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Autore: Elelovett    30/12/2010    6 recensioni
Questa storia è ambientata circa un anno prima lo scherzo delle mutande e la litigata tra Lily e Severus.
«Non crederete che quel ridicolo Mocciosus le abbia già chiesto di andare al ballo con lui, vero?»
[...] Gliel’avrebbe fatta pagare, ad ogni costo. Mancava un mese al ballo e Severus aveva tutto il tempo per preparare una Pozione Polisucco: non sapeva se avrebbe funzionato né cosa sarebbe potuto succedere, ma voleva la sua occasione con Lily e non avrebbe mai permesso a quel Potter di rovinare tutto ancora una volta.

In una magica serata Severus scopre che forse tutto è possibile, persino una chance con Lily Evans, che non ha mai dimenticato. Ed è disposto ad andare al ballo della scuola nelle vesti di James Potter pur di riuscirci.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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So this is Happiness
 


Da quando aveva cominciato ad avvicinarsi a quel Potter e alla sua banda non aveva più avuto neanche uno sguardo per lui: povero, insignificante Severus. Perché ci stava ancora così male? Davvero pensava che Lily Evans sarebbe sempre rimasta al suo fianco? Lui, tetro e silenzioso, un’ombra accanto alla luce più splendente che Hogwarts avesse mai ospitato…Come poteva funzionare? Eppure pensava davvero che sarebbero rimasti insieme per sempre: quando quel primo giorno sull’Espresso per Hogwarts l’aveva difeso di fronte a quei quattro idioti si era sentito un dio, e per tutta la cerimonia del Cappello aveva sperato che niente sarebbe cambiato.
Poi quella parola: Grifondoro. Fu allora che davvero la perse, questo lo realizzò qualche anno più tardi. Quando vedersi fu sempre più difficile, quando Lily cominciò a ridere alle battute di quel Black e quando cominciò a uscire con James Potter e i suoi amici…Lentamente Severus smise di cercarla, evitò il suo sguardo nella Sala Grande e, sebbene tenesse d’occhio tutta la banda, cercò di scambiare con lei solo poche parole. Sì, sapeva che Lily l’avrebbe giudicato freddo e insensibile, ma sapeva anche che già si era stancata di lui e che questo avrebbe solo facilitato le cose; eppure lei non era fredda con lui, tentava sempre di scambiare qualche parola, gli sorrideva e qualche volta lo aspettava di fronte alla Sala Grande per parlargli o chiedergli una cosa qualunque. Tuttavia non erano amici, non più come prima almeno, e di questo si erano accorti entrambi.

Frequentavano il quarto anno a Hogwarts quando l’insegnante di Incantesimi, il professor Mustachio, decise di andare in pensione e il preside organizzò una grande festa d’addio che gli studenti trasformarono già dai primi avvisi nel ballo annuale della scuola. Severus odiava ballare e soprattutto sapeva che non avrebbe potuto invitare lei, perciò non vedeva perché sarebbe dovuto andare; tuttavia un giorno, rimasto solo nell’aula di pozioni mentre armeggiava nell’armadio per riporre un barattolo di bezoar, sentì entrare qualcuno e rimase accovacciato deciso ad ascoltare: erano proprio James, Sirius e Remus.

«Allora James dove hai lasciato questo libro?» sentì chiedere Sirius.

Un rumore di passi verso un banco.

«Qui, te l’avevo detto!»

«Beh, credevo che fosse una scusa per trovare da sola la Evans…»

«Cosa? Ma smettila, è uscita per prima!»

«Ah, ora spii i suoi movimenti eh?» chiese Remus maliziosamente.

Severus strinse la presa sulla bacchetta che aveva nella tasca.

«Non mi serve spiarla, stasera glielo chiederò…»

«E credi che ti dirà di sì?»

«Lo spero! Con chi altri dovrebbe andare?»

Silenzio spezzato da risatine, Severus trattenne il fiato. Ma fu James a parlare.

«Non crederete che quel ridicolo Mocciosus le abbia già chiesto di andare al ballo con lui, vero?»

«Anche se l’avesse fatto Lily non avrà certo accettato! Aspetta te, Romeo!» esclamò Sirius ridendo.

I ragazzi continuarono a prendersi in giro uscendo, mentre Severus riprendeva a respirare regolarmente e si lasciava scivolare lungo l’armadio. Gliel’avrebbe fatta pagare, ad ogni costo.
Mancava un mese al ballo e Severus aveva tutto il tempo per preparare una Pozione Polisucco: non sapeva se avrebbe funzionato né cosa sarebbe potuto succedere, ma voleva la sua occasione con Lily e non avrebbe mai permesso a quel Potter di rovinare tutto ancora una volta.
Come previsto James ottenne un sì e Severus dovette sorbirsi gomitate e sguardi maliziosi fra i membri della banda per intere lezioni.
Il pomeriggio del fatidico giorno il ragazzo incontrò Lily sulle scale, sola. Si sentì arrossire e consapevole del suo solito pallore cercò di tenere il viso basso, ma la ragazza aveva già intercettato il suo sguardo:

«Ehi Sev, è un po’ che non ci parliamo, come va?»

«Mm…Tutto benissimo Lily.»

«Bene! Complimenti per il tuo ultimo Eccellente in Difesa contro le Arti Oscure!»

«Oh, ehm…Grazie.»

«Stasera vieni al ballo?»

Ecco la domanda, se l’aspettava.

«No, non mi piace ballare.»

«Questo lo so, ma non vorrai perderti l’illuminante discorso del professor Mustachio!»

A quel punto Lily scoppiò a ridere facendo ondeggiare la sua chioma rossa. Dio com’era bella, Severus non poteva fare a meno di guardarla.

«Davvero" riprese lei «è un peccato che tu non venga, Sev. Pensaci! Ti divertiresti.»

Non lo pensava davvero però voleva essere gentile, ma Severus non sapeva se apprezzare questa piccola cortesia.

«Davvero Lily, non ci tengo a mettermi in ridicolo davanti a tutti. Ma capisco che tu sia contenta, in fondo hai il tuo cavaliere. Divertiti.»

E detto questo scese a due a due i gradini, mentre la ragazza lo guardava andarsene senza dire nulla.

Nel dormitorio non era rimasto più nessuno, così Severus poté tirare fuori il pentolone di Pozione Polisucco inosservato. Di solito lo preparava quando tutti i suoi compagni di stanza erano in cortile e lo lasciava bollire nell’angolo tra il muro e il suo letto, nascosto dal pesante baule nero; nessuno si era mai accorto di niente perché nessuno parlava ma con lui o osava anche solo guardare dalla sua parte, nemmeno Mulciber e Avery che lo consideravano solo fuori dalla Sala Comune. Mescolò un’ultima volta chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta; lo sguardo ricadde su una vecchia foto Babbana che aveva scattato a Lily quando erano bambini e che ogni tanto ritirava fuori per ricordare quei giorni felici. Sì, faceva la cosa giusta.
Ovviamente sarebbe stato difficile trovare Potter da solo e non accerchiato da quei tre guastafeste, perciò Severus aveva escogitato un piano: aveva fatto trovare a James un biglietto imitando la calligrafia di Lily dove gli chiedeva di trovarsi poco prima del ballo al terzo piano. Potter, pensando che Lily volesse dirgli qualcosa di importante, non sospettò che ci fosse lo zampino di Piton e mezz’ora prima del ballo si fece trovare al terzo piano: il biglietto specificava che dovesse andare da solo e che non rivelasse a nessuno dei suoi amici dell’appuntamento, così si ritrovò in un corridoio buio e deserto mentre tutta la scuola si stava avviando nella Sala Grande. Severus era nascosto nell’ombra e quando sentì il ragazzo avvicinarsi mormorò:

«Pietrificus Totalus!»

James si bloccò e cadde rigido a terra, mentre Severus compiaciuto gli sfilava gli occhiali nel buio. Questa sì che era una giusta vendetta per lo scherzetto della Stamberga Strillante! Era certo che, una volta tornato in sé, Potter non avrebbe potuto dire chi fosse l’artefice dello scherzo dato che tutta la scena si era svolta nella più completa oscurità. Prima di andarsene il Serpeverde strappò un ciuffo di capelli al ragazzo e poco dopo, nel dormitorio, lo versò nella pozione.
La sola idea di bere una parte di Potter lo disgustava, ma doveva farlo: indossò il suo vestito da festa che mai avrebbe pensato gli sarebbe servito e che di certo non gli si addiceva, ma addiceva a James e di conseguenza sarebbe stato bene anche a Severus una volta trasformato.
Era il momento: Severus si avvicinò al calderone e prese riluttante il cucchiaio pieno di sbobba grigiastra per poi portarselo alla bocca. Il sapore era disgustoso e la tentazione di vomitare era forte ma Piton si gettò sul letto stringendosi la pancia e pregando che quell’agonia finisse, mentre sentiva la propria faccia contorcersi e tutto il suo corpo irrobustirsi. Il dolore finì all’improvviso e il ragazzo aprì gli occhi; si accorse subito che non vedeva bene e si mise gli occhiali. Di fronte allo specchio non c’era più il ragazzino dai capelli unti e il naso adunco ma un aitante giovanotto dai capelli scuri spettinati e due occhi color nocciola. Severus ebbe una strana voglia di prendersi a pugni, poi però scoppiò a ridere come non faceva da anni: sì, era strano essere il suo peggior nemico.

La Sala Grande era piena di gente, i tavoli erano scomparsi e il soffitto rivelava un magnifico cielo stellato: neanche il Ballo del Ceppo sarebbe stato così bello. In fondo alla sala era stato montato un piccolo palco su cui erano sistemate le sedie del preside e del professor Mustachio, che nessuno considerava sebbene la festa fosse sua. Ai lati era stato allestito un ricco banchetto e ragazzi e ragazze chiacchieravano ansiosi di ballare.

«Ehi Lily, ancora non si è visto James?» chiese Sirius passando accanto ad una Lily alquanto scocciata.

La ragazza mugugnò qualcosa e distolse lo sguardo: come poteva essere in ritardo anche quel giorno? Il professor Mustachio chiese l’attenzione dei ragazzi e cominciò il proprio discorso ma non si può certo dire che nella sala ci fosse silenzio. In quel momento entrò Severus, imbarazzatissimo ma deciso a mascherare la sua solita goffaggine; si intimorì quasi quando alcuni gruppi di ragazze e ragazzi lo salutarono allegramente. Salutavano James, non lui. Ma in quel momento smise di pensare a Potter e per un attimo si sentì al centro dell’attenzione, un ragazzo come tutti gli altri: era meraviglioso.
Il professore finì il discorso tra gli applausi generali e si aprirono le danze. Severus cercava Lily con lo sguardo senza vederla, quando Lupin gli passò accanto con una ragazza a braccetto:

«Ehi James, ma dove ti eri cacciato? Lily è su tutte le furie! Beh, io mi butto in pista, buona fortuna!»

Severus non ebbe il tempo di rispondere e lo vide sparire tra la folla. Che Lily fosse davvero arrabbiata? Si fece largo tra gli altri studenti e poi la vide: era bellissima mentre si guardava intorno impaziente, il lungo abito di seta bordeaux che le ricadeva lungo i fianchi lasciandole le spalle scoperte e i capelli raccolti in uno chignon e lasciati cadere per metà lungo la schiena. Severus trattenne il fiato e si sentì avvampare, il cuore gli batteva a mille e temeva che tutti lo potessero sentire. Lily si voltò e lo vide, la sua espressione cambiò: era visibilmente colpita, ma non sembrava arrabbiata.

«James…» disse avvicinandosi «Oddio, sei…Elegante!»

Aveva finito la frase con un grande sorriso. Severus parlò con una voce che non era certo la sua:

«E tu sei bellissima.»

A Lily scintillarono gli occhi:

«Bene, visto che sei in vena di galanterie ti perdono il mostruoso ritardo…Vieni, beviamo qualcosa»

Trascinò Severus verso il banchetto mentre il ragazzo avvampava sempre di più e camminava a fatica. La ragazza prese due burrobirre e gliene porse una che il Serpeverde mandò giù tutta d’un fiato, chiaramente nervoso. Lily rise e guardò la pista da ballo, mentre Severus cercava qualche frase spiritosa da dire…Accidenti, era difficile essere un Potter!

«Tremendo il discorso del vecchiaccio, eh?» tentò di dire con la voce più sfacciata e strafottente che gli riusciva.

Lily lo guardò in tralice chiedendo:

«Come hai detto?»

Severus si pentì subito e tentò di correggersi:

«Sì, insomma…Banale!»

Lily sorrise:

«Ma se sei arrivato alla fine! E poi da quando in qua ascolti i sermoni dei professori?»

Severus finì la sua burrobirra con il viso del colore del vestito di Lily. Una ragazza si avvicinò ai due:

«Lily, James! Siete magnifici insieme, sapete? Ma che fate, non ballate?»

La rossa fece spallucce:

«Ancora non ci buttiamo nella mischia. E poi stasera James è in vena di dissertazioni.»

Severus arrossì se possibile ancora di più ed esclamò:

«Ma no, ma no…Risento dell’assenza di Black, ehm, Sirius! Lui di solito mi appoggia nelle mie battute!»

La ragazza rise e salutò la coppia per dirigersi verso l’angolo dei salatini. Lily sembrava pensierosa.

«Va tutto bene?» le chiese Severus in un tono serio, troppo serio per essere James.

La ragazza ne fu colpita e lo guardò negli occhi con una strana espressione:

«Sì, stavo solo pensando. Tutto bene, davvero.»

Severus sentì l’impulso di prendere le sue mani nelle proprie ma il nuovo aspetto da Potter non poteva vincere la sua naturale timidezza.
La musica era cambiata, era iniziato un lento. Tutte le coppie cominciarono a ballare, le ragazze strette ai loro accompagnatori socchiudevano gli occhi e assaporavano quei dolci momenti di felicità. Severus capì che non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione e in un impeto di coraggio strinse la mano di Lily.

«Vuoi ballare?»

La ragazza arrossì e fece cenno di sì con la testa, così il Serpeverde la condusse lentamente al centro della pista. Aveva mentito dicendo che non sapeva ballare: in realtà non era del tutto incapace e sapeva ballare i lenti più che decentemente, il suo unico problema era la timidezza. In quel momento il tempo sembrava essersi fermato, solo la musica andava avanti, le altre coppie erano scomparse e Piton vedeva solo il viso di Lily che lo guardava sommessamente con i suoi enormi occhi smeraldini. Concentrandosi su di lei la sua paura svanì e il ragazzo la prese per i fianchi mentre lei gli circondava le spalle con le braccia e iniziavano a muovere i primi passi.

Il paradiso dev’essere così.

Piton continuava a ripeterselo mentre dondolava stretto alla ragazza che amava; Lily non lo guardava, aveva inclinato la testa di lato e sembrava felice di essere cullata dalla melodia e di trovarsi lì con lui. Severus, essendo adesso più alto di lei, riusciva a vederle solo la chioma rossa e istintivamente sorrise socchiudendo gli occhi. Che gli importava del resto del mondo? Il soffitto sarebbe potuto crollare e lui avrebbe continuato a tenere Lily stretta a sé, perché lei era il suo destino e quel momento avrebbe dovuto durare in eterno. Lei, la bambina che faceva magie sull’altalena e che lo ascoltava raccontarle storie di maghi, lo aveva amato così com’era, non lo aveva disprezzato come tutti gli altri. Erano due anime affini e Severus lo sentiva ora più che mai, mentre avvicinava il mento ai suoi capelli. Era perfetta e lui l’amava, l’amava più di chiunque altro, e allora perché non era stato capace di tenerla con sé? Ora poteva, poteva!
Si fermò e le alzò il viso toccandole il mento; Lily lo guardò negli occhi con un’aria sognante e curiosa allo stesso tempo. La sua Lily e i suoi grandi occhi verdi…
Avvicinò il proprio viso a quello di lei e senza che nessuno dei due dicesse una parola la baciò.

Un bacio.

Lily.

Stava baciando Lily Evans.

Così sarebbe dovuto essere.

Aveva aspettato anni e adesso finalmente l’aveva baciata.

Le loro labbra rimasero attaccate per un po’, a Severus parvero ore ma forse fu solo un minuto: allora questa era la felicità. Dopo un po’ Lily si allontanò dolcemente da lui e gli sorrise. Fu allora che pronunciò quel nome.

«James…»

Il sorriso scomparve dal volto di Severus e per un attimo anche la musica sembrò scomparire. Come se qualcuno lo stesse trascinando brutalmente via da un sogno Severus sentì svanire il tepore che lo aveva accompagnato in quegli ultimi minuti e vide il volto di Lily farsi più nitido. Fu come una pugnalata allo stomaco e la sala cominciò a vorticargli intorno mentre strane fitte lo assalivano all’altezza dei polpacci. James. Lily aveva baciato James, non lui. Quel bacio per Lily aveva significato qualcosa, ma non con lui, con James. Stava pensando a Potter, amava Potter e non lui. Non l’avrebbe baciato e non avrebbe ballato con lui se avesse saputo che era Piton. James James James…Tutti avevano visto che aveva baciato James, questa in fondo era la realtà.
Severus indietreggiò con aria alquanto sconvolta, mentre Lily assumeva un’espressione preoccupata.

«James, ti senti bene?»

Sirius, che ballava lì vicino con un’altra ragazza, notò la scena e smise di danzare guardando sorpreso l’amico. Lily non riusciva a capire: aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Severus non riusciva più a guardarla negli occhi, inoltre sentiva che gli effetti della pozione stavano svanendo; senza dire una parola fuggì dalla Sala Grande lasciando Lily incredula e ferita.

Stupido stupido stupido! Si era illuso un’altra volta!

Disperato, Severus si rifugiò nel bagno degli uomini gettandosi letteralmente su un lavandino. Aprì l’acqua e la lasciò scorrere un po’ mentre respirava affannosamente, poi si bagnò il viso sentendo sotto le dita un ben noto naso adunco. Quando guardò il proprio volto riflesso nello specchio si accorse che era tornato ad essere Severus e, come in una nota favola Babbana, l’incantesimo era finito e il giovane che ballava con la fanciulla dei suoi sogni in mezzo alla sala era tornato ad essere un’ombra ricoperta di stracci. Tutto finito, Severus. Grosse lacrime gli rigavano le guance e non se n’era neanche accorto.
Aveva ricevuto il suo primo bacio e sarebbe dovuta essere la serata più magica di tutta la sua triste esistenza, invece si sentiva a pezzi e il suo unico desiderio era quello di sparire dalla faccia della terra. Come avrebbe potuto guardare di nuovo Lily negli occhi o sopportare ancora James Potter? Guardò gli occhiali che gli erano rimasti in mano ma non lo sfiorò neppure il pensiero di correre a restituirli al proprietario: si accasciò a terra di fronte al lavandino singhiozzando e dandosi dello stupido per aver osato solo sognare che tutto sarebbe stato perfetto per una volta.

In quel momento nella Sala Grande faceva la sua entrata il bidello trascinando dietro di sé il vero James ancora confuso e mezzo cieco: Gazza l’aveva trovato pietrificato durante una sua ispezione al terzo piano ed era convinto che fosse opera di qualche studente burlone. James, ancora stordito, non riusciva a capire chi avrebbe potuto fargli una cosa simile e di certo sottovalutava l’astuzia di Severus, altrimenti l’avrebbe sospettato per primo. Mentre Gazza spiegava al preside la situazione e Silente lo congedava ringraziandolo delle informazioni ma ordinandogli di lasciar perdere dal momento che nessuno si era fatto del male, Lily si era avvicinata a James in lacrime e gli aveva dato uno schiaffo dandogli del mascalzone per essere fuggito dopo un momento così romantico. Il ragazzo era rimasto senza parole ma, dopo averle spiegato che al ballo aveva appena messo piede e che qualcuno le aveva giocato un brutto tiro, Lily arrossì violentemente e si scusò col suo cavaliere, senza raccontargli il dettaglio del bacio. E nonostante tutto fosse tornato alla normalità e i due avessero continuato a ballare come se niente fosse successo quella sera non ci furono altri baci tra Lily e James se non uno strano e imbarazzante silenzio.

Nei giorni seguenti Severus evitò ancora di più la Evans e d’altronde lei non lo cercò: Piton sospettava che Lily avesse capito chi quella sera si era spacciato per James e forse non gli avrebbe più rivolto la parola. Eppure passati alcuni mesi la ragazza sembrò aver dimenticato la serata del ballo, o almeno finse di non aver capito chi le aveva dato il bacio, e tornò a salutare Piton. Tornarono lentamente a scambiarsi qualche parola, ma niente di più. Che davvero non avesse capito chi era stato il suo cavaliere?
Severus preferiva non ricordare, eppure non poteva dimenticare che una sera e solo per una sera le labbra di Lily Evans avevano incontrato le sue dimostrandogli che il paradiso esisteva.
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Che ve ne pare? Mi sono appassionata tantissimo a questa storia mentre la scrivevo in uno stato febbrile ieri all'una di notte, perché adoro questa coppia e la trovo tenerissimaaa!!! Ma come si fa a scegliere James quando si può avere Sev??? Beh, ignorate questo mio sfogo personale e recensite in tanti, mi raccomando! :)

  
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