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Autore: crystalemi    05/01/2011    3 recensioni
[Seguito di Just the Wrong Night]
Rivisitazione della notte della Morte dei Potter in due capitoli.
La domanda vagò nella stanza per parecchi minuti, prima che lo scricchiolio della penna di Remus si interrompesse. Sirius stava già mordicchiandosi il labbro, quando Remus si voltò per osservarlo con un’espressione indecisa fra la curiosità, lo scetticismo e il divertimento.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Just the Same Wrong Night


Worst Marauders’ Halloween Ever.





31 October 1981,
3:00 am, Lupin’s Bedroom



Non aveva messo una sveglia, non vi aveva proprio pensato, ma ormai svegliarsi a quell’ora per un’intera settimana doveva avergli cambiato i ritmi di sonno e veglia. Doveva andare a controllare Peter, non poteva mancare, visto che il giorno prima aveva saltato l’appuntamento delle dieci. Non che in effetti gli importasse: aveva fatto pace con Remus, questa volta davvero (e sperava una volta per tutte).
Si girò a guardare il suo compagno, l’uomo con cui stava da più di un anno cercando di avere figli. Arrossì al pensiero, ma il suo sorriso si allargò, mentre all’altezza del suo stomaco qualcosa si contorceva piacevolmente.
Remus dormiva della grossa abbracciando il cuscino come fosse un’ancora e Sirius era molto sicuro che fosse un’abitudine causata dalla sua assenza in quelle lenzuola per così tanto tempo. Sei mesi, forse?
Si maledisse: come aveva potuto sospettare di Remus? Lui, al contrario di Sirius, non vedeva James come un fratello acquisito e Lily come la moglie di detto fratello; no, per lui era molto diverso: James era uno dei migliori amici, uno degli unici amici fidati che avesse, ma Lily era di più, era una sorella, ne era stato perfino innamorato a tempo debito. Come aveva potuto sospettare di lui? Si diede mentalmente dell’idiota mentre scostava una ciocca dei capelli troppo lunghi di Remus.
L’unica cosa che avrebbe potuto spingerlo a tradirli era un tradimento per primo, o forse l’invidia? No, non l’invidia, non per Remus, lui era invidioso di cose più stupide, come il poter gironzolare in giro in forma di cane o il poter passeggiare sotto la luna piena. Non invidiava certo James per Lily, di questo Sirius era sicuro.
Peter sì, perché Peter aveva sviluppato negli ultimi anni un’invidia malsana per James e ciò che aveva, ma non Remus.
Peter, giusto. Doveva muoversi.
Scese dal letto e si stiracchiò, cercando in giro i suoi abiti. Trovò i pantaloni, la camicia e il mantello (che comunque non avrebbe preso), ma non vi era ombra né di uno dei suoi calzini né delle sue mutande.
Sbuffò sonoramente, lasciando cadere i vestiti recuperati ai piedi del letto e fece per abbassarsi, ma un dolore sordo al fondoschiena lo avvisò di non azzardarsi nemmeno a ripetere l’atto del piegarsi in avanti.
«La mia biancheria la trovi nel solito cassetto, Pads.» mormorò Remus facendolo quasi sobbalzare dallo spavento. Sonno leggero, giusto, ne erano affetti entrambi e lui stava facendo una confusione terribile.
«Grazie.» mormorò avviandosi al cassetto che – grazie al cielo – si trovava abbastanza in alto.
«Gratta e netta.» mormorò Remus e Sirius sentì subito una sensazione di fresco dove prima aveva provato solo una fastidiosa sensazione data da qualcosa di secco appiccicato alla sua pelle.
Si girò verso Remus per ringraziarlo al colmo dell’imbarazzo, ma lo vide scuotere il capo.
«So che sei di fretta, lo vedo, non potevo lasciarti uscire così. Hai bisogno della metro-polvere?» domandò stiracchiandosi con un sorriso leggero, ma nemmeno troppo falso.
Sirius sbuffò seccato: Remus doveva cercare di capire che sarebbe tornato subito da lui, dopo aver controllato Peter, non se ne sarebbe andato come se fosse stata una semplice notte di sesso con una vecchia fiamma.
«Moony.» lo richiamò mentre tornava al suo posto, accanto a lui. «Mi sembrava fosse chiaro il fatto che ti amo. Tornerò appena finito, non dovrei metterci più di mezz’ora. Poi faremo la doccia assieme e preparerai la colazione. La faremo assieme e... ti accompagno dove vuoi. Non so cosa devi fare oggi.» mormorò baciandolo piano, castamente.
«Devo andare al San Mungo per le dieci, poi ho la giornata libera. Potremmo intagliare una zucca e con quello che tiriamo fuori fare del succo.» propose quasi timidamente Remus accennando un sorriso e sporgendosi a baciare un dolorante Sirius.
«Ok, prima vado, prima torno.» Affermò questi tirandosi lentamente diritto con la schiena. Remus annuì e tornò ad abbracciare il cuscino, ma ora aveva un sorriso così dolce che Sirius fece fatica a distogliere lo sguardo per rivestirsi.
«La metro-polvere è in cucina, sotto il lavandino.» mormorò Remus sbadigliando subito dopo. Sirius sorrise e scosse la testa.
«Ho la moto di sotto.» mormorò a mo’ di spiegazione e Remus fece una smorfia, se per la moto in sé o per il dolore che immaginava avrebbe provato Sirius a stare lì seduto, il diretto interessato non lo seppe dire.
«Fa rumore, sta’ attento.» sussurrò cercando i suoi occhi e Sirius annuì, poi tornò accanto a lui per baciarlo mentre sistemava la camicia dentro i pantaloni e li chiudeva.
«Torno fra poco.» mormorò una volta sulla porta della stanza. Remus sorrise e mimò con le labbra un “ti amo” che fece fare le capriole al cuore di Sirius, che rispose allo stesso modo un “anch’io”.
«Allora a dopo.» gli disse Remus dolcemente; Sirius annuì ed uscì dalla stanza con una nuova spiacevole sensazione in fondo allo stomaco.




31 October 1981,
3:30 am, Pettigrew’s Hole.



Sirius si fermò proprio davanti alla casa di Peter. Le luci erano spente e tutto sembrava caduto in un sonno profondo a vederlo da fuori, ma Sirius sapeva che si trattava di un incantesimo e che dentro c’era Peter. Il giorno prima era stato colpito dalla stessa spiacevole sensazione che ora attorcigliava il suo stomaco, mentre era lì: per questo era andato a cercare Remus. Era qualcosa di irrazionale, più legata a quella parte della mente che ormai da anni occupava Padfoot che altro, così era andato a cercare di cancellarla con qualcosa di altrettanto irrazionale, ma legato totalmente alla sua coscienza, non a quella del cane che c’era in lui. L’amore che provava per Remus era irrazionale, ma Padfoot non l’avrebbe mai capito a fondo: si sarebbe sottomesso al mannaro per affetto e soprattutto per paura, non per amore.
Comunque, la triste e snervante sensazione era lì di nuovo e Sirius seppe che qualcosa quel giorno non sarebbe andato dritto come avrebbe dovuto. Non era affatto piacevole realizzarlo così.
Si avviò a passo spedito verso il retro della casa, lasciando la sua fida moto sul vialetto d’ingresso. Era una villetta sommariamente banale, molto anonima e dall’esterno non si sarebbe nemmeno detto appartenesse ad un mago. Dumbledore aveva fatto un ottimo lavoro.
La prima cosa che lo sconvolse, fu la porta aperta, spalancata.
Così corse dentro e la cucina sembrava in ordine, ma appena raggiunse il salotto osservò il caos più assoluto.
Niente tracce di Peter, ma anche niente tracce di sangue. Questa era una magra consolazione, si rese conto.
La seconda cosa che lo insospettì, comunque, fu l’assenza del corpo di Peter. Eppure la commozione doveva essere accaduta quella notte. Alle cinque e mezza del pomeriggio prima Peter era vivo e vegeto.
Poi, come se un lampo si fosse abbattuto su di lui, mentre spostava il tavolo a mani nude se ne accorse.
Non aleggiava alcun marchio nero sulla casa.
Niente teschi e serpenti che rimanevano per giorni interi come un tacito e crudele monito.
Nessun vicino spaventato o curioso.
Urlò in preda alla rabbia e tirò un calcio ad una sedia, ribaltandola, mentre i suoi stessi pensieri si riannodarono assieme.
Peter sì, perché Peter aveva sviluppato negli ultimi anni un’invidia malsana per James e ciò che aveva, ma non Remus.
Erano stati ingannati! Quel lurido piccolo sorcio!
Con un ringhio gutturale degno del demonio in persona corse fuori e salì velocemente sulla moto.
Non si preoccupò nemmeno di renderla invisibile, semplicemente, con una breve rincorsa, decollò in direzione Godric’s Hollow.




31 October 1981, 3:55 am,
Godric’s Hollow.



Lo vide già da lontano, il marchio nero.
Aleggiava su un gruppo di rovine che Sirius conosceva fin troppo bene e, se poteva vederle, era stato rotto l’incanto Fidelius. Non riuscì a trattenere un altro ringhio che però nell’uscire assomigliò quasi ad un guaito: fumavano quelle rovine.
Quando atterrò e corse a perdifiato verso casa di James e Lily si accorse di un enorme persona china su qualcosa e di alcuni vicini che uscivano per capire cosa fosse successo. Si avvicinò ad Hagrid che lo riconobbe, nonostante stesse piangendo come una fontana: fra le mani teneva Harry, il suo piccolo e tenero quasi-nipote.
Ricacciò indietro le lacrime e posò una mano su un braccio di Hagrid per attirare la sua attenzione; quando fu certo di averla gli disse in tono calmo, il più calmo possibile, perché non era certo nemmeno lui di cosa provasse davvero:
«Dallo a me, Hagrid, lo porto via io.»
Il mezzo gigante scosse la testa e Sirius dovette controllarsi con forza per non urlargli addosso, pieno com’era di rabbia inespressa.
«Hagrid, sono io il suo Padrino! E’ compito mio occuparmi di lui!»
L’altro scosse nuovamente la testa, ma questa volta sembro essere abbastanza calmo da poter parlare:
«Dumbledore, lui ha detto a me di portare il piccolo Harry via. Di non darlo a nessuno, ha detto il Preside.»
Sirius fu attraversato da una scossa di rabbia.
Se Harry rimaneva con Albus sarebbe stato molto più al sicuro che con lui, ma nel tragitto per arrivare ad Hogwarts chiunque poteva rischiare di prenderselo, per giunta Hagrid non era esattamente un grande mago, valoroso sì, ma inerme davanti ad un bastardo mangia-merda. Comunque, senza Harry a cui badare si sarebbe potuto prendere la vendetta che voleva senza intoppi: il sudicio ratto meritava di morire nel modo peggiore possibile.
«Hagrid, prendi la mia moto e fa’ presto!» gli ordinò mentre osservava tutte le persone che si raccoglievano ora davanti alla casa in rovine. In mezzo a quel gruppo potevano esserci anche Death Eater per quel che ne sapevano. Hagrid sembrò capire e senza dire nulla si avviò a grandi passi verso la sua moto. Sirius la guardò rombare, partire a razzo e infine decollare. Aveva fatto bene a mettere le scritte sotto i tasti per Remus: a qualcosa erano comunque serviti.
Non sapeva dove trovare Peter, perciò decise che due secondi poteva spenderli per salutare James e Lily.
Tremò alla vista del corpo di quello che era stato un vero fratello, ora riverso ai piedi delle scale, la bacchetta ancora strettamente chiusa nel suo pugno. Era ancora di un colore naturale e Sirius era certo che se avesse allungato una mano l’avrebbe sentito caldo, quasi vivo. Ma era morto, lo sapeva bene.
Superò il cadavere della persona più importante della sua fottuta vita e salì per le scale traballanti di legno. Si diresse in camera di Harry perché sapeva che Lily sarebbe corsa lì. Voldemort voleva Harry.
La trovò distesa sul vecchio tappeto della camera di James, quello in casa dei suoi su cui si erano sdraiati tutti i giorni per chissà quanto tempo. Ci giocavano a scacchi e inventano nuovi piani con cui tormentare Snivellus, una volta tornati a Hogwarts alla fine delle vacanze.
Lily era lì e aveva del sangue sulla camicia da notte. Era ancora bella, nonostante stesse dormendo in una posizione molto scomoda. No, non stava dormendo Lily e nemmeno James.
La rabbia lo sconvolse cominciando a fluire con un’energia impressionante nelle sue vene, annebbiandogli il cervello. Pensò per un secondo a Remus, ma già non ragionava più.
Doveva trovare Peter, doveva distruggerlo con le sue stesse mani. Ridacchiò nervosamente. Ammazzarlo. Doveva.
Si smaterializzò.




And I'd wish the sun would never come
It's 4 AM and you are gone









Note: Quando Sirius si riferisce al fatto che stanno cercando di avere figli assieme si riferisce a qualcosa che verrà fuori con la long-long-fiction “Hell & High Water” che probabilmente posterò una volta che avrò abbastanza capitoli da sopperire al periodo di studio sfrenato che comincerà a inizio marzo. Avrei preferito effettivamente NON citarlo questo dettaglio ma è necessario alla long-fic, visto che questa sarà una memoria di Sirius che estrapoleranno. Non potevo cambiarla dopo =S

Ringrazio ancora per i commenti alla prima parte e avviso che A) Riflesso Condizionato mi ha convinta a postare la long-long fic e che quindi B) la vedrete fra qualche mese su questi schermi sotto il nome di Hell & High Water, infine C) tutte queste fic sparse, con il primo capitolo della long-fic finiranno finalmente in una serie in ordine di tempo.

Grazie per la pazienza *inchino*

   
 
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