Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Ayako_Chan    10/01/2011    1 recensioni
Ci sono parole che possono essere pronunciate alle luce del sole, e altre che vanno sussurrate nella notte. Ci sono azioni che è meglio rimangano celate nel buio. Nascoste da menzogne.
Piccoli spaccati della vita di Ciel e Sebastian, scollegati fra di loro, ognuno basato su di un prompt.
# 1: Black Roses
"Su ordine di Ciel, ogni giorno lui recide quei fiori [...].
Puntualmente, ogni giorno le rose appassiscono.
Ostinatamente, ogni giorno, tornano ad occupare il loro posto."

[Sebastian con pensieri molto da demon!Sebastian verso Ciel]
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rose
What can I say? Kuroshitsuji è una passione che è scoppiata in modo devastante mesi fa, e ho finito per contagiare anche un sacco di altre persone (molto bene ù_ù). Ma, d'altronde, come si può non amare questi personaggi? La Toboso ha creato davvero one hell of a manga. Ok, battute da paura a parte, ho un paio di cose da dire. Primo: ho atteso un bel po' prima di pubblicare qualcosa su di loro, perché hanno delle caratterizzazioni talmente belle e particolari che ho il terrore di renderle OOC. Poi, però, mi sono imbattuta in questi prompt sull' LJ di jiseihakushaku, un'autrice inglese, e mi hanno ispirata tantissimo; morale: ho contattato l'autrice dei prompt e, dopo aver ottenuto l'autorizzazione ad usarli, mi sono imbarcata in quest'avventura. Non so se effettivamente li userò tutti e 100, quel che è certo è che gli aggiornamenti saranno molto irregolari, specialmente ora che sono sotto esame.
Secondo: ogni consiglio e critica costruttiva è ben accetto, quindi... se riuscite a prendervi 5 minuti del vostro tempo per recensire, ne sarei felicissima, specialmente perché questo è un fandom e un pairing nuovo per me! So anche che l'idea di questo primo prompt non è originalissima ma devo ancora prenderci la mano.
Detto questo... Buona Lettura!

Disclaimer: sfortunatamente, i personaggi non appartengono a me, ma alla geniale Yana Toboso. E ovviamente la raccolta non è stata scritta a scopo di lucro.

Pairing: velato Sebastian/Ciel, se vi sforzate.

Dedica: to my little nee-san Calliope, with all my love. Tesoro, questa è per te. Come regalo (in ritardo) di Natale. Anche se l'hai letta in anteprima. Auguri! Bwahahahah *_*





Secrets in the darkness
prompt 1 # Black roses








Dita lunghe e affusolate, avviluppate nella stoffa candida di guanti di seta, sfiorano con delicatezza i petali altrettanto bianchi delle rose recise di fresco.
Sorride Sebastian, lasciando che la curva provocante delle labbra assuma una piega di scherno, mentre gli occhi cremisi studiano con palese ed ironico interesse i fiori prediletti del signorino, così beffardamente puri ed immacolati da fare ribrezzo; così oscenamente ipocriti da risultare deliziosi, nel loro inutile ruolo di memento di una vita perduta per sempre.

Si accentua il sorriso pregno di ironia del demone.
Forse che il signorino necessita di questi costanti simboli per ricordare ciò che gli è stato strappato? Non è forse la sua stessa demoniaca presenza, il contratto che pulsa nel suo occhio sinistro, la testimonianza più efficace?
Non avrebbe mai compreso gli umani.

Ah, ma se l'anima di Ciel Phantomhive non è più innocente e immacolata come un tempo, tuttavia ha inspiegabilmente conservato una vena di purezza, minuscola e deliziosamente fragile.
E sarebbe stato lui stesso a spogliarlo anche di quell'ultima traccia di bianco, strappando i rimasugli della sua infanzia rubata, soffocandolo in un abbraccio ardente e doloroso come le fiamme dell'inferno da cui lo aveva evocato, suggendo dalle sue labbra in ansiti roventi quell'anima perfetta e tentatrice.

Suo.

Un brivido di piacere trattenuto, mentre la lingua saetta a umettare le labbra, e la mano sinistra del demone sfiora nuovamente i petali candidi di una rosa.

Su ordine di Ciel, ogni giorno lui recide quei fiori, strappandoli alla pianta che fornirebbe loro il nutrimento necessario alla vita.
Puntualmente, ogni giorno le rose appassiscono.
Ostinatamente, ogni giorno, tornano ad occupare il loro posto.

Così cocciuto, bocchan...

E' quasi impercettibile all'inizio, il cambiamento: partendo dalle venature più esterne, i petali iniziano lentamente a mutare colore, tingendosi di un'oscurità che si espande senza rimedio, fino al momento in cui giunge a contaminare anche il delicato cuore della corolla. Alla fine, fra quei boccioli bianchi, svetta una rosa di un nero così scuro da ricordare la pece, superba e pericolosamente bella, nel pieno della sua fioritura.

Sebastian ride, voltandosi per riprendere le sue mansioni quotidiane.

Il nero dona decisamente di più alla vostra anima, signorino.






*





- Sebastian!

E' così invitante la voce alterata dall'irritazione del giovane conte.

- Sì, bocchan?

- Cosa significa questo?

Il maggiordomo inclina leggermente il capo di lato, mentre ciocche nere come la notte scivolano languidamente, sfiorando in colletto della divisa e le guance del demone, nascondendo alla vista un'iride cremisi. Il solito ghigno affiora sulla curva delle labbra, quello di chi sa e non vuole rivelare, quello che è in grado di irritare Ciel oltre ogni ragionevole limite, perché gli ricorda ogni volta come Sebastian in realtà non sia realmente un fedele maggiordomo, ma stia soltanto giocando per ingannare l'attesa di gustarsi l'ambita preda.

- Sono i vostri fiori preferiti, bocchan, come sempre. Devo ammettere, tuttavia, che trovo quantomeno singolare che, fra tutte le varietà, voi prediligiate proprio le rose... sapete, accanto ad interpretazioni più diffuse, secondo alcuni le rose...
 
Una mano inguantata sfiora appena la benda che copre il contratto dell'iride destra, mentre il sorriso s'accentua, e il tono cala di un'ottava, divenendo più sensuale, cospiratore.

- ... rappresenterebbero i segreti, le cose da non rivelare assolutamente... alquanto appropriato, non credete?

Il tempo sembra quasi sospendersi per un istante, mentre la stessa mano - ma con unghie nere e affilate, portatrici di dolore e morte - si sovrappone a quella guantata attuale, e al posto dell'indisponente ed orgoglioso conte di Phamtomhive ritorna un bambino rotto nel corpo e nell'anima, che allunga con assoluta disperazione una mano verso quell'unico ed inconsistente filo che può garantirgli la sopravvivenza, seppur tinta di tenebre e menzogne. 
Passa qualche secondo, in cui l'intera visuale di Ciel non è occupata da altro se non dalle iridi infuocate di primitivo desiderio del suo personale demone, prima che il giovane conte riesca a sottrarsi a quel contatto ipnotico, allontanando bruscamente la mano di Sebastian con uno sbuffo seccato. Maledicendosi per il rossore irrazionale che gli è fluito alle gote.

- Se hai qualcosa da dire, dilla chiaramente! E poi io mi riferivo a quella.

Lo sguardo dell'unico occhio ceruleo si appunta, contrariato, sulla macchia di nero in mezzo ai petali bianchi.

- Oh, quella.

Si diverte, il demone, a giocare con le emozioni e gli stati d'animo del Conte.
Specialmente perché Ciel è tremendamente bravo a tenergli testa, anche quando le sue guance sono in procinto di diventare dello stesso colore del soprabito di velluto.

- Le rose nere sono chiamate "Spose della Morte", bocchan. Sono i Fiori del Male dai quali sorge la Bellezza, e con essa l'inganno.

C'é un riverbero color magenta negli occhi del demone, mentre scorrono languidamente, con non celata lascivia, sul fragile corpo davanti a lui.

- Quando verrà il giorno, bocchan, sarò io a strappare via dalla vostra deliziosa anima anche quelle piccole tracce di bianco che ancora vi permangono, tentando disperatamente di conservarsi.

Non replica, Ciel Phantomhive.
Semplicemente, distogliendo lo sguardo, con uno sbuffo seccato gli fa cenno di andarsene, stanco delle sue allusioni.
Eppure, mentre Sebastian scivola con grazia innaturale in un inchino cortese, celando la sua natura demoniaca dietro una maschera affabile, mentre il perfetto maggiordomo si avvia verso la porta, lo sguardo dell'unico occhio del Conte non può fare a meno di rimanere fisso su di lui.
Quando, infine, il pesante battente di legno ritorna a chiudersi con discrezione, allora Ciel allunga due dita - esitanti, all'inizio - per sfiorare quei petali che, con la loro letale bellezza, contaminano quel residuo di innocenza; e non riesce a impedirsi di sorridere amaramente.


Vorrei tanto sapere, Sebastian, dove tu riesca a vedere queste stille di bianco.












  
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