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Autore: Black.Mamba_MaF    04/01/2011    1 recensioni
E se il grande Harry Potter avesse avuto una sorella maggiore, Elizabeth, ed una gemella, Francine? La mia FF è la riscrittura del primo libro secondo questo What if?. Buona lettura ;D
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 1

Di litigi, ripicche e serpenti…

 

 

 

Sbuffare.

Francine adorava farlo, la faceva sentire bella e superiore.

Lo faceva con gli zii quando le chiedevano cose che non avrebbe mai fatto, oppure con Harry se insistentemente pretendeva qualcosa. Persino con i professori.

Le veniva bene, fin troppo, con la sua faccia da angelo sprezzante, mentre si arricciava un capello scuro con le sue dita curate e smaltate.

Persino adesso che suo cugino Dudley le si avvicinava non si trattenne e sbuffò.

- Che vuoi? – chiese, cercando di risultare altezzosa, senza far trasparire la curiosità che realmente provava.

- Scema, oggi è il mio compleanno. – fu la risposta altrettanto cattiva.

Francine non si crogiolò in altre parole inutili, ma girando intorno al cugino salì al piano superiore chiudendosi in bagno.

I Dursley avevano una casa perfetta.

Non mancava niente: mobili, oggetti di bellezza, tutto era sistemato pazientemente e minuziosamente. Un vero paradiso. Nonostante tutto, però, lei odiava quella casa. Ormai non sapeva più nemmeno perché, ma tendenzialmente provava rabbia nei confronti di tutto e tutti…

- Francine? – la voce di suo fratello giungeva dal piano superiore.

- Non chiamarmi, mi dà fastidio. Anzi no, tu mi dai fastidio! -

Lei si voltò di scatto non appena sentì la porta del bagno aprirsi improvvisamente, anche perché l’aveva chiusa a chiave, ne era sicura.

- Devi bussare, stupido, questo è un bagno. – urlò, cercando di uscire dalla stanza.

- Non mi chiamare stupido, e ascoltami! Oggi è il compleanno di Dudley… Perciò andremo da Miss Figg, vero? – replicò il ragazzo, alzandosi sulle punte e cercando di risultare un tantino più altezzoso di quello che era di solito.

- No. Lasciami stare, vattene ora. E come hai fatto ad aprire la porta? –

- O me ne vado, o ti rispondo. Non posso fare tutte e due le cose contemporaneamente, cara sorella! – fu la risposta di Harry, ugualmente acida.

- Oppure te ne vai rispondendole! – disse una terza.

Scostò la porta una ragazzina abbastanza sfuggente, con una chioma di capelli rosso mattone legata in una coda, anche se i ciuffi ribelli uscivano da tutte le parti. Gli occhi verdi guizzavano da Harry alla sorella Francine senza il minimo riguardo per i due, che se stavano immobili senza ribattere.

- Sentivo proprio la tua mancanza, Elizabeth Lily Potter. Sei proprio come un animale domestico… Davv…-

- Nel senso di amichevole, piacevole e capace di trasmettere sentimenti? – la interruppe Liza, curiosamente sarcastica.

- No, io intendevo nel senso… fisico del termine.-

La ragazza sorrideva, dopo aver scoccato un occhiataccia al fratello Harry che aveva accennato ad una risatina. Elizabeth non rispondeva, era zitta, con gli occhi dardeggianti di odio verso quella sorella che non aveva mai amato nessuno. Neanche lei.

- Intendevi fisicamente, eh? Non avevo dubbi, brutta stronza. –

La rossa girò i tacchi e con un’uscita di scena molto teatrale se ne andò nella sua stanza.

- Allora, Harry, ancora non mi hai spiegato come hai aperto la porta… - Francine aveva incrociato le braccia mentre fissava maligna il suo gemello.

- Non ne ho idea, ma anche se lo sapessi, di certo non lo direi a te! -

Anche lui corse via, scappando all’ira della sorella.

Francine chiuse la porta e vi si appoggiò. Chiuse gli occhi.

Doveva progettare assolutamente qualcosa da preparare come regalo per suo cugino. E, naturalmente, punire quell’insolente di Liza. Quel suo affronto non sarebbe rimasto impunito. Sorrise. Sì,sapeva già che si sarebbe divertita. La pelle iniziò a bruciarle.

 

 

Liza odiava sua sorella. Disprezzava ogni singola cosa di lei, dal suo modo di respirare alla sua vocetta irritante. Detestava soprattutto il fatto che ad ogni passo, in ogni momento, attirasse gli sguardi curiosi ed ammirati della gente: non era affatto giusto.

La rossa si buttò sul letto della sua stanza.

Quell’anno Francine sarebbe dovuta venire a Hogwarts con lei. La cosa la abbatteva. Già immaginava come tutti avrebbero osservato la mora e sarebbero caduti ai suoi piedi, e come lei se ne sarebbe servita, facendo loro fare tutte quelle piccole cose che lei odiava eseguire.

E poi, lo sapeva benissimo, quella particolarità di Francine, che solo Liza aveva intuito in seguito alle ricerche in Biblioteca, avrebbe catalizzato ancor di più l’interesse sulla sorella.

Immaginò i suoi migliori amici, Fred e George, lasciarla da parte e correre da Francine, il mostro.

Scosse la testa, cercando di far dissolvere quel pensiero orribile, inutilmente.

Si alzò. Sperava che camminando avrebbe evitato altre idee moleste.

Corse giù, da sua zia che stava cucinando qualcosa. Si sedette a tavola, afferrando pane e marmellata per far colazione. Mangiava piano, riflettendo.

E persa nei suoi ragionamenti, non si accorse del grosso serpente nero che, lentamente, si avvolgeva attorno alla sua gamba destra.

 

Harry adorava stuzzicare la sua gemella. Gli dava soddisfazione per una volta essere lui il persecutore e non la vittima. D'altronde sapeva che non poteva prendersela con nessuno: era quello il destino di chi aveva due sorelle, tra cui una più grande. E poi, dire che tra le due corresse buon sangue era un eufemismo. Era già tanto se non si staccavano la testa a morsi. Si detestavano incondizionatamente. Chissà perché, poi. Le vedeva sputarsi addosso veleno da quando aveva memoria. Ovviamente il caratteraccio di Francine non aiutava a migliorare il rapporto con la sorella, questa incredibilmente permalosa.

Camminava sconsolato nel corridoio. Non poteva andare nella sua stanza a piangere il suo triste destino in quella schifosa scuola media Stonewall poiché Liza la occupava già. E l’esperienza aveva insegnato ad Harry che era meglio non disturbare la sorella quando era reduce da una litigata. Quello era una delle tante spiacevoli conseguenze della convivenza con le sorelle: avere una sola stanza in tre. Un incubo in poche parole. Fortunatamente quella convivenza a tre si limitava alle vacanze, poiché Liza stava in un collegio. Che poi Harry non capiva una cosa. Elizabeth era più grande di lui di due anni, ma lei non era mai andata a Stonewall, a differenza di Harry e Francine. E nemmeno a Snobkin, come Dudley. In realtà non era nemmeno in una scuola di Londra. Andava in un istituto per ragazzini disadattati, come diceva zia Petunia, in un luogo sperduto, si chiamava San Bruto a quanto pareva, dove li riempivano di botte dalla mattina alla sera. Eppure Liza era tanto emozionata quando partiva e sempre con un sorriso nostalgico quando tornava a casa per le vacanze, estive, natalizie o pasquali che fossero. In più riceveva sempre delle lettere via gufo, ed era abbastanza divertente guardare il viso di zio Vernon quando succedeva: diveniva di un bel rosso cremisi, mentre gli frullavano i baffi dalla rabbia.

In quel momento vide la sorella maggiore correre fuori dalla loro cameretta e scendere le scale. Probabilmente stava andando a fare colazione. In effetti anche lui sentiva un certo languore nello stomaco, quindi decise di seguirla.

Scese lentamente le scale. Gli piaceva fare le cose con calma.

Sbirciò dalla porta cosa succedeva in cucina. Liza stava spalmando la marmellata sul pane come se volesse  accoltellarlo. E ci stava riuscendo a giudicare dallo stato, totalmente sforacchiato, della povera fetta di pane. Brutto segno, evidentemente la rabbia non l’aveva abbandonata. Quindi cercò di fare meno rumore possibile entrando, per non rischiare di venire trivellato dal coltello della sorella come il pane.

Mosso qualche passo in direzione della sedia, notò un enorme serpente scuro sfiorargli il piede. Si fermò. Il serpente continuò a strisciare in direzione della rossa, fino a salirle lungo la gamba. Rimase immobile, paralizzato dal terrore. Tuttavia qualcosa nel suo intimo gli suggeriva di non aver paura perché era assolutamente normale.

 

La prima cosa che Liza sentì sulla pelle del polpaccio, fu la sensazione di fresco e umido, nonché viscido. Tutte e tre le percezioni si fondevano in una sola idea: pericolo.

Abbassò lentamente lo sguardo, scostando la tovaglia che le bloccava la vista.

Un grosso muso nero le si parò dinanzi. Il respiro le si mozzò in gola. Alzò lo sguardo in una muta richiesta d’aiuto ai presenti. In cucina c’erano solamente la zia, totalmente dedita ai fornelli, e quell’idiota di suo fratello, che osservava la scena bloccato dalla paura.

Liza, per l’amor del cielo, mantieni la calma.

Piano, molto piano, allungò il braccio verso il tavolo, alla ricerca del coltello. Sapeva che era inutile e che era spacciata comunque, ma voleva almeno morire con la consapevolezza di aver provato a salvarsi, dannazione!

Quando le sue dite sentirono la superficie metallica dell’impugnatura, si strinsero intorno ad essa.

Nel frattempo la serpe continuava ad alzarsi. Oramai era all’altezza del suo viso.

In un lampo la lama saettò verso il serpente, che la schivò abilmente. Lo stesso esito ebbero i successivi attacchi. Alla fine l’animale, stufo evidentemente, fece saltare via il coltello dalla mano di Liza con un colpo sul suo polso.

Il serpente si avvicinò all’orecchio della ragazza.

La tensione si poteva tagliare quasi col coltello.

Morirò, porca di quella miseria!

Per di più non poteva fare nemmeno appello alla magia, poiché la bacchetta era sul suo comodino al piano di sopra.

Ormai Liza sentiva la lingua della bestia saettarle praticamente nell’orecchio.

- Lo sai che è da bimbe cattive cercare di uccidere la sorellina più piccola, vero Lizetta? - il sibilo del serpente era basso e aspro. In un attimo il serpente scivolò a terra e strisciò via dalla vista dei Potter.

- Francine, maledizione! Torna subito qui, così che ti possa ammazzare, disgraziata! - l’urlo di Elizabeth squarciò la calma della stanza.

Note

Questa storia ce l'avevo in mente da un po', infatti avevo pubblicato una sottospecie di prologo tempo fa, ma... diciamo che mi faceva un po' schifo per cui l'ho cancellato. Spero vi piaccia questo capitoletto. =)

Be', voglio chiarire un punto fondamentalo. Allora, Liza è di due anni più grande di Harry e Francine, e va ad Hogwarts, ovviamente, ed è nè Harry nè Francine lo sanno: i Dursley hanno rifilato anche a loro la storia di San Bruto. Un'ultima cosa, poi prometto che non vi do più fastidio: Francine è una Metamorfomagus, tipo Tonks per intenderci. Detto questo mi ritiro nel mio angoletto buio. Acqua prata, e alla prossima puntata! ;D

Mi raccomando, recensite ^-^

 

   
 
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