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Autore: ranyare    10/01/2011    5 recensioni
-Will, dai, dove mi stai portando?-
-Tanto non te lo dico, amore.-

E ora siamo qui, la neve che fa soltanto un lieve rumore ovattato sotto i nostri piedi mentre conduco la mia dolce metà lungo una strada che non può vedere, il nastro che le oscura la vista.
[Will/Angie]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, William Moseley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Wicked & Humorous Tales'
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She's always the woman to me.

She’s always the woman to me.

 .

She’s Always a Woman – Billy Joel

 .

-Fammi un regalo, per favore.-

-Okay… che regalo?-

-Non guardare dove stiamo andando.-

 .

Non è stato difficile convincere Angie a salire in macchina, la mattina di Santo Stefano, mentre Ray e Ben ancora ronfavano nella stanza accanto. Anche il mio piccolo angelo era ancora assonnato; era scesa avvolta in un maglione lungo fino a metà coscia, color panna, le calze di lana e gli stivaletti di pelo ai piedi. Bellissima, come sempre.

Il suo sguardo pieno di sonno si era acceso soltanto quando, dopo avermi posto la semplice domanda “dove andiamo?”, si era sentita rispondere un sorpresa che aveva risvegliato tutta la sua curiosità.

Avevo ridacchiato, quando aveva cominciato a tartassarmi di domande, tentando di convincermi a dirle dove stavamo andando.

Ma ho resistito, sì, ho resistito anche quando mi ha rivolto uno di quegli sguardi teneri e dolci che tanto la fanno assomigliare ad un micino spaurito.

Però non è giusto, non è assolutamente giusto; io, ai suoi occhioni caldi e profondi, non riesco a negare assolutamente nulla.

Ho guidato a lungo, in compagnia della musica e della curiosità della mia piccola Angel.

Dopo due ore di viaggio, Angel si è addormentata, cullata dalle note lievi e dolci che sfuggivano dalla radio; è bellissima quando dorme, accoccolata su se stessa come un gattino, appallottolata in quel maglione largo e soffice.

Ne ho approfittato per bendarla, mentre dormiva, poco prima di arrivare; la cosa non le è piaciuta, no, non le è piaciuta proprio per niente.

 .

-Will, dai, dove mi stai portando?-

-Tanto non te lo dico, amore.-

 .

E ora siamo qui, la neve che fa soltanto un lieve rumore ovattato sotto i nostri piedi mentre conduco la mia dolce metà lungo una strada che non può vedere, il nastro che le oscura la vista.

-Will, dovrei cominciare a preoccuparmi?- mi chiede, la voce un misto di curiosità e frustrazione. Angel è curiosa fino all’inverosimile, lo è sempre stata; ed è splendido stuzzicarla in queste cose, perché so bene che la meraviglia del suo sguardo, quando scopre cosa le ho nascosto, è una delle cose che più mi scaldano il cuore.

È bello farle una sorpresa, è bello perché Angel sembra una bambina, in questi casi; è adesso che la sua innocenza, il suo essere bimba e donna allo stesso tempo, si svelano.

Ed è ciò che amo di lei.

È solo una delle cose che amo di lei.

-Nah. Ci sono io con te, di cosa dovresti preoccuparti?- le rispondo, stringendo le sue manine di fata nelle mie, rassicurandola più per il gesto che per le parole che pronuncio.

Quasi posso vedere la sua curiosità scalpitare impaziente, quando sbuffa appena, allo stremo della sopportazione; ridacchio, baciandola sulla guancia arrossata dall’aria fredda di dicembre.

-Ci siamo quasi, su, ancora pochi passi.- le annuncio, quando vedo il limitare della lieve salita lungo cui l’ho condotta.

La sento fremere, quando finalmente lascio andare le sue mani e poso le mie sulla sua vita, fermandola.

-Ecco, ora puoi togliere…- non faccio in tempo a dirlo, che Angel già s’è sfilata il nastro con cui l’avevo bendata.

E la vedo sgranare gli occhioni color cioccolato, quando la sua vista si abitua al candore di questo luogo e mette a fuoco ciò che ho preparato per lei.

Siamo in mezzo ai Monti della Cumbria, che la neve caduta fra ieri e oggi ha imbiancato e resi terribilmente simili ad un paesaggio da cartolina; le vette lontane sembrano fondersi con il cielo, tanto il colore è simile.

Ho organizzato tutto questo da settimane; non è stato facile trovare il posto perfetto, la posizione perfetta, il momento perfetto, ma alla fine eccoci qui, in un posto che per un po’ apparterrà soltanto a noi, in un posto dove ci siamo soltanto noi.

Qui, nell’insenatura fra due dei monti più bassi – più colline che montagne, per essere precisi – la neve che ancora cade ha ricoperto tutto quanto; il silenzio che porta con sé è surreale, ovattato, quasi magico.

-Will…- la sento esalare, esterrefatta, ed il sorriso che nasce sulle mie labbra è un misto di soddisfazione e felicità.

C’è una piccola baita, di fronte a noi, il tetto spiovente più alto di almeno venti centimetri di soffice neve candida; il comignolo spunta da quella coperta candida come uno scoglio nell’oceano, un filo di fumo che ne esce avviluppandosi e svanendo nell’aria fredda.

Gli alberi che la circondano sono quasi irriconoscibili, tutto è pennellato di questo candore che avvolge e addormenta ogni cosa.

Dalle finestre proviene un chiarore dorato, tremulo, la luce di un caminetto acceso; l’ordinata catasta di legna accanto al porticato è ben fornita, più che sufficiente per il tempo in cui rimarremo qui.

Angel è completamente senza parole, fra le mie braccia, immobile ed esterrefatta come una statua di cristallo.

La stringo appena a me, immergendo il viso nella sua spalla e baciando un piccolo, succoso lembo di pelle scoperta del suo collo.

-Per un paio di giorni, quella casetta è tutta nostra.- mormoro, con voce bassa e suadente, sentendola rabbrividire al contatto con le mie labbra.

Si abbandona contro al mio petto, i lunghi capelli che mi solleticano il viso, le dita sottili e curate che si posano sulle mie, che le guidano sul suo ventre, a stringerla ancor di più.

È calda, è soffice, è concreta, eppure per me continua ad essere una creatura troppo bella per essere qui, troppo bella per essere con me; non ho mai sentito di meritare una persona come Angel, al mio fianco, ma da egoista quale sono non ho intenzione di lasciarla andare finché mi vorrà con sé.

La amo, la amo più di quanto potrò mai amare in tutta la mia vita.

È il mio angelo.

-Questo è il regalo in ritardo, angelo mio.- sussurro pianissimo, per non infrangere la delicatezza di questo momento, la neve che cade pigra dal cielo e picchietta di bianco i capelli color cioccolato di Angel.

-William…- la sento mormorare, la voce trasognata e spezzata da un fremito, quando si volta verso di me e mi guarda; e quando lo fa, nei suoi occhioni vividi e felici io ritrovo il mio mondo, il mio universo, tutto ciò per cui mi alzo al mattino e sorrido.

Nei suoi occhi io ritrovo me stesso, perché lei è la mia anima, il mio cuore, tutta la mia vita.

-Non puoi fare queste cose, il mio cuore non regge.- mormora, con un sorriso felice sulle labbra invitanti ed arrossate dal freddo, accarezzandomi una guancia con le dita piccine e meravigliosamente calde; ignara, completamente ignara dell’uragano di pensieri ed emozioni che soltanto guardarla negli occhi scatena dentro di me.

-Nah.- dissento appena con la testa, sorridendo, premendo la fronte contro la sua e lasciandole un bacio delicato sulla punta del nasino freddo.

-Buon Natale, Angel.-

 .

 .

È quando ci ritroviamo all’ombra di quel caminetto acceso, il fuoco che scoppietta caldo e vivace fra i mattoni scuri, che riesco di nuovo ad immergere il viso nel suo collo, nel mio personale angolo di paradiso.

Il suo corpicino soffice, minuto, si perde nelle braccia che la stringono forte, nuda e bellissima fra le coperte di un morbido letto in penombra.

Fra le mie braccia.

Mia.

-Ti amo.-

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Dea, quanto zucchero questi due!

Okay, va bene, l'ho scritta io... è che sono talmente zuccherosa in questo momento che mi faccio quasi paura da sola O_O'

Questa shottina è un regalo, è il regalo misterioso di William ad Angel; qualcuno dia una padellata in testa al biondo, magari si ripiglia!

   
 
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