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Autore: Iulia_    30/12/2010    4 recensioni
Il veleno di Romeo non è così rapido come il povero innamorato spera e ha tutto il tempo di vedere Giulietta destarsi ma...
Il delirio di una notte ossessiva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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romeo

A Romeo, che stanotte ha ossessionato il mio sonno.

Giulietta

 

 

Le ultime parole.

Sono state le mie ultime parole.

Tu, Giulietta, giaci qui bella come quando ti amai.

Eppure non sei più qui.

Il tuo corpo, la tua bellezza sono ancora qui, ma quanto io più amo non c’è più.

La tua anima, mio giovane amore.

La Morte è riuscita ad attrarla a sé.

Oh, ma combatterò persino con la Terribile Signora e mi riprenderò quanto mi appartiene, quanto mi spetta di diritto.

Giulietta Capuleti è mia.

Mia.

Giulietta Capuleti appartiene a Romeo Montecchi.

Ti accarezzo i capelli un’ultima volta.

Sei così bella.

Troppo bella per camminare su questa terra di male.

Ebbene, sarò costretto a raggiungerti: se vivere con te vuol dire abbandonare questo mondo per un altro non ho alcuna obiezione.

La mia vita passa attraverso te, la mia cicatrice, il mio dolore, la mia sola verità.

Non voglio morire.

Voglio vivere.

Non voglio morire.

Ma non posso fare altro se non amarti e amarti vuol dire seguirti in un regno a me ancora ignoto.

Per poco, mio giovane amore.

Presto saremo di nuovo insieme.

Puoi sentire la mia mano che stringe la tua?

È così che morirò, mio giovane amore: stringendo la tua mano gelida, prendendo quel gelo e lasciando che invada anche il mio cuore.

Sarai l’ultima cosa che i miei occhi vedranno.

Mi riempio di te, del tuo viso, della morbidezza delle tue labbra, del corvino dei tuoi capelli intrecciati di rose bianche.

Vorrei vedere i tuoi occhi scuri, ma non li aprirai per me, vero?

Vero?

Non concederai al tuo Romeo la gioia di vederli ancora spalancati e vivi, vero?

Vero?

Oh, ho capito.

Vuoi che li veda illuminati da una nuova luce, mio giovane amore.

Hai ragione.

È arrivato il momento di vederli di nuovo.

Stringo più forte la tua mano.

Chiudo gli occhi.

Ho paura.

Ma tu sei lì ad attendermi, vero?

Non sei già scappata senza aspettare il tuo Romeo, vero?

Vero?

No, non lo faresti mai.

Stringo più forte la tua mano.

Tutto quello che amo sta per morire.

Bevo il veleno, mio giovane amore.

Oh, aveva ragione lo speziale, mio giovane amore!

Uccide in fretta!

Sarò presto con te, mio giovane amore!

Gli occhi si spalancano per un dolore sordo mentre scivolo e la mia presa si allenta.

Li fisso su di te…

Ma perché stai sorridendo?

Non sorridere.

Non devi sorridere.

Ti credevo spenta con me, Giulietta.

Per favore, non sorridere.

Io sono paralizzato e tu sei ancora viva.

Che gioco è la vita?

Che triste gioco è la vita?

Ma perché continui a sorridere?

Con chi stai parlando?

Perché stai parlando?

Cosa stai dicendo?

Perché non posso sentire la tua voce?

Per favore, non parlare.

Io sono paralizzato, e tu sei ancora viva.

Che gioco hai giocato, Giulietta?

Mi guardi.

Ma perché mi stai guardando?

Non mi guardare.

Non mi devi guardare.

Ti credevo spenta con me, Giulietta.

Per favore, non mi guardare.

Io sono paralizzato e tu sei ancora viva.

Ti sei lanciata su di me.

E piangi.

E urli.

E mi stringi.

E mi baci.

E parli.

Ma io non sento niente.

Niente, mio giovane amore.

Io sono paralizzato e tu sei ancora viva.

Cosa hai fatto?

Cosa ho fatto?

Cosa abbiamo fatto?

Cosa stai facendo?

Cosa vuoi dal mio pugnale?

No.

No.

NO!

Sono morto.

Per la seconda volta.

E sei sempre tu ad uccidermi, mio giovane amore.

Cattiva, non mi hai nemmeno tenuto la mano.

Era così difficile da capire?

Desideravo morire stringendoti la mano.

C’è freddo, Giulietta.

Il tuo corpo, il tuo sangue non mi riscaldano.

Il gelo è dentro di me, mio giovane amore.

Sento la vita fuggire con le lacrime che sento scorrere calde sulle mie guance.

Gli occhi sono fissi su di te…

Ma perché i tuoi si muovono ancora?

Non muoverli.

Non devono muoversi.

Per favore, non muoverli.

Ti credevo spenta, Giulietta.

Io sono paralizzato e tu sei ancora viva.

<< Romeo… >>

È la tua voce, mio giovane amore?

Mi stai chiamando?

Sei stata tu a squarciare il silenzio della morte?

La vita fugge anche da te, mio giovane amore.

<< Ho paura… >>

Non averne.

Sono qui.

Andremo insieme.

Mi prendi la mano.

Lo sento.

La stringi forte.

E chiudiamo gli occhi insieme.

Era così difficile da capire.

Desideravo morire stringendo la tua mano.

 

 

 

 

 

 

The balcony

Buon giorno. Forse vi avrò stupito con un testo del genere, ma, credetemi, sono stata costretta a scriverlo. Ieri notte, prima di addormentarmi, ho per caso trovato una canzone: Juliet, dei Sonata Artica. Un po’ particolare, molto lunga, non credo di un genere che tutti possono trovare gradevole. Ebbene, un verso mi ha profondamente colpita:

I’m paralyzed  and you are still alive.

 

È stato come se queste parole si fossero incise sul mio cuore, scavando sempre più a fondo.

Stanotte Romeo è venuto da me e mi ha ossessionata.

Ho dovuto scrivere. Mi spiace se vi ho annoiati, se sono stata prolissa e ripetitiva, se non vi sono piaciuta.

Dovevo scrivere.

Dovevo scrivere di un’ossessione.

Se avete domande, fatele.

Se avrò una risposta ve la darò.

Recensite, criticate pure se ne avete voglia.

Non è necessario.

Queste poche parole sono destinate a Romeo.

 

   
 
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