Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: lovely_    06/01/2011    3 recensioni
Se Susan aveva accettato la proposta di Rabadash era solo per due motivi: perché doveva scegliere tra famiglia e dovere, e perché Peter le aveva detto di pensarci. Ma Peter sarebbe sempre stato lì per lei, e l'avrebbe sempre protetta, da tutto e da tutti.
//Ambientata durante l'Età d'Oro, Spoiler per Il Cavallo e il Ragazzo.//
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti :D Allora, oggi non avevo idea di cosa fare, così ho pensato di scrivere una fanfiction e... questo è quello che è venuto fuori. Protagonisti assoluti (come credo si capisca) sono Peter e Susan e vi avviso che non c'è assolutamente presenza di incesto, solo amore fraterno ^-^ Oh, è ambientata durante l'Età d'Oro (quindi dopo che i Pevensie sono stati incoronati) e c'è uno spoiler per Il Cavallo e il Ragazzo. Spero vi piaccia :) Baci baci








I WON'T LEAVE YOU.



Sta calma, Susan, sta calma. Questo fu l'unico pensiero che io, Susan Pevensie, regina di Narnia, riuscii a formulare quando Oreius venne ad avvisarmi dell'arrivo di un altro di quei noiosissimi pretendenti.

Per lo più venivano tutti da Calormen, ed erano principi, duchi. A sentir loro la mia mano era l'unica cosa che desideravano al mondo. Ma io non avevo nessuna intenzione di concedergliela. Ogni volta lanciavo uno sguardo ai miei fratelli, seduti sui troni affianco a me,e poi scuotevo la testa. A quel punto Peter si alzava e sentenziava:"Negata." e il mio povero spasimante se ne andava con la coda tra le gambe.

Ma questa volta ero veramente stufa. Entrai nella sala del trono sbuffando, e si ripeté il solito rituale.

Più tardi, sentii qualcuno bussare alla porta delle mie stanze. "Avanti."dissi.

Mi voltai e vidi Peter fare capolino con la testa. "Si può?" chiese.

Annuii, accennando un sorriso.

Mio fratello entrò e si sedette sul mio letto, battendo la mano al suo fianco. "Siediti, dobbiamo parlare."

Tremai leggermente al sentirmi dire quelle parole. Quando Peter usava quel tono voleva dire che c'era qualcosa di serio. Tuttavia, feci come mi era stato detto, senza fiatare.

"Susan..." incominciò, per poi bloccarsi. Tutto questo non fece altro che far accrescere la mia ansia. Peter prese un respiro, e poi disse tutto d'un fiato:"Susan, non credo che si possa andare avanti così."

Aggrottai la fronte, non capendo. "Che cosa intendi?"

Peter sospirò. "Riguardo la storia dei tuoi... pretendenti. Non puoi continuare a rifiutarne uno dopo l'altro."

Lacrime cominciarono a salirmi agli occhi, senza nemmeno sapere perché. Ma soprattutto, non capivo perché mi stava dicendo quelle cose. Cosa voleva dire?! Voleva che mi sposassi con uno di quei principi e me ne andassi da Narnia per sempre?!

Comprendendo la mia confusione, Peter si affrettò a rimediare:"Voglio dire, se continuiamo così, alla fine crederanno che Narnia gli è ostile. Non so se capisci quello che ti sto dicendo... non voglio che scoppi un'altra guerra. Non dopo aver fatto tutto questo per portare la pace." E io non volevo lasciare Narnia. Non volevo andarmene. Non volevo accettare la proposta del prossimo che mi chiedesse la mano ed abbandonare per sempre il mio popolo, i miei fratelli.

Questa volta le lacrime cominciarono ad uscire. Scivolarono giù lentamente, bagnando il mio volto.

"Susan... Susan ti prego non piangere. Non sto dicendo che tu debba sposarti, è solo che..."

"Non voglio andarmene." La mia voce tremava, ma riuscì a sovrastare la sua. Lessi la tristezza e la compassione nei suoi occhi. Ma soprattutto lessi l'amore che Peter provava per me. Mio fratello mi voleva bene, lo sapevo. Ma a questo punto si trovava di fronte ad una scelta: famiglia o dovere.

Aveva ragione, i miei continui rifiuti rischiavano di compromettere seriamente la storica alleanza tra Narnia e Calormen. Ma non volevo, non volevo...

Peter mi abbracciò di slancio, tenendomi stretta e posandomi un bacio sui capelli. Piansi, forse pianse anche lui, e restammo così per quella che mi sembrò un'eternità. Poi Peter si alzò dicendomi:"Pensaci" e se ne andò. Quella notte ci pensai. E presi una decisione.

 

*

 

Quando gli ambasciatori di Tisroc vennero a Narnia per proporre un matrimonio tra me e il principe Rabadash, tutti si aspettavano di sentirmi rispondere la solita cosa. Ma quando mi videro annuire lentamente, mormorando un debole "Accetto" non poterono obiettare nulla.

Così Rabadash venne a Cair Paravel e Peter, che avevo cercato di evitare in ogni modo dal giorno in cui avevo accettato la proposta, diede un torneo in suo onore.

La cosa che mi lasciò molto stupita, fu il garbo e la gentilezza con cui il principe si mostrava non solo nei miei confronti, ma nei confronti di tutti. Così pensai che forse questo matrimonio non sarebbe andato così male, ed ogni giorno mi ripetevo che sarei stata felice al suo fianco, e che avrei potuto tornare spesso a Narnia, per far visita ai miei fratelli.

Prima che Rabadash ripartisse, chiese a tutti noi di venire suoi ospiti a Calormen, per decidere ogni singolo particolare del matrimonio, e noi, ovviamente, accettammo.

Pochi giorni prima della partenza, i Giganti del Nord organizzarono una rivolta, e Peter fu costretto a partire con il suo esercito. Prima di andare, però, venne da me e mi disse: "Susan, non so se tu voglia veramente sposare questo Rabadash. In ogni caso, non devi sentirti obbligata a farlo." Gli dissi che era davvero quello che volevo, e lui, anche se non mi sembrava molto convinto, annuì e se ne andò, salutandomi con un veloce abbraccio.

Così solo io ed Edmund partimmo per Calormen. Una volta lì, però, mi accorsi di chi fosse il principe in realtà: un essere sanguinario, crudele, orgoglioso, dedito alla lussuria e tiranno presuntuoso. Decisi di rifiutare, l'unica cosa che volevo era tornare a Narnia nel nostro castello di Cair Paravel. Ma c'era una cosa a cui non avevamo pensato: il principe, ora, non ci avrebbe più lasciati andare. E, perché no, mi avrebbe fatta con forza sua moglie, o forse perfino schiava.

Nonostante tutto, riuscimmo ad organizzare un piano e a scappare da quel posto infernale.

 

*

 

Quando Peter tornò dalla guerra con i Giganti, mi trovavo sulla spiaggia di Cair Paravel, e camminavo silenziosamente. Era passato poco tempo dalla terribile avventura a Calormen, e giurai sulla mia testa che non ci avrei più rimesso piede.

Mentre ero lì a passeggiare, completamente avvolta nei miei pensieri, sentii dei passi alle mie spalle, e mi voltai di soprassalto.

"Peter!" esclamai "Mi hai fatto prendere un colpo!" Mio fratello accennò un sorriso, colmando la distanza che ci separava.

"Perdonami." mormorò, lo sguardo a terra. Non riuscii a rispondere nulla perché l'istante immediatamente successivo mi trovai con le sue braccia avvolte attorno a me, e il suo viso affondato nella mia spalla. Fui sicura di sentire un paio di lacrime infrangersi sulla mia pelle nuda.

"Peter... Peter, che succede?!" Lui si staccò quel tanto che bastava per potermi guardare negli occhi:"E' stata colpa mia, Susan. Se... se quel giorno non ti avessi detto quelle cose... Tu... tu non avresti accettato la proposta di Rabadash... E non avresti rischiato inutilmente la vita!!"

"Pete... va tutto bene, sul serio."

Non mi ascoltò. "Avrei dovuto proteggerti... e invece per poco non ti ho fatta ammazzare!"

"Non è stata colpa tua."

"Sì invece."

"Ho detto di no!" Questo lo fece zittire. Si separò da me e si asciugò le lacrime.

"Scusa." disse, sorridendomi.

Ricambiai il sorriso. "Niente."

Continuammo a camminare, questa volta fianco a fianco. Passò un tempo indefinito, in cui nessuno di noi due disse niente.

"Peter...?" azzardai.

Lui mi guardò e rise.

Smisi di camminare. "Cosa c'è di così divertente?"

"Su, abbiamo camminato per dieci minuti e non hai detto niente. Mi chiedevo quando avresti rotto il silenzio." Sorrise, e cominciammo a camminare di nuovo.

"Stavo solo pensando."

Il volto di Peter si rabbuiò. "Ancora riguardo a quello che è successo?"

Non gli risposi. Aspettai qualche altro minuto e poi parlai. "Peter", dissi, di fronte a lui, il mio volto rischiarato dalla luce del Sole, "io non voglio lasciare Narnia."

"Non accadrà."

"Invece sì, Peter! Verranno altri pretendenti! Vorranno la mia mano! E io non posso continuare a rifiutarli, lo hai detto anche tu!"

"Susan", disse abbassando la voce, "Se non vuoi lasciare Narnia, non la lascerai."

"Così secondo te sarebbe accettabile il fatto che io non sposi nessuno?"

Peter rispose serio: "Sorella, io sono qui. Se desideri restare a Narnia, devi farlo."

"
Che cosa stai dicendo, Peter?"

"Sto dicendo che..." fece una pausa, cercando di trovare le parole giuste."Io sarò sempre qui. Per proteggerti. Per scacciare i pretendenti. Per salvarti dai lupi." Sorrise, quasi timidamente. "Io non ti lascerò, Susan."

"E' una promessa, Re Supremo?" sussurrai, sorpresa dall'intensità del suo sguardo.

"Sì."

Alzai la mano e lui la baciò.

E ricominciammo a camminare sulla spiaggia ancora una volta. 






  
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