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Autore: NonnaPapera    11/01/2011    6 recensioni
Un uomo si sveglia nel mezzo del nulla, Attorno a lui solo un'immensa distesa di ghiaccio. Cosa sarà successo a tutti ?
Genere: Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I flashback sono scritti in corsivo

Supereroe

 

Tutto era silenzio.

Non si sentiva nulla se non il vento che silenzioso soffiava attraverso il ghiaccio.

Gli occhi erano chiusi alla ricerca di pensieri, istanti di vita, che però rifuggivano la mente ormai priva di ragione.

Non ricordava neppure come respirare… in fondo non ne sentiva più la necessità.

Sollevò le palpebre ghiacciate.

Due occhi vitrei, gelati anch’essi, si scrutarono intorno senza alcuna fretta.

Attorno a lui si apriva per infiniti chilometri il deserto.

Un paesaggio superbamente magnifico gli si estendeva; ma dove erano gli altri per ammirare quello spettacolo?

Deserto di ghiaccio.

Il luccichio sinistramente silente di tutta quell’acqua immobile e cristallizzata, era uno spettacolo incredibile.

Si mosse tirando il volto -che di umano ormai non aveva più nulla- in un inutile tentativo di sorriso.

Ricordava…

Solo a tratti, solo alcuni dettagli.

Piccoli flash back che non rendevano giustizia a tutta la sua vita vissuta, che non davano tregua alla sua mente.

Lo sguardo dolce e caldo di una donna, iridi color nocciola che lo fissano con amore… sua sorella, o forse sua madre.

La mani si stringono a pugno stizzite, quei ricordi sono peggio della completa amnesia, perché diventano una tortura infinita ed improvvisa.

Altri istanti si affacciano alla sua mente.

Ora rivive la paura… paura di riscoprirsi, un giorno come tanti, diverso da tutti.

Solo con i suoi straordinari poteri.

Poteri?

La mano si muove a massaggiare le tempie, nel vano tentativo di risvegliare la mente.

Dove sono tutti gli altri?

Non c’è vita attorno a lui.

Non percepisce niente.

Le foglie degli alberi non si muovono al passaggio del vento, perché gli alberi sono secchi.

Gelati in grandi cubi di ghiaccio.

I pesci non nuotano, i fiumi non scorrono, tutto è immobile.

La vita… non ricorda più cosa sia la vita.

Sa solo vagamente di non essere normale.

Ricorda di essere stato diverso, di essere stato ammirato, di essere stato migliore, poi temuto… infine evitato.

Però la nebbia è talmente fitta che le sensazioni non riescono a trovare la strada, i pensieri si scontrano tra di loro senza riuscire a generare una traccia leggibile di ciò che è il suo passato.

Si volta ancora, nella vana speranza che qualche cosa attorno a lui sia cambiata, che qualcosa sia mutato.

Nulla.

Tutto è tragicamente statico.

Il nulla lo avvolge in un solitario limbo.

Altri lampi gli attraversano l’io.

Ora vede se stesso piangere.

Calda acqua salata che gli rotola dagli occhi.

Anche lui un tempo era in grado di piangere?

Ora le lacrime si cristallizzano ancor prima di essere versate.

Bambini in festa gli si affollano attorno.

Un tempo era famoso, le persone lo ammiravano.

Cosa è cambiato?Quando?

Si porta le mani davanti al volto e inorridisce.

Dov’è la sua pelle? Dove sono quelle mani che in passato stringevano con sicurezza la penna nel firmare degli autografi?

Ora al loro posto ci sono solo delle sterili lastre trasparenti che delle mani originarie hanno solo mantenuto la forma.

Anche lui è fatto di ghiaccio!

L’angoscia, si fa via via più larga e forte nel suo animo, vorrebbe parlare con qualcuno, confrontarsi, farsi consolare… dove sono tutti?

“Farai grandi cose”

Chi aveva pronunciato quelle parole? Ora non riusciva a ricollegarle a nessun volto.

“Sei il mio super eroe preferito”

Altre farsi, eco di un passato lontano riaffiorano senza logica dalla mente.

 

“Ice tu ci proteggerai sempre?”

 

“Il tuo potere è un dono figliolo, non una maledizione… non devi piangere”

 

“Puoi creare il ghiaccio dal nulla? Che forza!”

 

“La diga sta per rompersi… salvaci”

 

“Sono il Presidente, è un onore avere un uomo come te che sostiene il nostro esercito”

 

“Mi raffredderesti questa cioccolata? Grazie fratellone i tuoi poteri sono una forza”

 

“Che stai dicendo?Certo che riesci a controllare i tuoi poteri, sono anni che lo fai…”

 

“Signor Ice mi tiri giù il gattino dall’albero? Grazie sei il miglior super eroe”

 

“Forza Ice, la marina ci ha detto che c’è una petroliera in fiamme che sta bruciando, fagli vedere chi sei”

 

“Su su non è niente, di che ti preoccupi? Stai solo diventando più potente, è per questo che il tuo corpo si sta ghiacciando”

 

“Grazie per aver riportato a terra l’aereo, se non ci fossi venuto a salvare saremmo di certo morti tutti”

 

“Fratellone ti spiace allontanarti un po’ ? Emani troppo freddo sto congelando…”

 

“Ragazzo, tremi ecco prendi la mia sciarpa”

 

“Sciocchezze… non stai diventando un pericolo, è solo un momento di passaggio passerà”

 

“Aiuto… ti prego non ti avvicinare, non voglio morire… tutto ciò che tocchi si ghiaccia…”

 

Milioni di voci si spintonano nei meandri del suo senno.

Parenti, amici, persone che non conosce - a tutti loro aveva promesso che li avrebbe protetti- dove sono tutti?

Il sospetto s’insinua nella testa, non può essere, non è possibile.

Cerca di muovere un passo, ma si accorge che è ancorato al suolo.

Le sue gambe non esistono più, al loro posto un’immensa montagna di ghiaccio lo tiene intrappolato fino alla cintola.

Altri ricordi ora più vividi e nitidi.

 

“Sono un mostro”

“Non sei un mostro, puoi controllare l’elemento più importante per ogni essere vivente, riesci a manipolare l’acqua… e l’acqua è il fondamento della vita”

“Io non manipolo l’acqua… posso solo renderla solida, è una maledizione… dal ghiaccio non nasce niente.”

“Il tuo potere è un dono figliolo, non una maledizione… non devi piangere”

 

Le parole di sua madre, le sue rassicurazioni.

A quelle parole aveva creduto fortemente, aggrappandosi ad esse come se fossero la sua unica ancora di salvezza.

Per via di quelle parole aveva deciso di usare i suoi poteri per aiutare tutti, per proteggere chiunque da qualunque cosa.

Ma dove erano finiti? Perché ora che era lui ad avere bisogno nessuno si faceva avanti?

 

“Aiuto… ti prego non ti avvicinare, non voglio morire… tutto ciò che tocchi si ghiaccia…”

“Mi dispiace…”

 

Un ultimo flash back si affaccia alla mente e un urlo di disperazione esce senza remore dalla sua bocca.

Abbassa lo sguardo… ai suoi occhi si affaccia la tragica ed inesorabile verità.

La città.

La sua città brilla congelata e per sempre assopita sotto di lui.

Nessuno verrà a salvarlo, nessuno potrà mai aiutarlo, nessuno è rimasto in vita.

Mentre l’immenso dolore gli graffia l’anima, la mente troppo debole per sopportare quella realtà, si ritrae su se stessa, risprofondando nell’oblio.

La nebbia dei sensi lo riavvolge benevola.

Silenzio

Solo una litania delirante e struggente si espande per tutto il deserto:

“Mi dispiace… mi dispiace… mi dispiace… mi dispiace… mi dispiace…”

 

END

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:

Storia classificata quarta al  contest: Elements indetto da  Pepi e Mary.

Nulla da dire spero sia tutto chiaro ! fatemi sapere cosa ne pensate


   
 
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