Hazy Shade of Winter
“L'amore uccide la routine, che si vendicherà uccidendo l'amore.”
Roberto Gervaso
Draco
Malfoy si svegliò quella mattina di quel freddo 25 dicembre
con un
gran bel mal di testa, uno di quelli che quando arriva non riesci a
scacciarlo nemmeno con la pozione antiemicrania più potente
conosciuta. Era passato ai farmaci babbani ben sapendo che in quel
caso avrebbero funzionato decisamente meglio che un infuso di menta,
valeriana e semi di girasole, tanto per citare gli unici ingredienti
commestibili del preparato.
Soffriva
di forti emicranie fin da piccolo e sua madre le aveva provate tutte
per trovare un metodo per recare un po' di sollievo al suo
preziosissimo figlio.
Ingoiò
una delle pastiglie che nascondeva nel doppiofondo del baule ed
aspettò pazientemente che facessero effetto prima di
iniziare la sua
routine quotidiana.
Il
primo passaggio, comune a tutti per il quieto vivere, consisteva
nella toeletta mattutina seguita a ruota dal vestirsi e recarsi a far
colazione. Era sempre il primo del suo anno in Sala Grande la mattina
per un semplice motivo: doveva essere il primo a usare il bagno ogni
mattina.
Aveva
cercato, invano, di ottenere un bagno personale, l'avrebbe pagato un
mare letterale di galeoni, ma niente. Non era riuscito ad ottenerlo e
lui otteneva sempre quello che voleva. In alternativa aveva deciso,
in totale disaccordo con gli altri del suo anno, che sarebbe stato
lui il primo a usufruire del bagno, in ogni caso.
Persino la domenica mattina, se qualcuno si fosse svegliato prima di
lui (cosa insolita però, dal momento che Draco era un tipo
fin
troppo mattiniero) avrebbe dovuto aspettare che il principino
si svegliasse
e facesse con
comodo.
L'intero
dormitorio si era rassegnato alla cosa, eccezion fatta per Blaise
Zabini che, quando ancora aveva l'ingenuità dettata dalla
giovane
età di undici anni, osò sfidare Draco per il
bagno. Risultato?
Talmente sconvolgente che dopo anni Blaise lo custodiva come un
segreto. E Draco Malfoy aveva ottenuto il duplice risultato di avere
un bagno interamente per sé la mattina e aveva smorzato gli
animi di
chiunque osasse ancora sfidarlo.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
«Buongiorno,
Draco. Buon Natale.» la voce ancora impastata dal sonno di
Daphne
Greengrass lo raggiunse mentre stava per varcare la soglia del
dormitorio per recarsi in Sala Grande.
Più
che sorpreso la vide scendere dal letto di Theodore Nott mentre il
ragazzo continuava a russare allegramente partecipando al coretto
sinfonico diretto da Tiger e Goyle, maestri d'eccezione.
«Daphne.»
ricambiò il saluto riavendosi completamente dalla sorpresa.
Non era
raro che la ragazza si fermasse a dormire nel loro dormitorio quando
non riusciva più a sopportare la compagnia delle altre
ragazze. A
dispetto di ciò che pensava però Pansy Parkinson,
conosciuta da
tutti per avere sempre qualcosa di cattivo da dire, in
quell'abitudine non albergavano né malizia né
altro. Daphne non lo
faceva perché era una gatta morta con tanto di
riconoscimento,
altrimenti, come aveva più volte ribadito, sarebbe potuta
andare
tranquillamente altrove dal momento che Hogwarts era piena di aule in
disuso e Gazza, come ogni essere umano, dopo una certa ora filava a
dormire il sonno meritato dei giusti, secondo lui. Senza contare poi
la Stanza delle Necessità che molto spesso si trovava a
dover
assecondare le necessità carnali di molti studenti.
Era
da un po' però che Daphne aveva scelto il letto di Theodore
Nott a
scapito di quello di Zabini. La ragazza aveva addotto a una scusa
semplice e, a sua detta, efficace: Theodore Nott era fin troppo
magro, diversamente da Zabini che aveva il fisico possente da
combattente, e quindi nel suo letto ci stava alla perfezione.
«Stai
salendo a mangiare?» chiese, ma ormai Draco aveva richiuso la
porta
dietro le sue spalle. No, lui non permetteva a Daphne di dormire con
lui e nemmeno di sconvolgergli la routine quotidiana. Lui si recava
in Sala Grande da solo, non voleva compagnia di nessun tipo.
E
figurarsi che non era un tipo scaramantico, diceva solamente di
volersi trovare un po' di spazio personale prima che venisse
ingombrato dalla presenza costante di Tiger e Goyle.
E
fu così anche quella mattina di Natale, ma la sua routine
venne
subito spezzata da un'altra ingombrante presenza.
Pansy
Parkinson era piccola e minuta e, fino a che non apriva bocca, poteva
passare per una spaurita ragazzina del terzo anno. Era quel suo
aspetto così fragile, unito al fatto che ai tempi era
l'unica
ragazza con cui aveva confidenza, ad averlo spinto ad invitarla al
Ballo del Ceppo due anni prima.
«Buon
Natale, Draco.» gli augurò sedendosi affianco a
lui e afferrando la
prima fetta biscottata a portata di mano, la stessa che Draco aveva
adocchiato ma, per puro spirito cavalleresco, decise di soprassedere.
«
Buon Natale anche a te.» le augurò di rimando.
«Daphne
ha dormito da voi?» gli chiese cominciando a imburrare la
fetta
biscottata. Draco decise di soprassedere ancora sul fatto che il
burro era lo stesso che stava per afferrare lui.
«Avevi
dubbi?» le domandò con aria pensierosa cercando di
prendere la
marmellata di fragole che invece fu intercettata dalla ragazza.
«Beh,
poteva essere dappertutto
con
chiunque.
Lo sai meglio di me.» gli disse con un tono più
sarcastico che
scherzoso lasciando intendere più cose di quante il ragazzo
volesse
capire. Draco la osservò col sopracciglio inarcato in
un'espressione
più che scettica. Sì, era capitato anche a lui di
trovarsi da
qualche
parte con
Daphne
Greengrass
ma pensava che la ragazza si fosse tenuta tutto per sé.
Pansy,
quasi intuendo quello che si agitava per la testa del ragazzo,
aggiunse pensierosa: «A Daphne piace vantarsi e adora
raccontare i
particolari. Ha parlato bene di te, tranquillo.» e concluse
la frase
con la stessa placidità con cui gli avrebbe letto l'oroscopo
o
parlato del tempo atmosferico.
Tra
parentesi, si profilava un periodo perfetto in ambito sentimentale e
lavorativo per i Gemelli secondo l'oroscopo della Gazzetta, non che
lui lo leggesse, sia chiaro.
Draco
non provò nemmeno a smentire e sperò solamente
che quella
conversazione fosse giunta a un punto morto.
«Da
chi ha dormito questa volta?» domandò curiosa
addentando la fetta
biscottata e facendogli capire che l'argomento
“Daphne” era ben
lungi dall'essere concluso.
«Theodore.»
Pansy
lo fissò, scettica, con quello che rimaneva della fetta
lasciato nel
piatto, dimenticato.
«Strano,
le ho sentito dire più di una volta che dormire con lui
è come
dormire abbracciando un manico di scopa. Un manico di scopa che
russa, sia chiaro.»
***
Sperare
che Draco Malfoy ricambiasse i suoi auguri di Natale era stato quanto
di più stupido avesse potuto pensare di ottenere. Era
già troppo
che avesse ricambiato il suo saluto. Aveva anche provato a chiedergli
se poteva aspettarla per andare a far colazione insieme, ma lui non
l'aveva nemmeno fatta finire che già era scomparso dietro
alla porta
del dormitorio.
Con
un sospiro teatrale e l'aria affranta di un'eroina di una tragedia,
si alzò in piedi e si stiracchiò assomigliando
vagamente ad un
gatto indolenzito. Dormire con Theodore era quanto di più
scomodo ci
fosse, ma era l'unico modo che aveva per poter stare vicino a Blaise
e fargliela pagare allo stesso tempo. Quando il ragazzo era andato a
dormire, lei era già lì, intenta a far le fusa
all'altro suo
compagno.
Blaise
con un'espressione di disgusto dipinta sul volto si era coricato sul
suo letto e con un colpo di bacchetta aveva richiuso le tende
talmente forte da farle quasi staccare.
In
quel modo aveva ottenuto la prima reazione di quella che lei si
ostinava a definire gelosia che il serpeverde le avesse mai mostrato
apertamente.
E
quella mattina del 25 dicembre, Daphne si svegliò
leggermente
soddisfatta nonostante tutto.
Blaise decise di aprire gli occhi
nello stesso momento in cui Daphne, agghindata di tutto punto, usciva
dal bagno della camera. Gli lanciò un'occhiata oltraggiata e
Blaise
per un solo momento si chiese cosa passava per la testa della
ragazza. Per
un solo
momento.
«Buon
Natale, Zabini.»
Blaise
non si chiese nemmeno il perché di tutta quella freddezza.
Daphne
era fin troppo criptica per lui e già, in passato, aveva
perso ore
di sonno pensando a qualche sua frase lasciata volutamente a
metà.
A
Daphne piaceva fin troppo non essere capita e lui, una volta compreso
tutto ciò, aveva semplicemente smesso di cercare di capirla.
Dopo
poco aveva avuto i primi risultati: lei aveva scelto di tormentare
Theodore, per la felicità dello stesso.
A
Daphne piaceva tanto non essere capita e Theodore adorava gli enigmi.
Quei due erano perfetti, a suo modesto parere, e Blaise non voleva
mettersi tra loro per nessuna ragione al mondo anche se i loro scambi
pubblici di affetto lo disgustavano tanto da non riuscire ad esimersi
dal rinfacciar loro quelle effusioni.
Mai,
nemmeno per un istante gli era passato per la testa che forse la
ragazza aveva una cotta per lui. Cotta perfettamente segreta agli
occhi di tutti tranne a quelli attenti di Pansy Parkinson.
«Buon
Natale, Daphne.» rispose agli auguri prima di stiracchiarsi.
Con
un sorrisetto compiaciuto, Daphne uscì dal dormitorio
diretta in
Sala Grande per la prima colazione.
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Angolino
dell'autrice:
devo specificare che ho scritto questa storia pensandola come oneshot,
salvo poi decidere di spezzarla in due dato che i capitoli troppo
lunghi mi danno un vago senso di ansia, non so perché.
Che la routine viene spezzata dall'amore è un dato di fatto.
Niente rimane come prima nel momento in cui il nostro cuore decide di
non appartenerci più. Ecco, quindi Malfoy in questi due
capitoli (o forse tre? o.o ancora non lo so) sarà costretto
a combattere tra un sentimento nascente e il desiderio di tornare alle
sue abitudini malfoyesche. Ci riuscirà?
Nel frattempo non sono riuscita a trattenermi dall'infilarci in mezzo
una side story, quella tra Blaise e Daphne, coppia concepita solamente
grazie alle fanfictions di Savannah (un must del fandom, oserei dire.
Rapidamente questi due personaggi però hanno deciso che non
volevano essere rilegati a personaggi secondari, quindi
-voilà!- ecco il loro spazio!
Per sicurezza, ho messo tra gli avvertimenti OOC.
In ogni caso mi sto dilungando fin troppo.
Fatemi sapere che ne pensate,
Fay :)