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Autore: Leia Ashtray Myrsky    04/01/2011    3 recensioni
-Mi sei mancato.-
-Lo so, perdonami.-
-Sei stato via a lungo. Dov'eri?-
Tom esitò un attimo prima di rispondere.
-Non lo so.. vagavo senza meta.-
Bill sorrise, accarezzandogli una guancia con dolcezza.
-E' normale, devi esserti sentito così confuso. Non avremmo mai dovuto dividerci.-

[Feat. Phantom rider - Tokio Hotel]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ichigo Shirogane Production
Presents

P H A N T O M R I D E R - Ultimo messaggio

Feat. Phantom Rider (Tokio Hotel)
 



Accarezzò piano il microfono, e lasciò vagare lo sguardo verso il basso. Le gambe dondolavano nel vuoto, obiettivo per gli occhi di centinaia di persone accalcate davanti alle porte di quel palazzo, il volto verso l'alto, il naso all'insù. Gli pareva di sentirne i sussurri (- Ma è Bill? - - Oh mio Dio, sono i Tokio Hotel!- - E' una candid camera? - - Shh, voglio sentire se canta -), sorrise dolcemente. Tra di loro non c'era la persona che cercava; ma sarebbe arrivata comunque, attratta dalla canzone come una falena dalla fiamma.
Accostò il microfono alle labbra e soffiò poche parole.

 

- Gas and blood
Is all I've got -

 

Doveva richiamare a sè quella persona, doveva parlargli almeno un'ultima volta; sotto di sè, le ragazze in estasi gridavano eccitate riconoscendo la canzone. Con un cenno del capo, Georg e Gustav iniziarono a suonare piano i loro strumenti.

- In you I trust
The final exit's
Passing by -

 

Non ancora. Non era ancora abbastanza forte. Di più, di più. Un richiamo ancora più forte, un magnetismo ancora più violento.
Sarebbe arrivato, oh sì, ne era certo.
Mancava solo lui, in fin dei conti.

 

- The wheels run free
Under me
It's you I feel
A million sparks are falling down
I turn the wheel around -


Come per istinto, come per magia.
Voltò la testa e lui era lì, in mezzo alla folla. Guardava in alto, guardava lui, abbassandosi il cappuccio della felpa e togliendo gli auricolari del lettore MP3 dalle orecchie. Guardava lui, seduto su quel cornicione, sul terrazzo di quel palazzo, con le labbra socchiuse per la sorpresa, gli occhi castani sgranati. Sorrise a lui, gli dedicò un sorriso stringendo tra le dita il microfono che trasmetteva la sua voce.

 

- Kiss me goodbye
Into the light
Like a phantom rider
I'm dying tonight
So dark and cold
I drive alone
Like a phantom rider.. -

 

Lo vide correre verso l'entrata del palazzo, e rise, gettando la gola candida all'indietro.

- ..can't make it all on my own -

Scese dal cornicione, tornando con i piedi, fasciati dalle Converse nere, sul pavimento polveroso del terrazzo.

- Promises
I scratched so deep
In you empty seat
The sky is turning upside down
I turn the wheel around -

 

Si avvicinò a Georg, avvolgendogli le spalle con un braccio, il viso sorridente chinato contro il suo basso.
Sentiva lui salire le scale.
Era certo che stesse correndo da lui.
Come poteva essere diversamente?

 

- Kiss me goodbye
Into the light
Like a phantom rider

I'm dying tonight -

 

Sciolse l'abbraccio con Georg e si avvicinò a Gustav, seduto alla batteria.
Gli posò un bacio sulla nuca, accarezzandogli la testa, un sussurro - Bravissimo, stai suonando alla grande - che fece sorridere intenerito il batterista.
Mancavano pochi gradini, lo sapeva, e lui sarebbe arrivato.

 

- So dark and cold
I drive alone
Like a phantom rider
Can't make it all on my own -


Si voltò verso l'entrata del terrazzo, e la porta si spalancò all'improvviso, sbattendo contro il muro con un cigolìo pietoso di metallo arrugginito, vomitando sul pavimento un ragazzo dai lunghi dread biondi, ansimante, il viso lucido di sudore e la felpa nera, così larga, legata in vita.

Bill gli rivolse un sorriso morbido, gli occhi lucidi di tenerezza.
-Ben arrivato, Tom.-
Gli tese una mano, invitandolo ad alzarsi; Tom la afferrò, ancora incredulo, e Bill riprese a cantare, rivolto alla folla, ebbro di felicità.

 

- I don't know your name
But still believe -

 

Si voltò verso il fratello, guardandolo con occhi nocciola luminosi.
 

- Now it's the time
For you and me -

 

Con un attimo di esitazione sulle labbra, poi esplose la sua voce nelle note suonate dagli amici, in un ultimo saluto alla folla sotto di loro.
 

- Time for you and me -
 

Posò il microfono, poi corse ad abbracciarlo.
-Mi sei mancato.-
-Lo so, perdonami.-
-Sei stato via a lungo. Dov'eri?-
Tom esitò un attimo prima di rispondere.
-Non lo so.. vagavo senza meta.-
Bill sorrise, accarezzandogli una guancia con dolcezza.
-E' normale, devi esserti sentito così confuso. Non avremmo mai dovuto dividerci.-
Tom scosse la testa, avvilito, abbandonando il viso al tocco morbido del gemello.
-No, è tutta colpa mia. Del mio carattere di merda. Vi ho sempre cacciato nei guai.-
Georg si avvicinò, battendogli una mano sulla spalla. Anche Gustav lo imitò, limitandosi a posarla semplicemente. Entrambi gli sorrisero, e Tom si sentì un po' più leggero.
-Nessuno di noi ti porta rancore.-
Gli disse Bill, chiudendo gli occhi, con il sorriso sulle labbra rosate.
-Quel che è successo è successo. Sarebbe inutile odiarti. Sei stato un imbecille, ma è anche colpa nostra che potevamo fermarti. DOVEVAMO FERMARTI.-
Il suo sorriso si intrise di amarezza.
-Perciò non temere, non ti preoccupare, non sentirti in colpa, non detestarti perchè il nostro gruppo comunque non tornerà indietro.-
Bill gli diede le spalle per un attimo, guardando fisso davanti a sè, abbracciando con lo sguardo l'intero cielo notturno sopra di lui. Si stiracchiò le braccia, poi si voltò verso Tom, e gli fece una linguaccia.
-E poi anche noi dobbiamo farti delle scuse. A volte ci siamo comportati male con te.-
Georg tirò un pugno leggero contro la spalla di Tom.
-Bill ha ragione. Scusami, amico, se a volte ti ho fatto qualche scherzo un po' pesante.-
Tom gli sorrise.
-Figurati.-
-Tipo scriverti la faccia con il pennarello indelebile mentre dormivi con quella bella biondina..-
-Non è stato carino in effetti..-
-O sostituirti lo shampoo con la tinta per capelli rosa confetto..-
-Ehm..-
-O buttarti la PSP dalla finestra..-
-...-
-O infilarti a tradimento i wurstel congelati nelle mutande..-
-..Uno mi si appiccicò proprio ..-
-O nasconderti i preservativi quando ti preparavi ad una notte di "fuoco"..-
-VA BENE, BASTA, HO CAPITO!-
Georg sorrise.
-Scusa, Tom. Scusa per non aver parlato, prima di agire, troppe volte; e per aver litigato con te per tanti motivi stupidi.- 
Tom gli sorrise, abbracciandolo brevemente.
-Figurati, scusami tu.-
Gustav gli passò un braccio intorno alle spalle.
-Io invece mi scuso per esser stato pedante con te un sacco di volte. Mi dispiace di aver fatto la parte della "mammina".-
Tom rise, grattandosi il naso imbarazzato.
-Lo facevi per il mio bene, non preoccuparti.-
-Però continuavo a dirti che eri uno stupido, che non volevo lavorare con te, che eri un incompetente.
Mi dispiace. Non l'ho mai pensato sul serio.-
Tom gli tirò un buffetto sulla guancia, ridacchiando.
-Tranquillo. Scusami tu per averti dato problemi.-

Bill gli sorrise, incrociando le braccia dietro la schiena.
-Ora tocca a me.-

Tom aprì le braccia e Bill gli corse incontro, tuffandosi nel suo abbraccio, stringendolo forte come se potesse scappargli via da sotto il naso, il viso nascosto nei dread del fratello.

-Scusami.-
Disse, tremando.
-Scusami per tante cose che sai già. Scusami.
Sono un codardo, non voglio separarmi da te.-

La sua voce era rotta, spezzata in mille frammenti taglienti.

-Non volevo lasciarti solo. Però è andata così. Scusami.. Scusami..-

Singhiozzò contro il suo petto. Tom gli accarezzò piano i capelli.
-Bill, calmati, va tutto bene..-
-NO, NON VA UN CAZZO BENE! Non voglio stare senza di te.. Scusami...!-
Tom lo strinse più forte.

-Sai che sei un fratello fantastico..?-
-Sì..-
-Sai che i dread ti stanno davvero bene..?-
-Sì..-
-Sai che non potrei mai vivere senza di te..?-
-Sì..-
-Sai che ti voglio un bene grande, grandissimo, che ti amo più di chiunque altro..?-
-Sì..-
-Sai che senza di te io non sono completo..?-
-Sì..-
Bill alzò il viso, gli occhi nocciola colmi di lacrime erano furiosi, e iniziò a tirare pugni contro il petto del fratello, con il trucco che gli colava lungo le guance, il sorriso di poco prima trasformato in una maschera di dolore.
-Se sai tutte queste cose allora perchè me le fai dire?! Perchè rispondi solo "Sì" e non mi dici qualcos'altro?! Perchè per una volta non sei tu quello debole e io quello forte?! Perchè, Tom, non dici niente?!-
Tom bloccò i polsi del fratello, stringendoli tra le dita; gli posò un bacio leggero sulle labbra, un bacio innocente, così leggero, eppure ebbe la forza di calmare il sangue che scorreva impazzito nelle vene di Bill, che si lasciò andare contro il petto del gemello, piangendo in silenzio mentre Tom lo abbracciava, guardando il cielo notturno, nero, ricamato di stelle, per nascondere gli occhi umidi.
-Mi dispiace Tomi.. per tutte le volte che abbiamo litigato, per tutte le volte che non c'ero ad ascoltarti, per tutte le volte che non ti ho consolato, o che non ti ho abbracciato; o più semplicemente per tutte le volte in cui non sono stato il fratello che volevi.-
Tom sospirò, passandosi una mano sul viso.
-Mi vai bene così, Bibi, sei tutto quello che potrei desiderare come gemello.-

Si staccarono; Bill si asciugò le lacrime, strofinandole con il polsino di spugna nera che gli fasciava il polso destro.

-Ho una cosa per te.-

Si chinò verso il muro alle spalle di Tom, raccogliendo una chitarra.

-Questa è la tua Gibson.-

Bill sorrise, porgendogliela.
Il suo sorriso, misto di felicità e tristezza, era una mezzaluna limpida sul suo viso.

-Suoniamo insieme ancora una volta.-

Tom sorrise, imbracciandola. Provò alcuni accordi.

 

- Now I'm here
No more fears -


Bill guardava davanti a sè, verso la città.
Georg e Gustav guardavano rispettivamente i loro strumenti.
Stavano suonando tutti insieme da chissà quanto tempo, era fantastico, voleva urlare al mondo che - ehi, gente! - lui era lì, con i suoi amici, con suo fratello, a suonare la musica che amava, e lo scenario era fantastico - quell'immensa città che di notte sembrava un mosaico di luci nel nero - e anche il vento era fantastico, la compagnia era fantastica, la sua chitarra era fantastica, il pubblico, le fans, l'altezza di quel palazzo - era un grattacielo o un condominio? O una villetta? O magari era un palcoscenico in uno stadio -, il profumo, la notte, i capelli di Bill, i suoi occhi, la risata di Georg, l'intensità di Gustav, Dio! era tutto fantastico, era tutto meraviglioso, perchè la vita è un dono, certo che è un dono, o almeno così ricorda lui, è un dono e lui era felice di esser lì, di esser vivo, era tutto così stupendo ma c'era qualcosa che stonava, prima era solo una scintilla, poi era un raggio di luna, poi diventò più forte, accecante, un bagliore bianco che non gli permetteva di tenere gli occhi aperti; un riflettore, una stella, un faro, oppure


La luce pura e commovente che splendeva di puro riflesso, irradiata da Bill, non ricordava affatto che Bill fosse così brillante, ma non è solo lui, anche Georg e Gustav rispecchiano la stessa luce intensa e abbagliante, doveva distogliere lo sguardo..

 

- Angel, don't you cry
I'll meet you on the other side -

 

Vide Bill salutarlo con una mano, immerso nella luce bianca, con una lacrima a rigargli il viso; Georg e Gustav, con un sorriso forzato, sillabarono uno "Scu-sa-ci" e poi



 



Si tirò su a sedere. Si guardò intorno, senza riconoscere il posto. Si guardò le mani.
 

Ne vide solo una.
 

Si toccò il viso. No, non era colpa della benda sull'occhio destro.

La mano sinistra, quella con cui creava le melodie su cui cantava suo fratello, mancava proprio; e insieme a lei mancava tutto l'avambraccio, amputato poco sopra il gomito.

Si guardò nuovamente intorno.
Era in una stanza d'ospedale.
Perchè non ricordava il motivo per cui era lì..?

 

- A million sparks are falling down.. -
 

Un milione di ricordi, frammenti, flash, gli esplosero nella testa.

Guidava sempre ad una velocità sostenuta.
Sopra i cento chilometri orari persino in città, per dirla tutta. Faceva delle curve in terza così spericolate che l'auto si inclinava leggermente, spedendo i passeggeri contro i finestrini. Bill rideva sempre quando lui faceva quelle curve. Lo divertiva l'alta velocità, esattamente come Tom. Georg si manteneva a stento sulla maniglia, Gustav rimaneva rigido, seduto a braccia incrociate, sbottando, ad ogni manovra di Tom: -Stai attento al cane- -Rallenta- -Le curve si fanno in seconda- -Guarda la strada- -Rallenta- -Non investire nessuno- -Guarda la segnaletica- -Rallenta- -Attento, il semaforo è rosso-
Quella era una sera come tante.
Lui alla guida, Bill seduto al suo fianco come sempre, Gustav e Georg su i sedili posteriori.
Bill rideva come un pazzo ad ogni manovra. Tom le commentava con un fischio imitante le auto da Formula Uno, Gustav con un -Rallenta-. Georg rimaneva aggrappato, guardando fuori dal finestrino per non pensare a quelle curve da paura.

- Goodbye! -
 


Non aveva bevuto.
Era una sera come tante.
Volle fare il furbo con il semaforo rosso, accelerando quando lo vide per riuscire a passare.
Era una sera come tante.

 

- Into the light -
 

Forse era già svenuto, perchè quando il paraurti del tir affondò nel fianco della macchina - come un coltello, oh Dio, nel lato dove sedeva Bill - non fece nessun rumore.
 

- Like a phantom rider -

 

Aprì gli occhi, e guardò al suo fianco.

Un letto come il suo.

Le sue mani tremarono.

Un corpo come il suo.

Oh Dio no ti prego non può essere successo davvero

Un volto simile al suo, che non recava più la minima traccia di trucco, solo una grossa fasciatura sul lato destro del viso.
Una tracheotomia con tanto di cannula collegata ad un macchinario che ronzava pigramente.
I fili di alcuni elettrodi sbucavano da sotto il camice, e un grande schermo nero mandava un unico suono ininterrotto.

Ti prego Ti prego Ti prego Ti prego Ti prego Ti prego

 

- I'm dying tonight -


Poi tutto rallentò.
Le infermiere che entrarono nella camera, chiamando il dottore, correvano in moviola; il medico entrò con calma mentre pianissimo il suo volto mutava espressione dipingendosi di panico, e si avvicinava al corpo sul lettino.

 

- So dark and cold -


Lentamente eseguirono il massaggio cardiaco e monitorarono le pulsazioni.
Lentamente gridarono il nome di suo fratello, senza emettere alcun suono.
Lentamente gli aprirono un occhio, inondandone la pupilla con il piccolo fascio di luce di una pila, scuotendo la testa.
Lentamente gli coprirono il volto con il lenzuolo e spensero i macchinari.
Lentamente uscirono dalla stanza.

 

- I drive alone -
 

Lentamente, copiose lacrime scesero sul volto inespressivo di Tom
e tutto il dolore corse ruggendo nelle sue vene esplodendo come un lampo bianco nel cervello, e urlò per il braccio amputato, per l'occhio ferito, per tutti gli altri lividi che aveva; urlò di dolore rannicchiato su sè stesso, stringendosi il moncherino, toccandosi a tratti la benda sull'occhio; ma quella sofferenza non poteva coprire e nascondere quella sensazione, come se qualcuno gli avesse strappato tutte le vene dal corpo, tutte le arterie e il cuore; lasciandolo vuoto, pallido, inerme, un fantasma di sè.

 

- Like a phantom rider
Can't make it all on my own

Hey!-


-Nessuno di noi ti porta rancore.-

Alzò la testa.

-Quel che è successo è successo. Sarebbe inutile odiarti. Sei stato un imbecille, ma è anche colpa nostra che potevamo fermarti. DOVEVAMO FERMARTI.-

-No, non è possibile..-

- I'm here with you, here -

-Perciò non temere, non ti preoccupare, non sentirti in colpa, non detestarti perchè il nostro gruppo comunque non tornerà indietro.-

-Ti prego, aspetta..-

- Leave me alone -


Il sorriso di Bill, di Georg, di Gustav, brillava nell'oscurità come stelle, rischiarando ed insegnandogli la via.
 

- Phantom riders.. -

-Ti vogliamo bene-


Un ricordo. Era solo un ricordo, un frammento di sogno.

 

-Ciao, Tomi.-
 

-... Always die on their own.-




 

The end


 


Teatrino dell'autrice

Buondì! Eccoci qua alle prese con la mia prima fan's fiction su i Tokio Hotel. Non solo è la prima, ma è anche l'ULTIMA, perchè aver scritto con Tom come protagonista mi garba ben poco è_è;;; Il mio cuore è solo per Bill ù_ù lui è la mia primadonna per eccellenza!
Passiamo ad argomenti seri xD Mi auguro che nessuna abbia frainteso il bacetto tra Bill e Tom come qualcosa di slashoso ed incestuoso, perchè NON LO E', e se lo avete pensato, diamine, siete delle pervertite! é_é Era un bacetto fraterno, niente lingua e desiderio carnale, spero si sia capito, è il modo che ha usato Tom per dirgli "Ti voglio bene" senza usare le parole. 
Inoltre sì, so benissimo che Tom è un COGLIONE, che passando con il rosso ha sterminato la band. La mia fic non è un elogio ad infrangere il codice stradale =_= sia chiaro, altrimenti la patente me la ritirano xD! Quindi sì, sono d'accordo sul fatto che Tom merita taaaaaaaaaaaaanti pagliatoni sulla testolina, ma penso anche che vivere nel rimorso non serva a nulla, e neanche portare rancore tutta la vita, non serve a nulla :D
Inoltre vorrei dirvi che la fic non ho potuto rileggerla, quindi per qualsiasi errore comunicatemelo please!
Mi aspetto qualche commento ovviamente, anche per dirmi che scrivo malissimo ò_ò
Grazie per esser passate da qui!


Ichigo XoXo

 

   
 
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