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Autore: Roberta87    30/12/2010    6 recensioni
Bella è una ragazza difficile , con problemi….è una cattiva ragazza. Si droga , ha cattive compagnie, beve, fa sesso con chiunque…..insomma è una ragazza sbandata e sola al mondo. Quando , all’improvviso , nella sua vita si insinuerà la presenza di un ragazzo sconosciuto. Lo stesso ragazzo che le salverà la vita , una notte , per non lasciarla più….un Edward anche lui completamente avulso dal suo ruolo in Twilight. Bella non capirà l’intromissione di Edward nella sua squallida vita e così , tra liti , incomprensioni e confessioni…inizierà il loro rapporto unico e complicato….che li porterà verso una sconvolgente e dolorosa rivelazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti.....lo sappiamo, ci avete dato per disperse! Ma in realtà siamo vive e vegete! Ci scusiamo con TUTTI voi per questo tempo di infinita assenza......ma io e la mia socia siamo davvero tanto piene di impegni, non abbiamo più tempo nemmeno per sentirci, quindi avevamo deciso di "rimandare" la stesura dei capitoli di My Miracle a quando avremo avuto più tempo entrambe. Però....un pomeriggio la mia socia è stata colta da un moto improvviso di ispirazione e....ha sorpreso anche me con questo capitolo nuovo nuovo! Cosa dire....speriamo che vi ricordiate ancora di noi.....e speriamo davvero TANTO di riuscire ad avere una vostra recensione almeno per questo capitolo.
Speriamo vi piaccia, e che vi farete sentire in tanti.
Un bacio e..... Buona Lettura.
Roby&Kika



copertiina miracle


CAPITOLO 8 - "Decisioni"


Pov Bella

Oggi...
Sarebbe stato l'inizio... O più semplicemente la fine.
Oggi...
Dire si alla vita... O farla finita per sempre.
Oggi..
Bella potrebbe cercare di sorridere e decidere di cambiare... O tornare ad essere quella di un tempo, anche se per poco.
Oggi...
La decisione di restare... O quella di andare.
Oggi...
Sarebbe dipeso tutto da me!
« Buon giorno Bella! Vedo che sei già pronta,  non vedi l'ora di lasciarci vero? ».
Sussultai all'udire la sua voce, ero completamente assorta nei miei pensieri. Vidi entrare Carlisle  dalla porta, con quel suo solito sorriso raggiante in viso, e lo sguardo amorevole di qualcuno che ti vuole bene, avrei tanto voluto un padre come lui... Chissà come sarebbe stato.
Ero poggiata sul davanzale della finestra, prima che entrasse, ero intenta a  guardare ancora una volta il bellissimo panorama che la finestra della stanza mi offriva. Ero già vestita, con degli abiti recuperati al servizio Caritas della chiesa dell'ospedale, ed  erano riusciti a darmi anche qualche vestito in più da portare via ed una piccola valigia per riporli dentro.
Potevo tranquillamente passare per una brava ragazza di buon quartiere. Indossavo una canotta bianca con scollo a V , un paio di shorts beige chiari e delle scarpe da ginnastica che ultimamente vedevo spesso ai piedi dei ragazzi della mia età, delle belle Converse nere... non erano niente male infondo; i capelli morbidi e profumati, si poggiavano delicati sulle spalle, mentre qualche boccolo ribelle carezzava la schiena... beneficiare della doccia in camera era stato un lusso che avevo deciso di concedermi fino alla fine. Portavo anche un curioso cappellino di una squadra di basket attaccato a un passante dei pantaloni. Fuori faceva davvero molto caldo, dicevano che ne avrei avuto bisogno.
Ero pronta per... per qualsiasi cosa avessi fatto una volta fuori di qui.
« Ad essere sincera non ho chiuso occhio tutta la notte e  la pazza svitata si è presentata in camera alle 7 di questa mattina con in mano un ottimo caffè, non quello dell'ospedale chiaramente, e un cornetto al cioccolato!  Come potrei non essere sveglia! » Sorrise all'udire le mie parole.
« E' il suo modo di salutare i  pazienti a cui si è affezionata, una volta l'ha fatto pure con un diabetico! » scoppiò in un' eclatante risata ed io lo seguii a ruota.
« Perché ridete così di gusto? »
Eccola la pazza svitata che faceva il suo ingresso tutta indaffarata con in braccio un mucchio di scartoffie; questo però non le impedì di dedicare a Carlisle uno sguardo intenso... Lo stesso di quelle ragazzine che camminano felici per le strade strette al braccio del loro ragazzo e che lo guardano con occhioni sognanti, lo stesso sguardo di quella coppia di vecchietti che seduti  sulle panchine di  Beverly Garden Park si tengono stretti per mano, essendo l'uno il sostegno e la vita dell'altro. Lo sguardo di chi è perdutamente innamorato. E Carlisle lo ricambiava a pieno.
« Ehm ehm! Io andrei un attimo da una parte se per voi va bene! » ero palesemente di troppo in quel momento; Carlisle si riscosse subito arrossandosi leggermente in viso, mentre alla svitata ci volle un po' più del previsto.
« Certamente Isabella, io intanto faccio preparare le carte per le tue dimissioni e quando sei pronta le firmo va bene? »
« Certo! Non ci metterò molto » e così dicendo mi avviai verso il lungo corridoio dell'ospedale, in realtà erano due le parti dove volevo andare.
Camera 408. Rimasi a fissare la porta d'ingresso un paio di minuti prima di entrare.
Tutto all'interno era invariato; il solito buio, lo stesso ritmico suono dei macchinari, la stessa desolazione. Alzai tempestivamente le serrande delle finestre per far entrare qualche caldo raggio di sole in quel lugubre e freddo spazio; poi vidi lui, che era assolutamente invariato come il resto, ma ancora più bello del giorno precedente. Come poteva un corpo del tutto inanimato da quasi un anno possedere una bellezza così folgorante?
Mi sedetti sulla poltroncina accanto al letto, proprio come il giorno precedente e come una bambina  incrociai le gambe al petto. Non sapevo né cosa dire, né se in realtà avessi realmente qualcosa di cui parlare. Anche prendendo il considerazione il fatto che lui potesse sentirmi, come diceva Edward, chi mi diceva che a 'sto poveraccio gli interessavano i fatti miei? Non che la mia vita fosse così splendida da farne un racconto...  magari a sentirla gli sarebbe passata pure la voglia di svegliarsi!
Eppure sentivo l'esigenza, anzi un profondo bisogno di parlargli e nella maniera più spontanea possibile, lo salutai.
« Ciao J. Black... » mi meraviglia nell'udire il suono vellutato della mia voce, io stessa non l'avevo mai sentita così « Non ti dispiace se ti chiamo così, vero? » ero nervosa; avevo iniziato a giocherellare con una ciocca di capelli attorcigliandomela compulsivamente al dito.
Lo guardavo... Sembrava dormire, di un sonno sereno, beato, un sonno senza sogni. Il viso completamente disteso e rilassato metteva in risalto la linea perfetta della mascella, che decisa, marcava i suoi splendidi tratti indiani e raccoglieva  le carnose  labbra, così piene di quelle parole che forse non avrebbe  più pronunciato. Chissà com'era il suono della voce che custodivano... Desiderai ardentemente di poterne apprezzare la melodia... Ma chi era questo ragazzo? Chi? Lui, che con la sola presenza era in grado di farmi sperimentare e desiderare cose mai pensate prima. Chi? Lui, capace di farmi sentire così bene e a casa come mai lo ero stata. Forse, non l'avrei mai saputo.
« Sai... Non è mio solito parlare con le persone, specialmente se moribonde e allungate come te... Anche se, effettivamente, ora che ci penso, non ho mai parlato con anima viva in vita mia... Dici che ti posso considerare tra le anime vive? Saresti il primo! » ma che cavolo stavo dicendo? Da quando ero diventata così logorroica?                           
 « Io sono Bella, è così che mi chiamano tutti, anche se il mio vero nome è Isabella, ma  il diminutivo sinceramente non mi dispiace; Isabella sa troppo di brava ragazza sofisticata ed io non lo sono... » dissi sorridendo e mordicchiandomi le labbra nervosamente.
 « Ci somigliamo io e te sai?... O almeno credo che sia così » e la consapevolezza di essere di nuovo sola una volta uscita da lì mi si parò davanti, chiara e amara quanto mai la verità poteva essere... Sola... Di nuovo la mia debolezza si faceva largo tra quella che credevo fosse un inespugnabile corazza che con gli anni avevo costruito. Non potevo permetterlo, una volta fuori o io non avrei avuto pietà del mondo, o il mondo non avrebbe avuto pietà di me e mi avrebbe schiacciata, come si fa con quegli schifosi ed odiosi scarafaggi. E' la legge della strada, e poi... Una volta  fuori, avrei dovuto decidere...
Mi alzai in piedi di scatto e chiusi gli occhi in due fessure, ritrovando la ragazzaccia di strada che per tanti anni ero stata. Basta parole dolci, basta lacrime, basta discorsi moralistici, basta tutto! Abbassai lo sguardo e mi diressi a passi pesanti verso la porta, poi senza voltarmi lo salutai, non so per quale motivo, ma dovevo!
« Ciao J.! Stammi bene! » ghignai e ruotai il capo per vederlo un ultima volta « Si insomma... per quanto possibile! » e con quel sorriso beffardo fuggii via correndo.
Firmare stupide scartoffie era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Carlisle se ne sarebbe uscito con altri paroloni per abbindolarmi, non ci sarebbe più riuscito, chiaro, ma era sempre meglio evitare d'incontrarlo. Bella oramai, era tornata quella di sempre.

Eccola lì, di nuovo di fronte a me la città più ricca e misera del mondo. Non mi era mancata affatto!
Il sole spiccava alto nel cielo, ed anche se era solo prima mattina l'aria era umida e afosa, quasi irrespirabile! Compresi il perché di quel capellino, effettivamente ce n'era proprio bisogno; era l'unica cosa che avevo portato con me, la valigia era rimasta nella camera dell'ospedale. Che cazzo me ne fottevo! Era comunque roba troppo delicata per i miei gusti, non appena possibile avrei dovuto cercare qualcosa che mi si addicesse di più.
Camminai a vuoto a lungo, non sapevo dove andare, di tornare da quei due esseri viscidi non ne avevo nessuna intenzione, li avrei pestati a sangue se solo li avessi visti.
Giunsi ai cancelli del Beverly Garden Park e la prima cosa che mi venne in mente fu che lì vidi Edward per la prima volta. Cazzo Bella! Quel damerino ti ha fottuto proprio il cervello! Scossi la testa per allontanare quel pensiero assurdo che m' era appena balenato; presi il capellino dal passante dei pantaloni , l'indossai e abbassai la visiera fino a coprire del tutto il viso, in modo che nessuno potesse guardarmi negli occhi, poi con il capo chino mi diressi verso l'albero che, un tempo, ero solita occupare.
L'ombra delle sue foglie riparava e dava un piacevole refrigerio, l'ideale per riposare un po', dopotutto non avevo dormito per niente quest'ultima notte. Ero stata troppo occupata a pensare alle belle parolone del dottorino biondo, e dire che le avevo anche prese  in considerazione! Come potevo sperare di costruirmi una vita? Di poter risalire dal profondo e cancellare il passato? Il passato era la mia quotidiana verità, non  potevo conviverci ancora... sarebbe stata un'inutile sofferenza. Non  ne valeva la pena...
Sorrisi amaramente ed impedii a quell'unica lacrima di uscire, l'avevo promesso a me stessa... Niente più lacrime. Nessuno ne avrebbe versate per me, quale diritto avevo di versarle io per me stessa?
Mi coprii totalmente il viso con il cappellino, chiusi gli occhi ed allungai le gambe sull'erba, una bella dormita era quello che ci voleva per far si che il giorno non sembrasse eterno e la notte giungesse in mio aiuto.
Oggi...
Bella aveva fatto la sua scelta, la meno dolorosa, la più semplice, la più ignobile e la più codarda.
Quella di andare.


Pov Edward

La stavo aspettando poggiato alla porta della sua stanza, doveva tornare per firmare i documenti delle dimissioni e per riprendere il suo piccolo bagaglio.
Avevo ardentemente sperato che lo facesse, che firmasse quelle carte e salutasse calorosamente Carlisle, che scambiasse un ultima risata di gioia con la sua infermiera e che poi, con quel suo sorriso radioso, si voltasse verso di me dicendomi :
« Sono pronta Edward, ce la posso fare! » , ma sapevo che non sarebbe più tornata.
Aveva appena fatto la sua scelta e non era quella che  avevo sperato. Me lo sarei dovuto aspettare dopotutto, lei mi aveva avvertito del caratterino di Bella... Si somigliavano più di quanto credesse.
Avrei dovuto sapere che non erano sufficienti così pochi giorni per cambiare una vita, eppure, a  me, era bastato un solo istante. Una piccolissima frazione di secondo.
Sospirai stanco, erano giorni che non dormivo, oramai lo facevo davvero di rado. Dovevo vegliare sulla mia piccola donnina ribelle, ma dall'animo tenero e l'avrei fatto fino alla fine. Lo dovevo a Bella, ma soprattutto, lo dovevo a lei...
Come avrei voluto rendere tutto più semplice! Poterla prendere per mano e farle scoprire quanto bella può essere la vita, quante esperienze  incantevoli si possono fare e quanti posti magnifici il mondo raccoglie. Le avrei mostrato quanto è bello apprezzare i piccoli gesti della vita, sono i più bei doni che un uomo possa ricevere e i più nobili che ognuno possa compiere.
Le avrei fatto apprezzare il calore che le persone possono infondere con la loro amicizia, quella vera, semplice e limpida, ed infine, l'avrei fatta sentire amata, come nessun altro su questa terra. Le avrei fatto conoscere l'amore vero.
Le avrei dato tutto quello che aveva sempre desiderato, una vita!  Eppure,  non potevo.
Era una sua scelta, ed io non potevo interferire. Potevo solo stare a guardare e magari giocare sporco di tanto in tanto.
« Buongiorno Edward, hai per caso visto Bella qui in giro? Doveva venire a firmare i moduli della dimissione già un bel po' di tempo fa »  Carlisle... avevo riposto molte speranze nelle sue parole. Era un uomo buono e saggio come pochi ne sono rimasti, ma Bella si era rivelata più cocciuta del previsto.
« Buongiorno anche a te Carlisle » dissi sorridendo « La stavo aspettando anche io a dire il vero, ma credo proprio che non verrà... ». Mi guardò perplesso, poi vidi comparire sul suo viso un espressione triste ed amareggiata.
« Avrei dovuto immaginarlo, sono tre ore che l'aspetto...  »
« Non fartene una colpa Carlisle, hai fatto tutto quello che potevi, le hai salvato la vita, ed hai cercato di indicarle la strada giusta, mi ha parlato di quello che vi siete detti; è più di quello che chiunque altro avrebbe fatto per  lei » cercai di rincuorarlo, infondo era la verità.
« Non quanto quello che stai cercando di fare tu mi pare » esordì scrutandomi con sguardo indagatore.
« Non è la stessa cosa Carlisle, per me è diverso ».
«  Tu nemmeno la conosci Edward, perché ci tieni tanto a lei? ».
« E' una storia troppo lunga... » scrollai le spalle, era giunto il momento di andare via « A presto Carlisle, e grazie di tutto » e così dicendo me ne andai.

Camminare per le strade affollate di Los Angeles sotto il sole cocente non era esattamente la mia massima aspirazione, chissà se anche questo sarebbe valso nel conteggio finale una volta finito tutto, ma per Bella avrei camminato anche sulle acque se fosse stato necessario.
Potevo immaginare dove fosse, erano veramente pochi i posti che era solita frequentare e dato che a priori escludevo il suo ritorno dai suoi due " amici" ed ero anche andato a controllare sulle rive dell'oceano, mi rimaneva solo uno posto dove cercarla: Il Beverly Garden Park, in genere le piaceva stare lì a fissare e disprezzare tutta la gente che le passava accanto, ed infatti...
Era poggiata con le spalle al tronco di un albero, il viso tutto coperto dalla visiera di un cappellino, le braccia incrociate al petto e le gambe anch'esse rannicchiate, era così piccola.
Lentamente mi avvicinai, lasciando giusto una manciata di centimetri di distanza tra me e lei. M'inginocchiai, ma non si mosse. Possibile che stesse dormendo?
Sorrisi divertito; quello che stavo per fare forse l'avrebbe fatta arrabbiare come una iena, ma tanto stavo infrangendo tutte le regole oramai, speravo solo di non andare all'inferno per questo!
Presi il cappellino e glielo sfilai velocemente, scrollandole la testa, poi  lo indossai. Di scatto aprì gli occhi, ancora rossi per il sonno, e notai in un primo momento tutto il suo disorientamento vedendo qualcuno a così poca distanza  da lei, se si fosse sbilanciata anche solo di un paio di centimetri  mi avrebbe baciato, ed io non mi sarei mosso nemmeno di un millimetro ovviamente, poi vidi fluire nei suoi occhi una rabbia cieca. Era veramente adorabile, quasi quasi mi veniva da scattarle una foto, ma poi all'altro mondo mi ci avrebbe mandato lei e prima del previsto! Meglio non istigarla troppo.
« Tuuuu! » sputò  rabbiosa e con gli occhi fuori dalle orbite.
« Mi chiamo Edward nel caso te lo fossi dimenticato » dissi sfoderando il mio sorriso sghembo. Lei mi aveva consigliato di usarlo come arma ammaliatrice di tanto intanto, poiché affermava che se faceva effetto su di lei, sicuramente lo avrebbe fatto anche a Bella.
« Che cazzo ci fai tu qui? » forse non tanto in questo momento.
« Mh, dunque vediamo, mi pare che questo sia un parco pubblico, quindi... si! Ero giusto venuto a fare una passeggiata e toh! Guarda un po' chi mi ritrovo lungo il cammino?! Sembra destino che le nostre strade si incrocino così spesso non trovi? » ed ancora un altro sorriso sghembo, questa volta ancora più spudorato.
Ma parve non sortire alcun effetto.
« Togliti immediatamente via dalle palle! Sparisci! O giuro che ti faccio rimpiangere il giorno in cui sei nato, sono stata chiara? » il suo viso era un misto tra il rosso porpora e il viola, la trovavo semplicemente adorabile. Era bella anche da arrabbiata.
« Mia cara Isabella se solo tu sapessi quanto è lontano il giorno della mia nascita dalla realtà, ti spaventeresti » e scoppiai a ridere. Questo gioco iniziava a piacermi!
Con un gesto fulmineo ed inaspettato mi afferrò per il colletto della camicia, tirandomi ancora più vicino al suo incantevole volto.
« Adesso stammi bene a sentire tu, fottuto damerino che non sei altro, hai tre secondi per alzarti, sparire dalla mia vista, dartela a gambe e fare in modo che le nostre strade non si incrocino più,o non rispondo più delle mie azioni, hai capito? » sputò via quelle parole come se stesse sputando veleno, gli occhi chiusi in due minuscole fessure.
« Tutto questo è compreso nei tre secondi? » ed allora vidi la sua mano contratta in un pugno avvicinarsi pericolosamente al mio viso, la bloccai giusto in tempo, o sarebbe stata capace di rompermi qualche dente. Sarei stato l'unico del mio genere senza denti, bella figura ci avrei fatto!
Mi resi conto di quanto i nostri visi fossero vicini a toccarsi, bastava anche un semplice spostamento millimetrico, e con una naturalezza che credevo non mi appartenesse più da molto tempo, la baciai.
Non seppi resistere alla tentazione delle sue labbra così vicine alle mie, al loro dolce richiamo; una piccola e dolce carezza poggiata sui boccioli rosei del suo viso.  
Mi guardò sconcertata, lo sguardo puntato nel mio, e in quel breve attimo, rividi nei suoi occhi caldi e lucenti, quella ragazzina felice del giorno precedente, quando, al nido, davanti a quel batuffolo bruno avvolto in mille coperte, sorrideva beata e serena, sognando sogni grandi.
Guardarla così, quando scopriva tutta  la sua fragilità, faceva quasi male. Poi... "Sbam!" una sonora cinquina mi colpì in pieno il viso. Questa si che faceva veramente male!
« Ehi, ahia! Mi hai fatto male, ma che modi sono questi! » mi lagnai massaggiando con la mano la guancia sinistra.
« Come ti sei permesso stronzo? Sparisci prima che ti dia il resto! » e va bene, voleva giocare pesante, benissimo! Non mi sarei tirato indietro!
« Prima di tutto non sono uno stronzo! Se qui c'è qualcuno che lo è  sul serio quella sei tu cara la mia Isabella, che hai cercato di toglierti la vita con la speranza di porre fine a tutte le tue sofferenze! Beh lascia che ti dica una cosa carina, non è così che funziona! Tutto quello che fai, tutte le tue scelte, si ripercuoteranno sempre su di te! Non puoi fuggire Bella, alla fine il conto lo si paga sempre o in un modo o nell'altro! » avevo alzato la voce abbastanza da fare in modo che nel raggio di cinquanta metri, tutta la gente fosse rivolta verso di noi a fissarci.
« Ma cosa stai dicendo eh? Cosa ne vuoi sapere tu, che te ne vai in giro con i tuoi bei vestiti tutti firmati, allegro e felice, che ne sai tu la vita vera cosa è?! Tu non hai ide... »
« Non venirmi a dire che io non ho idea di che cosa si la vita Bella, non ci provare nemmeno! Ogni giorno faccio i conti con la realtà e con gli errori che ho fatto! Non puoi giudicare le persone in base a come vestono e altre cose altrettanto stupide! Tutti affrontano le loro disgrazie ogni giorno, si svegliano la mattina esattamente come te e si trovano davanti la loro realtà. Non guardare le apparenze Bella, la vita non fa sconti a nessuno, sappilo! Affronta la tua vita, non sfuggirle, perderesti comunque! ».
Forse avevo esagerato troppo, mi pentii immediatamente di aver alzato così tanto la voce quando vidi piccole gocce di cristallo fare capolino sul taglio dei suoi occhi.
La terra stava piangendo.
E fu straziante stare li, ancora una volta, ed assistere ad un simile sacrilegio.
Si alzò anche lei, fulminea, scattante, facendo fluttuare i suoi mordi boccoli, che leggeri si posavano sulle spalle minute. Cercò di scappare via dal mostro che ancora una volta era stato in grado di farla piangere, ma prima che potesse fuggire l' afferrai per un braccio.
Mi guardava, ma non riusciva a parlare, troppo era il suo odio e il disprezzo verso se stessa e verso di me.
Con la stretta ben salda m'avvicinai a lei.
« Non te lo lascerò fare un’altra volta, non te lo permetterò ... » la voce era un sussurro, poi un sospiro profondo « Resta Bella... Resta! ».




Angolo autrici :  allora.....vi è piaciuto? speriamo di si ma soprattutto....... PER FAVORE RECENSITE!
   
 
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