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Autore: _hurricane    11/01/2011    4 recensioni
When lies turned into truth
I sacrificed for you,
you say that I am frozen
but what can I do?

l'episodio 24, secondo _hurricane.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" I can't feel my senses,
I just feel the cold.
All colours seem to fade away,
I can't reach my soul.
"

 

Una barca solca le acque calme ed impalpabili di un lago antico quanto il mondo.

Una figura alta e fiera, illuminata dalla luce della luna, la conduce verso una terra di piacere.

Un’altra, distesa su un lenzuolo di rose senza spine, è minuta e indifesa; per lei, una terra di dolore.

Insieme, lentamente, si avvicinano al compimento del loro destino, al momento che hanno più volte immaginato, o che forse non hanno voluto immaginare, per lasciare chiuse in una scatola, in attesa di quel giorno, tutte le emozioni.

Giunta a riva, la figura più alta, il demone dalla perfezione struggente agli occhi degli uomini, prende con sé quella più piccola. Ciel Phantomhive si abbandona senza difese alle braccia possenti, ma al contempo delicate, di Sebastian Michaelis, consapevole di trovarsi proprio tra le spire letali che presto lo avvolgeranno in una morsa eterna. I due procedono tra le fronde, impassibili, verso una radura abbandonata. I ruderi di chissà quale castello, palazzo o civiltà andati perduti fanno da testimoni, così come il vento e gli alberi attorno: tutto tace, perché a niente o nessuno è concesso interrompere qualcosa che semplicemente è destinato ad avvenire. La natura osserva attonita, muta, immobile, il demone maggiordomo deporre su una panchina di pietra il suo piccolo signore, vestito in modo elegante, come per le occasioni speciali. Le parole si disperdono nell’aria, ma resteranno scolpite nella pietra, nelle acque appena solcate, nella terra, e soprattutto nel cuore di Ciel. La dichiarazione di obbedienza del suo maggiordomo, ancora una volta, l’ultima volta, suona per lui confortante come una canzone dell’infanzia che fa addormentare; un fuoco caldo e rassicurante nel bel mezzo di una distesa ghiacciata come il suo piccolo cuore, come i ricordi di una vita che non ha vissuto, di un passato che non avrà mai un futuro. Ciel sta per morire, lui lo sa: è per questo che si sente, per la prima volta, vivo. Il tempo che lo separa dalla fine è scandito dai passi di Sebastian, quasi impercettibili, tanta la sua leggiadria nell’avanzare; ma non c’è bisogno di sentirli, perché vanno all’unisono con i suoi respiri. Un respiro in più, che dovrebbe essere il segno tangibile che la vita sta andando avanti, un passo verso il prossimo secondo, il prossimo traguardo, il prossimo pensiero, è invece un inarrestabile conto alla rovescia.

Sebastian è ad un passo dalla panchina ormai. Il rosso dei suoi occhi, traboccanti di desiderio, tradisce l’apparente compostezza del suo viso. Il conto dei respiri sta per scadere: in un respiro, Sebastian ha tolto la benda dall’occhio del suo signore, mostrando la prova del loro legame; in un altro, gli ha preso il viso tra le mani; in un altro ancora, il rosso dei suoi occhi è diventato il rosso del mondo intero. Il fuoco delle sue ultime parole, non più rassicurante, sta per avvolgere quel piccolo cuore ghiacciato tra le fiamme, per consumarlo e scioglierlo in una lenta agonia. Nulla resterà di quella fredda anima dispersa; forse una goccia d’acqua, tra le braci e le macerie di un incendio assassino che da anni ne ha animato gli incubi. Il fuoco, invece, continuerà a vivere, crescendo di intensità ad ogni nuovo cuore. Uno ad uno, li piegherà al suo volere, alla sua smania di distruggere; ma sempre con la calma e la grazia di un fuoco lento, controllato, mai selvaggio o impetuoso. La calma di colui che sa attendere, per poi godere di un successo tardivo ma impagabile; la grazia di un demone perfetto.

Ed ecco l’ultimo respiro. Ciel sente il suo cuore bruciare e pian piano svanire tra le mani del suo bellissimo boia, che lo guarda sorridente, forse proprio per concedergli un meraviglioso ultimo respiro. Anche Ciel sorride, mentre le forze lo abbandonano, e con esse tutto ciò che è stato e tutto ciò che ha odiato. I suoi occhi si chiudono per l’ultima volta su un mondo che non lo ha amato abbastanza. Tra le mani di Sebastian, la sua anima giace indifesa, in attesa di essere custodita per l’eternità in quel corpo, un’inespugnabile fortezza, cimitero di uomini, desideri e passioni. Ma tra tutte, quell’anima risplenderà per la sua grandezza; la sua sarà la tomba più bella, non per maestosità bensì per minuzia di particolari: piccola e forse poco visibile tra i mausolei e le cappelle di vite longeve ed eroiche, una volta vista sarà come una perla, perfetta nella sua semplicità. Nel corpo del demone, la sua tomba resterà quando tutte le altre saranno a poco a poco scomparse, troppo grandi per resistere all’erosione del tempo e del ricordo.

Come quella goccia nascosta tra le braci, ultima traccia del suo piccolo cuore di ghiaccio, la tomba di Ciel Phantomhive sopravvivrà, unica e fiera, in una distesa di lapidi dimenticate.

" Everything will slip away,
Shattered pieces will remain
When memories fade into emptiness.
Only time will tell its tale
If it all has been in vain. "

 

Sebastian ora si allontana dalla radura, soddisfatto ma in fondo amareggiato: non troverà mai più un’anima come quella. La vita lentamente riprende il suo corso su quell’isola dimenticata, mentre il demone conduce nuovamente la sua barca verso l’ignoto. Nell’acqua sotto di lui, vede riflessi due grandi occhi, azzurri come il cielo.

   
 
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