Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Kagome_86    06/01/2011    21 recensioni
Prima classificata al contest "What if... E se il succhiasangue fosse morto" indetto da Nan96 nel forum di EFP
Prima classificata al contest "Jacob e Bella, semplicemente" indetto da Vivien L nel forum di EFP
Cosa sarebbe successo a Bella se non fosse arrivata in tempo a Volterra per salvare Edward? Ho cercato di spiegarlo dal punto di vista di Jacob.
Volevo vedere il tuo sorriso per l’ultima volta, prima che il vampiro ci separasse ancora. Scendesti dall’auto e ti rifugiasti tra le braccia di Charlie. Lo sportello si chiuse dietro di te, la macchina ripartì e tu pronunciasti due parole. “E’ morto”.
Per giorni rimasi a fare la guardia alla tua finestra. La mattina aspettavo che partissi per andare a scuola, prima di andare anch’io, e il pomeriggio ero al mio posto prima ancora che tu rientrassi.
Ti sei mai accorta di me?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Contesto generale/vago
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sì, lo ammetto, un po’ ci ho preso gusto a scrivere one-shot, un po’ quando ho visto il tema del concorso non ho potuto fare a meno di partecipare.

Non sono usciti ancora i risultati, ma prometto di tenervi aggiornati ;)

 

Fanfiction scritta per il contest “What if… e se il succhiasangue fosse morto

 

[EDIT dello 02/02/2011] Sono appena usciti i risultati del contest, e sono davvero felice di informare chi leggerà la storia, e chi avrà il piacere di rileggerla, che questo piccolo pezzo del mio cuore si è classificato al primo posto.

Grazie a tutti quelli che mi hanno recensita in precedenza, a chi recensirà, e a chi –a differenza di me- era convinto che sarebbe stato questo il risultato. Grazie davvero.

 

Un grazie particolare va a Nan96 che ha organizzato il contest, e che ha scritto dei giudizi puntuali per tutte le storie partecipanti.

Grazie davvero di cuore.

 

 

 

 

 

 

Partisti per quella missione impossibile, insieme alla succhiasangue. Rimasi di fronte a casa tua come un idiota, e come un idiota, il giorno in cui tornasti ero fuori da casa tua, nascosto tra gli alberi. Volevo vedere il tuo sorriso per l’ultima volta, prima che il vampiro ci separasse ancora. Scendesti dall’auto e ti rifugiasti tra le braccia di Charlie. Lo sportello si chiuse dietro di te, la macchina ripartì e tu pronunciasti due parole. “E’ morto”.

Per giorni rimasi a fare la guardia alla tua finestra. La mattina aspettavo che partissi per andare a scuola, prima di andare anch’io, e il pomeriggio ero al mio posto prima ancora che tu rientrassi.

Ti sei mai accorta di me?

Vivesti in silenzio per mesi. Di giorno, attenta che ogni parola non ti riportasse il pensiero di lui. Di notte probabilmente non sognavi neanche più. Era come se con la sua vita si fosse portato via anche la tua. E non riuscivo a sopportarlo.

Sopravvivevi, ma non vivevi. Lo facevi per tua madre, per tuo padre. Mi illudo che lo facessi anche per me.

Fino a quella notte.

Un grido straziante ruppe il silenzio della cittadina dormiente. Un incubo, e il risveglio che ne era seguito, ti aveva riportata nel tuo corpo. Eri di nuovo cosciente.

Attesi che Charlie ti consolasse e uscisse dalla tua stanza, rassicurato da quel sonno in cui fingesti di essere caduta. Ma io sentivo il tuo cuore battere impazzito per la paura di sognare ancora. Di ricordare ancora.

Mi arrampicai sull’albero di fronte alla tua finestra. L’avevo già fatto altre volte, vegliavo sul tuo sonno, quando non mi era permesso fare altro che questo.

Mi fermai lì, a cavalcioni su quel ramo che sbatteva contro il vetro della tua finestra ad ogni colpo di vento o in risposta ad ogni mio impercettibile movimento.

Ti alzasti e venisti a sollevare la fragile barriera tra l’interno e l’esterno. Ti sentii sussurrare al vento una preghiera. “Edward, torna da me”.

Crollasti a terra, come se la tua coscienza avesse risposto a quel desiderio ricordandoti che non poteva tornare, perché non esisteva più.

Fu solo allora che sentii il primo singhiozzo squartare il tuo petto. Fu solo allora che vidi la prima lacrima scorrere sulla tua guancia. Solo allora, con la consapevolezza che lui non sarebbe più tornato da te.

Non riuscivo a sopportare che quel succhiasangue riuscisse a farti del male anche da dove si trovava in quel momento.

Entrai nella tua camera con un solo agile balzo, senza pensare alla ramanzina che mi avrebbe fatto tuo padre se mi avesse trovato lì.

O forse no, in fondo lui ha sempre fatto il tifo per me.

Mi sedetti in terra al tuo fianco, e ti strinsi tra le mie braccia. Nessuna parola, tra me e te. Non erano mai servite. Ti aggrappasti a me e piangesti fino ad addormentarti, sfinita.

Non riuscii ad abbandonarti, quella notte, e neanche tutte quelle che seguirono. Venivo da te subito dopo che ti eri addormentata e rimanevo fino all’alba.

Poi, un giorno, prima di ripartire per l’università, fosti tu a venire da me. Ero nel garage a pulire il carburatore della Golf, quando sentii il borbottio familiare del vecchio pick up, che preannunciava il tuo arrivo. Lasciai a terra la chiave da otto e ti venni incontro, senza neanche preoccuparmi di ripulire il grasso dalle mani. Scendesti senza neanche spegnere il motore di quella vecchia carcassa ambulante e mi volasti tra le braccia con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere un ghiacciaio, e che mi rendeva felice, perché era solo mio.

“Grazie. Ho capito” mi mormorasti.

Non mi hai mai detto cosa avevi capito. Ma da allora mi sei sempre stata accanto.

Mi eri accanto il giorno del mio diploma.

Mi eri accanto quando il signor Dowsey mi assunse alla sua officina, per una paga che non valeva neanche un quarto delle mie capacità. Mi aiutasti a capire che quel lavoro mi sarebbe servito per farmi un nome in città se avessi voluto aprire un’officina mia.

Mi eri accanto quando mio padre ebbe quell’infarto e pensavamo che non ce l’avrebbe fatta. Eri lì a tenermi per mano, e fu la prima volta che pensai che il suo fantasma stesse iniziando a sparire.

Mi eri accanto quando aprii la mia officina, e nella foga dei festeggiamenti ti sollevai tra le mie braccia e ti baciai. Abbassai gli occhi, imbarazzato, quando mi accorsi di quello che avevo combinato. Ridacchiasti – del mio imbarazzo? – prima di rispondermi. “Sì, è lo stesso per me, Jake”.

Mi eri accanto quando provai il mio primo smoking, e ridesti dicendomi che somigliavo a un pinguino troppo cresciuto. Poi ti avvicinasti e mi sussurrasti che mia madre sarebbe stata fiera di me.

Mi eri accanto quando decisi di smettere di trasformarmi. Non c’era più motivo di avere un branco. Non te l’ho mai detto, ma forse l’hai capito da sola, avevamo ucciso anche la sanguisuga dai capelli rossi, prima che compissi quella scelta.

 

**********

 

Mi sei accanto adesso, a dieci anni dal tuo viaggio in Italia, di fronte a un altare con il padre della tua amica Angela che sta per dichiararci marito e moglie. Ho in tasca una lettera, è arrivata dalla Svezia, ed era dentro il pacco contenente la collana di perle che indossi in questo momento.

Dentro c’era solo un biglietto.

“Riesco a vedere quanto la renderai felice. A.”

Il pacco era indirizzato a me, ma sulla lettera c’è il tuo nome, e dovrai essere tu a decidere se aprirla o meno.

So che hai capito che c’è qualcosa che non ti ho detto, mi capisci sempre al volo, Bella, ma non mi hai chiesto niente. Come fai sempre. Aspetti sempre che sia io a decidere il momento.

Finita la cerimonia, ti stringo tra le braccia per un attimo, poi ti lascio andare e ti consegno la busta.

La guardi, te la rigiri tra le mani.

“Quando è arrivata?”

“Stamattina. Con… questa” rispondo, sfiorando il filo di perle al tuo collo.

Sospiri e rabbrividisci. Cingi le braccia al mio collo e sussurri: “Può aspettare, Jake. Oggi è solo nostro”.

 

 

 

Spero davvero che vi sia piaciuta

Se voleste spendere un po’ del vostro tempo per lasciarmi due paroline in un commento, vi sarei davvero grata J

 

 

   
 
Leggi le 21 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Kagome_86