Titolo: the pride of the fallen mask
Paring: DracoXHarry
Summery: La seconda guerra magica si è finalmente conclusa. Harry, Ron ed Hermione ritornano ad Hogwarts per finire gli studi. Anche Draco Malfoy si trova a scuola ma la sua posizione non è più la stessa. Il giovane serpeverde viene preso di mira con scherzi e piccole vendette. Riuscirà qualcuno ad aiutarlo a uscire dal baratro nel quale è caduto? Malfoy riuscirà a mettere da parte l'orgoglio e accettare la mano che gli verrà tesa?
Declamers: i personaggi non mi appartengono. Tutti i diritti rimangono all'autrice. Questa storia è scritta per puro divertimento e non a scopo di lucro.
Rimase immobile. Semplicemente fermo in mezzo a
quel vorticare di persone e voci.
Alle sue orecchie giungevano solo suoni indistinti e soffusi. Si
sentiva stanco, spossato e vuoto.
Aveva sconfitto Voldemort. Nella sua testa continuava a ripetersi
quella frase come un mantra. Ma suonava vuota, priva di significato
reale.
Sirius era morto, con lui Silente e Piton. I suoi genitori, anche loro
erano morti per salvarlo.
Quella guerra...anche nella vittoria del sangue era stato versato.
Sangue di nemici e di amici. Il cuore di Harry saltò un
battito.
Gli occhi iniziarono a bruciare.
Le voci prima confuse diventavano mano a mano più chiare.
Sentiva che stava per riprendere contatto con la realtà.
Appena i suoi occhi misero a fuoco la sala grande ,capì.
Aveva sconfitto Voldemort. Quella frase non suonava più
vuota ma si era impregnata di un nuovo significato.
Tutta quella gente, tutte le persone innocenti e quelle che amava,
erano riunite in quella immensa sala che per anni aveva accolto
generazioni di maghi. Si abbracciavano e vegliavano sui corpi oramai
privi di vita dei loro cari. E invocavano il suo nome.
Sconfiggendo Voldemort aveva ridato la speranza e il sorriso a quelle
persone. Era riuscito a lenire un po' il dolore e la paura che
aleggiava nei loro cuori. In un modo contorto, crudele, con la morte di
una persona ,lui era riuscito a renderle felici.
Ginny gli si fece accanto , sfiorandogli il braccio.
"E' tutto finito ,Harry. Grazie"
Sentì le braccia della ragazza avvolgerlo in un abbraccio.
Ma non c'era calore, non più. In tutti quei mesi di guerra
la sua piccola Ginny gli era mancata. Però, dopo alcuni
mesi, Harry si era ritrovato a chiedersi di che colore fossero gli
occhi della ragazza. Aveva passato notti intere a domandarselo, a
sforzarsi di ricordare. Avrebbe potuto chiedere a Ron ma voleva essere
lui a trovare la risposta.
Alla fine aveva desistito, gli venivano in mente iridi metallizzate ,
ma era convinto che non appartenessero alla piccola Weasley.
"Vai da tua madre Ginny, ha bisogno di te"
La rossa annuì e
si avvicinò a Molly, ricurva sul corpo senza vita di Fred.
Harry Potter distolse lo sguardo. Gli occhi smeraldini si posarono su
tre figure. Biondissime e spaventate. Lucius, Narcissa e Draco Malfoy
erano stretti gli uni agli
altri, sul viso un' espressione di smarrimento.
I capelli di Draco erano anneriti dal fumo e la pelle diafana era
ricoperta di graffi.
Harry rimase a fissare la figura del biondo. Come piccoli e luminosi
flash rivide quello stesso ragazzo tornato bambino che gli tendeva la
mano. L'espressione strafottente e il sorriso sbieco.
Rivide tutti i loro scontri. Percorse con la memorie il loro passato
fino a quando l'aveva salvato dal fuoco. In quel momento aveva sentito
un enorme squarcio al petto quando aveva capito che Draco Malfoy
sarebbe rimasto ucciso bruciato vivo. Quello spocchioso serpeverde non
poteva morire così, non davanti ai suoi occhi.
Gli occhi grigi di Malfoy andarono a incrociare quelli verdi del
grifone.
L'eroe del mondo magico distolse lo sguardo.
Draco seguì con gli occhi la figura malconcia di Harry
finché questi non uscì dalla sala.
"Padre, madre, arrivo subito"
"Draco!" la voce preoccupata di Narcissa fece sorridere il
più piccolo dei Malfoy. Era la prima volta che vedeva sua
madre preoccuparsi per lui.
"Stai scappando?"
La voce strascicata di Malfoy fece voltare di scatto il moretto.
Per qualche secondo osservò il viso del suo interlocutore.
"Non ce la facevo più, volevo solo rimanere da solo" Harry
parlò con voce stanca. Non aveva voglia di pensare a qualche
risposta mordace. Voleva solo rimanere in raccolta con se stesso.
"Volevo solo ringraziarti per aver salvato me e la mia famiglia"
Il moretto spalancò gli occhi. Malfoy lo stava ringraziando?
"Bhe , allora addio san Potter"
Harry trattene un sorriso. Solo uno come lui poteva ringraziarlo e
insultarlo in contemporanea.
Si vergognava ad ammetterlo ma questo breve scambio di battute con il
suo antico rivale l'aveva fatto sentire a casa.
Più dell'abbraccio di Ginny, pensò colpevole.
Perso nei suoi pensieri non si accorse che Draco si stava allontanando.
"Malfoy!"
Il biondo si girò sorpreso.
"Arrivederci" Harry tese la mano verso di lui.
Gli occhi di Draco si spalancarono. Sentì un nodo
stringergli la gola, soffocandolo. Sentì le lacrime salirgli
fastidiosamente all'angolo degli occhi.
Titubante afferrò la mano che gli veniva porta. Lentamente
strinse le lunghe dita diafane intorno alla mano ambrata di Harry. Lo
sguardo incollato sulle loro mani intrecciate.
L'aveva afferrata, finalmente. Quella mano di cui, da 6 anni, voleva
sentire la consistenza sotto
la sua, finalmente l'aveva afferrata.
Se Draco guardava rapito le loro mani unite, Harry osservava lui. Non
l'aveva mai visto...emozionato. Le guance solitamente pallide del
serpeverde erano tinte di un lieve rossore e gli occhi erano liquidi.
Metallo fuso, registrò la sua mente.
Sentiva un tepore piacevole sprigionarsi dal corpo di Malfoy.
La stretta si sciolse.
Draco accennò un gesto col capo per poi voltarsi e rientrare
velocemente nella sala grande.
***
Nei mesi successivi l'eroe del mondo magico non
ebbe tempo per riposarsi. Ogni giorno si recava al ministero, pronto ad
assistere ad un nuovo processo. Tanti vennero condannati ad Azkaban
sotto i suoi occhi verde speranza.
Ron ed Hermione lo accompagnavano ogni volta, talvolta partecipando
attivamente come testimoni, altre come supporto morale per il loro
amico. La famiglia weasley coccolava Potter cercando di trasmettergli
quel calore che gli ultimi mesi di guerra gli avevano sottratto. Molly,
poi, era costantemente preoccupata che l'avada kedavra che aveva
ricevuto da Voldemord avesse avuto effetti collaterali.
Harry guardava con occhi pieni d'affetto tutti gli abitanti della Tana
ma il suo sguardo non riusciva a posarsi per più di qualche
secondo sul viso distrutto dal dolore di George. La morte di Fred aveva
segnato profondamente tutta la numerosa famiglia, ma George sembrava
essere diventato l'ombra di se stesso. Harry giurò di non
averlo più visto sorridere da quando l'incubo era finito.
Ginny si ritrovava spesso ad osservare il suo ragazzo, assorto nei suoi
pensieri, realizzando che c'era qualcosa che decisamente non andava.
"Amore c'è qualcosa che non va?" gli chiese un giorno la
rossa.
"Niente, Ginny, stavo solo pensando"
"A cosa?"
Gli occhi verdi si fecero ancora più distanti.
"Domani c'è la sentenza per i Malfoy e io devo presagire"
"Vedrai che avranno quello che si merita, dannati mangiamorte" il
ringhio rabbioso con cui pronunciò la frase fece tremare
leggermente Harry.
"Mi ha ringraziato."
"Cosa?"
"Niente, niente. Ora vado a dormire. Buonanotte Ginny"
La ragazza annuì lievemente sporgendosi per baciarlo. Harry
si spostò leggermente facendo un sorriso incerto per poi
sparire su per la scala a chiocciola. La rossa arricciò le
labbra contrariata. Decisamente qualcosa non andava.
Quando Harry Potter tornò alla Tana la
sera successiva gli si poteva scorgere un barlume di soddisfazione
negli occhi. Non si poteva dire lo stesso di Ron i cui occhi azzurri
mandavano scintille.
"Eddai Ron, non fare il bambino" lo riprese la riccia.
"Il bambino? Ti rendi conto Herm? Per colpa sua -un braccio
andò ad indicare il moretto- quella schifosa serpe
è in libertà! Merlino, sono dei mangiamorte!"
Il signor Weasley annuì convinto alle parole del figlio.
"Malfoy non ha mai ucciso nessuno, è stato costretto. Ed
è solo merito di Narcissa Malfoy se io ora sono qui, vivo.
Glielo dovevo" rispose semplicemente Harry.
"Si tu sei vivo, ma non si può dire lo stesso di Fred. O di
Remus e Tonks. A Ted non pensi? A tutti quelli che sono morti per colpa
loro ,non pensi? Eh Harry?" George Weasley era furente, le guance rosse
infiammate come i suoi capelli. C'era rabbia e dolore nelle suo parole.
Potter sostenne il suo sguardo per poi passare in rassegna tutta la
famiglia Weasley. Tutti lo guardavano con aria di rimprovero, anche
Molly, benchè continuasse a stare in uno ostinato silenzio.
"So bene cos'è il dolore della perdita. Ma Malfoy e sua
madre sono anche loro delle vittime."
"Me ne sbatto! Avrebbero dovuto finire anche loro ad Azkaban come quel
bastardo di Lucius"
"George ha ragione, Harry" la voce di Ron era poco più che
un sussurro.
Il moro si morse un labbro e si diresse spedito fuori da quella casa
divenuta d'un tratto troppo soffocante.
Dannazione! Calciò con rabbia un sassolino. Lo
sapeva anche lui che i Malfoy avevano fatto cose orribili ma non era
colpa loro. Sopratutto non di Draco.
Il ragazzo ispirò a lungo osservando il cielo terso. Se
poteva godere ancora delle splendida vista delle stelle lo doveva solo
a quella donna ritenuta da tutti crudele ma che per salvare il proprio
figlio avrebbe rischiato anche la sua vita. Sapeva benissimo che non
aveva mentito a Voldemord per salvarlo ma solo per poter entrare ad
Hogwarts e riabbracciare suo figlio. Però non gli importava,
comunque fosse, l'aveva salvato. E Malfoy, quel dannato furetto, aveva
sofferto , ne era certo, a compiere quelle azioni. L'aveva visto
piangere molti mesi prima in un bagno di Hogwarts, l'aveva visto
disperarsi davanti all'idea concreta di uccidere Silente – il
cuore del moro si strinse dolorosamente al ricordo della morte del
preside - l'aveva visto rischiare la sua vita per salvare Goyle dalle
fiamme maledette. Anche lui era una vittima di quella crudele guerra,
Harry , di questo ne era convinto.
"Harry...gli passerà. La perdita di Fred per loro
è stato un duro colpo."
Il ragazzo si voltò leggermente verso Hermione,
sorridendogli mogio.
"Meritano una seconda possibilità" continuò lei
facendosi più vicino.
"Anche se Malfoy rimarrà sempre l'odioso furetto di sempre"
terminò con tono leggero.
A quelle parole il viso di Harry si aprì in un sincero
sorriso. Prese una mano di Hermione e la strinse leggermente.
"Grazie".
***
La stazione di King's Cross era gremita di persone
e animali. Harry ,Ron ed Hermione si facevano largo tra la folla per
raggiungere l'enorme treno rosso.
"Fa impressione riprendere il treno e sapere che ad Hogwarts non ci
saranno i nostri compagni" ammise la ragazza con rammarico.
Ron sospirò forte.
"Mi mancheranno"
A causa della clandestinità a cui erano stati obbligati ,i
tre ragazzi, non avevano avuto l'occasione di portare a termine il
settimo anno come invece i loro compagni avevano fatto. Per cui si
ritrovavano per l'ultima volta su quel treno magico, pronti per
affrontare il loro ultimo anno nella scuola di magia. I loro amici
avevano già conseguito il diploma e Neville stava studiando
per diventare Auror mentre gli altri avevano deciso di prendersi un
anno di meritato riposo.
La professoressa McGranitt aveva preso in mano le redini della
presidenza di Hogwarts mentre la cattedra di pozioni e difesa contro le
arti oscure erano andate al professore Lumacorno.
A quel pensiero Harry non riuscì a trattenere un gemito. Non
avrebbe mai pensato di dirlo ma gli mancava Piton. Seriamente. Da quando aveva scoperto la
verità sul suo professore di pozioni aveva sentito nascere
dentro si sé un senso di ammirazione per quell'uomo
così coraggioso e solo. Forse, si pentiva di averlo odiato
per anni.
"Iniziamo bene, guarda chi c'è!" il borbottio di Ron
attirò l'attenzione dei suoi amici su una figura alta e
pallida che stava salendo due carrozze più in là.
Draco Malfoy tornava ad Hogwarts quindi.
"Sarà dura" sospirò la riccia.
"Puoi dirlo forte! Pensavo di non dover rivedere più la sua
brutta faccia da mangiamorte!"
"RON! E comunque io mi riferivo a lui. Non avrà vita facile
per i suoi trascorsi"
Harry osservò il biondo salire elegantemente i pochi gradini
per raggiungere lo scompartimento.
"Hey! Chi vuole fare una partita a scacchi magici?" disse poi il moro
mettendo un braccio intorno alle spalle dei suoi amici.
Hermione alzò gli occhi castani al cielo.
"Io mi porterò un po' avanti con lo studio"
"Ma dai! Non abbiamo ancora incominciato!"
"Ma non voglio finire come voi due, quindi , giocate pure. Io
studierò"
I due ragazzi si lanciarono uno sguardo colmo di significati ,poi,
sghignazzando, salirono sulla carrozza e presero posto su uno
scompartimento vuoto
Questa è la mia prima drarry che pubblico – e che scrivo XD se non ricordo male... u.u'' – è stat revisionata da una mia amica , quindi per gli errori prendetevela con lei! XD no scherzo ù.ù
la ringrazio tanto *^*
questa storia comprenderà 9 capitoli più un epilogo ed è già conclusa. L'aggiornerò una o due volte a settimana, preferibilmente di sabato.
Spero che vi piaccia -s'inchina-