guardare il mio piccolo e capii che non aveva ascoltato l'ordine di Seth, che si era spostato e che probabilmente si era allontanato da quel posto e che poi si era smarrito e aveva trovato nascondiglio sotto la roccia dove lo avevamo trovato noi. Un luogo per niente sicuro.

Ok, forse Seth non meritava di morire in un modo atroce.

Bè.. avrebbe sempre dovuto darmi una valida spiegazione per aver abbandonato il mio cucciolino, seppur in un luogo, a suo dire, sicuro, ma sempre da solo.

Rimaneva da scoprire che fine avessero fatto Seth e Sarah, anche se una mezza idea ce l'avevo in testa..

Poi d'un tratto Jake si scosse, volse il muso dietro di noi e mugolò. Dopo pochi minuti dei passi pesanti ci annunciarono l'arrivo del nostro amico comune. Ci raggiunse con passo lento, sul momento mi chiesi per quale motivo camminasse tanto piano, che avesse intuito le mie intenzioni vendicative? Ma poi sul suo dorso vidi una pallottolina bianca e capii che la mia bambina doveva essersi addormentata e che era sua precisa premura non volerla svegliare.

Nessuno dei due lupi mutò, e subito capii che non c'erano spiegazioni da dare.

Doveva essere successo quel qualcosa che avevo sospettato, un capriccio di Sarah, che aveva spinto Seth a lasciare Joshua indietro e quindi i miei intenti omicidi erano morti lì sul nascere, così come quelle mie precedenti voglie. La mia gita romantica era finita ancora prima di cominciare e il momento intimo con Jake era da rimandarsi ad una data non propriamente ben definita..

Delusa e amareggiata mi incamminai sulla strada di casa in groppa al mio lupo, con il mio cucciolo tra le braccia che si stiracchiava e si preparava ad una sonora ronfata.


Erano passati quasi due anni da quel giorno e di giornate “rovinate” ce ne erano state tante, ma avevo anche avuto giornate e notti, sopratutto notti, meravigliose...

Il Parco dei Denali, quel luogo in cui gli inverni erano lunghissimi era quindi, per lunghi mesi isolato e silenzioso, aveva fornito a me e a Jake gli ambienti giusti per goderci i nostri momenti.. bollenti.. senza timori di spettatori indesiderati, senza il bisogno di contenerci, non che lo avessimo ami fatto prima, ma lì.. tutto era più semplice. Quel luogo gridava libertà in ogni angolo dove posavi gli occhi.

Non potevo di certo lamentarmi.. anzi.

“Cucciola, che ci fai qui tutta sola?” mi giunse la sua voce da dietro, prima, poi il suo inconfondibile profumo, una mano calda su una spalla e una sensazione calda tra le mie gambe.

“Ti stavo aspettando.” gli risposi, scivolando sulle ginocchia per essere più a portata di bacio.

Che non tardò ad arrivare.

Liberai le sue labbra, scostandomi un pochino, e lui mugugnò protestando.

“A che punto sei con i puttini?” gli chiesi, fingendo che mi importasse qualcosa di dove venivano posizionati quei cosi che già a sera, una volta messi a posto, avrebbero perso l'interesse della mia bambina.

“I.. che? Ah.. i ghiaccioli formato gigante?... Ho lasciato che la pazzoide si prendesse l'incarico..”

“Come..? Hai lasciato? Credevo che ci tenessi! Eri così..”

“Sono stato convincente vero? Le ho fatto credere di avere un'idea tutta mia su dove mettere quei cosi, tanto per farle saltare il nervo, ed ora è tutta presa con gli altri per metterli a dovere, in modo che io non abbia poi modo di ribattere..” mi disse lui, posandomi un bacio umido sul collo.

“Come sarebbe a dire che le hai fatto credere..?”

“Pensi davvero che mi interessi dove mettono quei cosi?”

“No?” gli chiesi mentre gli facevo scorrere le dita sul petto, sotto la maglietta, incitando i miei ormoni e i suoi...

“Per niente. Però.. c'è qualcosa che vorrei tanto farti vedere.. vorrei il tuo parere su dove e come metterlo.. sai.. no?” mi chiese malizioso, lasciandomi ben poco da intendere.

Non gli avevo nemmeno risposto che già ero tra le sue braccia, con le gambe strette intorno ai suoi fianchi e lui, a passo spedito si stava già dirigendo verso la nostra camera da letto..


Bè.. se non è il parco a fornirci le occasioni per stare da soli.. ce le creiamo noi.. diciamo che.. ci siamo adattati molto bene alla vita qui..

Saremo lontani dalle persone che amiamo, ma sappiamo sopperire molto bene a questa mancanza.. Noi di amore ne abbiamo da vendere, ma ce lo teniamo tutto per noi!

il parco dei Denali

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Angolo Autrice:

Dopo aver postato gli Auguri di Natale, e solo quelli da quasi un meseImageShack, share photos, pictures, free image hosting, free video hosting, image hosting, video hosting, photo image hosting site, video hosting site,sulla mia storia in corso, mi sono sentita colpevole. Così ieri sera, dopo i bagordi di Natale mi sono seduta al pc e ho ideato questo primo capitolo. Ora, chi mi legge in genere, non ci resti male, non sono a corto di idee per m&m, ma il capitolo che sto creando per quella è lungo e fuori luogo per un periodo come questo.

La morale di questa storia è l'Amore con la A Maiuscola, proprio quello che ci serve a Natale, non credete?

Ora Vi lascio, sono le tre del mattino, e tra sette ore devo essere già in piedi e tirata a lucido per il secondo round di queste feste!!

Buona notte e ancora Auguri!!!

   
 
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