Chiedimi se sono felice
Vedo l'egoismo nei tuoi occhi, o forse vedo semplicemente
il mio egoismo che si riflette nei
tuoi pozzi neri.
Dovrei preoccuparmi, forse.
Dovrei chiederti perchè ti comporti così,
dovrei dirti che tra di noi non può continuare, dovrei dirti che
necessito di maggiori attenzioni, che io sono come una farfalla: non
resterò in eterno posata sulla tua mano ad aspettare inutilmente una tua
reazione, un tuo sorriso, un tuo sguardo.
Dovrei farlo.
Forse ti lascerò.
Forse prenderò il volo e me ne andrò
altrove, alla ricerca di qualcuno che riesca a darmi quello che tu non mi sai e
mai saprai dare.
Sento il vento che soffia sulla mia pelle come ogni sera
in tua compagnia, con gli occhi che bruciano e le mani vuote.
Vuote.
Non ci sono le tue dita a riempire gli spazi, non
c'è la tua pelle che aderisce alla mia.
C'è solo quel vuoto che tu sai lasciare e spargere
a macchia d'olio, quasi fosse il tuo unico talento, se così vogliamo
chiamarlo.
Non mi hai chiesto mai niente, non mi hai mai detto niente
di che, né mai mi hai guardata come un ragazzo guarda la sua ragazza.
Ho pensato che il nostro fosse un rapporto diverso, ci ho
provato, ma il tuo egoismo, la tua impassibilità pesano come un macigno
sul mio stomaco, proprio sotto il cuore.
Ogni tanto mi chiedo perchè ancora non ti ho
mollato.
Mi volto a guardarti, mentre tu, seduto sul prato, ammiri
i lacci delle tue scarpe.
Chiedimi qualcosa, chiedimi qualunque cosa,
ma fallo.
Mi viene voglia di scuoterti, di dirti d'interessarti a
me, di non darmi per scontata, quando in un sussurro ti imploro - Chiedimi se
sono felice-
I tuoi occhi guizzano sul mio volto, lo scrutano, mi
spogliano a nudo come solo tu sai fare, e poi rimani in silenzio.
Solo silenzio.
Apro la bocca per dirti che questa era la risposta che
avrei dovuto aspettarmi, quando inaspettatamente decreti che io abbia diritto
ad una tua parola.
- Non lo sei?-
Sento la rabbia salirmi dentro, mentre il mio ego
personale ti insulta pesantemente, mentre mi viene voglia di sbatterti a terra
ed urlarti che no, forse non lo sono e che sì, dovresti chiedertelo,
mentre i tuoi occhi mi fanno intendere che tu non ti sei mai posto il problema.
Sto seriamente per farlo, mentre tu ti alzi e mi scruti -
Sei felice, Ellen?- sussurri infine.
Apro la bocca per dirti di no, ma la voce mi muore in
gola, come ogni cosa che nasce sotto tuoi occhi neri, come ogni frase che non
verrà mai al mondo davanti a te.
- Non lo so- provo infine, mentre un senso di colpa
attanaglia il mio cuore, lo stringe in una morsa assassina.
Tu ti siedi al mio fianco e prendi a fissare le mie
scarpe mezze sfasciate.
- E' colpa mia?-
- Non lo so- ripeto, incrociando i tuoi occhi e
distogliendo lo sguardo, ancora.
Il silenzio cala di nuovo, come sempre, come ogni giorno,
e diventa parte di noi, un terzo incomodo conosciuto e fastidioso, che si fa
spazio tra i nostri corpi e ci allontana.
Come sempre, come ogni volta.
Chiedimi se sono felice, ripeto nella mia testa,
chiedimelo ancora, mettimi alla prova.
Dammi una seconda possibilità, ti prego, tenta
ancora, ti scongiuro.
- Io ti amo, Ellen. Ti amo, davvero, anche se tu non lo
sai, anche se tu non ci credi, anche se la nostra storia è piena di
silenzi, anche se non siamo come gli altri. Io ti amo, anche mentre urli che
non mi sopporti, anche mentre mi eviti, anche mentre pensi di lasciarmi. Io ti
amo anche quando non ci sei, anche quando non ti rispondo, anche quando sembra
che io sia indifferente alle tue domande. Io ti amo, Ellen-
Non rispondo, questa volta.
Ora sono io a cadere nel silenzio più buio, mentre
le stelle vegliano su di noi e l'universo si ferma per darci tempo, per concederci
un'altra possibilità.
Passano i minuti, forse addirittura mezzora, quando mi
giro e ripeto - Chiedimi se sono felice-
- Sei felice?-
- Sì-
- Perchè?-
- Perchè me lo hai chiesto un'altra volta.
Perchè hai ritentato, perchè non mi hai data per dispersa, ma mi
hai cercata ancora. Una seconda volta. Perchè se ti chiedessi di
chiedermelo ancora, tu lo rifaresti-
Le tue dita corrono sulle mie, riempiendo quel vuoto che spesso
lasci.
- e perchè ti amo anche io- concludo, mentre ci
alziamo per tornare a casa.
Ti amo perchè tutto ciò che mi dai è
cento volte meglio di quello che non mi dai, perchè un tuo sorriso
è venti volte meglio di una parola dolce, perchè un tuo sei felice è mille volte
più appagante di un banale ti amo detto da
chiunque non sia tu.
O forse perchè il tuo ti amo è impagabile.
Ti amo perchè è così, perchè
per ora va così, perchè per adesso mi basti tu, anche se dovessi
essere l'unico fino all'eternità.
Ti amo perchè io ho bisogno di amarti, ti amo
perchè voglio amarti, perchè ho scelto te e se l'ho fatto un
motivo ci sarà.
Ti amo perchè non c'è un motivo: ti amo e
basta. Ma questo non te lo dico, perchè non c'è bisogno che io lo
faccia.
- E tu sei felice?-
Sorridi nel buio della notte - Certo che lo sono-
E potrei restare qui ore, anni, secoli, a supplicarti di
chiedermi se sono felice, solo ed esclusivamente per sentire quel sì
gorgogliare dentro di me ed uscire dalle mie labbra, sfilare nell'aria d'agosto
e salire alle stelle, prendendo a brillare come una di loro.
Chiedimi se sono felice, perchè sono felice quando
ti rispondo di sì.
Non so cosa sia,
ma è da giorni che mi frulla in testa e l'ispirazione non va mai messa a
tacere, neanche se porta alla luce delle scemenze allucinanti.
Una volta la mia
professoressa mi ha detto che l'ispirazione è la nascita dell'arte, e
non che questa sia arte, ma l'ispirazione c'era.
Solo quella, ma
c'era :D
Spero che vi
piaccia, davvero, perchè a me è garbata.
Alla prossima
Caramella.