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Autore: Josephine_    03/01/2011    11 recensioni
Il risultato finale non fu dei migliori, ma non fu neanche molto disastroso. Tolti dal forno, i muffin di Hermione sembravano essere appena stati lanciati contro un muro e poi lasciati lì a vivere il loro triste destino, e lei ringraziò Merlino per il fatto che suo figlio non avesse la minima idea di che aspetto avesse un normale muffin appena sfornato.
– Mamma, sei sicura che dovessero venire così? Non sembrano buoni come il latte al cioccolato. - constatò Scorpius con aria piuttosto schifata.
– Ma certo che devono venire così! Non sono tanto belli, lo so, però sono buonissimi. -
Scorpius inarcò un sopracciglio proprio come usava fare suo padre quando non credeva ad una sola parola di quello che gli si stava dicendo. C'è da dire che Scorpius Malfoy era tutto tranne che un bambino stupido.
– Almeno assaggiane uno. - propose Hermione, sperando che non gli provocassero un'intossicazione.
[SEQUEL DI "PINGUINO".]
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Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota: sequel di "Pinguino" e "Mongolfiera", senza troppe pretese. E' stato più che altro un esperimento, venuto fuori dopo parecchi tentativi :) Spero vi piaccia al tal punto da farvi lasciare anche una minuscola recensione. Ovviamente critiche e appunti sono sempre accetti^^ Buon anno a tutti!

Cupcakes ~

Hermione Granger aprì gli occhi all'improvviso e quello che vide fu il soffitto azzurro della camera . Si asciugò con una mano la fronte imperlata di sudore e con l'altra scostò leggermente le coperte. Il ventilatore era acceso, la porta-finestra aperta, e lei indossava solamente una camicia da notte di seta color bronzo, ma aveva caldo e l'aria era irrespirabile.

Hermione si mise seduta sul letto e osservò con sguardo stanco colui che l'aveva svegliata.

    Scorpius, che ci fai ancora sveglio? Vai a letto. - biascicò.

    Mamma, fa caldo e non ho sonno. Posso dormire con voi? - chiese il bambino con voce lamentosa.

No, non poteva. Hermione ricordava ancora con precisione le parole del marito: "No, il bambino non dormirà mai con noi, mai. Io non ho mai dormito nel letto con i miei genitori, un Malfoy non può permettersi simili debolezze".

    Tesoro, se vieni qui farà ancora più caldo, non credi? - gli fece notare, stropicciandosi gli occhi.

    Ma di là non riesco a dormire! - protestò il bimbo, mettendo il broncio.

Hermione lo guardò e sorrise. A cinque anni, Scorpius era il bambino più bello che lei avesse mai visto, e poco importava se il suo giudizio era di parte. Era più alto rispetto ai suoi coetanei e molto magro, proprio come il padre. Le mani non erano paffute e grassocce come quelle che hanno solitamente i bambini, ma lunghe e lisce. Il volto, fortunatamente, era quello di Hermione: lineamenti dolci, labbra carnose e occhi marroni, ma di un marrone più chiaro rispetto a quello della madre. I capelli erano anch'essi del padre, biondissimi e fini come morbidi fili d'oro.

    Che ne dici di un po' di latte e biscotti? - ormai era sveglia, tanto valeva alzarsi.

    Biscotti? Papà dice che non devo mangiarne tanti o finirò per assomigliare ad un barile. - spiegò Scorpius con l'aria di saperla lunga su grassi e carboidrati.

    Lascia perdere tuo padre, puoi mangiare quanti biscotti vuoi. - lo rassicurò lei, alzandosi e infilandosi le ciabatte.

 

In quell'immensa villa, la cucina sembrava essere l'unica stanza in cui la temperatura fosse minore ai trenta gradi, e non appena vi mise piede, Hermione chiuse gli occhi lasciando che l'aria fresca le accarezzasse il volto.

Quando li riaprì, Scorpius aveva già preso una sedia, l'aveva portata sotto la credenza e vi era salito sopra, intenzionato ad afferrare il barattolo dei biscotti.

Con gli occhi che luccicavano lo prese, ma fu con disappunto che appurò che era troppo leggero per  essere pieno fino all'orlo di biscotti al cioccolato. Aprì velocemente il barattolo e guardò dentro, ma quando vi tolse lo sguardo l'espressione sul suo viso era ancora più imbronciata di prima.

    Mamma, sono finiti i biscotti! - si lamentò Scorpius.

    Ma li ho comprati solo l'altro giorno! Scorpius, sicuro di non averli mangiati tu? - chiese Hermione inarcando le sopracciglia e mettendo le mani sui fianchi.

Scorpius arrossì.

Ah ah, colpevole!

    Ma oggi pomeriggio ne ho presi solo due, te lo giuro. - si difese lui, incrociando le dita dietro la schiena.

    Va bene. - sospirò Hermione con un sorriso che voleva dire "guarda che lo so come sono andate le cose, e ti perdono solo perchè sei adorabile".

    Ma io voglio i biscotti. - insistette Scorpius incrociando le braccia sul petto e mettendo il broncio.

    Non ce ne sono altri, dovrai accontentarti del latte. - spiegò Hermione scrollando le spalle.

Scorpius stette un po' in silenzio ad osservare la mamma che prendeva il latte dal frigorifero, lo metteva in uno di quei bicchieri alti e lunghi che a lui piacevano tanto, prendeva il cioccolato in polvere e ne versava un po' per poi mescolare il tutto con una cannuccia -rigorosamente verde.

Latte al cioccolato, una delle cose migliori del mondo.

    Il tuo amico San Potter... - cominciò Scorpius, ma la madre lo interruppe con una risata.

    San Potter? Perchè lo chiami così? - chiese, ma conosceva già la risposta.

    Papà lo chiama sempre così. A me ha detto di chiamarlo "l'amico di mamma quello stupido" ma secondo me non è tanto stupido. E' solo un po' strano. - spiegò Scorpius annuendo piano con la testa e facendo oscillare le gambe dallo sgabello su cui si era seduto.

    Scorpius! - lo riprese Hermione – Harry non è strano, anzi. E' sempre gentile con te. -

    Lo so, ma è strano. Pensa che non gli piace il verde! - spiegò il bambino come se non apprezzare la bellezza di quel colore fosse considerato reato.

    Davvero? - chiese la madre, fingendosi altrettando sorpresa.

    Uh uh. - confermò Scorpius – E litiga sempre con papà. -

    Tutti litigano sempre con papà. - ridacchiò Hermione.

    Insomma, mamma, ti stavo dicendo che il tuo amico Harry l'ultima volta che è venuto qui mi ha chiesto quale fosse il mio cibo preferito. - continuò Scorpius.

    E tu cos'hai risposto? -

    Gli ho risposto che mi piace il latte con il cioccolato e la cannuccia verde. E lui ha detto che è vero, è buonissimo, anche se lui lo preferisce con la cannuccia rossa. Ci credi, mamma? La canuccia rossa, rossa! - esclamò Scorpius inarcando un sopracciglio.

    Oguno ha i suoi gusti, Scorpius, e poi il rosso a me piace, è un bel colore. - affermò Hermione pensando alla sua vecchia sciarpa Grifondoro, dimenticata in un qualunque angolo dell'armadio.

    Mai quanto il verde! Però mi ha detto anche che una cosa buona quanto il latte con il cioccolato sono i muffins. Sono tipo un mescolìo... -

    Un miscuglio. - lo corresse lei.

    ... esatto, un miscuglio tra un biscotto e una torta al cioccolato. Dice che sono buoni, anche se sono come un incrociamento! - disse.

    Un incrocio. - lo corresse di nuovo lei, ridendo.

    Vabbè, è la stessa cosa. Comunque, facciamo i muffin? - chiese con voce squillante.

Hermione sapeva fin dall'inizio che quando suo figlio tirava in ballo Harry vi erano sempre secondi fini. La volta scorsa le aveva chiesto di comprargli una scopa "come quella che ha l'Occhialuto, è grande e va veloce", questa volta se n'era uscito con "facciamo i muffin?", la volta dopo le avrebbe chiesto di cavalcare un ippogrifo perchè "il tuo amico Strano l'ha fatto ed è ancora vivo".

    Scorpius, è tardi per fare i muffin, perchè non li prepariamo domani? - propose Hermione.

    Ma domani non è più oggi, e io li voglio oggi. - il discorso non faceva una piega.

    Non so neanche se abbiamo tutti gli ingredienti. -

    Controlla. - ordinò Scorpius, assumendo il cipiglio severo tipico del padre.

    Scorpius, non ho voglia di fare i muffin. - ammise Hermione, sospirando.

    Ma li facciamo veloci veloci! Poi ti prometto che vado a letto e non ti disturbo più! Per favore mamma, ci mettiamo poco! - la implorò Scorpius, assumendo quell'espressione angelica da bambino tenero a cui la madre riusciva a dire di no difficilmente.

    Va bene, facciamo questi muffin. - si arrese Hermione, passandosi una mano trai capelli disordinati. Per lo meno in cucina non faceva così caldo.

Scorpius ghignò, contento della sua ennesima vittoria, poi decise di mettere da parte gli abiti del bambino che voleva fare uno spuntino per indossare quelli di un cuoco professionista alle prese con uno dei piatti più buoni ma difficili del mondo. 

 

Il risultato finale non fu dei migliori, ma non fu neanche molto disastroso. Tolti dal forno, i muffin di Hermione sembravano essere appena stati lanciati contro un muro e poi lasciati lì a vivere il loro triste destino, e lei ringraziò Merlino per il fatto che suo figlio non avesse la minima idea di che aspetto avesse un normale muffin appena sfornato.

    Mamma, sei sicura che dovessero venire così? Non sembrano buoni come il latte al cioccolato. - constatò Scorpius con aria piuttosto schifata.

    Ma certo che devono venire così! Non sono tanto belli, lo so, però sono buonissimi. - almeno spero.

Scorpius inarcò un sopracciglio proprio come usava fare suo padre quando non credeva ad una sola parola di quello che gli si stava dicendo. C'è da dire che Scorpius Malfoy era tutto tranne che un bambino stupido.

    Almeno assaggiane uno. - propose Hermione, sperando che non gli provocassero un'intossicazione.

    Okay. - Scorpius scrollò le spalle e ne prese un pezzetto, per poi metterselo in bocca. Masticò lentamente, attento a catturare ogni sfumatura di sapore, e appena finito il boccone prese una sorsata di latte e cioccolato.

    Allora? - chiese Hermione, appoggiata al bancone.

    Buono. - disse Scorpius, afferrandone subito un altro pezzo – ma certe volte sa un po' di cenere. - aggiunse. Questo succedeva a non saper usare il proprio forno.

    Uhm, davvero? Bhè, controllerò meglio la ricetta la prossima volta. -

    Già. Buono quasi come il latte al cioccolato, Harry aveva ragione alla fine. - lo disse come se fino a quel momento fosse stato convinto che Harry Potter fosse solo un ciarlatano che andava in giro a regalare ricette fasulle alla gente.

Hermione sorrise e così anche Scorpius, i denti diventati marroni a causa del cioccolato che riempiva la sua bocca. Adesso, con un po' di fortuna, sarebbero andati a letto e forse avrebbero fatto qualche ora di sonno.

    Granger, ma che cos'è... questo? - Draco Malfoy, sulla porta, osservava con evidente disappunto la cucina sporca, il forno ancora acceso, il tavolo pieno di piatti e teglie, e il piatto su cui stavano quattro muffin raggrinziti.

Oh, Merlino.

    Abbiamo fatto i muffin. - spiegò semplicemente Hermione, cercando qualche punto a suo favore. Non ne trovò.

    Primo: lo vedo. Secondo: quelli non assomigliano minimamente a dei muffin. Terzo: lo sai che ore sono? - chiese Malfoy con voce gelida.

    Sì, lo so Malfoy. E' tardi. - disse semplicemente lei sbuffando.

    Quarto: io domani ho una riunione importante. - concluse lui.

    E allora perchè non vai a letto a dormire? - lo provocò Hermione.

    Lo farei, se solo qualcuno evitasse di mettersi a cucinare nel bel mezzo della notte. - rispose fissandola con disappunto.

Hermione guardò Scorpius che osservava la scena dal suo sgabello in fondo al tavolo, preoccupato. Aveva capito che era colpa sua se Draco si era arrabbiato, ma non sapeva come fare a rimediare.

    Scorpius, hai finito di mangiare? - chiese Hermione con tono più dolce.

Il bambino annuì.

    Allora vai in camera, okay? Io rimango per mettere apposto. - gli disse.

Sia lei che Draco lo guardarono scendere agilmente dallo sgabello con la testa china e imboccare la porta sussurrando un timido "buonanotte", poi Hermione riprese la parola.

    L'hai fatto sentire in colpa. - disse semplicemente.

    Vuoi dire come ora tu stai tentando di far sentire me? -  chiese ironicamente inarcando un sopracciglio. -

Hermione sbuffò, prese in mano la bacchettà e agitandola fece levitare le pentole e le teglie fino all'acquaio, poi fece un altro incantesimo e queste cominciarono a lavarsi da sole. Quanto amava la magia in questi casi.

    E comunque non avremmo fatto i muffin se qualcuno non avesse finito i biscotti. - era un'insinuazione pesante da fare ad un Malfoy quella di aver mangiato tutti i biscotti presenti nella credenza.

    Ne ho presi solo due. - ammise Malfoy, ed Hermione controllò che non stesse incrociando le dita dietro la schiena. - e comunque è con il thè che si mangiano i biscotti, non con il latte e il cioccolato. -

    Punti di vista, Malfoy. - sospirò lei.

    Non credo che i migliori cuochi del mondo la pensino come te. - ghignò Draco.

    Comunque carini i discorsi che continui a fargli su Harry e sulla bellezza incomparabile del colore verde. - sibilò lei, prendendo uno strofinaccio e mettendosi a pulire il forno.

    E' importante che sappia distinguere le persone intelligenti che vanno frequentate da quelle stupide che non svolgono nessuna funzione utile all'interno della società. - affermò Malfoy con un gesto annoiato della mano. - E per quanto Potter possa aver salvato il Mondo Magico in passato, per me resta e resterà sempre uno dei tanti Grifondoro privi di cervello e senso estetico. -

    Piantala Draco. - sbuffò Hermione – E' il mio migliore amico. -

    Non è che se continui a ripeterlo diventerà anche il mio. - ghignò lui.

    A me non pare di offendere o criticare i tuoi amici. - gli fece notare Hermione, continuando a pulire.

    Ovvio, i miei amici -se così possono essere chiamati- non hanno niente di sufficientemente contestabile. - ghignò di nuovo.

    Punti di vista, Malfoy. -

    E comunque io non ho detto niente a proposito del verde. Quella è una sua idea, della quale vado molto fiero, devo dire. -

Draco Malfoy andava fiero del fatto che a suo figlio piacesse il verde. Era una cosa ridicola, Hermione lo sapeva, ma erano poche le cose che gli davano soddisfazione, e se un fatto così insignificante ci riusciva, meglio così.

    Bhè, continua a denigrare il rosso. Cos'ha che non va il rosso? - si chiese Hermione.

    Prima di tutto è il colore dei Grifondoro. Secondo, è troppo scuro. Terzo, è monocromatico... quarto... - prese ad elencare lui, ammirando il proprio elegante riflesso nello specchio della cucina.

    Era una domanda retorica. - tagliò corto lei.

    Allora le mie erano risposte retoriche. - ribattè Draco che doveva avere sempre ragione e sempre l'ultima parola.

Adesso che aveva finito di pulire tutto, Hermione aveva più caldo di prima. La camicia da notte, macchiata di cioccolato sul seno, le sembrava pesante come una tuta da sci e le ciabatte calde come fossero fatte di lana. Guardò Draco, così fresco e pulito nel suo pigiama di seta verde, i capelli biondi spettinati e i piedi scalzi, e si chiese perchè lei passasse la notte a cucinare piuttosto che a fare l'amore con lui.

Questione di priorità, suppongo.

    Che c'è? Ho qualcosa sui capelli? - chiese Draco evidentemente preoccupato, controllando immediatamente il suo riflesso.

    No, ti guardavo e basta. - Hermione rise.

    Sì, i Malfoy hanno fascino, lo so. - Chiunque avrebbe pensato che quella di Malfoy era stata un'affermazione puramente sarcastica e scherzosa, ma Hermione no. Lei sapeva che se Draco diceva così, era perchè ci credeva profondamente.

Hermione scosse la testa e prese il vassoio con i muffin per buttarli via, ma Draco la fermò.

    Fammene assaggiare uno. - le ordinò fingendo un'aria totalmente disinteressata.

    Okay. - Hermione ne prese uno, ne staccò metà e la dette a lui, mentre tenne per sè l'altra. Tutto sommato Scorpius aveva ragione, quei muffin non erano affatto male. Un po' bruciacchiati e anneriti forse, ma come primo tentativo poteva andare.

    Ha un sapore disgustoso. - commentò Malfoy, pulendosi la bocca con il tovagliolo ed assumendo un'espressione sofferente.

    A me piacciono. - si difese lei, continuando a mangiare la sua metà. Sì, decisamente era venuto fuori un buon lavoro, anche se suo marito non era in grado di apprezzarlo.

    La prossima volta potresti lasciar cucinare qualcuno che, per esempio, sa usare il forno. Si sente odore di bruciato fin dal salotto. - Draco storse il naso in un modo che era molto regale ma anche molto comico.

    Tipo te? - chiese Hermione roteando gli occhi. Merlino...!

    Sono contento che tu ammetta la tua inferiorità rispetto a me anche in ambito culinario Granger, ma no, la cucina non è compito di un Malfoy. - ghignò.

    Hermione si chiese per l'ennesima volta come avesse fatto a sposare un uomo così viziato, acido, sarcastico, pomposo, borioso e ipocrita come Malfoy, e per l'ennesima volta non seppe darsi risposta. Sistemò le ultime teglie che erano rimaste sul tavolo e poi fece per spegnere la luce e uscire dalla stanza, ma si sentì afferrare per un braccio e tirare indietro, verso il tavolo.

    Malfoy... - cominciò lei, ma quando alzò gli occhi e incontrò quelli di lui, così grigi e così profondi, le parole le morirono sulle labbra.

    Sì, Hermione? - chiese lui, ghignando.

    Non volevi andare a letto? - chiese, non appena ebbe ritrovato la voce.

    Certo. Voglio andare a letto con te. - lo disse in un modo che non aveva niente di dolce, passionale, romantico o rozzo. Lo disse semplicemente come fosse una cosa ovvia, e per la seconda volta nel giro di un minuto, Hermione si perse nei suoi occhi.

Draco la spinse dolcemente contro il tavolo togliendole ogni via di fuga. Cominciò a baciarle il collo, teneramente, come fosse un adolescente alle prese con la sua prima notte di sesso, come se ogni preliminare fosse importante. Hermione lo adorava quando faceva così, quando non dava niente per scontato e le faceva raggiungere il piacere piano piano, minuto dopo minuto. La faceva sentire desiderata, e lei pensava che sì, ogni volta era davvero come la prima.

Hermione cominciò a sganciargli lentamente la camicia, lentamente non tanto perchè voleva che il tempo passasse piano ma perchè sapeva che Draco odiava quando lei, presa dalla foga, gli sbottonava la camicia scucendogli tutti i bottoni. Ogni bottone sganciato, ogni -clap-, significava un bacio. -Clap- un bacio sulla gola, -clap- sul petto, -clap- poi giù fino al ventre asciutto e -clap- all'inguine, il traguardo tanto agognato da Hermione.

Draco adesso aveva smesso di baciarle il collo ed era passato alle labbra, così morbide e carnose, così desiderose di incontrare le sue. La baciava con foga, come se ogni bacio fosse l'ultimo, ma con dolcezza, carezzandole i capelli folti con una mano, mentre con l'altra le accarezzava i fianchi pronunciati. Prese aria da quei baci e ne approfittò per scendere con le labbra fino ai seni, fino a quella macchia scura di cioccolato al latte, per girarvi intorno con la lingua fino a leccarla.

Hermione si rese conto solo in quel momento che stavano per fare sesso in cucina, dove fino a pochi minuti prima era entrato il loro bambino e dove avrebbe potuto tranquillamente ritornare da un momento all'altro.

    Draco... - sussurrò, sforzandosi di riacquistare un po' di autocontrollo e non riuscendoci.

    Non tornerà. E ho chiuso la porta. - disse semplicemente lui, per poi sfilarle di dosso la camicia da notte.

Draco la fissò un'attimo, ed Hermione annegò nei suoi occhi per la terza volta quella sera. I suoi occhi, a volte così gelidi e distanti, altre così sprezzanti, altre semplicemente così profondi, erano in grado di stregarla anche dopo tutti quegli anni. Ogni volta lei si imponeva di rimanere ferma al proprio posto e di non cedere, ed ogni volta quello restava un proposito non portato a termine. Draco le diede un bacio a stampo, veloce e perfetto, per poi fissarla di nuovo. Incollò i suoi occhi a quelli di Hermione, e lei potè vedere distintamente la pupilla nera come la notte e l'irede grigia costellata da pagliuzze azzurro chiaro. Annegò di nuovo dentro quel mare in tempesta, furioso e vendicativo, alla disperata ricerca di un salvagente che non c'era.

Quando riuscì a distogliere lo sguardo, notò che Malfoy si era tolto i pantaloni, e l'unico pensiero che riuscì a formulare prima che lui le togliesse il respiro con un altro bacio fu "chissà se anche lui ci annega nei miei occhi, proprio come io faccio nei suoi. Chissà se si confonde, perde la strada, o semplicemente riesce a leggerli come fossero un libro. Chissà".

Hermione gemette quando lui le morse un orecchio e lo ripagò artigliandogli la schiena con le unghie non appena lui la prese in braccio, deciso a farla sdraiare sul tavolo. Con un movimento veloce del braccio fece cadere a terra i tre muffin rimasti, poi salì sopra di lei e le prese il viso tra le mani. Hermione chiuse gli occhi, timorosa di perdersi per l'ennesima volta in quel grigio immenso, e gli riaprì soltando quando si accorse che lui le stava baciando l'inguine.

Hermione sospirò e lasciò che lui le entrasse dentro di lei, e quando accadde capì perfettamente che quello era il suo salvagente. Draco Malfoy era il mare che la sommergeva e la distruggeva ma anche il salvagente che arrivava da una nave sconosciuta per salvarla. Era la malattia e la cura.

Draco si spinse più a fondo dentro di lei, facendola gemere di piacere. La baciò ancora, ancora, ancora, ogni volta più a lungo e più intensamente della precedente, ed Hermione teneva le mani immerse nei suoi capelli, in quei fili d'oro impalpabili che a lei ricordavano tanto quelli del Piccolo Principe -e adesso capiva perfettamente cosa voleva dire la Volpe quando spiegava al Principe che avrebbe pensato a lui guardando il grano.

Hermione cominciò a baciargli il lobo destro mentre con le mani seguiva il profilo duro delle sue braccia, della schiena, del busto, e quando Draco aprì la bocca per parlare, lei spostò le mani sul suo inguine, facendolo gemere.

    Granger... a cosa stai pensando? - chiese con la voce roca.

A cosa stava pensando?

    Malfoy, sai di cioccolata. - disse lei, la voce ridotta ad un sospiro.

Malfoy tentò di ridere o più semplicemente ghignare, ma tutto quello che venne fuori fu un altro gemito di piacere.

Se i suoi muffin raggrinziti facevano quell'effetto, avrebbe dovuto cucinarli più spesso.

  
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