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Cade la pioggia ~
Cade
la pioggia.
Lenta,
frusciante, incessante.
Pizzica
le foglie, facendo ondeggiare i rami. Le sue gocce, simili
a nebbiolina sottile, rendono le figure offuscate, dai contorni
irregolari. O
sono le lacrime che mi coprono le pupille che mi danno questo effetto?
Guardo
il cielo riempirmi la vista. Le nubi, nere e minacciose,
coprono l’azzurro naturale del sereno, lasciadomi nel cuore
una nota di
amarezza.
Dov’è
il sole? Dov’è il paesaggio che ricordavo? Dove
sono i
fiori, i colori vivaci? Dov’è la vita?
Il
mio olfatto incontra l’odore della terra bagnata, dei pini,
della natura dimenticata di quel posto fuori dal mondo. Chiudo gli
occhi,
abbandonandomi alla sensazione particolare che l’erba provoca
sfiorando la mia
schiena. L’odore dei miei capelli si fonde con quello che mi
circonda,
rilassandomi, rendendomi inerme.
Dove
sei, Edward? Perché non sei accanto a me a goderti la
pioggia
che ci sfiora il viso come una carezza?
Allungo
le braccia, cercandoti. Ma non ti trovo.
Sospiro,
cercando di segregare le lacrime in un angolo sperduto
dove non avrei potuto ritrovarle.
Tu
non ci sei più. Quante volte mi devo ricordare quello che
è
successo?
Non
c’è più niente di te, a parte il
ricordo sfocato che fa
capolino nella mia mente.
Non
c’è più niente.
Niente
che mi lega a te, che mi lega al mondo.
Nulla.
Ci
sono solo ricordi, pezzi di ricordi, cocci di ricordi
frantumati nel momento stesso in cui tu mi hai detto addio.
Perché
mi hai abbandonato con questo peso nel cuore? La mia
umanità era un ostacolo troppo grande da contrastare, vero?
Ascolto
il frusciare del vento tra le chiome folte degli alberi. È
lo stesso rumore che sentivo quando mi aggrappavo forte alle tue spalle
marmoree e tu mi trasportavi esaltato tra la foresta. Mi sembra di
sentirti
ancora correre, sai?
Ti
immagino guardarmi, mentre sto distesa qui. Ti immagino
respirare il mio odore, accarezzare i miei capelli, stringere il mio
corpo
caldo e soffice al tuo freddo e duro, cantare sottovoce la mia ninna
nanna.
Mi
è così facile chiudere gli occhi e vederti al mio
fianco.
Perché non ci sei davvero? Perché non posso
più addormentarmi tranquilla
accanto a te? Perché non riesco più a vivere da
quando te ne sei andato?
Non
riesco, non ce la faccio a tenermi tutto dentro. Una lacrima
scivola via, insieme alla pioggia. Quando cade sul terreno è
come ascoltare il
rumore di una stella scoppiare in un angolo dell’universo. Un
rumore sordo,
spezzato dal silenzio che lo circonda.
Nessuno
si sarebbe mai accorto della mancanza di quella stella.
Nessuno
sarebbe mai riuscito ad aiutarla a ricomporsi. Sarebbe
diventata polvere, polvere vagante all’interno
dell’universo infinito, in cerca
di qualcosa che nemmeno lei conosceva.
Un’altra
lacrima.
Un’altra
ancora.
Trattengo
i singhiozzi, anche se questi vorrebbero scappare via.
Vorrei
urlare di dolore, ma non ho il coraggio di rompere il
silenzio che mi avvolge.
Sfioro
i ciuffi d’erba secca che mi cullano, cercando di
trovare…
cosa? C’è qualcosa che posso trovare? Qualcosa a
cui potermi sorreggere? No.
Le
mie mani assorbono le gocce d’acqua di cui gli steli sono
impregnati.
Ma
il dolore non diminuisce.
Mi
accuccio su un fianco, afferrando i fragili steli d’erba. Li
sento strapparsi brutalmente.
E
mi sento anche io come i piccoli e deboli gambi secchi che
racchiudo tra le mani: frustati dal vento e dalle intemperie, si
spezzano così
facilmente, senza nemmeno usare la forza.
Nascondo
la testa tra le mani, la seppellisco il più possibile nella
terra.
I
capelli, ormai fradici, mi ricadono sulle guance come i
tentacoli di una medusa.
Mi
lascio andare al dolore che il mio animo racchiude.
Piango
la sofferenza che nessuno potrà estirpare.
Singhiozzo
l’angoscia che l’assenza mi trasmette.
E le mie lacrime si mescolano alla pioggia che, incessante, continua a cadere dal cielo.
E le mie lacrime si mescolano alla pioggia che, incessante, continua a cadere dal cielo.
Angolino
dell'autrice:
E'
da un po' che questo file girava nella mia chiavetta e alla fine mi
sono
decisa a pubblicarla... Già, un'altra cavolta che il mio
cervello malato ha
partorito...
Altro
missing moment, sempre da New Moon e sempre sul dolore che prova
Bella...Lei
che si ritrova un'altra volta nella radura, stavolta completamente
sola a
ripensare a Edward e a tutti i momenti che ha passato con
lui...
Mi ha ispirato molto la melodia di Alexadre Desplat, The Meadow.
Spero che la Shot vi sia piaciuta! Lascereste una piccola recensione?
Fareste
felice il mio piccolo neurone esaurito =)
Grazie mille a tutti quelli che sono giunti fin qui!
Alla prossima ;)