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Autore: Bethan Flynn    29/12/2010    3 recensioni
La storia riguarda Bethan, un'esorcista che tutti hanno sentito nominare, ma che nessuno, oltre Miranda, ha mai visto. Il suo è un potere forte e terribile al tempo stesso, pronto ad esplodere in ogni momento e temuto dallo stesso Ordine, che tuttavia non si fa scrupoli ad utilizzarlo quando le cose si mettono male... Incontrando il ben noto gruppo di esorcisti e in particolare uno di loro, per la prima volta proverà il desiderio di evadere dalla prigione che lei stessa si è creata, e si vedrà costretta a prendere una decisione drastica.
Pairing Kanda x Nuovo Personaggio, molto possibili spoiler, soprattutto riguardo alla storia di Kanda.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yu Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Li avevano accolti come eroi. Avevano spulciato Allen e Bethan fino allo sfinimento per trovare conferma del fatto che nei loro corpi non vi era più traccia né del Quattordicesimo, né della dark matter.
Avevano seguito le indicazioni di Bethan per arrivare fino al covo del Conte, e lì avevano trovato tutti gli esorcisti scomparsi negli ultimi tre anni, generale Cross compreso.
Avevano dato feste, banchetti, cerimonie in loro onore.
Ma a Bethan tutto questo non importava.
Certo, era felice che fosse finita, ma il suo capitolo non si era ancora concluso.

Conclusi i tre giorni in cui fu rapita assieme ad Allen dalla sezione scientifica, la prima cosa che fece fu fiondarsi in camera di Yu.
Lo trovò addormentato, i capelli sciolti, il volto disteso.
Sul suo petto spiccavano le cicatrici lasciate da Road, e non vi era più nessuna traccia del tatuaggio: quando Allen aveva consegnato il cuore ad Hebraska, ogni frammento di innocence era andato al proprio posto.
Bethan cercò di fare meno rumore possibile, ma quant’era difficile senza l’innocence!
Ironico, pensò: l’aveva sempre odiata per motivi importanti e adesso la rimpiangeva per motivi futili.
Si sedette sul bordo del letto e scostò una ciocca di capelli dal viso del giapponese. Gli occhi blu si spalancarono –ti ho sentita da un chilometro- sbuffò, tirandosi a sedere con una smorfia di dolore.
-Ti fanno ancora male?- la mano di Bethan si posò su uno squarcio non ancora rimarginato sul fianco sinistro di Kanda. Lui fece un cenno brusco col capo –niente di insopportabile. Cosa ti hanno detto alla scientifica?- chiese. Bethan sorrise –a quanto pare, nel mio corpo non c’è più traccia né di innocence, né di dark matter. Tutti hanno convenuto che Road mi abbia donato la vita che non ha mai avuto- proseguì con un sorriso triste –ma francamente non ho voglia di rimuginare su queste cose. Non adesso-
Yu annuì senza dire niente.
-Non mi sembra vero che sia finita- mormorò lei con un sorriso malinconico –credevo che la mia vita sarebbe terminata come parte di questa organizzazione, distrutta dal Conte o da qualhe akuma, e invece mi ritrovo a doverla ancora vivere tutta- sospirò, troncando la frase di botto.
Non voleva ammettere che aveva paura di rimanere sola. Adesso che tutto era finito, Yu avrebbe potuto benissimo scegliere di starsene per conto proprio, soprattutto dopo quello che era successo, e lei non avrebbe potuto far niente per fermarlo. Adesso lo capiva.
Sussultò quando sentì le dita del giapponese sfiorarle la benda che le circondava il fianco, visibile da sotto la casacca. Si schernì sorridendo –con tutto quel casino si era pure riaperta- sospirò –che fatica, senza l’innocence!-.

In un attimo si ritrovò stretta fra le braccia di Yu così forte che le mancò il fiato. Ricambiò l’abbraccio aggrappandosi alle sue spalle.
Rimasero immobili in quella posizione per un tempo indefinito, finchè Bethan non si decise e prese il coraggio a quattro mani.
Non potevano rimandare oltre, o si sarebbero persi per sempre, e lei non poteva permettere che succedesse senza far niente per evitarlo.
Si distanziò lievemente, poi gli prese il volto fra le mani e lo fissò negli occhi.
Pensò alla paura che aveva avuto di non poter vedere mai più quel blu profondo come il mare di notte.
Le venne in mente una vecchia frase letta in un libro.

“Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”.

Per lei era stato così: non poteva neppure immaginare come sarebbe stato vivere una vita intera senza di lui.
Prese fiato.
-Yu, cosa facciamo adesso?- mormorò.
Dopo una vita passata a porsi domande, non avrebbe mai pensato di trovarsi ad aver paura di una risposta.

Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi.
Da quando erano usciti da quel posto, non aveva più pensato a cosa avrebbe fatto dopo, quando all’euforia momentanea sarebbe subentrato lo smarrimento di una vita intera da smaltire.
Si era chiesto cosa avrebbe voluto fare, ma nella sua mente non aveva trovato altro che lei. In ogni luogo pensasse di andare, qualsiasi cosa pensasse di fare, lei era sempre presente, come una costante silenziosa ma impossibile da ignorare.
Fissò i suoi occhi, sereni ma al tempo stesso ansiosi. Era un’espressione che ancora non le aveva visto.
Aprì la bocca un paio di volte, ma entrambe le volte la richiuse.

“Ci sono cose per cui la nostra voce si rifiuta di funzionare, Yu Kanda”.

Le sue parole gli tornarono in mente; adesso capiva quanto avesse ragione.
Non aveva idea di come avrebbe condotto la sua vita, ma sapeva di volerla al suo fianco. Era l’unica certezza che aveva.
-Io… non vorrei che finisse qui, Yu-
La voce di Bethan gli arrivò come da molto lontano. Vide che lei lo stava ancora guardando.
-Neppure io lo voglio- mormorò –ma tu sei sicura?-
Lei lo fissò con uno sguardo smarrito –lo sono. Perché me lo chiedi?-
Yu prese fiato. Doveva togliersi quel peso dallo stomaco, o non sarebbe mai riuscito ad andare avanti.
-Ti ho quasi uccisa, Bethan- la voce gli uscì in un sussurro. Se pensava a quanto cìera andato vicino si sentiva ancora stringere lo stomaco.
Bethan sorrise –non sei stato tu. E’ stata Road, è stata la dark matter- si corresse. Aveva iniziato a prestare molta più attenzione al modo in cui parlava dei Noah, dopo essere stata nell’anima di Road.
Guardò quel sorriso, libero da tutto ciò che l’aveva semore oppresso, libero dalla dark matter e dall’innocence, e avrebbe voluto che fosse solo per lui. Lo disse, con una tristezza infinita nella voce.
Una mano gli sfiorò la guancia in una carezza –ma è solo per te, Yu. E anch’io lo sono, se lo vuoi- distolse lo sguardo, imbarazzata dalle proprie parole.
Avvertì il bisogno di stringerla, di starle vicino, di averla vicino.
Rinunciare a lei non era una scelta possibile. Appoggiò la testa sulla sua spalla.
-Non posso pensare ad un’altra vita senza di te. Ma non so se posso riuscirci- concluse. Si staccò da lei e ne studiò l’espressione.
Non era stupita, solo triste.
-Riuscire a far cosa, Yu?-
-A superare quello che ti ho fatto- mormorò. Bethan annuì –pensaci. Hai tempo- disse, sgusciando via dalle sue braccia e camminando lentamente verso la porta. Si soffermò un istante prima di uscire.
-Comunque, io parlavo sul serio- sussurrò, poi vide la domanda nei suoi occhi –prima che uscissi dalla barriera. Dicevo sul serio- uscì e si richiuse la porta dietro le spalle.
Yu fissò il blocco di legno per svariati minuti, dandosi migliaia di epiteti uno più sgradevole dell’altro.
Non era cambiato niente. Tutto ciò che riguardava i sentimenti continuava a rimanergli perfettamente oscuro.

---

Il sole splendeva sulla torre dell’Ordine, e le campane suonavano a festa.
La sala grande era addobbata con nastri e fiori bianchi, il lampadario scintillava in ogni sua candela, appeso al soffitto.
Miranda fece il suo ingresso nella navata, fiancheggiata da Bethan. Indossava un vestito bianco e lucente, con un lungo strascico, e il velo le copriva il volto arrivando quasi fino a terra.
Chiunque l’avesse conosciuta prima che entrasse all’Ordine, non vi avrebbe mai ritrovato l’impacciata, incapace Miranda che era abituato a vedere.
Bethan prese posto accanto all’altare, dal lato opposto di Yu. Gli sorrise, sbirciandolo per un momento, poi tornò a prestare attenzione alla cerimonia.
Lui, invece, continuò a guardarla. Una decisione sempre più azzardata, sempre più da aspirante suicida e sempre più allettante si stava facendo strada nella sua mente.
Komui pronunciò la formula dell’unione, e i due si scambiarono le fedi che i testimoni porsero loro.
Era il momento adatto: Bethan era davanti a lui, la mano a pochi centimetri dalla sua.
Adesso o mai più, pensò col cuore in gola.
Gli applausi appena nati si smorzarono immediatamente quando si schiarì la voce. Bethan gli lanciò una tale occhiataccia da far accagliare il latte appena munto, ma la sua espressione mutò quando le prese la mano.

Tutta la sala trattenne il respiro mentre Kanda, il testardo, acido, orgoglioso, bastardo Kanda, chinava un ginocchio a terra davanti a lei e le infilava al dito un cerchietto chiaro con una pietra blu che sfavillava nel mezzo.
-Ti prego- sussurrò soltanto, guardandola negli occhi.
Bethan scoppiò a piangere e a ridere insieme e gli saltò al collo, stringendolo forte.
Tutti i presenti iniziarono ad applaudire, e nella sala esplose un boato che fece tremare le pareti.
-Ti amo, Bethan. E’ questa l’unica cosa che conta- le sussurrò all’orecchio, infilando una mano fra i suoi capelli e attirandola a sé.
Miranda lanciò il bouquet, che finì dritto fra le braccia di Linalee, rossa come un ravanello. Allen le mise un braccio attorno alla vita, e miracolosamente Komui non lo minacciò di morte.
Il sole inondava la sala, filtrando attraverso le ampie vetrate.
Per il buio non c’era spazio, quel giorno, e tutti loro, dentro se stessi, giurarono che avrebbero fatto in modo che non ve ne fosse più.

---

-Allora? Avete deciso cosa fare?- Miranda si accarezzava il pancione, mentre assieme a Bethan si godeva gli ultimi raggi di sole autunnale seduta ai piedi di un grosso albero.
-Yu vuole tornare in Giappone per un po’, e io penso di seguirlo- disse lei, tormentando un filo d’erba –non ho nessun posto in cui tornare, quindi vedrò di crearmene uno- sorrise, appoggiando un mano sulla pancia di Miranda –ma non ci schioderemo di qui finchè non sarà nata. A proposito, e il nome?- chiese. L’altra sorrise –potrà sembrarti strano, ma dopo tutto quello che ci hai raccontato pensavamo di chiamarla Road. Cosa ne pensi?- la fissò titubante, ma Bethan fece un gran sorriso –mi sembra un’ottima idea. Cercate di farla venir su un po’ più docile della precedente, però!- ridacchiò, ma tornò subito seria –sai, quando ci penso mi chiedo se non avrei potuto salvarla, in qualche modo. Alla fine è stata lei a salvare me- mormorò. Miranda le strinse affettuosamente una mano –è stata una sua scelta- disse –nel profondo del cuore doveva volerlo davvero, o non l’avrebbe mai fatto- Bethan annuì pensierosa.
-Voi cosa pensate di fare, poi?- chiese.
-I genitori di Marie vivono in Inghilterra. Andremo a vivere là per un po’- un sorriso triste le si accese sul volto –mi sa che non riusciremo a vederci spesso…- mormorò, ma Bethan la abbracciò ridacchiando –questo dipenderà solo ed esclusivamente da quanto a lungo riuscirò a sopportare la soba!- esclamò, facedola scoppiare a ridere.
-In ogni caso, ci aspetta ancora un matrimonio, te ne sei scordata?- Miranda cercò di frenare l’accesso di risa e annuì –per quando è previsto?- chiese.
-Per quando nascerà Road. Vorrebbero che ci fosse anche lei- rispose Bethan sorridendo –Allen e Linalee. Una coppia ovvia- ridacchiò –li ho sempre visti insieme, fin dal primo giorno- Miranda non potè far altro che assentire, e così continuarono chiacchierando.
L’orizzonte si tinse d’arancio, mentre si avviavano verso l’entrata. Marie le stava aspettando lì, ansioso come non mai. Bethan fece una finta smorfia di sopportazione –santo cielo, Mir! Ti ho solo fatto fare una passeggiata, non una corsa ad ostacoli!- Miranda rise.
-Ehi, che avete da ridere?- Marie avanzava verso di loro, che ridacchiarono ancora più forte.
Si salutarono contente.

---

-Lavi?- Allen si avvicinò al rosso che guardava il tramonto dalla sommità della torre. Il vento gli scompigliava i capelli.
-Mh?- fece quello, distogliendo appena lo sguardo –che c’è?- l’altro si sedette accanto a lui.
-Aspetterai almeno il matrimonio, prima di partire?- domandò, girandosi a guardarlo. Lavi gli lanciò un’occhiata stupita –ma certo che aspetterò il matrimonio! E poi, chi ti ha detto che voglio partire, scusa?-
Allen sospirò –Lavi, ormai ci conosciamo da anni. Non riesci più a ingannarmi, te lo leggo negli occhi- disse. Il rosso scosse la testa –incredibile. Sei sempre sembrato più saggio di me pur essendo più piccolo. Sarà per via di questi capelli bianchi, lo chiamano invecchiamento precoce- scherzò. Allen gli fece una linguaccia.
-Riuscirai a dimenticarla?- chiese. Nonostante Lavi si fosse arreso, non c’erano dubbi sul fatto che per lui Bethan rimanesse una persona speciale. Era stato per lei che aveva scoperto di non poter chiudere fuori le emozioni.
-Dovrò farlo, prima o poi. Non sono così disperato, tranquillo- strizzò l’unico occhio verde smeraldo –ho solo bisogno di viaggiare un po’, per capire cosa voglio fare- disse –avrò tutto il tempo di riprendermi. Una vita è lunga- mormorò, tornando a guardare l’ultimo bagliore rossastro del sole che scompariva.
Allen non disse più niente.

---

Sentì bussare piano alla porta.
-Posso?- Bethan osservava con sguardo critico tutto il marasma sparso in mezzo alla sua stanza, mentre cercava di preparare qualcosa di almeno grossolanamente simile ad una valigia.
-Ma dove la tenevi tutta questa roba, Yu? La tua stanza sembrava sempre vuota!- esclamò, raccogliendo una pila di magliette e piegandole in maniera impeccabile.
Una volta che ebbero finito e la camera fu tornata ad un aspetto quasi vivibile, Bethan si buttò sul letto, soddisfatta.
-Come sta Miranda?- chiese lui, sedendosi.
-Oh, lei sta benissimo, ma Marie è ansioso all’ennesima potenza!- ridacchiò.
-Non dirlo a me- sbuffò Yu –credo che pensi che tu la porti a scalare sequoie o roba del genere- Bethan scoppiò a ridere, e lui si sentì arrossire.
Continuava a detestare quella sensazione, ma era abituale quando stava con lei.
-Sai, non vedo l’ora di partire- disse lei ad un tratto, guardando il sole che calava piano all’orizzonte.
-Sul serio?-
Annuì –si. Non sai quante volte negli ultimi mesi sono arrivata a sognare una cosa simile- mormorò. Kanda sospirò, mettendole un braccio attorno alle spalle e tirandola a sé.
-Anch’io- disse. Lei lo guardò in silenzio.
-Pensavo che avrei trascorso la mia esistenza come ho sempre fatto. Da solo- continuò, assorto –ma adesso sarebbe peggio che morire- Bethan si girò nel suo abbraccio, appoggiando la testa contro il suo petto.

Sarebbe una bugia dire che rimasero immobili come sculture, perché entrambi avevano eliminato ghiaccio e pietra dai loro cuori. Si cercarono, così come si cerca chi per lungo tempo ha vissuto su una linea retta, senza mai incrociare nient’altro.
Si cercarono come la terra cerca l’acqua, per far crescere le rarici dei propri figli; si cercarono come l’acqua cerca la terra, per trovare un appiglio a cui aggrapparsi.

Fine.

Note dell'Autrice:

Oddio, oddio, oddio.
Non ci credo. E' finita davvero.

T______________________________________________T

Non pensavo potessi deprimermi in questa maniera ç______ç

Grazie a tutti coloro che hanno letto, seguito e commentato la mia fanfiction, spero davvero che vi sia piaciuta... è quanto di più lungo io abbia mai scritto finora, sebbene i capitoli sembrassero corti, in tutto sono 90 pagine!

Tornerò presto con altri esperimenti deliranti, ma a questa storia ci tenevo particolarmente, perchè mi sono proprio affezionata ai personaggi così come li ho descritti... mi ha preso un po' di mesi, quindi pure il tempo per pensarci non è mancato.

Ancora grazie a tutti, anche a chi la leggerà, i commenti saranno sempre ben accetti ^^

Un bacio enorme *_______*

Un ringraziamento in particolare a Hellie_ (che mi ha pure dedicato una ff ç__ç <3) e a Sherly, mie accanite sostenitrici *____*
   
 
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