A
Romeo, che stanotte ha ossessionato il mio sonno.
Giulietta
Le
ultime parole.
Sono
state le mie ultime parole.
Tu,
Giulietta, giaci qui bella come quando ti amai.
Eppure
non sei più qui.
Il
tuo corpo, la tua bellezza sono ancora qui, ma quanto io più
amo
non c’è più.
La
tua anima, mio giovane amore.
La
Morte è riuscita ad attrarla a sé.
Oh,
ma combatterò persino con la Terribile Signora e mi
riprenderò
quanto mi appartiene, quanto mi spetta di diritto.
Giulietta
Capuleti è mia.
Mia.
Giulietta
Capuleti appartiene a Romeo Montecchi.
Ti
accarezzo i capelli un’ultima volta.
Sei
così bella.
Troppo
bella per camminare su questa terra di male.
Ebbene,
sarò costretto a raggiungerti: se vivere con te vuol dire
abbandonare questo mondo per un altro non ho alcuna obiezione.
La
mia vita passa attraverso te, la mia cicatrice, il mio dolore, la
mia sola verità.
Non
voglio morire.
Voglio
vivere.
Non
voglio morire.
Ma
non posso fare altro se non amarti e amarti vuol dire seguirti in
un regno a me ancora ignoto.
Per
poco, mio giovane amore.
Presto
saremo di nuovo insieme.
Puoi
sentire la mia mano che stringe la tua?
È
così che morirò, mio giovane amore:
stringendo la tua mano gelida, prendendo quel gelo e lasciando che
invada anche
il mio cuore.
Sarai
l’ultima cosa che i miei occhi vedranno.
Mi
riempio di te, del tuo viso, della morbidezza delle tue labbra,
del corvino dei tuoi capelli intrecciati di rose bianche.
Vorrei
vedere i tuoi occhi scuri, ma non li aprirai per me, vero?
Vero?
Non
concederai al tuo Romeo la gioia di vederli ancora spalancati e
vivi, vero?
Vero?
Oh,
ho capito.
Vuoi
che li veda illuminati da una nuova luce, mio giovane amore.
Hai
ragione.
È
arrivato il momento di vederli di
nuovo.
Stringo
più forte la tua mano.
Chiudo
gli occhi.
Ho
paura.
Ma
tu sei lì ad attendermi, vero?
Non
sei già scappata senza aspettare il tuo Romeo, vero?
Vero?
No,
non lo faresti mai.
Stringo
più forte la tua mano.
Tutto
quello che amo sta per morire.
Bevo
il veleno, mio giovane amore.
Oh,
aveva ragione lo speziale, mio giovane amore!
Uccide
in fretta!
Sarò
presto con te, mio giovane amore!
Gli
occhi si spalancano per un dolore sordo mentre scivolo e la mia
presa si allenta.
Li
fisso su di te…
Ma
perché stai sorridendo?
Non
sorridere.
Non
devi sorridere.
Ti
credevo spenta con me, Giulietta.
Per
favore, non sorridere.
Io
sono paralizzato e tu sei ancora viva.
Che
gioco è la vita?
Che
triste gioco è la vita?
Ma
perché continui a sorridere?
Con
chi stai parlando?
Perché
stai parlando?
Cosa
stai dicendo?
Perché
non posso sentire la tua voce?
Per
favore, non parlare.
Io
sono paralizzato, e tu sei ancora viva.
Che
gioco hai giocato, Giulietta?
Mi
guardi.
Ma
perché mi stai guardando?
Non
mi guardare.
Non
mi devi guardare.
Ti
credevo spenta con me, Giulietta.
Per
favore, non mi guardare.
Io
sono paralizzato e tu sei ancora viva.
Ti
sei lanciata su di me.
E
piangi.
E
urli.
E
mi stringi.
E
mi baci.
E
parli.
Ma
io non sento niente.
Niente,
mio giovane amore.
Io
sono paralizzato e tu sei ancora viva.
Cosa
hai fatto?
Cosa
ho fatto?
Cosa
abbiamo fatto?
Cosa
stai facendo?
Cosa
vuoi dal mio pugnale?
No.
No.
NO!
Sono
morto.
Per
la seconda volta.
E
sei sempre tu ad uccidermi, mio giovane amore.
Cattiva,
non mi hai nemmeno tenuto la mano.
Era
così difficile da capire?
Desideravo
morire stringendoti la mano.
C’è
freddo, Giulietta.
Il
tuo corpo, il tuo sangue non mi riscaldano.
Il
gelo è dentro di me, mio giovane amore.
Sento
la vita fuggire con le lacrime che sento scorrere calde sulle
mie guance.
Gli
occhi sono fissi su di te…
Ma
perché i tuoi si muovono ancora?
Non
muoverli.
Non
devono muoversi.
Per
favore, non muoverli.
Ti
credevo spenta, Giulietta.
Io
sono paralizzato e tu sei ancora viva.
<<
Romeo… >>
È
la tua voce, mio giovane amore?
Mi
stai chiamando?
Sei
stata tu a squarciare il silenzio della morte?
La
vita fugge anche da te, mio giovane amore.
<<
Ho paura… >>
Non
averne.
Sono
qui.
Andremo
insieme.
Mi
prendi la mano.
Lo
sento.
La
stringi forte.
E
chiudiamo gli occhi insieme.
Era
così difficile da capire.
Desideravo
morire stringendo la tua mano.
The
balcony
Buon
giorno. Forse vi avrò stupito con un testo del
genere, ma, credetemi, sono stata costretta a scriverlo. Ieri notte,
prima di
addormentarmi, ho per caso trovato una canzone: Juliet, dei Sonata
Artica. Un po’
particolare, molto lunga, non credo di un genere che tutti possono
trovare
gradevole. Ebbene, un verso mi ha profondamente colpita:
I’m
paralyzed and you
are
still alive.
È
stato come se
queste parole si fossero incise sul mio cuore, scavando sempre
più a fondo.
Stanotte
Romeo è venuto da me e mi ha ossessionata.
Ho
dovuto scrivere. Mi spiace se vi ho annoiati, se
sono stata prolissa e ripetitiva, se non vi sono piaciuta.
Dovevo
scrivere.
Dovevo
scrivere di un’ossessione.
Se
avete domande, fatele.
Se
avrò una risposta ve la darò.
Recensite,
criticate pure se ne avete voglia.
Non
è necessario.
Queste
poche parole sono destinate a Romeo.