JUST
TO TRY
«Kris!
Dai Kris aspettami!» pronunciò correndo verso
di me, con quel suo accento inconfondibilmente inglese. Era tutta la
giornata
che mi correva dietro e un po’ – ma poco, molto
poco – mi dispiaceva. Io però
avevo davvero altro per la testa.
«Ma che vuoi?» domandai voltandomi verso di lui,
brusca. Si fermò a pochi passi da me e riconobbi nel suo
sguardo una punta di
delusione, ma forse l’avevo solo immaginato.
«L’altra sera ci siamo divertiti molto,
no?» domandò
come se cercasse da me un consenso «Pensavo che magari
potevamo uscire ancora».
Sospirai, non mi piaceva dover sbriciolare le sue
speranze. «Robert, io… Vedi non è un
buon periodo per me, litigo spesso con
Michael, finirei solo per incasinare anche te», abbozzai come
scusa.
«Andiamo, lo sai che riesco sempre a farti ridere»
rispose e sembrava quasi fiero di quella cosa, «ti prego, ti
prego, ti prego,
ti prego, ti prego!»
continuò
imperterrito buttandosi in ginocchio ai miei piedi. Riuscì a
farmi sorridere,
cosa davvero molto difficile.
«E va bene, ma questa è l’ultima volta
ok?» dissi
arrendendomi, era molto difficile dirgli di no perché sapeva
essere
incredibilmente persuasivo. Si alzò scrollandosi la polvere
dalle ginocchia e
mi rivolse un sorriso ampio, era sempre straordinariamente bello quando
sorrideva. Kris ma che cazzo pensi? mi
domandò il mio subconscio, da sempre cercavo di reprimere
l’attrazione fisica
che provavo per quel ragazzo.
«Grazie!» disse con un po’ troppa
veemenza stampandomi
un bacio sulla guancia. «Passo a prenderti tra trenta minuti
esatti, aspettami
nel tuo camerino» aggiunse e lo vidi allontanarsi correndo
dall’altra parte del
backstage. Risi scuotendo la testa, era il ragazzo più
assurdo eppure anche il
migliore che avessi mai conosciuto.
“Robert è solo un buon amico, non ha nessun
secondo
fine!” ricordai di avergli detto, ma sapevo perfettamente di
star mentendo.
Credevo di piacergli, in un certo senso, ma poteva anche darsi che mi
stessi
sbagliando. Perché lui mi piaceva davvero molto e tutto
quello mi faceva paura.
Ormai avevo deciso, avrei lasciato Michael. Mi
opprimeva, doveva controllare ogni mio minimo movimento e mi sgridava
sempre
come se fossi una bambina. Ero stanca e frustrata.
Due colpi secchi dietro la porta mi fecero sobbalzare
sulla sedia e vidi la porta aprirsi. I suoi due occhi profondi e
rassicuranti
furono la prima cosa che vidi e un sorriso timido nacque spontaneo
dalle mie
labbra.
«Ciao» disse sorridendomi e il mio sorriso
sì allargò
ancora di più. «Stavo pensando, domani abbiamo
“la scena”
forse dovremmo provare prima di
uscire».
Scoppiai involontariamente in una risata. “La
scena”
era la famosa scena del bacio che avremmo girato il giorno dopo. Si
avvicinò a
me e io mi alzai senza smettere di ridere.
«Vuoi baciarmi?» domandai in tono scherzoso.
«Solo per provare» disse con quel sorriso che
sembrava
essere tipico del suo personaggio. Come lo chiamavano? Sorriso sghembo,
sì. Lo
vidi avvicinarsi pericolosamente alle mie labbra e poggiare una mano
sul mio
viso, delicatamente. La ragione mi diceva di fermarlo ma con ogni
singola
cellula del mio corpo sapevo di non volerlo davvero frenare. Il cuore
batteva
forte nel petto, ma perché? «Solo per
provare» sussurrò ancora e le mie paure
si annullarono, non stavamo facendo nulla di male. Stiamo
solo provando il copione, pensai.
E poi le sue labbra toccarono le mie, piano, con
lentezza infinita. Erano così morbide e dolci,
così delicate. Non riuscivo a
ricordare un solo momento in cui qualcuno mi avesse mai baciata in quel
modo.
Allacciai le braccia intorno al suo collo avvicinandomi a lui e
prontamente le
sue mani furono sui miei fianchi per stringermi a se, continuando quel
bacio
ancora e ancora; non riuscivo a trovare una sola ragione per staccare
le nostre
bocche. Sentii la sua lingua lambire timidamente le mie labbra e io la
feci
incontrare con la mia, iniziando una danza complessa e dapprima lenta
che poi
divenne sensuale e frenetica, come le nostre mani che ormai vagavano
incerte le
une sui corpi dell’altro. Lo spinsi delicatamente fino a che
non fu costretto a
sedersi sulla poltroncina, permettendomi di mettermi a cavalcioni su di
lui.
Stavo davvero per fare la cosa più stupida di tutta la mia
vita.
«Ti prego, fermarmi» sussurrai sulle sue labbra
mentre
le mie mani prendevano a slacciare i bottoni della sua camicia blu.
«Non posso» mi rispose prendendo il mio viso tra le
mani e riprese a baciarmi.
Ci volle poco per far trovare tutti i nostri vestiti
sul pavimento. Il desiderio aveva preso possesso del mio corpo e non
capivo,
ero confusa, spaventata, ma con ogni fibra del mio corpo in quel
momento
sentivo che era la cosa giusta. Mi guardò negli occhi come
per chiedermi il
consenso e io annuii piano, lo volevo, anche se poi probabilmente me ne
sarei
pentita. Lo sentii entrare dentro di me lentamente e sentivo che anche
lui
aveva paura, forse di farmi male o forse la stessa paura di commettere
un
errore davvero madornale. Quella volta, la nostra prima
volta, fu incredibilmente dolce e allo stesso tempo
passionale, la stanza era piena dei nostri sospiri, degli ansiti e dei
gemiti che
non riuscivamo a trattenere. Le sue labbra si riempirono spesso del mio
nome
che pronunciava quasi con venerazione muovendomi dentro un sentimento
che in
quel momento non riuscivo a distinguere. Mi accasciai esausta sul suo
petto,
baciandolo qualche volta, e mentre il piacere scivolava via il terrore
prendeva
possesso del mio corpo. Che avrei dovuto fare da quel momento in poi?
Cosa
provavo per lui? Perché l’avevo fatto? Le lacrime
sgorgarono spontanee dei miei
occhi, rigandomi le guance e bagnando il suo petto.
«Kris? Piccola cos’hai? Ti ho fatto
male?» domandò
preoccupato cercando di sollevarmi il viso per guardarmi.
«Che abbiamo combinato?» dissi senza che mi
aspettassi
davvero una risposta. Mi alzai da lui e mi coprii.
«Va’ via per favore»
mormorai, lo sguardo basso.
«Io… Io non capisco! Credevo
che…»
«Per favore», lo bloccai prima che potesse
peggiorare
la situazione, «esci fuori, subito» dissi senza
ammissione di repliche.
Lo guardai vestirsi e andare via. Riuscivo a sentire i
suoi occhi bruciare sulla mia pelle come se fossero infuocati, gli
stavo
facendo del male. Mi lasciai cadere sul pavimento, completamente
confusa. Avrei
dovuto sentirmi in colpa per aver tradito Michael eppure sapevo che non
provavo
alcun rimorso, l’avrei fatto altre mille volte se ne avessi
avuto la
possibilità, ma per il momento dovevo allontanare Robert e
capire cosa provavo
per lui.
Mi
dispiace
davvero Rob,
pensai ed era
la prima volta che lo chiamavo così, mi
dispiace.
Salve a tutti!
Eccomi con una nuova
fan fiction, sperando di riuscire a portarla a termine. Inizialmente
doveva
essere una one-shoot ma poi mi ispirava troppo e ho deciso di
continuarla,
vedremo cosa ne verrà fuori!
Le recensioni sono sempre gradite!
Kisses by smiles <3