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Autore: Zsadist    26/12/2010    5 recensioni
-Come ti trovi al servizio di Ayanami?- domandò infine l’uomo.
-Bene direttore- rispose prontamente il ragazzo senza minima esitazione.
-Ottimo- mormorò lui prima di aprire un cassetto della scrivania –Tu sei nato per essere il suo begleiter, ed a lui occorre qualcuno come te al suo fianco-.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Legame col destino'
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07-Ghost - Ti troverò

 
L'accademia militare era rimasta uguale, così come lo studio del direttore. Aveva avuto un incarico molto semplice: sarebbe dovuto andare dal direttore Miroku, farsi consegnare i documenti e tornare alla fortezza di Hohburg. Ma la cosa si stava rivelando più lunga del previsto. I professori che aveva avuto la fortuna/sfortuna di incontrare l'avevano tutti fermato per salutarlo e scambiare quattro chiacchiere con colui che subito dopo l'esame finale era diventato il begleiter del Generale, ed ora che era giunto dal direttore si era ritrovato a fissare la scrivania. Erano già trascorsi diversi minuti da quando l’aveva fatto entrare, ma in quell’arco di tempo, il direttore non aveva fatto una mossa. Si era limitato a fissare il suo pupillo tenendo le mani incrociate appoggiate appena su dei documenti che stava controllando appena prima che il ragazzo entrasse.
 
-Come ti trovi al servizio di Ayanami?- domandò infine l’uomo.
-Bene direttore- rispose prontamente il ragazzo senza minima esitazione.
-Ottimo- mormorò lui prima di aprire un cassetto della scrivania –Tu sei nato per essere il suo begleiter, ed a lui occorre qualcuno come te al suo fianco-.
-Mi impegnerò per essere all’altezza del compito- dichiarò atono il sottoufficiale.
-Teito- lo chiamò all’attenzione il direttore –Sono stato io a chiedere ad Ayanami di mandarti qui. Nel secondo distretto ci sono state delle sommosse, ed alcuni dei nostri hanno perso la vita-.
 
Una breve pausa susseguì a quella dichiarazione, e Teito per la prima volta da quando era entrato in quella stanza avvertì un brivido.
 
-Il tuo amico, Mikage, era tra loro-.
 
Quelle poche parole giunsero alle orecchie dell’ex slave lontane e confuse. Miroku non aveva detto quello che credeva di aver sentito… Mikage… non poteva essere morto! L’accordo che si erano scambiati subito dopo l’esame finale, non poteva essere stato cancellato in quel modo. Il suo unico amico… non c’era più.
 
-Con l’ultima energia di Zaiphon ha lasciato qualche frase di scusa per non aver mantenuto una promessa. Sono certo che il messaggio era per te, Teito-.
 
Gli occhi del begleiter divennero di un rosso fuoco, mentre un profondo rancore intriso di tristezza si faceva strada nell’animo del soldato.
 
-E’ tutto direttore?- domandò quasi ringhiando Teito.
-Si, è tutto- confermò l’uomo osservandolo attentamente.
-Potrei avere i documenti per il Generale? Oppure erano davvero un pretesto per venirmi a dire della morte di Mikage?- chiese incrociando le braccia il ragazzo.
 
Miroku afferrò il plico davanti a lui per porgerlo all’ex slave e congedarlo con  un –Puoi andare- privo di sentimento.
 
Teito si mise sull’attenti dopo aver preso i fogli, contenenti informazioni top-secret sugli obiettivi della prossima missione affidata alla squadriglia del suo Generale, si voltò per andarsene.
 
-Ricorda Teito: “I sentimenti…”-
-…“rendono deboli” lo so- concluse il ragazzo aprendo la porta –Direttore, è grazie a ciò che mi lega a Mikage che ho potuto superare l’esame finale, e questo lo sa benissimo-.
 
Teito uscì dallo studio di Miroku, e respirando profondamente cercò di riappropriarsi della propria calma. Ma come poteva? Mikage era morto. Eppure quella realtà gli giungeva così lontana, quasi impossibile. Si bloccò improvvisamente. Il volto del suo unico amico, la promessa che si erano scambiati, i ricordi. Una lacrima gli bagnò la guancia. Non l’avrebbe più rivisto. Cosa gli restava allora? Non aveva una famiglia, non aveva il suo amico. Strinse i fogli. Mikage
 
Il begleiter iniziò a percorrere i corridoi della fortezza di Hohburg, non si era nemmeno reso conto di aver ripreso a camminare e di essere quasi giunto alla sua destinazione. Respirando profondamente prese ad osservare quegli androne che sembravano uno più simile dell’altro. Era un soldato. Si. Non poteva lasciarsi andare troppo ai sentimentalismi. Mikage non c’era più, ma la loro amicizia ed il suo ricordo viveva ancora. La camminata del begleiter prese ad essere come sempre veloce e decisa, doveva consegnare i documenti al suo Generale. Quel pensiero bastò a fargli storcere le labbra. Ayanami era una persona troppo inquietante per i suoi gusti. E stare in una stanza assieme a lui senza che ci fosse qualcun altro equivaleva ad una punizione per chiunque avesse un minimo di buon senso. Ma il direttore Miroku gli aveva affidato dei documenti top-secret che dovevano essere consegnati unicamente nelle mani del Generale. Sospirò leggermente.
 
Si fermò. Era arrivato davanti alla porta dello studio del Generale. Bussò senza esitare, attendendo una risposta che non accennava ad arrivare, strinse la cartelletta e poi imprecando mentalmente entrò. La scrivania era sorprendentemente vuota, ma avvolta dalla consueta aura di ordine. Teito avanzò di qualche passo fino a trovarsi al centro della stanza.
 
-Ecco i documenti inviatevi dal direttore Miroku, Signore- dichiarò facendo un perfetto saluto militare.
-Mettili sulla scrivania- ordinò una voce priva di emozione.
 
Teito, dopo aver ubbidito, attese una qualunque nuova disposizione del suo superiore, ma quello sembrava troppo intento a sfiorare col dito le copertine di alcuni libri riposti in assoluto ordine sulla libreria, finché uno non venne scelto.
 
-Hai parlato con Miroku?- domandò Ayanami scorrendo con gli occhi una pagina del libro di strategia militare che aveva appena aperto.
 
Non sentendo risposta, il Generale, chiuse di botto il libro e spostò la sua attenzione sul suo begleiter. Ciò che vide lo irritò. Lasciò cadere il volume sulla scrivania e andò dritto dal ragazzo che vedendolo avvicinarsi con aria minacciosa spalancò gli occhi.
Senza dargli il tempo di aprire bocca, Ayanami lo afferrò per il colletto della divisa militare e lo spinse sul fianco. Teito cercando di non cadere goffamente indietreggiò fino a sbattere leggermente sul vetro della finestra.
 
-Generale…- sussurrò il giovane cercando di capire il motivo di tale comportamento.
 
Ma l’uomo gli impedì di continuare qualsiasi frase volesse dire, chiudendogli la bocca con la propria.
 
Un bacio bramato tanto.
Un bacio dal sapore di sangue.
Un bacio dal retrogusto di gelosia.
 
Quel marmocchio biondo era morto lasciando davvero il dolore negli occhi e nel cuore del suo begleiter. Questo Ayanami non riusciva a sopportarlo. Teito Klein era suo. Di nessun altro. Erano legati dallo stesso destino. Ed era giunto il momento di farlo capire pure a quel ragazzo che anche se tentava di ribellarsi col resto del corpo, rispondeva avidamente a quel bacio. Staccando la bocca dal sottoufficiale, il Generale sogghignò. Teito chinò il capo. Il cuore gli batteva forte. Non capiva. Erano due uomini, no? Ed Ayanami era il suo superiore, giusto? Allora perché… sentendo un fruscio, l’ex slave tornò a guardare l’altro uomo, e vedendo che si era voltato di spalle ed aveva accennato un passo per allontanarsi da lui, Teito smise di pensare, e con uno slancio lo strinse in un abbraccio. Appoggiando la fronte a quella grande schiena sospirò. Mikage era morto e non sarebbe più tornato, ma forse non sarebbe rimasto solo come credeva.
 
-Non allontanatevi- pregò il begleiter arrossendo un poco a quella sua stessa richiesta.
 
Ayanami si voltò e lo spinse nuovamente contro la finestrata. Non si sarebbe fermato quella volta. I bottoni venivano slacciati con abilità, e la divisa cadde a terra, così come la maglia nera ed i pantaloni. Nudo davanti a lui, sembrava così indifeso. Avrebbe potuto ucciderlo in un attimo. Avrebbe potuto amarlo in un attimo. Nulla. Nulla al mondo gli avrebbe impedito di impossessarsi di quel ragazzo, che dal giorno in cui l’aveva visto combattere per superare l’esame era diventato la sua ossessione.
 
 
 
-Aya-tan?- lo chiamò il Tenente -Hai avuto un incubo?- chiese sorridendo.
 
Ayanami non rispose, si limitò ad alzarsi dal divanetto ed avvicinarsi alla vetrata. Inspirò, quasi potesse sentire il profumo del ragazzo come nel sogno. Ti troverò Teito Klein. Giurò osservando il settimo distretto che si estendeva al di là dei confini.
   
 
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