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Autore: dierrevi    02/01/2011    5 recensioni
«Allora, adesso è tutto finito... disse Hermione.»
Gia, lo pensa anche Harry, da adesso la strada è in discesa e lui potrà dedicarsi a Ginny, finalmente. O no?
Rivedersi dopo tanti mesi e avventure può essere un po' più complicato del previsto...
Un piccolo "missing moment" subito dopo la battaglia finale.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Quella bacchetta procura più guai di quel che vale» concluse Harry. Poi voltò le spalle ai dipinti. Pensava solo al letto a baldacchino che lo aspettava nella Torre di Grifondoro: chissà se Kreacher gli avrebbe portato un panino lassù.
«E sinceramente» aggiunse, «ho passato abbastanza guai per una vita intera».


«Allora, adesso è tutto finito...» disse Hermione.
I tre si guardarono sulla porta della stanza. Ci fu qualche secondo di silenzio, mentre realizzavano la cosa. «Si, sembra di si» rispose Harry.
Si guardarono per un altro secondo, poi cominciarono a ridere sommessamente. Un altro secondo ed erano abbracciati tutti e tre, ridendo come matti con le lacrime agli occhi.
«Oh Merlino» fece Harry dopo un minuto di risate «Ancora due ore fa non ci avrei creduto».
«Hei!» fece Ron picchiandogli una spalla «Io ci credevo!»
«Anch'io ci credevo!» Hermione gli diede a sua volta un buffetto sul capo, con l'espressione esageratamente offesa.
«Ok, ok, scusatemi!» si difese Harry. «E ora che si fa? Ce ne andiamo a letto?» concluse la frase sbadigliando.
«Io scendo nel salone, dalla mia famiglia» disse Ron.
Harry connetté lentamente "Ron - famiglia di Ron - GINNY!"
«Giusto, scendiamo!» e si avviò.
"Già, è tutto finito." Pensava Harry mentre scendeva le scale. "Niente più horcrux, basta coi mangiamorte che cercano di farti fuori. Finalmente posso andare da LEI. E guai a Ron se proverà a mettersi di nuovo in mezzo..."
Arrivarono nella sala grande e si diressero verso il tavolo dei Grifondoro, dove i Weasley sedevano insieme, verso il fondo della sala. Ginny stava con la testa sulla spalla della madre. Harry incrociò il suo sguardo e le sorrise.
Lo sconcertò il fatto che lei non rispondesse al sorriso. Al contrario, nascose il viso contro la spalla della madre.
«Ginny, come stai?» chiese Harry.
Ginny lo guardò per un secondo, poi sussurrò qualcosa alla signora Weasley e le due si alzarono e si allontanarono dandogli le spalle, verso la porticina da cui entravano solitamente i nuovi allievi, la prima sera di ogni nuovo anno.
Harry era ancora più sconcertato. Non stava andando come si aspettava. Guardò le due che si allontanavano. Gli uomini Weasley, rimasti seduti, avevano un'espressione imbarazzata, ma non dicevano niente.
Stava per chiamarla quando la mano di Hermione gli si posò sulla spalla.
«Aspetta, devo dirti una cosa.»
«Cos'ha Ginny?» Chiese Ron «Che le hai detto?» disse rivolto a Harry.
«Niente, ancora» rispose lui.
«Appunto» intervenne Hermione.
«Come, scusa?»
«Sediamoci un momento» disse lei.
«Volevo andare da Ginny...» disse debolmente Harry.
«Prima mi ascolti.» disse lei, perentoria.
I tre si sedettero vicino a Bill.
«Ginny sembra molto più triste di tutti noi altri.» Bill parlava con calma «E non credo c'entri solo la morte di Fred.»
«E allora cosa...» ricominciò Harry.
«Pensa che l'hai abbandonata» lo interruppe subito Hermione.
«Come!?»
«Rifletti: da quanto tempo non la incontravi?»
«Da mesi, come te»
«Appunto. Mesi in cui non ha saputo mai nulla. E come l'hai accolta quando è arrivata qui?»
«Io... non le ho quasi parlato.» Gli sembrava di accorgersene solo ora.
«E poi sei andato via, da Lui, a farti... » Hermione esitò per un attimo «a farti ammazzare... Le sei passato accanto, ti ha sentito. E quando è tornata qui ha sentito il racconto di Neville.»
«Abbiamo capito tutti cosa volevi fare. E senza dirci niente poi...» intervenne Ron.
Qui però Harry si arrabbiò «Ma cosa pensi che dovessi fare? Credi che sia stato
facile? Credete che sia andato a divertirmi?»
Ron gli mise le mani sulle spalle «Ma scherzi? Per chi ci prendi?»
Hermione gli prese una mano fra le sue «Lo capiamo perché l'hai fatto» la voce le tremò un po'.
«E anche lei lo capisce. Ma non puoi farci niente. Ha pensato che eri andato via per sempre senza nemmeno averla sfiorata. Dopo tutti quei mesi. E guarda che notte abbiamo passato tutti. E Fred... Nessuno è perfetto Harry, anche a lei saranno venuti dei dubbi! Avrà pensato che non la amassi più. Si è sentita abbandonata.»
«Abbandonata... Ma io non...»
«Certo che non volevi. Ma quando ti senti così vedi tutto nero. Ti ha visto dedicarti a tutti, dopo che è finita, e avrà temuto di non essere più importante per te. Credimi! So come si può sentire. L'ho provato anch'io.»
Ron fu colto da un pensiero improvviso. Si rivolse ad Hermione: «E' stato quando sono... andato via?» Si guardavano negli occhi.
«Si» disse lei abbassando lo sguardo.
Ron le prese una mano e la baciò. «Mi dispiace.»
«Lo so» gli sussurrò lei.
Bill si voltò verso Harry con un'espressione che diceva "Vedi? Capita!", poi gli fece un cenno con il capo "Andiamo" e si avviò verso la porta da cui erano uscite.
Harry lo seguì. Si ritrovò teso come era stato poco tempo prima, in quella stessa sala.
"Cosa le dirò? Mi ascolterà? Oh Merlino, cosa le dico?"
Bill dette un'occhiata oltre la porta, poi guardò Harry.
«Niente paura» gli disse con una pacca sulla spalla, e si fece da parte.
Harry entrò.
Le due donne erano sedute sul bordo del camino spento, Ginny aggrappata al braccio di sua madre, il viso rigato di lacrime. Quando lo vide entrare si alzò e lo fissò, senza dire nulla.
Harry si avvicinò fino a due passi.
«Ginny... sono tornato.»
Lei stava rigida con le braccia dritte lungo i fianchi, i pugni chiusi.
«...non andrò più via, mai più, davvero...»
Vedeva i suoi occhi pronti a piangere ancora, le leggeva sul viso la tristezza, ma quel viso era anche una domanda.
La fissò per un secondo ancora, cercando le parole, e in un attimo quella domanda inespressa gli risuonò nella testa come una preghiera.
"Dimmelo..."
E al diavolo se li accanto c'era la signora Weasley.
«Ginny, io ti amo.»
Forse voleva dirle anche altro, ma in un istante si ritrovarono abbracciati stretti e non ci fu altro da dire.
Quando la forza dell'abbraccio si affievolì un poco Harry le diede un bacio sulla fronte, poi le prese il viso fra le mani, "...e al diavolo se qui accanto c'è la signora Weasley" e la baciò.
Quanto durò? Non avrebbe saputo dirlo.
Si separarono, Harry guardò Molly Weasley «Signora, potremmo...»
Molly era visibilmente emozionata e commossa «Andate ragazzi, avete diritto di stare un po' soli. Andate su alla vostra torre.»
Si avviarono, per mano, e camminando lentamente raggiunsero la loro sala comune.
Si fermarono a guardare dalla finestra. Sotto di loro il castello portava i segni della battaglia, ma se si guardava lontano, all'orizzonte, il panorama era intatto, e dava un senso di pace.
Quando lei glielo chiese, Harry le raccontò dell'incontro con Voldemort, e con i suoi genitori, e ciò di cui avevano parlato lui e Silente.
«Allora, quando eri... con Silente» gli chiese Ginny alla fine «avresti potuto restare la, andare via con lui.»
«Si, forse si» rifletté lui. «Ma dovevo tornare.»
«Per sconfiggere Voldemort?»
Questo era ciò che gli aveva detto Silente, sì: "...se tu scegliessi di tornare, ci sarebbe la possibilità che lui venga battuto per sempre..."
Ma era per quello che era tornato? "Sì..." pensò. "...Anche... non solo..."
«No» le disse abbracciandola di nuovo.


Take my hand and dry your tears babe
Take my hand forget your fears babe
There's no pain there's no more sorrow
They're all gone gone in the years babe *


La prese per mano e la condusse su per le scale, verso il suo vecchio dormitorio.
"Alunni del Settimo Anno" c'era scritto ora.
I cinque letti erano sempre lì, anche se lui e Ron non li avevano ancora usati, quell'anno.
Si stesero assieme, abbracciati, sul letto di Harry.
Volete sapere se fecero l'amore?
No.
Ne avevano davvero passate troppe, quel giorno. Appena toccato il letto si addormentarono di colpo.
E probabilmente fu un bene, perché poco tempo dopo, trascinandosi stancamente su per le scale, entrarono nella camera anche Dean, Seamus, Neville e Ron. I primi due crollarono letteralmente sui loro letti; Neville dette un'occhiata intorno, vide Harry e Ginny abbracciati, e si buttò sul suo letto con un mezzo sorriso.
Anche Ron li vide. Ma la stanchezza bloccò il primo impulso di svegliarli.
Invece ci pensò un attimo, prese una coperta e la posò sui due innamorati, poi sbuffò e uscì dalla porta.
Poco dopo bussava alla camera di Hermione.
«Nella mia camera c'è un'ospite in più» le disse «potrei stare qui?»
Hermione gli sorrise e lo fece entrare.


*"Broad majestic Shannon", dei Pogues.



  
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